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giovedì 16 gennaio 2025

Come l'Occidente ha distrutto la Siria

 

Rick Sterling, How the West Destroyed Syria, 11 gennaio 2025

Tradotto da Maria Antonietta Carta 

Durante molti anni, Peter Ford ha lavorato presso il Ministero degli Esteri del Regno Unito. Fu ambasciatore in Bahrein (1999-2003) e poi in Siria (2003-2006). In seguito, è stato rappresentante nel mondo arabo per il Commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite. Rick Stering lo ha intervistato il 6 gennaio 2025.


Rick Sterling: Perché secondo lei l’esercito e il governo siriano sono crollati così rapidamente?

Peter Ford: Tutti siamo stati sorpresi, ma col senno di poi non avremmo dovuto esserlo. Nel corso di oltre un decennio, l’esercito siriano si è logorato a causa della drammatica situazione economica, causata principalmente dalle sanzioni occidentali. La Siria aveva solo poche ore di elettricità al giorno, niente acquistare per acquistare armi e nessuna possibilità di utilizzare il sistema bancario internazionale. Non sorprende che l’esercito sia stato abbattuto. Con il senno di poi, si potrebbe dire che dovremmo piuttosto sorprenderci che il governo siriano e l’esercito siano riusciti per anni a respingere gli islamisti. L’esercito siriano li aveva costretti nella ridotta di Idlib quattro o cinque anni fa, ma da quel momento in poi si è indebolito, diventando meno pronto a combattere sia a livello tecnico sia morale. I soldati siriani, in larga parte coscritti, hanno sofferto tanto quanto qualsiasi comune Siriano a causa della terribile situazione economica. Esito ad ammetterlo, ma le sanzioni occidentali sono state estremamente efficaci nel fare ciò che erano state progettate per fare: distruggere l’economia siriana. Quindi dobbiamo riconoscere, e lo dico con profondo rammarico, che le sanzioni hanno funzionato. Esse hanno causato esattamente ciò per cui erano state progettate: far soffrire il popolo siriano e quindi provocare il malcontento contro quello che chiamano il regime.

I Siriani comuni non capivano le complessità della geopolitica e incolpavano il governo per tutto: mancanza di elettricità, cibo, gas, petrolio e l’alta inflazione. Tutto ciò che è arrivato dall’essere tagliati fuori dall’economia mondiale e dal non avere sostenitori ricchi sfondati. La Siria fu attaccata e occupata dalle principali potenze militari (Turchia, USA, Israele), e da migliaia di jihadisti stranieri. L’esercito siriano si demoralizzò tanto da diventare una tigre di carta.

RS: Pensa che il Regno Unito e gli Stati Uniti siano stati coinvolti nell’addestramento dei jihadisti prima dell’attacco di dicembre ad Aleppo?

PF: Assolutamente sì, e anche gli Israeliani. Il leader di Hayat Tahrir al Sham (HTS), Ahmed Hussein al Sharaa (precedentemente noto come Mohammad abu Jolani) ha quasi certamente consiglieri britannici dietro le quinte. Ho individuato la mano di tali consulenti in alcune delle dichiarazioni fatte in un inglese impeccabile. Le dichiarazioni avevano l’ortografia americana, quindi anche la CIA è lì. Jolani è un burattino, una marionetta che dice quello che vogliono che dica.

RS: Qual è la situazione attuale, un mese dopo il crollo?

PF: Ci sono schermaglie qua e là, ma in generale gli islamisti e i combattenti stranieri la fanno da padrone. Ci sono sacche di resistenza a Latakia dove gli alawiti stanno letteralmente combattendo per la loro vita. Gran parte dei combattimenti riguarda i tentativi di HTF, gli attuali governanti, di confiscare le armi. Gli alawiti resistono, ed esistono sacche di resistenza nel Sud del Paese, dove sono presenti milizie druse locali. HTS si insedia in maniera discreta nel territorio, ma affronta problemi nonostante l’ultimo scontro con l’esercito siriano sia stato poco più di una passeggiata, e in genere non abbiano mai dovuto affrontare molti combattimenti. Immagino che i loro combattenti siano circa 30.000 soltanto sparsi in tutta la Siria, e non è molto. C’è un’importante sacca di resistenza nel nord-est dove si trovano i Curdi. I Curdi alleati degli Stati Uniti stanno resistendo e il cosiddetto Esercito nazionale siriano, che è un fronte per l’esercito turco, potrebbe entrare in guerra a tutti gli effetti contro le forze curde. Ma dipenderà in parte da ciò che accadrà dopo l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, di come Trump affronterà la situazione.

