Il
delegato permanente della Siria presso le Nazioni Unite, Bashar Al
Jaafari, ha affermato che le misure economiche coercitive unilaterali
che alcuni Paesi usano come arma nella loro guerra terroristica
contro la Siria impediscono ai Siriani, tra le altre cose, di
sovvenire alle loro necessità di base e ostacolano anche gli sforzi
dello Stato per affrontare la pandemia del nuovo Coronavirus.
Durante
una sessione di videoconferenza del Consiglio di Sicurezza dedicata
alla situazione umanitaria in Siria, Al Jaafari ha spiegato che il
blocco e le sanzioni economiche imposte impediscono alla Siria di
ottenere attrezzature per l'esame, la diagnosi, la prevenzione e il
trattamento dell'epidemia di Covid-19.
"Le
sanzioni impediscono inoltre alla Siria di importare ventilatori
polmonari, letti di terapia intensiva, ambulanze, attrezzature di
laboratorio, attrezzature per centri di isolamento, forniture
sanitarie e protettive necessarie per gli operatori del settore
sanitario, oltre a farmaci oncologici e dispositivi di risonanza
radiografica, tomografica, assiale e magnetica e endoscopica,
ultrasuoni, monitor e impianti di ossigeno ", ha spiegato.
Il
diplomatico ha indicato che alcuni membri del Consiglio di Sicurezza
usano ancora l'embargo come piattaforma per attuare le loro politiche
estere e per aizzare contro la Siria con falsi pretesti.
Ha
anche assicurato che la Siria ha inviato, in collaborazione con i
Paesi amici colpiti dalle misure coercitive, una serie di messaggi e
chiamate al Segretario Generale delle Nazioni Unite e ai presidenti
del Consiglio di Sicurezza per chiedere la revoca di queste misure
disumane che costituiscono terrorismo economico e uno stigma da parte dei governi che le impongono.
La
signora Noomah Ali, giornalista della televisione siriana, ha
scritto, "a nome di tutti i siriani", una lettera in cui si
rivolge "al mondo" ...
Troverete
il testo qui sotto in una libera traduzione, ma che vuole essere
fedele.
La
Siria, dopo aver resistito al flagello terroristico, sarà in grado
di superare anche la pandemia di Covid-19
Appello:
Come
siriani, insieme a voi affrontiamo il coronavirus ... Ma sapete che
dal 2011 abbiamo affrontato da soli tutti questi potenti Paesi che
stanno camminando a fianco dell'America ... Va aggiunto, e questo è
un grosso problema, che un piccolo virus invisibile ad occhio nudo ci
costringe a rimanere confinati in casa, ci proibisce di uscire, di
lavorare, costringendoci a mettere in attesa la nostra volontà di
vivere. E che mentre ci sono tutti questi attacchi terroristici,
queste organizzazioni di takfiristi, da Daesh ad "Al Nosra"
e "Ahrar Al Sham", da Machin et Truc & Cie e tutto il
bataclan, con tutti i risultati sinistri del loro terrorismo, del
loro tradimento: massacrarono, tagliarono le teste, divorarono il
cuore dei soldati dell'esercito siriano, arrostirono le teste,
scuoiarono vivi ... Organizzarono il commercio di organi, catturarono
le donne, vendettero esseri umani sui mercati degli schiavi,
praticavano la pulizia etnica e delle confessioni religiose,
coltivava la menzogna, l'ipocrisia, riducendo pressoché a nulla qui
fondamentali da rispettare: dalle interruzioni di corrente alle
carenze di carburante, fino all'incendiare i raccolti di grano e
l'eradicazione degli ulivi.
Ma
lo stato siriano non ha dichiarato un coprifuoco, non ha deciso di
chiudere i mercati, né ha cercato di infondere paura nelle menti
delle persone come precauzione o per metterle in guardia. Gente
pacifica, non abbiamo avuto paura e la nostra determinazione non si è
indebolita ... Al contrario, l'abbiamo affrontato, in solitudine, in
silenzio e con orgoglio; tra noi, i martiri nell'esercito sono più
numerosi delle vittime del coronavirus. Nonostante tutto questo, tu,
questo mondo a cui mi appello, le tue palpebre non hanno battuto
ciglio ...
Ho
compassione per l'Italia, ho compassione per la Spagna, ma i popoli
di questi Paesi hanno avuto compassione per la mia di paura, il
freddo di cui soffro, la malattia che colpisce me, siriana, cittadina
di un paese che è ancora in guerra ... ho compassione per gli
americani, ma gli americani hanno la minima compassione per me,
cittadina siriana assediata economicamente e ridotta alla povertà
che conosciamo, mentre l'America beneficia delle crescenti sanzioni
economiche imposte a noi siriani, mentre l'eliminazione di tali
sanzioni ci consentirebbe almeno di affrontare la carenza del settore
sanitario. Possiamo forse sconfiggere questo virus americano ?!!
