(ANSA) - GINEVRA, 8 MAR - In Siria ci sono "almeno 15.000 stranieri" che combattono contro le forze del presidente Bashar al Assad. Lo ha detto il vice ambasciatore russo presso l'Onu a Ginevra, intervenendo al forum sulla Siria tenutosi oggi. I ribelli "uccidono, torturano e intimidiscono i civili, l'afflusso di terroristi da alcuni Paesi vicini e' in crescendo", ha detto Mikhail Lebedev: "Sono almeno 15.000 i combattenti stranieri. I confini sono senza controllo"
da MISNA - 9 marzo
ANNAN CERCA SOLUZIONE POLITICA
La Russia ha accusato la Libia di ospitare sul proprio territorio un campo di addestramento destinato a combattenti dell’opposizione siriana. L’accusa è stata formulata dall’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, che ne ha parlato nel corso di una sessione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
“Abbiamo informazioni che in Libia, con il sostegno delle autorità di Tripoli, è stato creato uno speciale centro di addestramento per rivoluzionari siriani che vengono poi rimandati in Siria a combattere contro il legittimo governo” ha detto Churkin. La notizia è stata smentita più tardi dal governo libico che ha sostenuto di non avere informazioni al riguardo.
Intanto, al Consiglio di sicurezza è in discussione un’altra bozza di risoluzione sulla Siria questa volta presentata dagli Stati Uniti. Sebbene, la risoluzione contenga espliciti riferimenti alle violenze commesse anche dall’opposizione, secondo fonti della MISNA la Russia ha già anticipato la propria opposizione al testo chiedendo un maggiore bilanciamento delle responsabilità tra governo e opposizione. Secondo le stesse fonti sia Mosca che Pechino sono inoltre contro il riferimento a “una transizione politica” fatto nel testo proposto.
Sul campo, le truppe governative stanno provando a spingere ulteriormente l’offensiva contro le roccaforti dell’opposizione. Nel mirino sarebbe ora Rastan, cittadina a una ventina di chilometri a nord da Homs. Ma anche a Homs, nonostante la caduta del quartiere di Baba Amr, permangono sacche di resistenza così come a Deir Ezzor, Idlib, Daraa, altri teatri del confronto armato.
Dopo la defezione, ieri, del viceministro del Petrolio, Abdo Hussameddine che in un videomessaggio ha annunciato dimissioni e adesione ai movimenti di opposizione, il portavoce del cosiddetto Esercito libero siriano ha sostenuto che quattro generali avrebbero disertato e si troverebbero in questo momento in Turchia.
In questa generale corsa al confronto armato che potrebbe aprire a una recrudescenza dei combattimenti, a parlare di dialogo e della necessità di soluzioni politiche è stato ieri l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan. Nominato rappresentante congiunto in Siria da Onu e Lega Araba, Annan è atteso nei prossimi giorni a Damasco e ieri, al Cairo, ha detto: “Spero che nessuno stia pensando seriamente di usare la forza in questa situazione. Faremo il possibile per arrivare a una cessazione delle ostilità, delle uccisioni e delle violenze”. La soluzione, ha aggiunto Annan, “non può che essere politica”
Leggi anche la testimonianza :
I miei occhi non vedono che lacrime e funerali in tutta la Siria
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