Urge fermare il gruppo salafita “Jubhat Al Nosra” che sta seminando il terrore in Mesopotamia: è l’appello lanciato alla nuova “Coalizione Nazionale della rivoluzione e dell’opposizione” (CNS) dalla “Assyrian Democratic Organization” (ADO), gruppo cristiano che fa parte dell’opposizione siriana.
Hassaké - Agenzia Fides 7/12/2012 –
In un comunicato inviato a Fides, l’ADO si dice “indignata perché elementi armati del gruppo salafita ‘Jubhat Al Nosra’, che combattono a fianco dell'Esercito siriano di Liberazione, terrorizzano i civili e sequestrano impunemente proprietà cristiane nella regione di Hassaké”, nella Siria orientale, al confine con la Turchia. L’ADO ha una presenza significativa nell’area, e molti cristiani assiri, fuggiti da villaggio di Ras El Ain, al confine con la Turchia, si sono rifugiati ad Hassaké (vedi Fides 30/11/2012).
La nota stigmatizza “pratiche e comportamenti riprovevoli da parte di alcuni elementi dell’Esercito Libero o di gruppi affiliati, nelle località di Ras El Ain, Tel Amr, Raqqa, come assalti alla proprietà privata e saccheggi”, segnalando “l’irruzione nella chiesa siro-ortodossa di Ras El Ain, la profanazione di simboli cristiani come croci e immagini sacre, la devastazione della scuola siriana del villaggio”.
L’ADO, ricordando che per decenni i suoi membri hanno subìto arresti arbitrari da parte del regime siriano, nota che “oggi alcuni cristiani assiri, sospettati di essere sostenitori del regime, sono stati sequestrati per costringere i loro figli a combattere con i ribelli”, definendo questa “una ripetizione della prassi del regime”.
Elementi salafiti hanno eretto blocchi stradali verso Tal Tamr, in particolare, intercettando i veicoli di passaggio, “minacciano e insultano i cristiani e gli altri passeggeri che appartengono a fedi diverse”. “Queste pratiche – riferisce l’ADO – non hanno alcun legame con le tradizioni, la cultura e i costumi della società siriana, storicamente basata sulla fratellanza e sui valori della convivenza e del reciproco rispetto fra comunità religiose diverse”. “Sono pratiche in contrasto con gli insegnamenti e i valori dell'Islam tollerante – prosegue il testo – che danneggiano la reputazione della rivoluzione siriana, deviando i suoi nobili obiettivi, per fomentare l'odio tra i siriani”.
L’ADO invita le forze rappresentate nella Coalizione dell’opposizione siriana a “intervenire con forza per ridurre la crescente tensione tra arabi e curdi in Mesopotamia, che ha un impatto negativo sulla pace e sull'unità del tessuto sociale”, invitando” tutte le parti belligeranti a dare prova di moderazione, rispettando i civili, rifuggendo le provocazioni e l’integralismo religioso”.
In questo tempo di tragici eventi è aumentato il nostro apostolato. Non solo personalmente con le persone che vengono alla Cattedrale, ma anche per mezzo del contatto telefonico con coloro che ormai non possono più arrivare qui, attraverso il sostegno e le preghiere. Nonostante i pericoli, un buon gruppo di fedeli assiste alla Messa quotidiana e alla recita del rosario, alcuni partecipano anche all’Adorazione e ai vespri. Vivono le cerimonie con un fervore speciale … Apprezzano la possibilità di avere l’omelia quotidiana di Padre Rodrigo alla Messa, che qui è una cosa straordinaria, e l’ascoltano avidamente.
L’usanza del “caffè” dopo la Messa della Domenica è diventata una necessità quotidiana. Così hanno la possibilità di parlare in “famiglia”, condividendo le sofferenze, incoraggiandosi a vicenda …
L’apostolato dei Padri è diffuso anche in Congregazioni vicine al Vescovado. Sia con la regolare celebrazione della Santa Messa che con la cura delle confessioni. La scorsa settimana, Padre Rodrigo ha predicato il ritiro alle Suore Carmelitane. E un gruppo di giovani, guidato da padre David, sta facendo lavori di manutenzione nel giardino del Carmelo: anche questo è un modo per ringraziare le suore che ci prestano le loro strutture per lo sport.
Ma certamente il lavoro più forte, in quest’ultimo periodo, è quello con i giovani. Le strade sono bloccate, c’è poca benzina, e il pericolo è permanente, ma loro continuano a venire!
Il “campo” che abbiamo fatto, praticamente rinchiusi nelle strutture del Pensionato, è stato un successo. Dopo hanno chiesto pure il ritiro! Abbiamo predicato due sessioni di circa 20 partecipanti. Per implorare la pace abbiamo iniziato l’Adorazione perpetua ogni giovedì. E con questa stessa intenzione è stata organizzata la catena del Rosario giorno e notte, in modo che anche coloro che non possono partecipare possano unirsi in preghiera dalle loro case.
Abbiamo iniziato un corso di studio del Catechismo della Chiesa Cattolica, perché, approfittando di questo tempo in cui si sono interrotti gli studi, i giovani universitari chiedono di formarsi maggiormente nella dottrina cristiana. Abbiamo anche messo insieme per loro un corso di studio della lingua italiana.
La situazione non ci permette di svolgere attività serali, perciò abbiamo concentrato tutto durante le ore diurne. Succede così che ogni venerdì, fin dal mattino presto, si riuniscono qui circa 30 giovani. Il posto centrale è occupato dalla Santa Messa, a cui partecipano con devozione sincera. Concludiamo le attività con alcune ore di sport per distendersi dalla tensione in cui vivono.
Cosa dire a questi giovani? Assediati da tante sofferenze, non mollano, e ancora continuano lottando per mantenere viva la loro fede, per non perdere la gioia, la speranza e la fiducia in Dio.
In mezzo a una guerra questi ragazzi sono un trofeo, il segno della vittoria del Bene sul male, di Dio sul diavolo! Suor Maria de Guadalupe Rodrigo
Perché ci lamentiamo di tante piccole cose?
Oggi abbiamo energia elettrica, dopo tre giorni di interruzione. A causa del bombardamento, parte di un importante impianto di alimentazione si è danneggiato e per via dei combattimenti non si è potuto raggiungere il luogo per risolvere il problema, in modo che il nostro quartiere è rimasto al buio in tutti questi giorni. La scorsa settimana, qualcosa di simile è accaduto nell’ azienda dell’acqua, ma le conseguenze sono state più gravi, perché tutta la città si è trovata senza acqua per una settimana. E’ pesante, soprattutto perché siamo abituati al benessere che forniscono questi servizi. E che non sono sufficientemente apprezzati fino a quando non ne siamo privati!
