Gregorios III
Appello in occasione dei
recenti eventi in Daraya – Siria . 27 8 2012
Come Patriarca e figlio della città di Daraya, il mio cuore
sanguina per le tante vittime che sono stati uccise proprio lì dove sono nato,
cresciuto ed educato in un'atmosfera molto buona di musulmani e cristiani.
Ecco perché sto innalzando il mio forte appello per la
realizzazione di condizioni favorevoli a porre fine alla sanguinosa lotta in Daraya
e in ogni altra regione della Siria.
Noi affermiamo ancora una volta che il dialogo, l’incontro, il
rispetto per la libertà di opinione e la dignità di ogni persona, sono i valori
su cui si potrà costruire una Siria rinnovata e grazie ai quali si può ricomporre
l'atmosfera di amore e di armonia che abbiamo sperimentato e in cui siamo stati
cresciuti, in Siria.
Ho grande speranza che noi siriani, che siamo tutti sotto il
peso di questa situazione tragica e sanguinosa che ormai dura da diciotto mesi
e più, troveremo e dovremo trovare tutti insieme un altro modo rispetto a
quello della violenza, armi, omicidi e distruzione, perché questa è una via
dove non ci sono vincitori, ma piuttosto, ognuno è un perdente. E la distruzione
continua, l’essere umano è ucciso e aumenta l'entità del disastro, che colpisce
tutti i cittadini.
Quindi ripeto il mio appello, con il versetto del Corano
Venerabile, "Venite a una parola comune tra noi e voi" (Aal ' Imran
3:64) e il versetto del Santo Vangelo, "Beati i costruttori di pace"
(Matteo 5:9). Che Dio Onnipotente voglia proteggere la Siria e far cessare
questi disastri!
Ho piena fiducia che tutti i miei fratelli e sorelle, i figli
e le figlie di Daraya, così cari al mio cuore, vorranno prestare ascolto a
questo appello! È l'appello di un fratello, amico e figlio della nostra cara
città! Che questo appello sia ascoltato da tutti i responsabili localmente e
ovunque!
Con il mio affetto e la mia preghiera,
Gregorios III, Patriarca
di Antiochia e di tutto l'Oriente e di Alessandria e Gerusalemme
http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Appeal-on-the-occasion-of-recent-events-in-Daraya-Syria
Il Patriarca Gregorio III Laham chiede “una campagna internazionale per la riconciliazione in Siria”
Fides 4/9/2012 “Per la Siria la riconciliazione è l'unica ancora di salvezza”. Per questo urge “una campagna internazionale per la riconciliazione in Siria” condivisa da tutte le Chiese del mondo: è l'accorato appello del Patriarca greco-cattolico melkita di Damasco, Gregorio III Laham, lanciato in una lettera aperta, mentre la situazione in Siria degenera e “il linguaggio della violenza ha travolto tutti gli altri tipi di linguaggi”.leggi su :
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39762&lan=ita
https://melkite.org/patriarchate/for-syria-reconciliation-is-the-only-lifeline
Mussalaha, la Siria vista dal basso
Radio3Mondo 3 settembre 2012
Dibattito in studio con Madre Agnès-Mariam dela Croix e Faisal al Mohamad
Dibattito in studio con Madre Agnès-Mariam de
Mentre continua la guerra civile in Siria e il bilancio dei morti viene drammaticamente aggiornato giorno dopo giorno, la comunità internazionale studia come uscire dall’impasse e l’Onu programma per il 4 settembre un nuovo summit con Lakdhar Brahimi, che ha preso il posto di Kofi Annan come inviato speciale delle Nazioni Unite per risolvere la crisi. Ma in Siria oltre a morire si resiste e lo si fa “dal basso”. Una rete civile di siriani e non che lavorano per arrivare alla pace, prestando solidarietà alla popolazione civile che vive nel terrore, sotto il fuoco incrociato dei ribelli e delle truppe di Assad. Sono religiosi, laici, premi Nobel, che si organizzano per creare le condizioni del dialogo e, in silenzio, si affiancano all’azione della “grande diplomazia”. Si chiama Mussalaha e significa “riconciliazione dal basso”. Marina Lalovic ne parla in studio con Madre Agnès-Mariam de
Il brano di oggi è
Noi non sappiamo perché l'armata
dell'esercito siriano ci ha bombardati.
Madre Marie Agnes, la nostra Madre Superiora, ha recentemente detto alla televisione irlandese: “La Siria si trovava sotto un regime totalitario repressivo... E questo totalitarismo non è buono. Ma se l'insurrezione armata instaura un altro totalitarismo, è forse ancora peggio”. ( RTE television, 10 agosto 2012).