RS: Cosa sente dalle persone in Siria?

PF: Non è una bella storia. HTS e i suoi alleati hanno sfilato esibendo la loro forza e sventolando le bandiere dell’ISIS e di al-Qaeda. Hanno bullizzato, intimidito, confiscato e saccheggiato. Contro cristiani e soldati alawiti hanno fatto giustizia sommaria. Le esecuzioni lungo le strade sono la norma. I cristiani nelle loro città e villaggi stanno solo cercando di nascondersi e pregare. Letteralmente. Mi dispiace dire che il clero cristiano, con una o due nobili eccezioni, ha optato per l’arrendevolezza e ha tradito effettivamente le sue comunità. La leadership di alto livello della Chiesa ortodossa e in particolare la chiesa greco-cattolica si sono appena fatte fotografare con dignitari del regime jihadista. Stanno porgendo l'altra guancia. Al contrario degli alawiti. Ma non hanno scelta. Ricordiamo che lo slogan degli eserciti jihadisti durante il conflitto era: “Cristiani a Beirut, alawiti nelle tombe”. HTS cerca di incontrare i rappresentanti religiosi e di fare poco chiasso, ma nel frattempo i suoi scagnozzi sfilano sui camion sventolando bandiere dell’ISIS. Quello che sento è molto deprimente.

Il regime sta lasciando gli alawiti completamente abbandonati a se stessi e in Occidente si legge a malapena qualche parola nei media sulla situazione degli Alawiti e non molto più sui cristiani.

RS: I media occidentali hanno demonizzato Bashar al -Assad e persino sua moglie Asma. Qual è stata la sua impressione su Bashar e Asma quando li ha conosciuti? Cosa pensa delle accuse di avere accumulato miliardi di dollari?

PF: Le accuse sono del tutto false. Conosco qualche membro della famiglia Assad; alcuni di loro hanno vissuto per molti anni in Gran Bretagna dove vivevano modestamente. Se Assad fosse stato un miliardario, come si dice, le informazioni si sarebbero propalate. Vi posso garantire che non è come stanno dicendo. Queste accuse vanno anche contro le impressioni che ho raccolto quando vedevo gli Assad all'epoca in cui ero ambasciatore in Siria. Apprezzavano le cose buone della vita come tutti, ma non sembravano personaggi alla Marcos. Niente del genere. Sono tutte menzogne inventate per servire l'agenda più profonda. I calci mediatici a Bashar e Asma sono davvero disgustosi e inutili. Egli ha deluso i pochi seguaci che gli restano, anche se era irrealistico, credo, per loro di aspettarsi di più. Ma il fatto è che è scappato quando gli altri non sono riusciti a scappare e molti di loro sono stati uccisi o si nascondono o in alcuni casi sono fuggiti in Libano, dove si nascondono. Lui ha salvato la sua pelle, ma colpirlo come i media stanno facendo è davvero disgustoso e inutile. È una specie di nuovo genere di pornografia politica, il porno Assad, le storie di torture, la narrazione esagerata sulle prigioni e sulle tombe che vengono scoperte. A proposito, in realtà la maggior parte di quelle tombe sono di morti in guerra e non di persone che erano state torturate a morte come i media pretendono. Centinaia di migliaia di persone sono morte nel conflitto durato oltre un decennio, e molte di loro sono state sepolte in tombe non contrassegnate, ma i media occidentali si stanno divertendo con questo nuovo genere di porno Assad. Tutto ciò è stato montato per far digerire meglio all’opinione pubblica occidentale il modo in cui l’Occidente va a letto con al-Qaeda. Più demonizzano Assad e insistono sui misfatti del regime di Assad e più è probabile che dobbiamo ingoiare e siamo distratti dalle orrende atrocità che vengono portate avanti in questo momento.

I leader occidentali stanno baciando i piedi di un tipo che è ancora un terrorista ricercato e che è stato un membro fondatore dell’ISIS così come un membro fondatore di al-Qaeda in Siria. È moralmente disgustoso e vergognoso.

Jolani ha disperatamente bisogno dell'Occidente altrimenti finirà per affrontere la stessa sorte di Bashar al-Assad. Se l'economia seguisse l’andamento degli anni passati, Jolani sarebbe carne morta in tempi abbastanza brevi. Deve fornire un massiccio e rapido miglioramento economico per sopravvivere come leader. Ed è di questo che si tratta. La sua strategia, ovviamente, è quella di sfruttare il suo status di burattino dell’Occidente al fine di garantire non solo gli aiuti per la ricostruzione nel lungo termine, ma più immediatamente l’alleggerimento delle sanzioni perché tornino l’elettricità e il petrolio.

