Intervista a Wael Farouq
di Pietro Vernizzi
“In caso di un attacco dell’Isis questo avverrà contro una figura simbolica come il Papa”.
Lo denuncia Wael Farouq, intellettuale egiziano e professore dell’Università Cattolica di Milano, secondo cui “lo Stato Islamico ha i mezzi e soprattutto i finanziamenti per riuscire a organizzare questo tipo di attentato”.
Partiamo dai raid voluti dal presidente Al-Sisi. Quale ruolo può giocare l’Egitto in Libia?
Al-Sisi non ha attaccato la Libia né ha cercato di combattervi di sua spontanea iniziativa. Ciò che ha fatto è stata una semplice reazione allo sgozzamento di 21 cristiani egiziani. Non ha compiuto nulla di diverso rispetto a quanto ha fatto il re di Giordania dopo che il pilota Muadh al Kassasbe è stato bruciato vivo. Eppure la reazione internazionale all’azione della Giordania è stata molto diversa rispetto all’azione dell’Egitto. Il problema è esattamente questa differenza, e soprattutto il motivo per cui questa guerra è continuata fino a ora.
Lei ritiene necessario un intervento militare in Libia?
Sono contrario al tentativo di combattere la violenza con la violenza, e ritengo che non si debba intraprendere una nuova guerra. Ma in tempi di violenze così efferate e di un male così brutale, dobbiamo tutti essere chiari di fronte alla nostra coscienza.
Che cosa le sembra poco chiaro?
Non riesco a capire perché la comunità internazionale, e in particolare gli Stati Uniti ed alcuni Paesi europei, non siano scandalizzati per il fatto che il Qatar abbia continuato per anni a finanziare i gruppi terroristi, tra cui Isis e Al-Nusra. In questo modo il Qatar si è reso responsabile delle persone bruciate vive e dello sgozzamento dei cristiani in tutto il Medio Oriente. Non solo offre rifugio ai terroristi, ma Doha è l’unica capitale al mondo a ospitare una rappresentanza ufficiale dei talebani. Il Qatar è profondamente colluso con tutti i misfatti compiuti da Stato Islamico e Al-Qaeda. Questi problemi resteranno insoluti fino a quando gli interessi politici ci impediranno di dire ad alta voce che Qatar, Arabia Saudita e Turchia sono la fonte principale di tutta la violenza in Medio Oriente.
Che cosa ne pensa dell’attentato compiuto dall’Isis contro l’ambasciata iraniana a Tripoli?
L’Isis sta attaccando chiunque, perché è convinta che gli unici veri musulmani nel mondo siano i 40mila militanti che combattono sotto le sue bandiere. Per l’Isis insomma siamo tutti miscredenti. La vera questione su cui dovremmo indagare non è la natura dell’ideologia dell’Isis, ma i motivi per cui Paesi come Turchia, Qatar e Arabia Saudita stiano sostenendo i suoi crimini. Stiamo parlando dei tre principali alleati del mondo occidentale in Medio Oriente, eppure nessuno osa interrogarli sul loro sostegno al terrorismo.
Quanto è potente lo Stato Islamico?
I militanti dell’Isis sono soltanto dei tagliagole e da soli non potrebbero fare nulla senza il sostegno finanziario e le armi di Turchia, Qatar e Arabia Saudita. Ciò che ci dobbiamo chiedere è chi stia acquistando petrolio dallo Stato Islamico e chi stia facendo propaganda in suo favore.
Chi sta facendo propaganda per l’Isis?
Al-Jazeera, dopo l’attacco egiziano contro le basi dell’Isis in Libia, ha affermato che nei raid sarebbero rimasti uccisi dei civili tra cui un bambino. Si è poi scoperto che queste persone sono morte per una fuga di gas notturna avvenuta nella loro casa. E’ nostro dovere denunciare questa ipocrisia. Per Matteo Renzi, “il tema è molto delicato e serio, ma non servono esagerazioni, non siamo sotto attacco, non possiamo sottovalutare niente. Serve fermezza e non fughe in avanti”.
Che cosa ne pensa della posizione italiana?
Il vero rischio non è un lancio di missili contro l’Italia, che ritengo del tutto inverosimile. Il pericolo è un attacco terroristico contro il Vaticano e Papa Francesco. Queste persone cercano simboli, e colpire un simbolo come il Vaticano scatenerebbe il desiderio di guerra del mondo occidentale. Piazza San Pietro è un luogo altamente simbolico non solo per i cristiani, ma per l’Europa intera.
Quali sono le probabilità che questo attentato riesca?
Lo Stato Islamico è in grado di organizzare un attentato contro il Vaticano, e il motivo è che riceve sostanziosi finanziamenti dai Paesi del Golfo Persico. Dobbiamo temere un’azione compiuta da militanti che vivono in Europa, e che sono sostenuti dalle monarchie della Penisola Arabica e dai milionari wahabiti. Ci sono centinaia di milioni di euro l’anno che entrano in Europa dagli Stati del Golfo.
Che cosa ne pensa del dibattito sull’Islam in corso in Italia?
Da un lato c’è la Lega nord secondo cui l’Islam in quanto tale andrebbe respinto. Dall’altra la sinistra italiana risponde che in nome della democrazia va accettato anche lo stesso islamismo. Nessuna delle due parti comprende però i veri termini della questione. Il punto è che l’islamismo, inteso come attività politica che utilizza la religione quale suo programma, è ugualmente pericoloso per l’Europa e per l’Islam stesso. Ogni volta che si riduce l’Islam a una dottrina politica, la conseguenza diretta è che ci sono delle persone che uccidono e che sono uccise in suo nome. Il pericolo non sono i musulmani ma l’islamismo.
IL SUSSIDIARIO. Pubblicazione: lunedì 23 febbraio 2015
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2015/2/23/LIBIA-vs-ITALIA-Farouq-il-vero-obiettivo-dell-Isis-e-colpire-papa-Francesco/584779/
Il caso Qatar. Come finanziare tutti i
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http://www.tempi.it/caso-qatar-come-finanziare-tutti-i-terroristi-islamici-del-mondo-senza-finire-nella-lista-nera-degli-stati-canaglia#.VP9XF_yG911
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