Tre giorni senza luce … Poi, a pensarci, ti accorgi che ci sono così tante persone a cui sta accadendo di peggio! Senza andare oltre, qui, pochi mesi fa, quando ancora il torrido caldo estivo era in pieno vigore, una vasta area della città in cui vivono molti dei nostri parrocchiani è rimasta senza elettricità per 10 giorni consecutivi. Ed è stato terribile. Si consideri il semplice fatto di non essere in grado di bere un bicchiere di acqua fredda, o conservare gli alimenti da un giorno all’altro, o utilizzare un ventilatore per dormire un po’… All’inizio della guerra molte famiglie si erano rifornite di cibo per far fronte alla sempre crescente scarsità e l’impossibilità di uscire. Ma in quei giorni tutto è andato in pattumiera… In strada distribuivano carne da mangiare e altri prodotti che nei negozi marcivano per mancanza di frigorifero …
E’ stata un’interruzione di diversi giorni. E certamente appesantita da molte complicazioni e dolori. Ma quanto, in confronto ad altre sofferenze di questa triste guerra? L’altro giorno un ragazzo ci ha detto cupamente: “Un proiettile è caduto sulla mia casa. Mio fratello ha perso un occhio e una gamba nell’esplosione. E ho perso mio padre, che è morto sanguinante tra le mie braccia.”. E ha poi aggiunto: “Sia lode a Dio”.
Perché ci lamentiamo di tante piccole cose?
Quando senti che il tuo carico è pesante e ritieni che stai soffrendo troppo, pensa a queste persone, pensa che c’è sempre qualcuno che soffre di più.
E tu hai il dovere di ringraziare Dio ogni giorno per ciascuna delle mille delicatezze che Egli ha verso coloro che lo amano.
“In Siria la situazione si è fatta gravissima. Ad Aleppo il quartiere
abitato dai cristiani è più o meno tranquillo. Il centro di Damasco, quello
dentro le mura dove sono anche le chiese, non corre un pericolo diretto. Si
sentono tuttavia spari, bombe provenire dalla periferia della capitale. Intorno
alla città almeno tre villaggi abitati un tempo da cristiani sono ormai
disabitati. I nostri fedeli sono ormai tutti andati via, le parrocchie si sono
svuotate. Questa è la situazione dalla quale non vediamo via di uscita e
soluzione”.
Dal Libano, dove si trova per aver partecipato alla seconda
Assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici del Medio Oriente che si è
conclusa il 5 dicembre, a parlare a Daniele Rocchi del Sir è il patriarca
greco-melkita di Antiochia, Gregorios III Laham. Il leader
religioso, di origine siriana, ricorda l’appello che i patriarchi e vescovi
cattolici hanno lanciato al mondo, al termine del loro incontro in Libano,
affinché si ponga “fine ai conflitti e alle violenze nella regione, in primis in
Siria, ponendo in atto cammini di riconciliazione e di pace”. E
“riconciliazione” è per Gregorios III, la chiave di volta che permetterebbe alla
Siria di ricomporsi e ricostruirsi dal suo interno, a patto che “tutte le bande
armate composte da stranieri, non da siriani, vicine ai terroristi, lascino il
Paese al più presto. Non servono batterie di missili Nato ‘Patriots’, non
servono arsenali chimici, non servono armi, per risolvere il conflitto in Siria,
ma solo riconciliazione e dialogo”.
Patriarca, crede davvero che
i siriani abbiano le possibilità e le capacità di risolvere da soli la loro
crisi, con il dialogo e la riconciliazione? “Certamente, ma è
necessario che le bande armate straniere presenti oggi sul territorio siriano,
lascino il Paese. È di questi giorni l’accusa lanciata da Francia e Usa a gruppi
radicali terroristici attivi nel conflitto siriano. Si tratta di una presa di
coscienza importante che denota un cambiamento nella politica di questi due
Paesi. Sono molte le bande armate terroristiche che combattono in Siria, gente
piene di odio. Non ce l’ho con l’Islam e nemmeno con il fondamentalismo
islamico, ma con questi gruppi animati solo da violenza e odio. Sono loro che
fanno del male alla Siria e ne impediscono la riconciliazione. La mia Lettera
per il prossimo Natale è tutta sulla riconciliazione. Ricordo le parole di
Benedetto XVI sulla Siria che invocano la riconciliazione ed il
dialogo”.
Una eventuale richiesta di asilo politico all’estero,
si parla di America latina, Ecuador, del presidente Assad, potrebbe favorire
questa riconciliazione?
“Non saprei dire. Certamente è un tema che
riguarda maggiormente la politica. Europa ed Usa facciano sentire la loro voce,
unica, a favore della pace. Credo che la strada da perseguire sia quella del
dialogo, l’alternativa è un futuro buio segnato dalle armi”.
A
proposito di armi, crede che il regime di Assad possa davvero usare armi
chimiche contro l’esercito dell’opposizione e contro il suo stesso
popolo?
“Non credo. Il Governo ha detto con chiarezza che non userà
armi chimiche e voglio crederci. D’altra parte ogni attacco da parte
dell’esercito di Assad è stato una risposta ad attacchi portati dall’esercito
dell’Opposizione armata. Mai l’esercito regolare ha attaccato, senza esserlo
stato prima, e nemmeno i civili. Con ciò non voglio dire che non amo
l’opposizione. Sono un cristiano che ama la verità ed il suo Paese e credo che
solo il dialogo e la verità possono salvarlo. Nell’Opposizione ci sono molti che
non sanno che cosa fanno perché non sono siriani ed ignorano la lunga tradizione
di convivenza che anima il nostro popolo e vogliono spazzarla
via”.
Come giudica la decisione della Nato di istallare batterie
di missili patriot sul confine turco-siriano?
“Ogni escalation di
violenza e di uso delle armi è una sconfitta per tutti. La Siria non ha bisogno
di armi. I Paesi stranieri smettano di far arrivare armi nel Paese. Dove pensano
di portarci con tutte queste armi. Vogliamo un Medio Oriente senza armi. Siamo
solo vittime di questa escalation di morte e di
violenza”.
Dall’inizio del conflitto i morti sono 42 mila, mentre
centinaia di migliaia i profughi e gli sfollati. Cosa si sta facendo per
alleviare le loro sofferenze?
“Come Patriarcato e chiese locali
abbiamo promosso dei Comitati di aiuto. Assistiamo oltre 1500 famiglie grazie a
dei fondi raccolti. Si tratta di un aiuto parziale poiché i bisogni sono
notevoli e da soli non riusciamo. Ringraziamo ancora Benedetto XVI per gli aiuti
concreti e spirituali che ci ha fatto pervenire in più di una occasione. L’aiuto
materiale non basta servono anche preghiere e vicinanza spirituale. Per questo
Natale chiediamo a tutti i cristiani di pregare per la Siria”.
