Pubblichiamo a scopo di documentazione, dopo un primo articolo circa le decisioni raggiunte in Arabia Saudita, il punto di vista di Naram Sarjoun perchè
ci sembra interessante anche rispetto alle prospettive di
frammentazione della Siria e all'impatto della diffusione della
realtà jihadista radicale in altri paesi del sud partendo da una
Siria che vede queste formazioni al potere legittimate a livello
internazionale. OraProSiria
Introduzione
di Mouna Alno-Nakhal su Mondialisation.ca
Il
popolo siriano ha indubbiamente ogni diritto di rallegrarsi per la
revoca delle sanzioni statunitensi annunciata dal presidente degli
Stati uniti Donald Trump, in occasione del Forum di investimenti
Usa-Arabia saudita 2025 tenutosi a Riad il 13 aprile. Sì, ma...
È
un annuncio che risponde alla richiesta del presidente turco Recep
Tayyip Erdogan e del principe ereditario saudita Mohammad ben Salman
come ha precisato Trump nel suo discorso, senza mai pronunciare la
parola «democrazia» come richiesta degli Stati Uniti alla Siria:
«Sono molto lieto di annunciare che il segretario di Stato Marco
Rubio incontrerà il nuovo ministro degli esteri siriano in Turchia
nel corso della settimana e, soprattutto, dopo aver discusso la
situazione in Siria con il principe ereditario, il vostro principe
ereditario, e con il presidente turco Erdogan, che mi ha chiamato
l'altro giorno per chiedermi una cosa molto simile, così come con
altri amici, persone per le quali ho molto rispetto in Medio Oriente.
Ordinerò la revoca delle sanzioni contro la Siria per dare al paese
una possibilità di prosperare...».
Partiamo
da qui, e dal fatto che Arabia saudita, Turchia, Qatar sono stati i
principali responsabili regionali della caduta dello Stato siriano
che fu prospero e indipendente. Ci permettiamo di sottolineare le
note stonate di questo inno gioioso dei siriani che porta alle stelle
Trump, Ben Salman e Erdogan. E' innegabile che le sanzioni
statunitensi abbiano raggiunto il loro obiettivo: il paese è
distrutto e impoverito dal punto di vista delle ricchezze umane e
materiali. I siriani sono ormai alla mercé della cricca di
al-Jolani, il terrorista nemmeno pentito: sulla sua testa Washington
aveva posto una taglia di 10 milioni di dollari, ma l'auto-nominato
presidente siriano sarebbe piaciuto a Trump perché «giovane,
attraente e tosto», malgrado i massacri che a partire dalla sua
presa del potere fino ad oggi si sono susseguiti sulla costa siriana,
a Homs e altrove.
Sanno,
i siriani, che gli investitori di ogni parte, ai quali al-Jolani ha
aperto le porte della loro patria per consolidare il proprio potere,
sono ancora più felici di loro per la revoca delle sanzioni?
Credono, i siriani, che gli Stati Uniti abbiano davvero frenato le
ambizioni di Israele di rubare la loro terra solo perché Trump ha
lisciato il pelo di al-Jolani?
La
risposta appartiene ai siriani che hanno vissuto la tragedia del
paese: i massacri, il lutto e le privazioni a volte mortali prodotte
dalle sanzioni. Il famoso scrittore e patriota siriano, Naram
Sarjoun, ne fa parte e ci risponde.
Qui
di seguito l’articolo di Naram Sarjoun.
So
che forse non mi leggerete o non mi sentirete, a causa delle feste,
dei fucili levati e degli spari verso il cielo, i cui bossoli
rischiano di riempire i social network, perché gli imbecilli ballano
di gioia dopo l'annuncio dell'«accordo» pagato con la carne della
Siria, il suo cuore e il suo sangue.
So
che quelli che si prostrano e lodano Dio mattina e sera, a causa
della benedizione del presidente degli Stati Uniti d'America, non si
preoccuperanno delle mie parole, perché i musulmani sono diventati
«adoratori di Trump», il quale si è mostrato soddisfatto di loro e
ha accettato al-Jolani come simbolo della loro fede.
Nessuno
si aspettava l'approccio generoso di Trump verso al-Jolani, perché
non era obbligato a farlo. Ma il fatto è che otterrà tutto ciò che
vuole da lui e dagli arabi senza fare alcuna concessione. In effetti,
il suo annuncio dice chiaramente che la Siria di al-Jolani ha
accettato un trattato di pace con Israele e si è ritirata dal
conflitto arabo-sionista.
In
particolare, l'annuncio dice che le Alture del Golan sono
ufficialmente cedute, vendute o affittate per 99 anni. Dice anche
che, come concordato con il governo al-Jolani, anche le alture del
monte Hermon sono cedute allo Stato israeliano. Che il Sud della
Siria viene smilitarizzato e sottoposto al controllo israeliano e non
ha il diritto di disporre delle proprie ricchezze e delle proprie
acque senza l'autorizzazione di Israele.
