Oggi
vogliamo raccontarvi due storie che sono giunte a noi da una delle
sorelle della comunità di San Jacques (Maryakub), suor Marie Majd
del Chile, e che illustrano la situazione di oggi in Siria e il
desiderio di chi ha voluto rimanere sul posto, rimettersi a lavorare
e ricostruire le proprie vite.
Suor
Marie Majd :
“Andavamo regolarmente all'antico e millenario souk Hamydié di Damasco, per acquistare del materiale per il Progetto Uncinetto; c'è maggior scelta e tutto è meno caro che nella nostra regione. Purtroppo però, spesso Damasco passa dei periodi di grande violenza, dove i terroristi ancora presenti nella periferia della capitale bombardano senza distinzione l'intera città e ci sono sempre dei morti. Quindi anche se non manca la disponibilità da parte nostra, non possiamo chiedere a qualcuno di andare al mercato in quei momenti...
“Andavamo regolarmente all'antico e millenario souk Hamydié di Damasco, per acquistare del materiale per il Progetto Uncinetto; c'è maggior scelta e tutto è meno caro che nella nostra regione. Purtroppo però, spesso Damasco passa dei periodi di grande violenza, dove i terroristi ancora presenti nella periferia della capitale bombardano senza distinzione l'intera città e ci sono sempre dei morti. Quindi anche se non manca la disponibilità da parte nostra, non possiamo chiedere a qualcuno di andare al mercato in quei momenti...
La
Provvidenza ha trovato una soluzione. Sulla strada verso il centro di
assistenza umanitaria per incontrare le signore che lavorano
all'uncinetto, un' amica cristiana di Qâra si è mostrata
interessata agli articoli che stavo portando e mentre parlavamo è
uscita la questione della difficoltà di trovare filo a buon mercato
nella regione. Allora ci parla di un amico, anch'esso cristiano, che
ha una fabbrica a Yabroud e questa è la sua storia:
Yabroud
è un antico borgo, uno dei più antichi del mondo, con ancora alcuni
resti e monumenti che lo testimoniano. Si trova a 20 km a sud di Qâra
ed ha sofferto molto di più per la guerra perché la situazione lì
era diversa. E' stato prevalentemente occupato da miliziani stranieri
e questi non hanno lasciato il villaggio quando l'esercito è
arrivato per riprenderlo; i combattimenti sono quindi avvenuti
all'interno della città, le case sono state danneggiate e la
popolazione rimasta ha sofferto notevolmente.
Fozia,
sarta a Qâra
Alla
fine del 2013 l'esercito siriano ha iniziato l'operazione di
liberazione della regione del Qalamoun e avanzava liberando villaggio
dopo villaggio. La popolazione di ogni villaggio ha agito in modo
diverso. Il momento per Qâra è arrivato a metà novembre. Qâra è
una città di 22.000 abitanti, la cui popolazione era più che
raddoppiata con i profughi venuti da altre regioni, ma si era quasi
completamente svuotata all'avvicinarsi dell'esercito, perché
considerata una città strategica, si temevano violenti combattimenti
o il rischio che i civili venissero usati come scudi umani.
Fortunatamente, non c'è stato quasi nessun combattimento all'interno del villaggio perché i miliziani hanno lasciato il villaggio poco dopo l'inizio dell'attacco dell'esercito. Ma anche se poche case furono distrutte o danneggiate, esse vennero abbandonate e rimasero un mese o più alla mercé dei ladri. La maggior parte degli abitanti, come Fozia, una volta tornati a casa, hanno trovato la casa saccheggiata, specialmente degli elettrodomestici, dei mobili , delle stoviglie; gli animali erano morti o scomparsi, gli alimenti per l'inverno erano avariati. Bisognava ricominciare tutto da zero. A Fozia, sarta di Qâra, hanno rubato le sue macchine per cucire. Adesso vuole tornare a lavorare per sopravvivere. Realizza borse in tessuto e indumenti fatti a mano.
Fortunatamente, non c'è stato quasi nessun combattimento all'interno del villaggio perché i miliziani hanno lasciato il villaggio poco dopo l'inizio dell'attacco dell'esercito. Ma anche se poche case furono distrutte o danneggiate, esse vennero abbandonate e rimasero un mese o più alla mercé dei ladri. La maggior parte degli abitanti, come Fozia, una volta tornati a casa, hanno trovato la casa saccheggiata, specialmente degli elettrodomestici, dei mobili , delle stoviglie; gli animali erano morti o scomparsi, gli alimenti per l'inverno erano avariati. Bisognava ricominciare tutto da zero. A Fozia, sarta di Qâra, hanno rubato le sue macchine per cucire. Adesso vuole tornare a lavorare per sopravvivere. Realizza borse in tessuto e indumenti fatti a mano.
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