Segnaliamo ai nostri lettori l'iniziativa della rete No-War e dell'Assemblea sulla Siria tenutasi al Forum Sociale Europeo 2012 di una manifestazione a Roma il 12 dicembre prossimo per chiedere la cessazione della guerra siriana e una diversa presa di posizione del nostro Paese nei confronti di questa situazione.
PER LA FINE DELLA GUERRA, PER IL DIALOGO, SCENDIAMO IN PIAZZA!
Mercoledì prossimo, 12/12/2012, inizia la MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA IN SIRIA, in concomitanza con la vertenza, a Marrakech, dei cosiddetti "paesi amici della Siria" che potranno deliberare in quella sede un intervento militare nel paese levantino.
Contro questa eventualità, i partecipanti al Social Forum Europeo di Firenze lanciano il loro Appello per una Riconciliazione tra le parti in lotta.
Dal canto loro, gli attivisti della Rete NoWar chiamano a raccolta a Roma, il 12.12.2012 dalle ore 16 alle 18, tutte le organizzazioni e tutti i cittadini a favore della pace, per un sit-in che si terrà di fronte alla Tomba del Milite Ignoto (Altare della Patria, piazza Venezia).
Maggiori informazioni sono disponibili a questo link:
Come cristiani, i redattori e tutti i collaboratori di ORA PRO SIRIA condividono l'urgenza della sollecitazione a passi di pace e di dialogo in Siria, alla ricerca di diverse soluzioni che, con la buona volontà internazionale, sono ancora possibili e certamente più efficaci per metter fine alla sofferenza di tanti civili, alla disgregazione di un intero popolo, alla scomparsa della presenza cristiana nel Paese.
Cari amici,
Internet è stata interrotta per diversi giorni, ma eccoci di nuovo qui.
Il 27 novembre nella liturgia bizantina si celebra San Giacomo il Mutilato, ampiamente venerato in Siria. Si tratta di un santo martire dal quarto secolo, vissuto come cristiano alla corte persiana, pienamente adeguato alla vita pagana e che mantenne le più alte funzioni fino a quando non decise di tornare fedele alla sua fede cristiana. Ebbe una terribile punizione che doveva servire come esempio in tutto l'Impero: fu a poco a poco tagliato a pezzi, mentre pregava per l'unità della Chiesa in Oriente e Occidente, Nord e Sud.
E questa è l’ispirazione del nostro monastero dedicato a Mar Yakub (= santo Jacob). Oggi è una festa vera e propria, con la Liturgia di una Domenica.
Per due anni sono venuti qui il Nunzio apostolico, due vescovi, alcune badesse, vicari e sacerdoti ortodossi e di rito cattolico .
Era una grande festa con tanti amici e ospiti.
Che differenza oggi.
E tuttavia, no: il Patriarca ha telefonato per congratularsi con noi. Abouna Georges è venuto con diverse persone, tra gli altri una giovane famiglia con un bambino. Noi, i due sacerdoti, indossavamo splendidi paramenti e la liturgia era grandiosa. Dopo, la consacrazione del pane e del vino. Tutti sono stati unti con olio, hanno baciato la croce, a tutti è stato dato un pezzo di pane e l’hanno immerso nel vino. Poi, nell'atrio sono state eseguite canzoni ed ha trovato posto anche di nuovo la festa, culminata in un finale nel pomeriggio.
E la sera, sì, un altro grande film: la vita di S. Antonio di Padova.
Durante la cena, le sorelle, conosciute soprattutto per l’eccellente cibo, hanno fatto una proposta originale. Ognuno dovrebbe specificare un piatto speciale che lui / lei vorrebbe avere per la festa di Natale.
Inizialmente ci hanno sbalordito, ma presto hanno cominciato a piovere proposte. Mi ricorda la profezia di Isaia 25, 6-10 “ Egli preparerà una festa con cibo squisito e vini deliziosi per tutti i popoli”, anche se sarà qualcosa di diverso.
Ciò aveva permesso al popolo di Israele, assorbito dalla sua miseria in esilio o dal vagare nel deserto, di sperare migliori prospettive...
Speriamo e preghiamo che questa miseria, una volta per tutte, cessi.
Venerdì, 7 Dicembre 2012
Abbiamo celebrato la prima Domenica di Avvento per la maggior parte in rito latino .
Poiché il sole splendeva meravigliosamente, abbiamo avuto il coraggio di prendere il pasto al sole in cortile. E' stato poi ripulito da grandi e piccoli, che vi hanno giocato.
E la sera abbiamo visto un film di Charlie Chaplin, con un forte messaggio sociale. Poi il bambini sono andati a dormire. Stavamo guardando un DVD dal titolo "Una nuova Pentecoste ", ma siamo stati di colpo sorpresi dai bambini che dicevano che era caduto qualcosa.
Non l’avevamo notato. In effetti, nel villaggio era in corso una grossa battaglia tra i due gruppi di opposizione, che sono reciprocamente divisi. Grosse esplosioni sono state sentite. Non è stato superfluo tornare nella notte a guardare. Il combattimento aveva luogo, ora, intorno al convento. Ci ha dato una certa sensazione di ansia.
Ognuno ha preso il materiale necessario per andar in basso a dormire. Le suore e i bambini nelle grotte, noi nel refettorio.
Alla fine abbiamo più o meno dormito bene ed al mattino c’era calma.
Tuttavia, non è semplice iniziare in questo modo l’Avvento e di solito si hanno aspettative diverse in proposito…
Il giorno successivo si è dimostrato che realmente d'ora in poi bisognerà osservare la massima cautela. Sarà pertanto provvisoriamente spostato il dormitorio, giù dalla torre, e alla sera nei locali non ci sarà nessuna illuminazione. Ci sono più porte chiuse durante il giorno. Non è il caso di specificare altro su questo, ma in realtà è necessario per la nostra sicurezza.
Tuttavia, si può godere di altre cose più importanti.
Martedì era la festa di Santa Barbara, martire, che fu decapitata da suo padre perché era fervente cristiana, era vergine e tale voleva restare. Qui questa festa è molto celebrata, in particolare dai bambini.
Celebrazione di Santa Barbara dei bambini di Maalula
Quella sera i bambini erano travestiti e c’erano alcuni giochi, mentre piccoli sacchetti volavano intorno. Naturalmente ci sono stati tutti i tipi di scherzi : scatole belle di caramelle che contenevano le patate ordinarie… grande delusione! Poi sono seguiti i dolci al forno preparati dalle suore. Martedì è stata una vera festa. Tutti vestiti come il Santo o Patrono preferito. L'intenzione era di rendere per così dire presenti tutti questi Santi, di cui rappresentavamo anche la vita in modo dettagliato. Nel corso degli anni, tutti i tipi di indumenti sono stati conservati sotto i sedili collocati lungo il refettorio. Ognuno ha fatto le prove dopo la sua ricerca, utilizzando le sorelle più creative. Alcuni "santi" hanno avuto davvero una bella riuscita …
Nelle due serate successive, sono stati messi in scena: Antonio l'eremita, il re Davide, Giovanni della Croce, Francesco, Norberto, Charbel Maklouf, Nostra Signora di Fatima, Rita, Ildegarda di Bingen, Giovanna d'Arco, Benedetto ... Essi non ci possono rimproverare di esserci divertiti, perché in questo condizioni di tensione si può un po’ più facilmente fermare l'impatto. Prevenire è meglio che curare!