Di
conseguenza, il governo siriano avrà solo una presenza formale nelle
province meridionali, che che beneficeranno di un regime autonomo
formalmente legato a Damasco, ma le cui relazioni economiche e
commerciali saranno implicitamente legate a Israele. In altre parole,
al sud della Siria sarà applicato lo status del Sinai
demilitarizzato, visto che il governo di al-Jolani si è impegnato a
perseguire qualsiasi atto ostile contro Israele e a rendere sicuri i
confini israeliani. E le forze di sicurezza del paese agiranno come
le forze di sicurezza palestinesi di Mahmoud Abbas contro qualsiasi
atto di resistenza all'occupazione israeliana.
Quanto
all'Est della Siria, Al-Jolani e il suo team hanno concordato che non
ci sarà alcuna interferenza da parte loro e che la sua
amministrazione sarebbe stata lasciata alle autorità delle Fds
[Forze Democratiche Siriane, guidate dai curdi] che godrebbero di una
relativa indipendenza. Da notare che l'annuncio di Trump ha coinciso
con l'annuncio, due giorni prima, dello scioglimento del Partito dei
lavoratori del Kurdistan [Pkk] in Turchia. Ciò significa che Trump
ha ora affidato la questione curda alle Fds, le quali hanno spostato
le loro armi dalla Turchia alla Siria. Con questa operazione, la
Turchia ha quindi esportato il suo fardello curdo in Siria dove il
Pkk trasferirà i suoi quadri e membri per costruire il Rojava.
Per
quanto riguarda il nord della Siria e più precisamente il
governatorato di Aleppo, il governo Usa ha concordato con Erdogan che
sarà sotto tutela turca. Ciò significa che la Turchia avrà un
controllo assoluto fino ai confini di Homs.
Al
contrario, la costa siriana rimane un argomento di trattativa tra gli
Stati Uniti e il partner Russo. I Turchi propongono che il governo
al-Jolani conceda agli Stati Uniti investimenti in gas e petrolio
siriani, nonché basi militari, riservando una piccola parte alla
Russia e alla Turchia.
I Turchi propongono anche di mantenere la costa siriana in uno status
meno indipendente rispetto al Sud
e all'Est
della Siria, perché, vista
la minaccia di
un
ritorno dell'Iran, l’area
deve
rimanere controllata dalla paura.
Da
qui la funzione dei massacri degli alawiti
nel caso in cui pensassero a un'alleanza con l'Iran. E se l'accordo
di pace fra
Iran e Stati Uniti
si concretizza, la costa siriana è candidata
all'auto-amministrazione su cui il governo siriano non avrà alcuna
autorità e avrà il diritto di concludere accordi economici con gli
Stati Uniti
senza riferirsi a Damasco.
La
ragione per cui Trump e Netanyahu vogliono dare ad al-Jolani
un tale slancio è semplice: al-Jolani
firmerà il trattato di pace con Israele come rappresentante
dell'Islam
dato che è un jihadista sunnita. Infatti, Israele deve fare la pace
con l'Islam politico affinché l'Islam e i suoi rappresentanti
rinuncino ai loro luoghi santi nella Palestina occupata. La firma
dell'accordo di pace da parte di al-Jolani
costituisce quindi il riconoscimento da parte dell'Islam della
giudeità d'Israele e l'atto di concessione della moschea di al-Aqsa
e di Gerusalemme a Israele. Questo solleva Erdogan e il regno
dell'Arabia Saudita
dall'onere morale della vendita di questi due luoghi santi
dell'Islam.
La
legittimità dei jihadisti che hanno firmato il documento di
concessione deriverebbe dal fatto che avrebbero ottenuto il potere
attraverso una conquista musulmana che darebbe loro la forza morale
di agire a loro piacimento. Sono i conquistatori. Il conquistatore
può fare quello che vuole perché è il più competente in materia
di affari e interessi dei musulmani. Da un simile ragionamento,
comprendiamo perché l'amministrazione
statunitense
ha sostenuto il progetto di islamizzazione della regione e ha
sostenuto i Fratelli musulmani in Turchia, Siria, Egitto e persino in
Tunisia. Voleva una firma legale che approvasse la vendita di al-Aqsa
e di Gerusalemme a Israele. Per questo aveva bisogno di un leader
musulmano sunnita. Quando l'ex presidente egiziano Mohamed Morsi ha
fallito, ha immediatamente preso al-Jolani al suo servizio.
Voleva
una firma legale che approvasse la vendita di Al-Aqsa e di
Gerusalemme a Israele. Per questo aveva bisogno di un leader
musulmano sunnita. Quando l'ex presidente egiziano Mohamed Morsi ha
fallito, ha immediatamente preso al-Joulani al suo servizio.
