L'Unione Europea ospita oggi una conferenza a Bruxelles con l'obiettivo di
raccogliere fondi internazionali per aiutare le vittime del
devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.
Il
terremoto di magnitudo 7,8 del mese scorso ha raso al suolo intere
città, uccidendo più di 50 mila persone nel sud-est della Turchia e
in regioni della Siria dilaniata dalla guerra. "Ad
Aleppo, la situazione è immutata. Non ci sono mezzi per
togliere le macerie. E sotto le macerie ci sono ancora vittime
intrappolate. Si scava ancora a mani nude", afferma a Radio
Vaticana - Vatican News, Andrea
Avveduto, portavoce dell'Associazione Pro Terra Sancta.
Sono ancora tantissime le persone intrappolate sotto le case crollate. "A questo si aggiunge il fatto - prosegue Avveduto - che abbiamo visto i topi che cominciano ad andare dentro le macerie per mangiare i cadaveri. La settimana scorsa ho accompagnato una piccola squadra di specialisti provenienti dall'Italia per fare una prima ricognizione delle case e almeno il 30% dei palazzi di Aleppo deve essere demolito completamente. Altre case sono inagibili e possono crollare da un momento all'altro anche perchè sono state costruite male negli anni. È una situazione che si trascina da più di un mese. Non ci sono, purtroppo, gli aiuti internazionali e tutto ciò crea anche il rischio di epidemie, dovute, soprattutto ai topi. Abbiamo infatti incontrato tante persone che hanno perso i loro familiari che sono ancora sotto le macerie".
Gli aiuti internazionali
Gli aiuti non stanno arrivando e quei pochi che arrivano sono insufficienti, riferisce ancora il portavoce di Pro Terra Sancta. "Le persone si sentono abbandonate da alcuni Paesi che fingono di aiutare ma utilizzano e strumentalizzano la vicenda del terremoto per pura propaganda. Le sanzioni che sembravano essere state allentate in realtà restano tutte. D'altronde, sapevamo che l'annuncio dell'allentamento delle sanzioni rappresentava un atteggiamento poco chiaro perchè le sanzioni alla Siria già permettevano, in caso di necessità, l'invio di aiuti umanitari. Di fatto non sono arrivati strumenti per scavare le macerie. C'è poi un problema evidente dovuto all'incuria nell'edilizia per il modo in cui sono state costruite le case che rendono vulnerabili interi paesi e città".
Il sostegno dei Francescani
I frati di Aleppo, intanto, continuano con le attività di accoglienza delle persone. Alcune famiglie sono ritornate a loro rischio nelle case e non abbiamo più le migliaia di sfollati nei centri di accoglienza. Prosegue pure l'attività della mensa e della distribuzione dei pasti caldi. "Anche perché - spiega ancora Andrea Avveduto - il terremoto in Siria arriva dopo dodici anni di guerra civile e dopo una crisi economica che sta raggiungendo livelli davvero preoccupanti per il Paese. Continua poi la distribuzione di beni di prima necessità, ma non si trovano più le medicine e questo è un altro problema che stiamo affrontando. Il punto è che non c'è oggi un'alternativa per cui si vive in questa condizione di pericolo continuo".
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2023-03/terremoto.html
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