Mentre l'insicurezza qui sta solo aumentando, lo scenario globale sta cambiando…
"C’è ancora una lunga strada per le patate novelle", come i contadini usavano dire, ma c'è speranza a lungo termine.
L'Occidente continua la sua politica di auto-distruzione con i suoi tamburi di guerra in cui continua a credere e con i famosi missili Patriot stanziati in Turchia, al confine con la Siria. Dopo che i coraggiosi belgi hanno fatto del loro meglio per la Libia, aiutandone la distruzione, sono ora gli olandesi a pianificare missili Patriot come una minaccia da usare contro la Siria… Sono così preoccupati per il popolo Siriano!
Invece di inviare un carico di bocce di formaggio…
Giovedi, 6 dicembre è festa di San Nicola, che si celebra sia nell’Oriente che nell’Occidente. Inoltre è il compleanno di uno dei membri della prima ora. Ci sono diversi sketches preparati. Sebbene qui sia in vigore la separazione tra i fratelli e le sorelle al di fuori del pasti in comune, preghiere e ricreazioni piuttosto rigide, oggi è tutto organizzato, concordato e scambiato vicendevolmente, mentre il lavoro va avanti.
Non potendo uscire, i fratelli sono ora presi da molti lavori di restauro e di riparazione su edifici all'interno .
Se la guerra dura a lungo, qui dentro sarà tutto rinnovato.
In breve, per rispondere alle vostre preoccupazioni per noi: non si è vissuto tutto troppo pesantemente. L’ Eucaristia è più festosa del solito. Inoltre, abbiamo due intenzioni speciali per preghiere ferventi, due casi di cui abbiamo ricevuto richiesta, per la gioia di tutti.
E dopo una semplice cena potremo sviluppare i nostri corsi. Anche solo una festa in costume è un grande evento: fratelli e sorelle che si travestono e viceversa. Il comportamento ordinario dell'anno è raffigurato in modo che tutti possano ridere di cuore, prima da bambini poi da adulti. E poi è arrivato Sinterklaas, in abiti impressionanti e con la sua saggezza sorprendente e Black Peter. Ha cercato uno dei bambini nel suo sacco, ma dopo una battaglia reale tra celesti e terrestri sono stati questi ultimi a ottenere ancora una brillante vittoria.
E così siamo tornati nella sfera della nostra prigione familiare in una piacevole giornata trascorsa nella situazione di triste-guerra in Siria.
Padre Daniel Maes, Qara
CHIUNQUE ABBIA PRODOTTO QUESTO VIDEO, TESTIMONIA CHE
- ATTRAVERSO LA MANIPOLAZIONE DELL'INNOCENZA DEI BAMBINI - IN QUESTA GUERRA SI E' PERSO OGNI CONNOTATO UMANO
Il video mostra diversi bambini che annunciano la formazione del più piccolo battaglione: al-Ghuta al-Sharkia, battaglione di al-Rahman, nella campagna di Damasco, il 05/12/2012
Tra Natale e la tempesta, la famiglia siriana è stretta in una
tenaglia ... Da una parte il canto degli angeli per la pace, e dall’altro la tempesta senza scampo.
La tempesta selvaggia e
crudele offre:
1) morte sotto le bombe
2) proiettili dei
cecchini
3) auto-bombe
4) sequestri a scopo
di estorsione e scambi di ostaggi
5) strade non
sicure
6) inflazione e ogni tipo di miseria
7) l'embargo e il
soffocamento dell'economia
8) vita da nomadi,
senza fissa dimora
9) anno scolastico
perso, chiuse le scuole ...
10) vivere l'inverno
senza vestiti caldi o riscaldamento.
11) morire lontano
dalla Parrocchia, dalla famiglia, dalle tombe dei genitori
12) nessun lavoro né risorse,
in attesa di elemosine saltuarie.
Questa litania
infinita di sofferenza e di miseria continua ogni giorno, mentre il mondo rimane
in silenzio. Anche gli aiuti umanitari arrivano solo a una minoranza di milioni
di rifugiati e le famiglie sono vittime abbandonate al loro triste destino.
Di fronte a questa crisi senza fine e senza remissione, la
famiglia siriana porta da sola i suoi pesanti fardelli e si rivolge al Presepe Divino per trovare
rifugio nella Sacra Famiglia, pregare in silenzio e ascoltare la sinfonia degli
angeli che cantano:
“GLORIA A DIO ... E PACE SULLA TERRA ...”
Ascoltando le bombe che cadevano sul suo quartiere, un bambino
di quattro anni avvinghiato a sua madre chiedeva tutto il giorno, in lacrime: “
mamma, a che ora moriremo noi?”
Dei 16 grandi forni statali ad Aleppo, 8 sono stati occupati dall’
Esercito Siriano "Libero", che li ha smantellati e i macchinari sono
stati venduti ai turchi. I silos di grano, situati a 20 km ad est della città, sono
stati depredati e il prodotto viene venduto dall’ ESL. Il lievito non esiste
più, la farina e il “mazout” (petrolio) sono introvabili. Parti di Aleppo sono alla
carestia.
Messaggio da Aleppo - Venerdì 30 novembre, 2012
Per più di cinque giorni, Internet è stato tagliato, l’elettricità
ci raggiunge tre ore al giorno. L'assenza di petrolio, gas ed elettricità ci fa
raggiungere i limiti del possibile. Ci sono bambini che muoiono di fame. Per sopravvivere, in Aleppo si è trovato un modo
alternativo per riscaldarsi, utilizzando tamponi elettrici per scaldare i
piedi.
Gli elementi armati si mettono anche nel commercio, illegale
ovviamente, ma è sempre un commercio. Hanno tagliato gli alberi che si trovano
alla periferia della città e vendono la legna. Una Tonnellata ha raggiunto il
prezzo di Q.S. 22.000 (€ 250).
Se solo l'energia fosse l'unico problema… I rapimenti di
cristiani sono infiniti. Siamo in grado di elencarvi le persone, senza fare
nomi, in modo da non ferire le famiglie. Vi informiamo:
- Il rapimento del giovane "Mb Antoine" che ha
studiato presso Marmarita, a Wadi Al-Nassara [Valle dei Cristiani], vicino al
confine libanese. E 'stato rapito direttamente dalla sua casa e siccome suo
padre possiede un piccolo hotel nella città vecchia di Aleppo, i rapitori
hanno chiesto per rilasciarlo 50 milioni di LS (€ 567.000).