Noi soffriamo insieme a tutti i
siriani, specialmente con quei 2 milioni e mezzo di cristiani che sono in
pericolo, e nessuno è dalla loro parte nella “comunità internazionale”. Come la
maggior parte dei siriani, i cristiani tentano di restare neutrali - e di sopravvivere-
in una guerra tra il governo di Assad e “ l'Armata Libera Siriana”.
L’ASL sono dei “rivoluzionari democratici” come li dichiarano i media? Se essi vogliono una democrazia, perché sono sostenuti dagli jihadisti islamici e dal regno dell'Arabia Saudita? Se essi rispettano le minoranze, perché si inoltrano nei quartieri cristiani per combattere? Se essi hanno cuore la libera espressione della religione, perché più di 100.000 cristiani sono stati espulsi dalle loro case in Homs e in Al Qusayr? E quelli tra di loro che sono troppo poveri per poter fuggire lontano, perché sono rapiti, assassinati, o utilizzati come scudi umani dall'Asl?. Se essi vogliono la libertà, perché hanno minacciato di occupare il nostro monastero, di metterci alla porta, e di rapire Madre Agnese?
Come i rivoluzionari, noi abbiamo
gli occhi rivolti fissamente sulla libertà e la giustizia -ma noi sappiamo che
la libertà e la giustizia vengono dall'amore divino e dal Vangelo di Gesù, e
non sul filo di spada. Gesù era un vero rivoluzionario. In quanto uomo Gesù ha
rifiutato il potere e la violenza; Egli non ha combattuto l'occupazione
violenta e corrotta dei Romani nella sua patria. Gesù ci ha rivelato che cosa
vuol dire “essere Dio”. Noi vediamo in Lui un Dio che si svuota per diventare
uomo, per essere un servitore, per essere “ obbediente fino alla morte, e alla
morte di croce”. È questo il potere e la sapienza di Gesù. Gesù non ha soltanto
detto le dolci parole “ amate i vostri nemici”: Egli è morto per loro.
I cristiani della Siria chiamano Dio “ l'amico degli uomini”. Noi crediamo che Gesù è “ il Salvatore”, non soltanto il Salvatore dei cristiani ma di tutta l'umanità -non perché noi siamo speciali ma perché Dio è buono.
Noi non ci batteremo con le
armi, né possiamo dare supporto alla violenza. Ma noi combatteremo i nostri
stessi pregiudizi, le nostre paure e il nostro egoismo. Se Dio ci ha scelti, poveri
uomini, come possiamo noi rifiutare chicchessia? Noi ringraziamo il Signore che
delle famiglie musulmane si sono rifugiate nel nostro monastero. Esse hanno
desiderato pregare con noi -proprio come Dio è uno, così noi possiamo essere
uno! Noi siamo stupiti che i musulmani credono che Gesù è un profeta che ha
detto la verità, che Egli è vivente, che Egli è salito ai cieli, che Egli
ritornerà. Una fede simile, la possiamo ritrovare nell'Occidente “cristiano”?
Sì, noi amiamo i musulmani: li
sentiamo nostri fratelli, i nostri "cugini", figli di Abramo, come
noi, e che hanno mantenuto a volte più di noi la fede.
1 Giovanni 4,7-11: “ Carissimi,
amiamoci gli uni gli altri; perché l'amore è da Dio, e chiunque ama è nato da
Dio e conosce Dio. Colui che non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
L'amore di Dio è stato manifestato verso di noi in questo: che Dio ha mandato
il suo unico Figlio nel mondo, affinché noi viviamo per mezzo di Lui. E questo
amore consiste non nel fatto che noi abbiamo amato Dio, ma nel fatto che Egli
ci ha amati e ha dato suo Figlio come vittima per i nostri peccati. Carissimi,
se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.”
Il popolo siriano soffre attacchi omicidi da parte di islamisti estremisti che non rappresentano in alcun caso la maggioranza della popolazione musulmana siriana.
Ogni giorno vi sono bambini,
mamme, papà e nonni di ogni appartenenza religiosa che si fanno uccidere perché
non vogliono partecipare alla “ rivoluzione per la democrazia”. Questi
terroristi scacciano le persone dalle loro case per fare la guerra all'armata
siriana nascondendosi in mezzo ai quartieri residenziali. Questo grida al
cielo.
Non è questa la democrazia che vogliono
i siriani.
Noi
preghiamo il Signore di illuminare la coscienza umana, così che ognuno di noi
possa prendere la posizione giusta che gli consentirà di entrare nel piano di
Dio per le Nazioni: perché il Signore ha detto: "I miei pensieri sono
pensieri di pace e non di sventura".