Sono
solidale con ogni essere umano, per la semplice ragione che sono
siriana. Per me, il messaggio consegnato millenni fa dal dio siriano
Baal, lungi dall'essere superficiale, era destinato a rimanere per
l'eternità ("Rompi la tua sciabola, prendi il tuo piccone e
seguimi in modo che seminiamo l'amore e la pace al centro della
terra. Sei siriano e la Siria è il centro della terra "). E noi
in questo momento, in questo confronto globale, desideriamo la pace
per tutto il mondo. Affrontiamo questo virus con coraggio, lo stesso
coraggio che ci ha permesso di affrontare colui che è accusato di
averlo creato (America). E vorrei aggiungere questo: quando gli
europei, gli americani e gli arabi nel Golfo si trovano in
isolamento, devono notare che l'elettricità non viene interrotta,
che hanno il pane e che hanno tutti gli alimenti essenziali per
rafforzare il loro sistema immunitario. Noteranno anche che io, come
cittadino siriano, non ho tutte queste cose semplici di cui godono al
posto del loro isolamento sanitario. E non è tutto, perché ho anche
un fratello, o un padre o un marito "al fronte", che
combattono i gruppi terroristici che i suddetti Paesi sostengono. E a
causa del confinamento, del coprifuoco e delle misure precauzionali,
questo combattente così caro ai nostri cuori non può più, anche
durante il suo "congedo", ritrovarsi con la sua famiglia,
sua madre o suo figlio ...
La
mia ultima parola: siate umani, revocate le sanzioni per tutti i
Paesi e mettete fine a tutte le vostre guerre contro tutti i Paesi.
Smettete di fabbricare armi e rivolgetevi all'umanità, perché la
condizione umana è la più bella e la più pura delle condizioni che
si possano trovare sulla terra. Basta spargimenti di sangue !!
Fine
dell'appello.
Noomah
Ali, giornalista siriana
Non
conosco Noomah Ali, ma il suo testo mi ha toccato profondamente.
Poiché non è solo un grido dal cuore, è anche un promemoria della
verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, senza trucco e
senza esagerazione, lontano dalla prudenza diplomatica, dalle bugie
dei media, dai trucchi politici e piroette intellettuali.
Non
possiamo criticare una giornalista siriana che lavora a Damasco per
aver ricordato che il suo Paese ha affrontato dal 2011 una guerra
selvaggia organizzata dall'America e dai suoi alleati, denunciata
senza mezzi termini. Se non ricorda lo spaventoso bilancio - non meno
di 400.000 morti, circa due milioni di feriti, paralizzati e disabili
e una buona dozzina di milioni di rifugiati o sfollati - il suo
elenco dei crimini commessi è impressionante ed edificante.
Tuttavia, ella non fa che ricordare la semplice verità, così ben
nascosta dagli ipocriti, e la sua denuncia dei criminali dovrebbe
rinfrescare i ricordi che vacillano.
Sì,
il coronavirus è una piaga inquietante che sta già facendo molti
danni e non ha ancora finito di farlo. Ma qualunque sia il suo
impatto in Siria, dove pure è apparso, non cancellerà le immense
disgrazie di una guerra che è entrata nel suo decimo anno, anche se
tende a nasconderle, come è già il caso. - e più che mai in questi
tempi coronarici - nel panorama mediatico delle nostre coste,
amnesico dopo essere stato invaso per così tanto tempo dalle
menzogne e dalla negazione della giustizia.
Chi
darebbe torto alla signora Noomah per mettere in luce il doppio
standard che i professionisti della compassione amano, una
compassione a senso unico poiché le disgrazie dell'Occidente sono le
uniche ad essere universali. Il suo vibrante appello all'America e ai
suoi alleati per revocare "sanzioni contro tutti i Paesi" e
porre fine a tutte le guerre dovrebbe essere ascoltato da uomini e
donne di buona volontà, per cui il virus della guerra è almeno
devastante come quello delle pandemie.
Dimenticata
da parte nostra, la guerra delle sanzioni comminate dall'America (e
da altri paesi) contro la Siria (o verso altri paesi) è una guerra
invisibile, un eccellente pretesto per non vederne la fine. Non è
meno spietato del confronto militare che, con ogni probabilità, sta
volgendo al termine. È illegale, infame, criminale. È un insulto
all'umanità del mondo. Deve cessare immediatamente e senza indugio e
senza condizioni. Gli aggressori avranno ancora da prendersi cura dei
propri affari, se non altro per questa misteriosa pandemia che semina
il caos nel seno del disordine e li disturba in tutte le loro
certezze.
Michel
Raimbaud, 3 aprile 2020
(trad. Gb.P.)
(trad. Gb.P.)