Pubblichiamo la prima parte della Lettera inviata dalle Monache Trappiste di Azeir agli amici il 25 Ottobre 2021. Vi si accenna agli innumerevoli progetti di carità nati dall'iniziativa delle Sorelle di fronte ai bisogni della gente dei villaggi vicini: nei prossimi giorni li dettaglieremo con singole schede, invitandovi a scegliere quale sostenere col vostro contributo. Grazie a nome dei siriani!
Carissimi,
anzitutto
riprendiamo alcune notizie che già vi avevamo inoltrato per tenervi
informati sulla vita della nostra comunità.
Noi
stiamo bene, grazie a Dio; nonostante
la situazione che ci circonda, possiamo continuare a vivere la nostra
vita monastica in questa terra, grazie anche al sostegno della vostra
preghiera e agli aiuti concreti che ci fate arrivare.
Per
quanto riguarda i contatti con l’Italia
e con gli altri paesi, la situazione in Siria come per tutti nel
mondo è stata di isolamento. I viaggi dall’estero stanno
riprendendo solo ora, dopo quasi due anni.
Invece
è sempre vivace e in crescita l’accoglienza al monastero
di persone e gruppi per ritiri e giornate di preghiera. Anzi, a causa
della chiusura dei confini col Libano, meta tradizionale di ritiri
per tutte le comunità religiose, quest’anno abbiamo avuto la gioia
di ospitare moltissimi gruppi di sacerdoti e suore di tutti i riti,
buona occasione per rinnovare i legami di amicizia e conoscenza
reciproca.
Molti
sono anche i laici, che vengono un po’ da tutta la Siria
(compatibilmente con la disponibilità di benzina..!). Fino ad ora,
se chiedono di restare a dormire, possiamo accogliere solo gruppi
piccoli, 10 persone normalmente, al massimo 15..
I
gruppi più grandi possono venire per una giornata, ed hanno a
disposizione una sala grande, con un cucinotto indipendente…Molti
ne approfittano, e soprattutto i Padri Francescani di Lattakie che
pur essendo a due ore di strada da noi, ci hanno “adottato” e
portano volentieri da noi i vari gruppi parrocchiali, assicurandoci
così ogni tanto anche la Messa e le confessioni.
Siamo
infatti ancora senza cappellano; la
domenica o nei giorni di festa per la Messa scendiamo alla parrocchia
Maronita del villaggio, e poi…la Provvidenza provvede, e ogni tanto
ci manda qualche sacerdote inaspettato proprio per le ricorrenze
importanti….
Siamo
particolarmente grate per aver avuto la presenza di un altro
francescano, “prestato” dai Padri di Aleppo, durante il Triduo e
la veglia Pasquale.
Se
ci fosse qualche volontario per il prossimo anno, è il benvenuto !
Il
virus e la povertà
Forse
può stupire che il monastero non abbia chiuso agli ospiti,
ma in generale in Siria non c’è stata una vera chiusura della vita
pubblica, e neppure delle chiese, se non per brevi periodi o in modo
molto parziale. In Siria il virus
ovviamente è arrivato, ed ha fatto molte vittime. Ma dopo un primo
periodo di allarme, l’anno passato, la gente si è abituata a
convivere anche con questo rischio, che alla fine è uno fra i
tanti.. Come può un padre di famiglia che guadagna 50000 lire al
mese, spenderne 200 al giorno per ogni componente della famiglia, per
comprare delle mascherine ? Come può la gente non lavorare, se già
non sa come portare a casa da mangiare ?
In
questo momento, sembra che la seconda ondata del virus sia più
pesante, più contagiosa, ma la vita comunque continua abbastanza
normalmente.
Abbiamo
l’impressione che molti, almeno nella nostra zona, abbiano una
sorta di immunità, perché in realtà nell’autunno 2019,
precedente allo scatenarsi del virus, qui c’è stata una strana
influenza, molti avevano una tosse asciutta e soffocante, noi
comprese, senza altri sintomi; diverse persone sono morte.