Non dimentichiamo che il petrolio e il gas della Siria sono ancora effettivamente nelle mani degli Stati Uniti, che attraverso i suoi burattini curdi controllano un segmento dell’economia pari, credo, al 20% del PIL, e fornivano prima della guerra combustibile essenziale per il carburante, l’impiego domestico e tutto il resto. Deve mettere le mani su questo e ottenere la cessazione delle sanzioni, ma ha un problema importante: Israele. Non può comprare Israele. Israele è l’eccezione. Tutto il fronte occidentale si sta inchinando per andare a baciare i piedi del sultano di Damasco, ma gli Israeliani digrignano i denti dicendo che non si fidano del tipo.

Israele sta distruggendo i resti dell’esercito siriano e delle sue infrastrutture, e nel frattempo afferra altra terra siriana. Vuole mantenere la Siria in ginocchio a tempo indeterminato, insistendo sul fatto che le sanzioni occidentali non siano revocate. Sento che c’è una battaglia reale in corso a Washington tra quello che potremmo chiamare lo stato profondo, che favorirebbe la revoca delle sanzioni, e la lobby israeliana, che resiste a questo per ragioni egoistiche. Dato che la lobby israeliana vince nove volte su 10, le prospettive potrebbero non essere così grandi per il regime di Jolani.

RS: Quali sono le sue speranze e i suoi timori per la Siria? Qual’è lo scenario da incubo e quale il migliore possibile?

PF: Sono molto pessimista. È estremamente difficile vedere un lato positivo in quello che è successo. La Siria è stata eliminata dal tavolo da gioco mediorientale. La vecchia Siria è morta. La Siria è stata l’ultima tra i Paesi arabi a sostenere i Palestinesi. Non ce n'era nessun altro. Ci sono milizie come Hezbollah più lo Yemen, ma non altri Stati. La Siria è ormai andata, e i jihadisti stanno dicendo, dicono al mondo che non gli importa. A proposito, questo è un esempio di come gli Israeliani non accetteranno un sì per risposta. I jihadisti continuano a dire al mondo: “Noi amiamo Israele. Non ci interessano i Palestinesi. Per favore accettateci. Noi vi vogliamo bene”. E gli Israeliani non accetteranno un sì per risposta.

La migliore speranza per il popolo siriano è che possa ottenere un po’ di tregua. È possibile immaginare uno scenario in cui il popolo siriano sia in grado di riprendersi almeno economicamente; uno scenario in cui le sanzioni vengono revocate; in base al quale il governo centrale recupera il controllo del suo petrolio e del suo grano; dove i combattimenti si sono fermati; dove non deve pagare nulla per tenere un esercito che non cerca di avere. I Siriani potrebbero essere in grado di ricostruire tutto. Quindi, è possibile immaginare uno scenario in cui la Siria perdendo la sua anima guadagni più ore di elettricità. Questo è forse lo scenario più probabile. Ma ci sono grandi ostacoli. Mentre stiamo parlando, Israele ostacola il ritiro delle sanzioni sollevando sacche di resistenza alla disciplina tra i ranghi jihadisti; la Turchia si scatena contro i Curdi e contro l’ISIS, che non è ancora una forza completamente esaurita. La prospettiva è ovviamente buia. Dovremmo fare il punto tra un mese, quando vedremo a Washington i primi passi del nuovo regime da cui dipenderà così tanto. 

RS: Durante il suo primo mandato, Trump ha cercato di rimuovere le truppe statunitensi dalla Siria orientale, ma i suoi sforzi sono stati ignorati. Forse questo avrebbe potuto fare una grande differenza?

PF: Sì, poteva essere una svolta totale. Se la Siria avesse avuto accesso al suo petrolio, non avrebbe avuto il problema del carburante e il problema dell’elettricità. Potrebbe aver cambiato la storia della regione. Ora, gli Stati Uniti stanno aumentando il numero dei soldati e delle basi in Siria e hanno recentemente assassinato un leader dell’ISIS che avrebbe potuto avere un ruolo nello scatenare il recente attacco terroristico negli Stati Uniti. Tutto questo rende molto più difficile per Trump ritirare le forze statunitensi, perché sembrerebbe una ricompensa per l’ISIS.

Ho sostenuto per anni che le sanzioni non funzionavano, ma alla fine lo hanno fatto. È stato come per un ponte che viene indebolito e poi improvvisamente crolla. Non c'é stata un’unica causa. Era solo il culmine e le cose hanno raggiunto il punto di svolta.

https://dissidentvoice.org/2025/01/how-the-west-destroyed-syria/

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