Associazione Pro Terra Sancta
“La situazione è difficile. Noi non risolviamo i problemi della Siria, ma stiamo accanto alle persone. E questo è un importante segno di speranza per tutti”. Jean Francois Thiry vive ad Aleppo da alcuni mesi per coordinare i progetti di Pro Terra Sancta. In occasione dell’anniversario della guerra che ha devastato la Siria, lo abbiamo intervistato per comprendere la situazione attuale in questa nazione spesso trascurata dai media.
Jean Francois, rispetto alla crisi umanitaria, c’è stata una ripresa nell’arco degli ultimi mesi da quando sei lì, o la situazione è peggiorata?
In questi mesi ho incontrato una sola persona che desidera rimanere qui e contribuire al suo paese. Si tratta di un individuo impegnato nell’ambito educativo che ha deciso di non abbandonare la sua terra. Tutti gli altri parlano solo di fuggire e lamentano il peggioramento delle condizioni economiche. Non credo di poter fornire segnali positivi. È vero che si notano alcune attività commerciali riaperte, ma ciò è dovuto principalmente agli sforzi delle chiese locali che si adoperano per sostenere i cristiani. Tuttavia, la situazione macroeconomica è tragicamente precaria, con l’aumento dei prezzi del gas e la mancanza dei servizi essenziali. Risulta estremamente difficile individuare segni di ripresa.
Qual è l’importanza del lavoro delle chiese se manca la speranza?
Prima di tutto, il ruolo della Chiesa consiste nel rimanere al fianco della popolazione, soprattutto dei cristiani locali, fornendo loro supporto e non abbandonandoli, soprattutto gli anziani che non possono lasciare il Paese. In secondo luogo, il lavoro delle chiese favorisce la coesione tra le varie comunità religiose. Sebbene si parli di un’ottima intesa tra cristiani e musulmani, bisogna comprendere che ci sono ancora profonde divisioni e risentimenti legati alla storia e alla guerra. Perciò, il nostro impegno rappresenta un gesto di carità che spezza il ciclo dell’odio e del male. Lavoriamo con entrambe le comunità, sia cristiane che musulmane, per promuovere l’apertura e la collaborazione reciproca.
Il lavoro di Pro Terra Sancta è un segno di speranza?
I nostri sforzi si concentrano su due fronti: da un lato, sosteniamo la sopravvivenza dei cristiani ad Aleppo, fornendo loro supporto materiale e riparando danni alle abitazioni. Dall’altro, promuoviamo l’interazione e la solidarietà tra le comunità cristiane e musulmane, cercando di superare le barriere culturali e di comprendere reciprocamente le difficoltà che ognuna affronta. È importante mostrare ai cristiani la situazione delle famiglie musulmane, anch’esse gravemente colpite dalla guerra. Questo ci aiuta a consolidare il senso di fratellanza e solidarietà tra le diverse fedi.
Qual è la percezione della popolazione riguardo a questa guerra interminabile?
Attualmente, molti ritengono che la guerra sia terminata, ma in realtà le sanzioni economiche impediscono la pace effettiva. Inoltre, vi è una diffusa corruzione interna che ostacola la ricostruzione e il progresso del Paese. La Siria è frammentata, con diverse aree sotto il controllo del governo di Assad, dei curdi o dei turchi. Questa situazione contribuisce ad alimentare l’instabilità e l’incertezza.
Cosa ti ha spinto ad andare lì e com’è vivere ad Aleppo?
Nel 2017 ho visitato Damasco e ho incontrato i cristiani siriani, rimanendo colpito dalla loro fede incondizionata. Ho visto persone disposte a sacrificare la propria vita per la loro fede. Da allora, ho nutrito il desiderio di fare qualcosa per sostenere questa comunità. Vivere ad Aleppo è un’esperienza intensa e impegnativa. Mi concentro sull’essere presente e condividere la vita con la popolazione locale. Nonostante le difficoltà, sono stato accolto con affetto e gratitudine, il che mi spinge a continuare il mio lavoro con rinnovato impegno e speranza. Sento una grossa responsabilità anche perché ci sono tante persone che donano per la Siria e vorrei che il loro aiuto arrivi e vada veramente a rispondere ai bisogni che ci sono. Sono veramente molto grato, perché penso che in Europa cominciamo a capire l’importanza che ci sia la comunità cristiana qui, proprio dove san Paolo si è convertito.