L’impressione è che qualcosa qui sia iniziato prima….
Da
parte nostra comunque abbiamo esercitato un po’ di prudenza ( ad es
evitando al mercato di comprare la cassetta di pomodori dove tutti
hanno girato e rigirato la merce ), e poi abbiamo deciso di vivere in
modo normale, senza chiudere il monastero.
In
più, abbiamo avuto dosi industriali di vitamine dai nostri agrumi,
suor Adriana che ci affumica di eucaliptus, suor Marita che ci
distribuisce vitamine e zinco, e tisana di rosmarino (antibiotico
naturale) tutte le mattine…E soprattutto siamo convinte che Maria e
san Giuseppe abbiano steso un velo di misericordia sulla nostra
comunità. Perché ad esempio all’inizio del virus, l’estate
scorsa, le suore Salesiane dell’Ospedale Italiano di Damasco sono
venute, per la settimana del loro ritiro annuale, divise in due
gruppi. Dopo due giorni dal rientro, il primo gruppo si è ammalato,
e il secondo che era qui è ritornato in fretta…e sono risultate
tutte positive. Sono state molto male, una sorella è deceduta; e non
ci spieghiamo come noi non abbiamo avuto proprio nessun sintomo, dopo
dieci giorni con loro in cappellina, e nel servizio a stretto
contatto in foresteria…
Più
che il virus, in realtà è la
situazione in sé della Siria che è ancora molto dura,
quasi più che durante la guerra vera e propria ( che tra l’altro
non è ancora veramente finita..) . L’impoverimento è generale,
l’inflazione alle stelle, la lira siriana è arrivata a 4000/5000
rispetto al dollaro, ora è un po’ scesa ma i prezzi sono rimasti
alti. Un litro di olio di semi, si compra a 9000 lire ! un chilo di
lenticchie a 5000, uno di farina a 1300… I poveri sono sempre più
poveri, ed ora il ceto medio non ce la fa a garantire tutti i pasti…
Le
mafie imperversano, e guadagnano; soprattutto bloccano con le loro
tangenti ogni iniziativa di lavoro. E nel paese mancano elettricità,
benzina, gas, gasolio, a volte anche farina e quindi pane, medicine,
pezzi di ricambio … Manca il potere di acquisto, e quindi non c’è
mercato e diminuisce il lavoro. Partono i pochi medici e i
professionisti rimasti.. Persino gli imprenditori…Partono i
giovani, soprattutto i cristiani…Partono famiglie intere..
Un
altro esempio: le scuole, a fine anno scolastico 2021, sono state
chiuse per un periodo, ma non per il virus, ma perché studenti e
insegnanti non trovavano benzina per andare a scuola, e non c’era
gasolio per dare corrente e luce… Ma si è detto che era per il
Corona.
E
purtroppo gli avvenimenti di geopolitica non promettono nulla di
buono: la situazione di instabilità in Libano, che ha colpito
pesantemente tutta l’economia regionale, e poi il rinnovarsi delle
sanzioni internazionali che soffocano la vita.. Le tensioni mondiali
fra le varie potenze, che si giocano frequentemente sul terreno
mediorientale…
E’
di qualche giorno fa un attentato a Damasco, che sembra provocato ad
arte per ridestare l’attenzione su Idleb e ricreare tensione..
La
speranza e i progetti
La
speranza è una vera sfida, una virtù
che è messa alla prova e che dobbiamo chiedere al Signore, per
tutti.
E
per vivere la speranza …. abbiamo
piantato molti melograni e mandorli, un
modo di poter guadagnare qualcosa dalla terra.