E
dopo la firma dell'accordo di pace con Israele da parte degli
islamisti siriani, l'Arabia Saudita potrà giustificare un accordo di
pace e di normalizzazione con lo Stato sionista, poiché il regime
siriano, suppostamente successore degli Omayyadi, musulmano sunnita,
spalleggiato dalla Fratellanza musulmana e jihadista ha dichiarato la
fine della jihad con gli ebrei e si è riconciliato con loro. Ecco
perché Mohammed bin Salman ha salutato con entusiasmo l'annuncio
della revoca delle sanzioni, saltando di gioia come quando un
calciatore favorito segna un gol. Non si sentirà più in imbarazzo
nel firmare accordi con Israele..
Ma
la ragione più importante dell'annuncio della revoca delle sanzioni
da parte di Trump è che al-Jolani ha accettato di attuare la parte
più pericolosa dell'accordo, quella di unirsi alla battaglia per il
regolamento dei conti con gli Hezbollah del Libano. Una delle ultime
sacche di resistenza che Israele vuole eliminare. Da qui una seconda
ragione per cui l'amministrazione statunitense non ha ancora deciso
sullo status della costa siriana: il timore che cellule dormienti non
partecipino alla prossima battaglia con Hezbollah una volta che
Al-Joulani l'avrà lanciata in coordinamento con Israele.
In
secondo luogo, è probabile che al-Julani accetti di lavorare con gli
Stati Uniti per combattere le Forze irachene di mobilitazione
popolare per espellere l'Iran dall'Iraq. Due eliminazioni che
dovrebbero precedere la caduta dell'Iran o pacificamente o con la
guerra, per escludere definitivamente la Cina e la Russia da
qualsiasi competizione dopo aver chiuso il Medio Oriente a questi due
paesi.
Per
finire, ecco il prezzo della revoca delle sanzioni che gli stolti
celebrano
come hanno festeggiato la caduta del loro paese e del loro Stato:
-
Firmare un trattato di pace tra la Siria e Israele.
-
Creare un'ambasciata israeliana a Damasco.
-
Prendere le distanze dalla questione palestinese, modificare i
programmi scolastici e educativi, insegnare alle generazioni future
che i confini meridionali della Siria sono Israele e la Giordania con
mappe geografiche già stampate.
-
Accettare la giudaizzazione di Gerusalemme e di Al-Aqsa.
-
Accettare il carattere giudaico dello Stato israeliano e il
trasferimento di popolazioni.
-
Le alture del Golan sono ora israeliane.
-
Il monte Hermon è ora israeliano.
-
La Siria meridionale è una regione autogovernata.
-
La Siria orientale è curda e la Turchia è sollevata dal rompicapo
curdo per almeno dieci anni.
-
Aleppo è diventata turca.
-
I jihadisti di tutto il mondo si concentreranno a Damasco e nel
centro della Siria per lanciare battaglie jihadiste nel sud del
Libano, poi in Iraq, poi in Asia e in Africa.
-
I jihadisti siriani parteciperanno alla guerra contro Hezbollah e
faciliteranno il reclutamento di tutti gli immigrati jihadisti che
desiderano unirsi alla battaglia per eliminare Hezbollah e le ultime
tasche dell'Iran.
-
La costa siriana diventa un crocevia internazionale
con
un progetto di indipendenza da raggiungere dopo la scadenza del
mandato di Al-Jolani.
-
Tutte le ricchezze della Siria saranno cedute a imprese statunitensi,
britanniche, francesi e tedesche... e Israele avrà la sua parte.
Insomma,
un prezzo esorbitante... per una barba, un velo e un presidente
sunnita!
Questo
è il senso dell'annuncio di Trump perché la revoca delle sanzioni
deve precedere una dichiarazione di pace con Israele per essere
legittima, e affinché al-Jolani sia legittimato come conquistatore
che ha revocato le sanzioni e alleggerito il fardello del popolo
siriano. È dunque diventato un eroe, come il presidente egiziano
Anwar al-Sadat divenne un eroe della pace quando abbandonò la Siria
durante la guerra arabo-israeliana dell'ottobre 1973.
Il
prezzo esorbitante pagato dagli islamisti per tale riconoscimento
straniero graverà sulle spalle delle generazioni future nei decenni.
E la generazione di adesso dovrà rendere conto di questo crimine e
di questo suicidio collettivo.
A
meno che non si manifesti una forza
inaspettata, i musulmani vedranno presto la Cupola e la Moschea
Al-Aqsa distrutti, come la Mecca.... Qui
la storia comincia o finisce. Il futuro ce lo dirà. Gli adoratori di
Trump vogliono una cosa, ma Dio potrebbe volere qualcos'altro...
Naram
Sarjoun
14/05/2025