- Il rapimento di "H. H. "- 69 anni - E 'stato
portato via con la sua auto e poi successivamente rilasciato contro un riscatto
di 5 milioni di LS (€ 57.000).
- Il rapimento di un tassista cristiano nel percorso Aleppo-Beirut. Il
riscatto è 5 milioni di LS (€ 57.000).
- Quanti furti d'auto sono stati commessi in pieno giorno da
bande di ladri, l’ ultima è l'auto del "Dr. Sami Ya" ...
Aleppo - Domenica 2 dicembre 2012 -
Dopo il restauro temporaneo delle
comunicazioni con la Siria, abbiamo ricevuto le seguenti informazioni:
La situazione sta diventando sempre più critica e difficile.
L'Esercito Siriano “Libero” ha occupato la diga "Tishreen" che si
trova nei pressi di Raqqa, ha tagliato le linee elettriche e sta minacciando di far
saltare la diga.
Youssef Karme, autista greco-cattolico, padre di tre figli,
guidava i pulmini di una scuola armeno-cattolica di Aleppo, e usava spesso la
sua auto privata per trasportare i Vescovi e i sacerdoti della metropoli siriana.
Nell'ultimo suo viaggio aveva accompagnato all'aeroporto l'Arcivescovo armeno
cattolico Boutros Marayati, quello maronita Youssef Anis Abi-Aad e un
sacerdote, che dovevano andare in Libano per prendere parte all'Assemblea dei
Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente, in corso a Harissa. Sulla
via del ritorno, è stato ucciso con due colpi di arma da fuoco.
L'Arcivescovo Marayati conferma a Fides che Aleppo è una
città sfigurata dal conflitto: “La settimana scorsa un ordigno è stato lanciato
sulla nostra scuola. In quel momento, provvidenzialmente, non c'era nessuno.
Altrimenti sarebbe stata una strage di bambini”.(A. Fides)
Una bambina di Aleppo raccoglie l'acqua della pioggia.
Il freddo uccide soprattutto i bambini
Lettera da Aleppo - Mercoledì 5 Dicembre 2012
Sono un cristiano e vi scrivo dall’appartamentodi uno
dei miei vicini di casa, musulmano, che ha un generatore elettrico, per
rendervi consapevoli della situazione in Aleppo. Dalla mezzanotte di ieri,
l'intera città di Aleppo è senza elettricità dopo l'attacco nella città
orientale alla Centrale del Gas.
Ospedali, panifici, impianti frigorifici sono fermi; i malati, in particolare i bambini stanno morendo
nello stesso momento in cui scrivo. All’ ospedale universitario, dove mio
fratello chirurgo si prende cura dei feriti dell'esercito e civili, vi è una
grave carenza di farmaci, specialisti, elettricità e cibo, soprattutto pane.
La grande prigione di Aleppo situata a 10 km a "Mislimiyah"
è sotto assedio e priva di tutto; prigionieri congelati vi muoiono ogni giorno.
Abbiamo appena sentito circa le dichiarazioni del Ministro
Fabius, che avrebbe detto di temere che tra i ribelli vi siano dei criminali
pieni di risentimento. E’ troppo tardi ... Dopo aver praticato la strada al
caos e dato la sua benedizione per i criminali di guerra ... Comefarete a riportare la vita, la pace e la
giustizia? Governare non èscherzare. E’
proteggere vite umane e promuoverle.
Il presidente del Consiglio incontra il primo ministro libanese Najib Mikati:
"Per quanto riguarda la crisi siriana, il presidente del Consiglio ha detto di essere "estremamente preoccupati e consideriamo del tutto inaccettabili le sofferenze che vengono imposte alla popolazione civile.
Siamo attivamente impegnati nel processo di consolidamento dell'opposizione siriana e siamo e rimarremo fortemente impegnati anche nel cercare di alleviare la grave crisi umanitaria che si è prodotta". "L'Italia - ha aggiunto - ha già reso disponibili sei milioni di euro per lo sforzo umanitario e stiamo attualmente lavorando per un pacchetto che credo e spero possa aumentare questo aiuto. Inoltre c'è anche un contributo dell'Unione europea che ha raggiunto in totale un po' di più di 120 milioni di euro". http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Libano-Monti-Resteremo-con-lUnifil-E-al-lavoro-per-consolidare-opposizione-Siria_313961687746.html
Patriarchi e Vescovi del Medio Oriente preparano il loro appello al mondo. L'Arcivescovo Marayati: per la Siria no a soluzioni militari
Agenzia Fides 5/12/2012
Harissa (Agenzia Fides) – Le trasformazioni politiche del Medio Oriente sono state oggi una questione centrale nei lavori del secondo Congresso dei Patriarchi e dei Vescovi del Medio Oriente, in corso ad Harissa. Una sessione dell'assemblea, moderata dal Vescovo copto cattolico Antonios Aziz Mina, si è soffermata sui processi politici e sui conflitti in atto nell'area mediorientale attraverso l'esposizione di sei testimonianze provenienti da diversi Paesi.
Entro questa sera, i Patriarchi e i Vescovi del Medio Oriente approveranno una lista di raccomandazioni e di risoluzioni, insieme a un comunicato finale. L'Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo mons. Boutros Marayati anticipa all'agenzia Fides i criteri di sguardo e di giudizio unanime che i partecipanti all'assemblea esprimeranno rispetto alla tragica situazione della Siria: “Stasera lanceremo un appello a tutti gli attori in gioco affinché cessino le violenze e si metta fine alla guerra fratricida siriana. Insisteremo sul fatto che occorre trovare una via di soluzione tramite il dialogo e il compromesso, dove ognuno deve rinunciare alle proprie pretese, per riprendere la vita normale e far ritornare la pace”.
Secondo l'Arcivescovo Marayati, i capi delle Chiese cattoliche del Medio Oriente “respingono le posizioni di chi sostiene che per questo conflitto esiste solo una soluzione di tipo militare: siamo tutti convinti che non ci potrà essere nessuna vittoria, perché in questa tragica vicenda tutti hanno già perso tutto. Nessuno potrà dire di aver vinto, dopo questo disastro. Le potenze regionali e l'intera comunità internazionale” conclude l'Arcivescovo armeno-cattolico “devono favorire la soluzione del conflitto, piuttosto che alimentarlo col sostegno ad una delle due parti in lotta”.
Appello dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente: anche i musulmani concorrano a garantire la libertà e l'uguaglianza dei loro concittadini cristiani
Harissa - La seconda Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente si è conclusa ieri sera, 5 dicembre, ad Harissa, con l'approvazione di due documenti in cui si condensa la sollecitudine pastorale dei Capi delle Chiese cattoliche davanti alle urgenze, anche politiche, sociali e umanitarie, vissute dai Paesi arabi nel tempo presente.
Secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Fides, il secondo documento sottoscritto dai partecipanti all'Assemblea di Harissa è un appello alla comunità internazionale e a tutti gli uomini di buona volontà concentrato intorno a tre punti fondamentali. I Patriarchi e i Vescovi cattolici del Medio Oriente sottolineano in primis l'urgenza di trovare finalmente una “soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese”, indicata come punto d'origine di tutti i conflitti mediorientali. Il secondo punto è un accorato richiamo a fare di tutto per porre fine ai conflitti e alle violenze che stravolgono la vita dei popoli della regione, ponendo in atto cammini di riconciliazione e di pace che garantiscano a tutti la libertà e la tutela della propria dignità umana. L'appello fa riferimento esplicito alla situazione della Siria martoriata. Il terzo punto si concentra sulla condizione dei cristiani nelle terre mediorientali. I capi delle Chiese sono sollecitati a intensificare la loro comunione e la piena collaborazione per favorire la permanenza e la continuità della presenza autoctona, attiva e efficace, dei cristiani nelle società arabe. L'appello su questo punto si rivolge anche ai musulmani, chiamati a concorrere alla tutela dei pieni diritti dei loro connazionali cristiani, nel riconoscimento di una comune e condivisa cittadinanza.
Ieri i partecipanti all'Assemblea di Harissa hanno espresso il loro unanime cordoglio per la morte di Sua Beatitudine Ignatius IV Hazim, Patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l'Oriente, spentosi nell'ospedale Saint Georges di Beirut all'età di 91 anni. Sua Beatitudine Bechara Boutros Rai, Patriarca di Antiochia dei maroniti, a nome di tutti i Patriarchi e i Vescovi cattolici presenti ad Harissa ha reso omaggio alla grande “saggezza e dedizione” con cui il Patriarca Hazim ha guidato per 33 anni la sua Chiesa.
Nonostante il tentativo di restare neutrale nel conflitto, la comunità Armena siriana è stata gravemente colpita
Le abitazioni dei civili nel quartiere armeno di Aleppo sono state prese di mira per tre volte nelle ultime settimane: demolite le strutture della scuola e dell'ospizio
Hasake, Siria (AINA) -Almeno 3assirisono stati rapitidai loro villaggidi recenteinHasake.Due delle vittimesono uominigiovani ei rapitorihanno chiestoun minimo di100.000 USDin riscattoper ciascuno.Laterza vittimaèuna ragazza di 17anni,che è stata prelevata durante il percorso, dopo che 4 uomini, si credecurdi, avevano aggredito suo fratellodi 16 anni, picchiato lui, e se ne sono andaticon lei.
La violenza contro gli Assiriè nettamenteaumentata negliultimi 12 mesi, in gran parte perpetratadalle milizieribelli, in particolaredagli elementijihadistidei ribelli, nonostanteil fatto chegli assiri avessero appoggiato lamiliziaribelle(AINA 2012/10/27) . Il 15 novembrequattro missilihanno colpitoil villaggiodi TelNasri(AINA 2012/11/15).
L'Arcivescovo assiro di Aleppo ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Noi condanniamo senza riserve e denunciamo l'escalation di queste manifestazioni degli armati, e tutti i tipi di bombardamenti ed esplosioni che non possono che portare più in profondità le ferite tra fratelli combattenti, in un circolo vizioso di violenza, devastazione e morte. Dobbiamo anche condannare e deplorare i continui sequestri di persona, omicidi, demolizione di infrastrutture, dei patrimoni e le attività finalizzate al logoramento paralizzante dell'economia locale e nazionale. Lo status quo di questo conflitto è evidente e demoralizzante in quanto può solo diffondere la cultura dell' anarchia, il risentimento e la divisione, in una città che non ha mai sostenuto tale livello di violenza, distruzione e decimazione, nella sua storia. Fino a poco tempo fa, si conoscevano solo l'affetto, la tolleranza e una sana convivenza delle persone nella nostra città benedetta. E 'straziante assistere impotenti: la nostra amata città di Aleppo e in altre città siriane, villaggi e frazioni diventano campi di battaglia, e vediamo il loro annientamento sistematico.
"Nessuno può alzare la bandiera della vittoria sui cumuli di rovine di tale sacrilegio".
LE CARE MEMORIE FERITE
La Chiesa armena "Martiri Genocide Memorial" in Der Zor, anche conosciuta come la chiesa Santi Martiri armena, è stata gravemente danneggiata a causa dei bombardamenti. Il livello inferiore del museo e memoriale, in cui sono conservati i resti delle vittime del genocidio armeno, sembra essere in rovina.
Der el-Zor è stata testimone di scontri tra i ribelli e l'esercito siriano dall'inizio del conflitto armato nel paese. Le poche famiglie armene che vivevano in città l'hanno lasciata mesi fa. Centinaia di migliaia di deportati armeni furono massacrati in Der Zor nell'estate del 1916.
Questa immagine, scattata da un giornalista tedesco e conservata negli archivi del Vaticano, documenta il massacro delle donne cristiane armene nel deserto di Deir ez-Zor - Siria , il 24/04/1915 durante il genocidio da parte dei soldati turchi.
Il portavoce della Prelatura armena di Aleppo Jirair Reyisian ha detto che le tensioni proseguono in ed intorno a Aleppo, che 4-5 bombe sono cadute vicino e intorno alla Chiesa siriaca San Theotokos nel quartiere Villaner. Il portavoce ha annunciato che la terza spedizione degli aiuti umanitari dall' Armenia, campagna denominata "aiuta il tuo fratello", è già arrivata ed è stata distribuita tra gli abitanti armeni e non armeni in ed intorno a Aleppo.
"Proprio quando il regime di Assad vacilla , i cristiani saranno tra le più grandi vittime. Bombe ora sono collocate in aree cristiane, dove non vi è alcun obiettivo strategico o militare. Dove sono le voci delle principali chiese contemporanee? L'America e l'Europa non hanno offerto alcun aiuto per i cristiani, e mentre le chiese tradizionali rimangono in silenzio, il governo degli Stati Uniti e gli alleati occidentali stanno facendo peggiorare le cose."
by
Michael Swan, The Catholic Register Saturday, 01 December 2012
Il Primate Armeno Ortodosso
di Damasco vede poche speranze che la guerra civile siriana si concluda con
un regime democratico al potere e si interroga sul sostegno occidentale ai
gruppi ribelli.