Un appello ad aiutare chi
piange e chi muore per la follia della guerra
Lettera
del Dicastero per le Chiese Orientali ai vescovi di tutto il mondo
L'annuale
Colletta per la Terra Santa
Osservatore Romano, 8
marzo 2024
«Grazie a nome di chi
piange e di chi muore per la follia della guerra. Grazie soprattutto
a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede orribilmente
mutilati. Aiutateci ad aiutarli!». Lo scrivono il cardinale Claudio
Gugerotti e padre Michel Jalakh — dell’ordine antoniano maronita,
proprio oggi nominato arcivescovo —, rispettivamente prefetto e
segretario del Dicastero per le Chiese orientali, nella lettera
inviata ai vescovi di tutto il mondo in occasione dell’annuale
colletta del Venerdì santo per la Terra Santa. Eccone il testo.
«E ora i nostri piedi si
fermano alle tue porte, Gerusalemme». Come avremmo voluto che le
parole del salmo 122 fossero la descrizione di ciò che accade ai
nostri giorni! E invece tanti pellegrini restano lontani dalla città
dei loro sogni, mentre gli abitanti della Terra Santa continuano a
soffrire e a morire. In tutto il mondo risuona il rombo delle armi
portatrici di morte. E non si vede tregua, anche se Dio ci ha
assicurato che «Ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni
mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco».
Questa è la profezia di Isaia (9, 4). Abbiamo visto e vediamo uomini
in armi spargere sangue e uccidere la vita stessa. Eppure nel
versetto successivo Isaia annunciava che «un bimbo ci è stato
donato... il Principe della pace». Per noi Cristiani quel bimbo è
Gesù, il Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con noi.
Papa
Francesco non ha mai cessato di manifestare la propria vicinanza a
tutti coloro che sono stati coinvolti nel conflitto in Terra Santa e
di gridare, agli uomini e alle donne di buona volontà, la propria
esortazione a operare per la pace e a rispettare la sacralità di
ogni persona umana. Anche di recente così si è espresso: «Sono
vicino a tutti coloro che soffrono, Palestinesi e Israeliani. Li
abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si
fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi!
Basta! Basta, fratelli, basta!» (Angelus, 12 novembre 2023).
Il
pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il
cristianesimo, e non solo per i Cattolici. Questo è reso ancora oggi
possibile dall’opera generosa dei Francescani della Custodia di
Terra Santa e dalle Chiese Orientali ivi presenti. Essi mantengono e
animano i santuari, segni della memoria dei passi e delle azioni di
Gesù, testimoni materiali di un Dio che assunse la materia per
salvare noi, fango animato dal soffio dello Spirito. Per la loro
dedizione in quei luoghi si continua a pregare incessantemente per il
mondo intero.
Fin
dalle sue origini la Chiesa ha coltivato ininterrottamente e con
passione la solidarietà con la Chiesa di Gerusalemme. In epoca
tardo-medievale e moderna, più volte i Sommi Pontefici intervennero
per promuovere e regolamentare la colletta a favore del Luoghi Santi.
L’ultima volta fu riformata dal santo Papa Paolo VI nel
1974 attraverso l'Esortazione Apostolica Nobis in Animo. Anche
Papa Francesco ha spesso sottolineato l’importanza di questo gesto
ecclesiale.
Cari
fratelli e sorelle, non si tratta di una pia tradizione per pochi.
