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mercoledì 29 febbraio 2012

Diplomazie divise sul referendum in Siria

Dall'Osservatore Romano del 29 febbraio 2012

DAMASCO, 28. La comunità internazionale si divide sul referendum tenuto domenica in Siria sulla nuova Costituzione che introduce il multipartitismo, approvata con l’89,4 per cento di sì e con un’affluenza alle urne del 56,4 per cento.
Secondo un portavoce del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, «è poco probabile che il referendum sia credibile, visto il contesto generalizzato di violenza e di violazione dei diritti». Secondo  diversi Governi occidentali si è trattato di una farsa, mentre diametralmente opposto è il giudizio del ministero degli Esteri di Mosca, che parla di un passo verso la democrazia.
Secondo Mosca, proprio l’affluenza alle urne dimostra il seguito limitato delle opposizioni che avevano invitato al boicottaggio, che dunque «non possono parlare a nome del popolo siriano. Un riconoscimento dell’opposizione è venuto invece dai ministri degli Esteri dell’Unione europea, che ieri hanno varato nuove sanzioni contro Damasco.
Sempre ieri, il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi, in una telefonata con l’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ora inviato in Siria, gli ha augurato risultati positivi nel promuovere una soluzione politica della crisi.
Nel frattempo, la Croce rossa e la Mezzaluna rossa sono riuscite a entrare ad Hama, facendo arrivare, dopo mesi, aiuti a 12.000 persone. Anche a Homs la Mezzaluna rossa ha potuto portare forniture mediche nel quartiere di Bab Amro, dove ha evacuato feriti, ma non è riuscita a ottenere il permesso di portare in salvo i giornalisti stranieri bloccati. Fonti locali hanno riferito che sono stati trovati i corpi di 64 persone uccise, molte delle quali donne.

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