4 dicembre: memoria di San Giovanni Damasceno, Vescovo e Dottore della Chiesa
DallaCatechesi di Benedetto XVI all’udienza generale di mercoledì 6 maggio
2009
Cari fratelli e sorelle,
vorrei parlare oggi di Giovanni
Damasceno, un personaggio di prima grandezza nella storia della teologia
bizantina, un grande dottore nella storia della Chiesa universale. Egli è
soprattutto un testimone oculare del trapasso dalla cultura cristiana greca e
siriaca, condivisa dalla parte orientale dell’Impero bizantino, alla cultura
dell’Islàm, che si fa spazio con le sue conquiste militari nel territorio
riconosciuto abitualmente come Medio o Vicino Oriente.
Giovanni, nato in una ricca
famiglia cristiana, giovane ancora assunse la carica – rivestita forse già dal
padre - di responsabile economico del califfato. Ben presto, però,
insoddisfatto della vita di corte, maturò la scelta monastica, entrando nel
monastero di san Saba, vicino a Gerusalemme. Si era intorno all’anno 700. ..…
Dice Giovanni: "Bisogna
lasciarsi riempire di stupore da tutte le opere della provvidenza, tutte
lodarle e tutte accettarle, superando la tentazione di individuare in esse
aspetti che a molti sembrano ingiusti o iniqui , e ammettendo invece che il
progetto di Dio va al di là della
capacità conoscitiva e comprensiva dell’uomo, mentre al contrario soltanto Lui
conosce i nostri pensieri, le nostre azioni, e perfino il nostro futuro" .
Già Platone, del resto, diceva che tutta la filosofia comincia con lo stupore:
anche la nostra fede comincia con lo stupore della creazione, della bellezza di
Dio che si fa visibile.
L’ottimismo della contemplazione
naturale, di questo vedere nella creazione visibile il buono, il bello, il
vero, questo ottimismo cristiano non è un ottimismo ingenuo: tiene conto della
ferita inferta alla natura umana da una libertà di scelta voluta da Dio e
utilizzata impropriamente dall’uomo, con tutte le conseguenze di disarmonia
diffusa che ne sono derivate. Da qui l’esigenza, percepita chiaramente dal
teologo di Damasco, che la natura nella quale si riflette la bontà e la
bellezza di Dio, ferite dalla nostra colpa, "fosse rinforzata e
rinnovata" dalla discesa del Figlio di Dio nella carne, dopo che in molti
modi e in diverse occasioni Dio stesso aveva cercato di dimostrare che aveva
creato l’uomo perché fosse non solo nell’ "essere", ma nel
"bene-essere" . Con trasporto appassionato Giovanni spiega: "Era
necessario che la natura fosse rinforzata e rinnovata e fosse indicata e insegnata
concretamente la strada della virtù, che allontana dalla corruzione e conduce
alla vita eterna… Apparve così all’orizzonte della storia il grande mare
dell’amore di Dio per l’uomo…".
E’ una bella espressione.
Vediamo, da una parte, la bellezza della creazione e, dall’altra, la
distruzione fatta dalla colpa umana. Ma vediamo nel Figlio di Dio, che discende
per rinnovare la natura, il mare dell’amore di Dio per l’uomo. Continua
Giovanni Damasceno: "Egli stesso, il Creatore e il Signore, lottò per la
sua creatura trasmettendole con l’esempio il suo insegnamento… E così il Figlio
di Dio, pur sussistendo nella forma di Dio, abbassò i cieli e discese… presso i
suoi servi… compiendo la cosa più nuova di tutte, l’unica cosa davvero nuova
sotto il sole, attraverso cui si manifestò di fatto l’infinita potenza di
Dio".
Possiamo immaginare il conforto e
la gioia che diffondevano nel cuore dei fedeli queste parole ricche di immagini
tanto affascinanti. Le ascoltiamo anche noi, oggi, condividendo gli stessi
sentimenti dei cristiani di allora: Dio vuole riposare in noi, vuole rinnovare
la natura anche tramite la nostra conversione, vuol farci partecipi della sua
divinità.
Che il Signore ci aiuti a fare di queste parole sostanza della nostra
vita.
“Signore, che nel Tuo Figlio ti sei mostrato Padre di tutti gli uomini, a qualunque popolo, lingua o cultura essi appartengano, infondi il Tuo Spirito su coloro che hanno in mano la sorte dei popoli, perché promuovano veramente la concordia, la giustizia e la dignità dell’uomo”.
Un giovane cristiano dell’opposizione: “Le minoranze schiacciate nel conflitto”
Agenzia Fides 30/11/2012
Le minoranze della società siriana, vulnerabili e indifese, vengono schiacciate in un conflitto che cresce di intensità, si caratterizza sempre più come lotta fra fazioni diverse, si colora di settarismo e confessionalismo: è quanto dice, in una nota inviata all’Agenzia Fides, un giovane cristiano, sfollato con la sua famiglia ad Hassake, raccontando l’esperienza della cittadina di Ras al-Ain, cittadina al confine con la Turchia, nell’alta Mesopotamia.
Hassakè –La popolazione civile nella zona al di là dell’Eufrate (Siria Orientale), è stata sconvolta dal conflitto che ha provocato un esodo di civili, rifugiatisi soprattutto nelle città di Hassakè e Kamishly. Da lì i Vescovi locali hanno inviato un accorato appello alla comunità internazionale e al Papa, per “evitare la catastrofe umanitaria” (vedi Fides 22 e 23/11/2012).
A Ras al-Ain, presa dalle truppe dell’Esercito Libero l’8 novembre scorso, oggi sono in corso scontri tra fazioni militari curde e arabe, in precedenza alleate contro l’esercito regolare siriano, segno del tasso di conflittualità generale che aumenta. Il giovane cristiano, che si professa vicino all’opposizione siriana e chiede l’anonimato per ragioni di sicurezza, spiega in un racconto inviato a Fides la drammatica condizione delle minoranze (arabi, curdi, siriaci, assiri, cristiani) in Mesopotamia.
“Nel cuore della a notte, alle due dell’8 novembre, i residenti di Ras al-Ain sono stati svegliati dal rumore di esplosioni, di elicotteri e mitragliatrici. Erano i combattenti dell’Esercito Libero e gli elicotteri turchi scesi in territorio siriano, che hanno facilmente conquistato il valico di frontiera e la città.
I militari hanno iniziato a sequestrare le case dei civili per usarle come postazioni da combattimento. Tra le case sequestrate, quella di mio nonno, dove c’erano donne, bambini e mia nonna paralizzata.
Tutti i civili sono stati espulsi dalle loro case in pigiama, senza poter prendere documenti, soldi o qualsiasi altra cosa. Militari e combattenti sono andati oltre: con una ‘lista nera’, sono andati casa per casa a cercare i loro nemici. Fra questi c’erano i nomi dei capi di famiglie cristiane. Perché?”.
“Da quanto detto – spiega il giovane – non si deve concludere che il nostro popolo è diviso da odio settario. Senza l'intervento di un vicino di casa della mia famiglia, un musulmano sunnita che ha pregato gli uomini armati di non farci del male, saremmo morti. Siamo salvi e siamo fuggiti. La popolazione di Ras al-Ain, musulmani e cristiani, curdi e arabi, siriaci e assiri, ha vissuto per decenni in pace e fratellanza. Ma ora ci vogliono mettere gli uni contro gli altri. Perché?”.