Ovunque nella Chiesa Cattolica si fa obbligo ai fedeli di offrire il
loro aiuto nella cosiddetta Colletta Pontificia per la Terra
Santa che si raccoglie il Venerdì Santo o, per alcune aree, in
un altro giorno dell’anno. Lo faremo anche quest’anno, sperando
in una vostra particolare generosità.
E
sapete perché? Perché, oltre alla custodia dei Luoghi Santi che
hanno visto Gesù, ci sono, ancora viventi e operanti pur fra mille
tragedie e difficoltà spesso causate dall’egoismo dei grandi della
terra, i cristiani della Terra Santa. Molti nella storia sono morti
martiri per non veder recise le radici della loro antichissima
cristianità. Le loro Chiese sono parte integrante della storia e
della cultura d’Oriente.
Ma
oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i
loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo.
Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci
si dividono le loro spoglie.
I
cristiani di Iraq, Siria, Libano e di tante altre terre si rivolgono
a noi e ci chiedono: «Aiutateci a diffondere ancora in Oriente il
buon profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15).
Io
mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il
Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie,
occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e
professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo
sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal
loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e
in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai
pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte
della sua anima, forse per sempre.
Fate
che sentano il cuore solidale della Chiesa!
Alle
Chiese locali, ai Francescani, ai tanti volontari della carità, veri
figli della pace, testimoni del Principe della pace, esprimo il
grazie di Papa Francesco, come pure a tutti voi, per la vostra
preghiera e il vostro contributo per la Terra Santa e per tutti
coloro che vi abitano.
Il
Signore vi benedica e vi ricompensi. Grazie anche a ciascuno dei
Vescovi che terranno a cuore questa santa iniziativa.
Grazie
a nome di chi piange e di chi muore per la follia della guerra.
Grazie soprattutto a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede
orribilmente mutilati. Aiutateci ad aiutarli!
Il
Signore vi benedica di una larga benedizione e consolazione.
Per mantenere un
legame con i cristiani del Medio Oriente
Iniziativa voluta dai
Pontefici
La “Colletta per la
Terra Santa” nasce dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte
il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la
fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge
intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per
mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei
tempi più recenti, Papa Paolo vi, attraverso l’Esortazione
apostolica Nobis in Animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva
in favore della Terra Santa, da Lui visitata nello storico
pellegrinaggio del 1964.
La Custodia Francescana
attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante
missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della
memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra
Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il
mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali,
sanitarie e sociali.
I territori che
beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla
Colletta sono: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro,
Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.
…..
In Siria la situazione è
molto più grave, vista la condizione precaria in cui versava il
Paese già prima del terremoto. Il Dicastero, in collaborazione con
la nunziatura apostolica in Siria, ha fatto un appello per sostenere
la popolazione colpita dal terremoto. Il Comitato di Emergenza della
Chiesa in Siria ha preparato un progetto a sostegno delle famiglie in
difficoltà per affrontare l’inverno nel miglior modo possibile. Le
regioni che ne beneficeranno sono quelle di Aleppo e Lattakia. I
beneficiari totali del progetto sono circa 7.000 persone e il budget
totale è di un milione di us$ per una durata di 9-12
mesi. Il Dicastero, su richiesta del rappresentante pontificio in
Siria, ha finora trasferito seicentomila us$ a questo scopo.
Lo scoppio della guerra in
Gaza, dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso, ha paralizzato la
Terra Santa. La mancanza di pellegrini e turisti ha messo in
difficoltà migliaia di famiglie. Il Dicastero sta seguendo lo
sviluppo della situazione, dimostrando la propria vicinanza
attraverso la delegazione apostolica a Gerusalemme, il Patriarcato
Latino e la Custodia di Terra Santa. Il Santo Padre ha l’intenzione
di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o
Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita
più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra
finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei
fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra
Santa.
COME DONARE:
https://www.collettavenerdisanto.it/sostienici/
https://www.proterrasancta.org/it/come-sostenerci/#offline