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martedì 25 marzo 2025

La Siria ancora una volta è sola. Ma certo è nel cuore di Dio.

 di M. Marta Fagnani 

dal Monastero Trappista Beata Maria Fons Pacis - Azer - Siria


Carissimi,

una news in ritardo. Meno male che ci volete bene e siete pazienti. Questa news doveva raccontarvi i nostri 20 anni in Siria (il 14 marzo abbiamo celebrato il nostro “compleanno” comunitario); ne parleremo nella prossima lettera. Ma sono successe molte cose, e so che aspettate notizie sulla situazione. 

In questi tre mesi e mezzo dal cambio di governo dell’8 dicembre non so quanti giornalisti mi hanno contattato. E tanto più ora, dopo la strage che si è verificata nelle zone della costa della Siria. Ho iniziato almeno tre volte a scrivere, e poi ho sospeso e non ho risposto a nessuno. Come negli anni passati, così ora la situazione è molto complessa, le posizioni molto differenti anche fra Cristiani e quando si scrive si generano sempre polarizzazioni inutili e dannose. Vi condivido qui alcune affermazioni, e tante domande. Una cosa è certa: siamo tutti molto sospesi, c’è molta paura, delusione, incertezza. Semplificando molto: paura tra gli Alauiti, incertezza fra i Cristiani, delusione fra i Sunniti moderati...

Penso sia evidente per tutti che l’attuale gruppo al governo non ha certo conquistato la Siria con le sue forze, a colpi di clacson. Quindi, chi ha voluto e preparato questo stato di cose dall’esterno? Israele, Stati Uniti, Russia, Turchia, Iran? In che equilibri tra loro? Un giorno lo sapremo. E l’Europa? Dove si pone? Quindi la vera domanda è: che cosa si vuole ottenere? Le risposte che circolano sono tante.  Dimenticatevi “il bene dei Siriani”, non prendiamoci in giro. E la domanda delle domande: si vuole che la Siria diventi uno Stato islamico fondamentalista, oppure no? I segni per una deriva fondamentalista ci sono, e numerosi. Il pretesto di una rivolta dei fedelissimi dell’antico governo, ha scatenato una vera pulizia etnica verso gli Alauiti, con la morte anche di qualche Cristiano e Sunnita. Questo fatto gravissimo riguarda e ferisce tutti i Siriani che desiderano uno stato laico e rispettoso di tutti, senza distinzione. Francamente risulta incomprensibile che dopo questa pulizia etnica perpetrata dagli islamisti alleati del Governo, l’Occidente continui a sostenere quest’ultimo senza porre alcuna condizione, o garanzia di sicurezza per le minoranze. Già vi erano stati episodi precedenti alle vicende della costa, ed altri episodi si stanno verificando in questi giorni.

A onore del vero, si deve dire che per ora il nuovo governo in generale è molto rispettoso verso i Cristiani; noi stesse abbiamo trovato rispetto, e aiuto in una situazione di necessità per i giovani del nostro villaggio.   Ma come non pensare che sia una posizione di facciata, perché si ha bisogno dell’appoggio dell’Occidente e quindi dei Cristiani? Fino a quando durerà? In questo momento ci sono pressioni sui cristiani di Maloula, una città simbolo per la cristianità, perché lì ancora si parla aramaico, e già gli abitanti se ne stanno andando da lì. I villaggi accanto a noi - villaggi alauiti - si sono svuotati, la maggior parte è rifugiata in Libano. Ed anche qualche Cristiano. Ma neppure nella città Sunnita dove è la Municipalità di questa zona, che è mista, la gente è tranquilla. In circolazione ci sono troppi gruppi indipendenti, combattenti il più delle volte stranieri: Ceceni, Uiguri, Turkmeni..e molti sfuggono al controllo del nuovo governo.

Il ministro degli esteri Siriano, a Bruxelles e in Italia, pochi giorni fa, ha parlato della volontà di creare uno Stato inclusivo… ma contemporaneamente ha affermato che negli anni passati il problema della Siria sono state le minoranze. Non ha detto “alcune persone corrotte”, ma che “le minoranze l’hanno fatta da padrone”. E che loro intendono combattere proprio questo. Nessuno gli ha posto domande, su questa evidente contraddizione.

Qualcuno auspica la divisione del paese, in una federazione di Stati confessionali. Antico piano di Israele, che però potrebbe essere oggi come oggi una soluzione possibile al totale esodo delle minoranze. Il problema però è che Ceceni e compagnia stanno occupando le case e diventano i nuovi abitanti delle zone Alauite che desertificano.

Alcuni chiedono una forza di interposizione europea o Onu... altri sono fortemente contrari. Qualcuno attende di vedere cosa accadrà in Turchia, perché sicuramente ci saranno ripercussioni in Siria. Ecco, siamo qui. In un clima di totale incertezza.

Nella liturgia Latina di questa terza domenica, ci è proposto il Vangelo di Luca 13,1-9. Gesù parla degli avvenimenti del tempo, la torre di Siloe caduta su 18 uomini, un gruppo di Galilei uccisi da Pilato. E non dà spiegazioni sul mistero del dolore e della morte. Dice però ciò che possiamo fare: occorre convertirsi, letteralmente “girarsi” verso Dio…

Quest’anno coincidono quasi la Quaresima Cristiana (Cattolici e Ortodossi insieme), con il digiuno del Ramadan. Speriamo di volgerci tutti veramente verso Dio.. Il Dio vero, amante della vita e degli uomini -tutti- che Lui ha creato e redento. La Siria ancora una volta è sola. Ma certo è nel cuore di Dio.

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