“A Ras al-Ain, le vittime non erano solo cristiane, ma i cristiani sono stati gli unici ad essere stati immediatamente espulsi dalle loro case, portando i bambini in braccio, messi in fuga per le strade disseminate di cadaveri. Un simile intervento è quello di un esercito di invasori e non di un esercito di liberatori, come si definisce l’Esercito dell’opposizione”.
i miliziani dell'ESL entrano attraverso il confine della Turchia
“Curdi, arabi e cristiani, più di 70.000 persone sono fuggite, per la maggior parte verso Hassakè. In poche ore la città si è trasformata in una città fantasma. Gli alawiti hanno avuto la sorte peggiore: uccisi perché alawiti. Una delle vittime era un maestro di scuola, che ha tanto amato la città e ha istruito per molti anni i ragazzi di tutte le famiglie. Alcuni miliziani lo hanno cercato, preso e ucciso davanti alla moglie e ai figli, che sono stati sequestrati”.
Il drammatico racconto conclude: “Oggi le strade sono bloccate. Un bus di linea fra Hassaké e Aleppo è stato fermato e tutti i passeggeri identificati, per eliminare quelli che non sono sunniti. Ma chi ha dato alle milizie l’ordine di uccidere sulla base di criteri religiosi? E anche se il criterio non fosse confessionale, che diritto hanno di uccidere civili innocenti ? Il diritto internazionale stabilisce che, anche in guerra, è dovere dei conquistatori garantire la sopravvivenza e i diritti dei civili. Ma questo principio non sembra essere incluso fra quelli che regolano le fazioni militari dei ribelli. Perché? Abbiamo sempre accusato il regime di questi disastri. Ora parliamo dei crimini che abbiamo visto con i nostri occhi, perpetrati dall’Esercito libero siriano”.
Falsificare la realtà per preservare i ‘principi’, non fa nascere nè la libertà nè la democrazia, ma sancisce la morte dei principi stessi.
di Patrizio Ricci Provocherei un vostro giudizio sull’intervista pubblicata su ‘il Sussidiario’ all’ex-ministro Frattini intitolata “: Frattini: Assad tortura i cristiani siriani per ricattare la Chiesa” . L’articolo viene pubblicato lo stesso giorno in cui a Damasco gli amici degli attivisti ricevuti dall’ex-ministro fanno saltare due autobombe, in un quartiere a maggioranza cristiana, provocando una carneficina. Prima viene fatta saltare un’ auto, poi quando arriva la gente ed i soccorritori si avvicinano per prestare aiuto, viene fatta esplodere la seconda, per raddoppiare le vittime. Nell’articolo il nostro ex-ministro si affanna per spiegarci le magnifiche sorti progressive che attendono la Siria ormai ridotta ad un cumulo di macerie. Ci racconta che un gruppo di attivisti, accompagnati da lui stesso, è andato in Vaticano. L’incontro è descritto, senza fornire particolari, come ‘ un incontro senza precedenti ‘; nell’occasione gli attivisti hanno rassicurato la diplomazia vaticana: i cristiani avranno un ruolo molto importante nel dopo Assad. Se però è questo l’esito di così tanta attenzione per i cristiani, se ne può fare a meno: tutti i 50.000 cristiani di Homs sono fuggiti scacciati dalle loro case e le chiese vengono fatte saltare, le vendette settarie verso le minoranze si moltiplicano in tutto il Paese. Come in altri numerosi episodi simili, l’attentato di ieri nella città a maggioranza cristiana di Jaramana nei pressi di Damasco che ha provocato 58 morti e 120 feriti non è assolutamente assimilabile ad un atto di guerra né ad un ‘danno collaterale’. E’ un atto criminale contro chiunque la pensi diversamente. Anche questa volta non è possibile addebitare le efferatezze alla parte antagonista, e la comunità internazionale, tace... Il vile attacco è stato condotto solo contro alcune etnie: è bastata la neutralità dei cristiani per scatenare la feroce rappresaglia, per trasformarli in un vuoto a perdere. Dalla cosiddetta ‘comunità internazionale’ , come sempre, non giunge alcuna condanna; nè ci si affretta ad indicare il numero dei bambini uccisi. Tuttavia, questi fatti non si dimostrano sufficienti ad indurre i Governi occidentali a discostarsi dalla politica aggressiva sin qui intrapresa... Incuranti degli eventi e delle continue esortazioni dei Patriarchi e del Papa, gli Stati che hanno intrapreso o appoggiano ‘la rivoluzione’ fremono dalla voglia di destinare ulteriori armi e finanziamenti ai ribelli. Si esclude a priori ogni soluzione negoziale , ogni possibilità di riconciliazione. Nonostante ci sia un’ iniziativa in tal senso che si chiama ‘mussalaha’, essa è del tutto ignorata nei posti che ‘contano’. Gli effetti di questo atteggiamento sono sotto gli occhi di tutti : porta la guerra ad un livello sempre più disumano.... http://www.vietatoparlare.it/2012/11/29/siria-il-vero-pericolo-e-nella-maniera-subdola-del-potere-di-procedere/
Di fronte al dramma che sta vivendo il Medio Oriente e in
particolare la Siria, devastata da un violento conflitto, la Chiesa cattolica
inglese si mobilita e indice per martedì prossimo una speciale giornata di
preghiera.
“Consapevoli della guerra civile in atto in Siria e del suo impatto
sulle nazioni confinanti – si legge in una nota – i vescovi di Inghilterra e
Galles hanno deciso di indire una giornata di preghiera in segno di solidarietà
con le popolazioni della regione”. La scelta del 4 dicembre non è casuale: in
quel giorno, infatti, si celebra la Festa di San Giovanni Damesceno, dottore
della Chiesa, nato a Damasco nel 675 e morto a Gerusalemme nel 749. La sua
figura, quindi, scrivono i presuli, rappresenta “il legame della Chiesa antica
con le attuali comunità del Medio Oriente cristiano e con la loro vocazione di
costruttori di pace”. Di qui, l’auspicio dei vescovi che “la vita di San
Giovanni Damasceno possa ispirare cristiani, musulmani ed ebrei a lavorare per
la riconciliazione e la giustizia”. Nello specifico, la preghiera si rivolge al
Signore affinché “coloro che sono uniti nel cuore possano perseverare in ciò che
è buono e coloro che sono in conflitto possano dimenticare il male ed essere,
così, guariti”. (I.P.) http://it.radiovaticana.va/news/2012/12/01/giornata_di_preghiera_per_la_pace_in_medio_oriente_promossa_dai_vescov/it1-643650