L'intenzione di preghiera proposta da Papa Francesco per il mese di marzo recita:
"Per le comunità cristiane, specialmente per quelle che sono
perseguitate, affinchè sentano la vicinanza di Cristo e il
riconoscimento dei loro diritti.".
La
commenta il dott. Nabil Antaki, dei Maristi Blu, medico impegnato tra
i più poveri di Aleppo dal 1986. Dopo l'inizio della guerra, decide
di restare sul posto in loro aiuto. Vive ancora lì e oggi è un
testimone. Possano le sue parole sostenere la nostra preghiera.
Da
ALEPPO, Dr. NABIL ANTAKI , 1 marzo 2019
"Prima
dell'inizio di questa ignobile guerra che stiamo subendo in Siria da
quasi 8 anni, la Siria era un paese sicuro, stabile, prospero e
l'unico stato laico della regione. Tutte le confessioni erano
rispettate e i cristiani avevano tutti i loro diritti di cittadini a
pieno titolo (eccetto quello di essere candidato alla presidenza
della repubblica, perché la costituzione vigente stabilisce che
questa carica debba spettare ad un musulmano). I Cristiani della
Siria, appartenenti alle varie Chiese (11 in tutto) Cattoliche,
Ortodosse o Protestanti, non sono stati affatto perseguitati e non lo
sono tutt'ora in Siria nel 70% del territorio siriano controllato dal
governo. L'attuale presidente del parlamento siriano è cristiano,
oltre a diversi ministri e molti parlamentari.
I
Cristiani siriani sono stati perseguitati negli ultimi 8 anni dai
gruppi armati ribelli, costituiti per il 90% da islamisti, da
jihadisti e da wahabiti, spesso degli estranei alla Siria venuti
dalla Tunisia, dal Marocco, dalla Giordania, dall'Arabia Saudita o
dall'Europa, ecc. arrivati in Siria per fare la jihad.
Molte
piccole città e villaggi a prevalenza cristiana sono stati
circondati, bombardati, invasi e distrutti dagli islamisti: Maaloula,
dove la gente parla ancora l'aramaico, la lingua di Gesù; Sadad invasa due volte, Mhardeh sottoposta ad assedio a ripetizione
(tutt'ora) ecc.
Molti
cristiani sono stati uccisi dai ribelli islamisti; ad Aleppo due vescovi sono stati rapiti da terroristi islamici già 5 anni fa e da
allora nessuno conosce la loro sorte. Diversi sacerdoti sono stati
uccisi, altri rapiti.
Chiese
ed altri luoghi di culto cristiani sono stati distrutti o danneggiati
a seguito di bombardamenti mirati o casuali dai terroristi ribelli.
Tra queste le Cattedrali dei Greco-cattolici, dei Maroniti, dei
Siro-cattolici e Greco-ortodossi ad Aleppo, il Memoriale del
genocidio armeno del 1915 a Deir al Zor ecc.
Infine,
a causa della guerra e per la persecuzione degli islamisti, la Siria,
la culla del cristianesimo, si svuota dei suoi cristiani. L'esodo
continua, adesso ancor più che durante le ore buie della guerra. Il
Nunzio apostolico in Siria, mons Zenari, ha annunciato in una
conferenza in Ungheria che i cristiani rimangono adesso solo il 2%
della popolazione, cioè mezzo milione per una popolazione di 23
milioni di cittadini . Lo sapevamo, ma è la prima volta che questa
cifra è stata annunciata in pubblico. Nella mia città, Aleppo,
seconda città siriana per dimensione, il numero dei cristiani è
passato da 200.000 prima della guerra a 27.000 oggi.
Tuttavia,
nell'oceano di tenebre che ci ha invaso, è rimasto un barlume di
speranza, una convinzione, una speranza che dopo il buio ci sarà la
Luce . La fede dei cristiani si è rafforzata, le loro preghiere sono
diventate più ardenti e la loro pratica religiosa più assidua.
In
Siria, i cristiani non chiedono tanto che vengano rispettati i
diritti delle loro comunità (che già lo sono), quanto la fine della
guerra e l'instaurazione della Pace. "
Trad. Gb.P.
https://www.prieraucoeurdumonde.net/en-syrie-les-chretiens-attendent-linstauration-de-la-paix/
Trad. Gb.P.