Sperare
è continuare a cercare sbocchi sul mercato, in Europa, per il sapone
di Aleppo, che la nostra comunità di Valserena ci ha aiutato
a mettere in regola per le normative commerciali, e che vende fra i
suoi prodotti, per guadagnarci da vivere e coprire almeno le spese
ordinarie della comunità. Anche
alcuni amici ci stanno aiutando a farlo conoscere e diffonderlo, e da
poco siamo riuscite a fare una
spedizione di 18000 saponette,
disponibili ora a Valserena..
Per
l’accoglienza
teniamo i prezzi dell’ospitalità minimi, giusto per coprire le
spese, a volte neppure quello, e comunque lasciamo libere le persone
secondo le loro possibilità. Lo
consideriamo il nostro aiuto alla chiesa locale, altrimenti sarebbero
penalizzati proprio i più giovani o i più poveri…Ma certo non è
una fonte di guadagno per noi.
Sperare
vuol dire che stiamo imparando a fare l’aceto in casa, che
coltiviamo fagioli e legumi in quantità, e facciamo il formaggio da
sole, perchè costa tantissimo ! E a volte non si trova neppure.
Stiamo brevettando il “puro grana
siriano”... e una discreta
mozzarella.
Speranza
è cercare di sfruttare quanto la natura ci dona, per noi e per gli
altri. Ad esempio tanti ormai ci chiedono l’aloe per curarsi,
comprano le nostre tisane. E stiamo pensando di sviluppare, per noi e
anche come lavoro del monastero, la medicina naturale.
Come
possiamo, con gli aiuti che ci vengono dall’Italia e dai
benefattori, cerchiamo di garantire del
lavoro almeno a qualcuno, come abbiamo
fatto durante tutta la guerra; abbiamo in questo momento circa una
decina di operai e così diverse famiglie riescono ad avere un
sostegno .
Cerchiamo
di essere aperte alle varie necessità, confidando nella Provvidenza:
per cure mediche, per interventi urgenti di chi non può pagare; per
aiutare i giovani per pagare i trasporti verso le scuole o le tasse
scolastiche, perché non lascino il paese.
Naturalmente
non abbiamo una vera e propria organizzazione, non è il nostro
compito, e se possiamo indirizziamo alle associazioni presenti. Ma il
monastero resta un luogo aperto a cui bussare, e le necessità sono
sempre tante; vorremmo inventarci qualche forma di lavoro, perché
continuamente ci chiedono un impiego, ma la mancanza di mercato
blocca un po’ le iniziative. E senza un ritorno almeno delle spese,
non possiamo permetterci altro.
Continuiamo
comunque con il gruppetto “mani e
cuore per la vita”, con qualche donna
del villaggio che ha veramente bisogno di lavorare, ma che ha bambini
piccoli che non può lasciare a casa. Abbiamo insegnato loro la
tecnica del macramé, l’intreccio dei nodi, e così produciamo
braccialetti vari, portachiavi, ecc. Col tempo speriamo di poter
realizzare lavoretti in legno e vetro, e poter dar lavoro anche a
qualche ragazzo.
Stiamo
sostenendo un microprogetto agricolo
per l’acquisto di qualche mucca e la sistemazione di una stalla,
per due giovani del nostro villaggio: Sami ha 33 anni, ha terminato
da poco il suo servizio militare, durato 10 anni, ed ora non ha un
lavoro stabile (anche se guadagna occasionalmente qualcosa come
tassista). E’ fidanzato e vorrebbe sposarsi, restando a vivere nel
villaggio. Anche
Hasib è del villaggio: ha 34 anni, è sposato e padre di tre figli. Lui
ha una professione, è uno scalpellino come tutta la sua famiglia, ma
è ancora in servizio militare (da ormai sei anni ! ) e non può
certo accettare del lavoro fisso.
Siamo
in ritardo per l’inizio delle scuole, ma stiamo lo stesso facendo
un elenco dei bambini del villaggio e di qualche altra famiglia
povera che conosciamo, per far arrivare loro un
sussidio per le spese dell’anno scolastico.
......
[ fine della prima parte, seconda parte domani]