Intervista di Steven Sahiounie al dr. Nidal Kabalan, giornalista, analista politico ed ex ambasciatore siriano in Turchia.
Traduzione dall’inglese di Maria Antonietta Carta
Secondo il primo ministro iracheno, Shia Sudani, Siria e Turchia si avviano verso una possibile normalizzazione delle relazioni interrotte dopo l’attacco USA-NATO alla Siria nel 2011, per il cambio di regime. Prima del 2011, tra il presidente turco Recip Tayyip Erdogan e il presidente siriano Bashar al-Assad i rapporti erano buoni ed Erdogan chiamava ‘’fratello’’ la sua controparte a Damasco. I due Paesi condividevano un confine lungo e sicuro con vantaggi commerciali e turistici per entrambi. Con il sostegno di Erdogan agli Stati Uniti, che ha permesso il transito di terroristi internazionali attraverso la Turchia per combattere in Siria, la relazione si è interrotta. La Siria ha resistito con successo all’attacco orchestrato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ma non si è ripresa pienamente a causa delle sanzioni imposte dagli statunitensi. Ora, sembra possibile in tempi brevi la normalizzazione delle relazioni con il suo vicino del nord, poiché entrambi i Paesi condividono lo stesso interesse per un confine sicuro e per l’eliminazione di gruppi terroristici e gruppi separatisti paramilitari.
Steven Sahiounie Recentemente, il primo ministro iracheno ha dichiarato che spera di annunciare un accordo tra Turchia e Siria che normalizzi le loro relazioni. Secondo lei, quali sono le basi necessarie affinché tutto ciò si concretizzi?
Nidal Kabalan Le condizioni della Siria per normalizzare le relazioni con la Turchia, presentate dal presidente Assad al primo ministro iracheno Shia Sudani, sono identiche a quelle trasmesse ai precedenti mediatori, come i Russi e gli Iraniani. In cima alla lista vi è la richiesta del fermo impegno da parte turca a ritirare le sue forze di occupazione dalla Siria, la cessazione del suo sostegno a vari gruppi terroristici che operano a Idlib e in altre parti del Paese, l'aiuto di Ankara nel riportare Idlib sotto il controllo dello Stato siriano nonché il controllo sull'autostrada strategica M4 che collega le città costiere con Aleppo e altre città del nord, il sostegno di Ankara nella revoca delle sanzioni illegali e unilaterali che hanno paralizzato l'economia siriana ormai da oltre un decennio e la riapertura dei valichi di frontiera legali tra la Siria e la Turchia, in particolare Bab al-Hawa. Sono queste le principali condizioni che Damasco pone da tempo come base per normalizzare le relazioni con la Turchia. Hayat Tahrir al-Sham, comandato da Mohammed al-Julani, occupa Idlib.
Steven Sahiounie Secondo lei, come verrà affrontato questo gruppo terroristico e chi li sgombrerà da Idlib?
Nidal Kabalan Hayat Tahrir al-Sham e altri gruppi presenti in altre parti del Paese, come precondizione per la sua stabilità e sicurezza dovranno essere smantellati per mezzo della politica o con la forza. Gli sforzi congiunti di Siria, Turchia, Iraq, Iran e probabilmente della Russia nella lotta contro tutti i gruppi terroristici che hanno devastato la Siria durante quasi 14 anni sono necessari per la sua stabilità e sicurezza. Le SDF, milizia curda allineata agli Stati Uniti, avevano programmato di tenere le elezioni l’11 giugno, ma le hanno rinviate a causa delle minacce provenienti dalla Turchia.
Steven Sahiounie Pensa che le SDF ripristineranno il rapporto con Damasco?
Nidal Kabalan Per quanto riguarda le SDF, Siria e Turchia potrebbero cooperare per rimuovere tutti gli aspetti militari delle milizie curde, che hanno saccheggiato le ricchezze della Siria, in particolare gas e petrolio nella parte settentrionale e in quella nord orientale con l’aiuto degli Statunitensi, che sfruttano il gas e il petrolio siriani, contrabbandando il petrolio in Iraq e da lì in altre parti della regione e del mondo. Qualsiasi entità separatista che le organizzazioni, le milizie e i partiti curdi hanno cercato di formare nel nord del Paese dovrà essere smantellata. Un argomento che gode del consenso di Turchia, Siria, Iran e Iraq è l’eliminazione di ogni entità curda separatista in questa parte della regione, quindi una soluzione attraverso i negoziati. Il nord di Aleppo è sotto l’occupazione delle forze turche allineate ai terroristi.
Steven Sahiounie Se la Turchia ripristinasse le relazioni con la Siria, come affronterebbe i terroristi che hanno cercato di rovesciare il governo siriano?
Nidal Kabalan Per l’aspetto politico della crisi che potrebbe esplodere, qualsiasi entità curda separatista in questa parte della Siria, o nella regione, è un tabù e non deve essere consentita da tutti gli interessati. Altre parti della Siria occupate dalle forze turche, o dalle milizie filo-Ankara a nord di Aleppo, dovranno passare attraverso la politica di mediazione o la forza militare. Il pieno controllo dello Stato siriano di quei territori è una condizione non negoziabile per la normalizzazione dei legami tra Damasco. e Ankara.
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