C'è
grande attesa, e tanta preghiera, per la visita del Papa in Egitto.
Sono
molte le aspettative legate a questa visita: nel segno dell'abbraccio
ecumenico, i Cristiani Copti, come la sparuta minoranza Cattolica,
sperano fortemente che attraverso le parole di Francesco passi un
messaggio capace di cambiare il clima di violenza di cui sono
l'obbiettivo e smuovere il cuore di tanti musulmani che hanno
abbracciato una visione fondamentalista intrisa di odio, pretendendo
di attingerla dalla religione di Maometto.
Muovere
il cuore, i sentimenti genuinamente umani che ognuno ha in sé come
semi piantati originariamente, che le erbacce dell'ideologia
fondamentalista ha soffocato. La speranza è quella che anzitutto
l'abbraccio empatico e poi le parole del Papa possano almeno in parte
rimuovere la zizzania e consentire di guardare ai
Cristiani e al loro messaggio con occhi diversi e più benevoli.
In
ogni caso i Cristiani Egiziani vivono già un senso di gratitudine
per questo viaggio. Attraverso di esso percepiscono la vicinanza e
l'amore del Pastore e la consolazione di un Padre che condivide la
sofferenza dei figli feriti e se ne lascia a sua volta confortare.
C'è
anche l'attesa di Al Sisi che vede in questa visita la possibilità
di un attutimento delle tensioni che pervadono l'Egitto.
Un'attesa
condivisa anche da quei Musulmani che anelano a vivere la propria
religione con spirito di tolleranza e di collaborazione con i
Cristiani e con qualsiasi altra religione.
Ma molte
sono le forze e anche gli interessi geopolitici che osteggiano una vera
pacificazione.
Rimandiamo
alla lettura di tre articoli apparsi in questi giorni, contenenti tra le altre considerazioni alcune argomentate correzioni alla generalizzazione di 'islam-religione-di-pace':
- Padre
Samir Khalil Samir attraverso un'intervista rilasciata al sito www.rossoporpora.org offre molti spunti di riflessione sulla visita
papale e sulla situazione dei Cristiani Copti, il ruolo di Al-Azhar e
il mondo Islamico Egiziano.
- Un'intervista
dell'Osservatore Romano al gesuita Henri Boulad sui problemi interni
all'islam dîn wa dawla e la sfida che l'islam pone anche alla moralità nostra.
- Il
contributo ad AsiaNews di un giovane amico musulmano in merito al rapporto
tra islam e Daesh e la necessità urgente di riforma interna all'islam.
Gb. P.
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