Traduci

martedì 18 novembre 2025

Siria, il ritorno dei cristiani a Ghassanieh

 

Un evento di straordinaria portata umana, ecclesiale e francescana

Sabato 8 novembre 2025 una folla immensa si è radunata nel villaggio siriano di Ghassanieh, nella Siria occidentale, nella valle dell’Oronte. Ha accolto, al suono di clacson e tamburi, il vescovo latino di Siria, mons. Hanna Jallouf OFM, il vescovo greco-ortodosso di Latakia, mons. Athanasius Fahed, e il presidente del Sinodo Evangelico di Siria e Libano, il pastore Ibrahim Nuseir. Insieme a loro, una decina di frati della Custodia di Terra Santa [Entità da cui dipendono le presenze in Siria] sono arrivati dai villaggi vicini e da Aleppo, Latakia e Damasco, tra cui Fr. Firas Lutfi, l’ultimo frate rimasto nel villaggio, che ricorda benissimo l’assassinio di padre François Murad (23 giugno 2013) da parte dei jihadisti, la fuga dei cristiani e quindi anche dei frati e delle suore del Rosario, e i bombardamenti successivi che hanno devastato l’intero villaggio.

Si comprende così meglio il giubilo che avvolge la folla in questo ritorno al villaggio. Tra le rovine, il corteo ecumenico si è spostato di chiesa in chiesa per benedire i luoghi e i fedeli, come a voler esorcizzare il male e le molteplici profanazioni qui commesse. Il Padre Nostro viene proclamato con fervore: “Non ci sono più Greci, Latini o Protestanti; siamo un solo popolo, abbiamo sofferto lo stesso dolore”, testimonia Gisèle, con la figlia più piccola tra le braccia.



Il ritmo dei tamburi si fa più insistente man mano che ci si avvicina alla chiesa latina, dedicata a Sant’Antonio da Padova, e al convento francescano. Tony, poco più che ventenne, è pieno di elogi per i francescani: “È grazie a loro che oggi possiamo tornare a casa”. Infatti, Fr. Louai Bsharat e Fr. Khukaz Mesrob, rispettivamente sacerdoti dei villaggi vicini di Yacoubieh e Knayeh, non hanno risparmiato sforzi dalla liberazione della Siria, avvenuta lo scorso 8 dicembre. Sostenuti dal vescovo latino Jallouf, hanno perorato la causa di tutti i cristiani della regione presso le autorità locali e nazionali. Qui, i cristiani sono stati espropriati delle loro proprietà, sia case che terreni agricoli. Coloro che sono rimasti hanno sopportato umiliazioni, la privazione dei loro diritti e, per alcuni, prigionia e tortura. Con il peggiorare della situazione, la Custodia di Terra Santa ha scelto di rimanere presente nei villaggi di Yacoubieh e Knayeh: i frati sono stati gli unici religiosi ad aver sopportato tutte queste difficoltà insieme ai loro fratelli cristiani, che servono come sacerdoti, infermieri, insegnanti, avvocati e altro ancora. Tra le grida di gioia, i fedeli non esitano a caricarli sulle proprie spalle in segno di gratitudine.

Nella chiesa francescana, dove croci, vetrate, statue e altare sono scomparsi, il vescovo latino guida la preghiera. Dopo il Padre Nostro e l’Ave Maria, i frati cantano “Salve, Sancte Pater” in canto gregoriano – un inno francescano del XIV secolo – invocando la protezione e l’aiuto di San Francesco d’Assisi, profeta del dialogo e della riconciliazione. Il compito è immenso, ma la nuova generazione di frati intende raccogliere la sfida. 

Fr. Elias Giorgios, un fratello siriano in formazione a Roma, guarda i numerosi video che inondano il suo telefono. “Ghassanieh è il mio villaggio natale. È come se fossi in un sogno, non ci posso credere. Sono senza parole, piango... Mia madre e i miei fratelli sono qui. Sono pervaso da una gioia profonda e, allo stesso tempo, sono consapevole dell’entità della distruzione... Ma ho fiducia nel futuro; la gente ha sviluppato un fortissimo senso di appartenenza alla nostra terra durante questi anni di esilio. Aspettano il ritorno dei loro fratelli per poter tornare; si fidano di noi”.

Mentre i festeggiamenti sono ancora in pieno svolgimento sui gradini della Chiesa di Sant’Antonio da Padova, molte famiglie hanno steso tappeti e le risate dei bambini si levano tra le rovine. Si prepara il caffè o il mate e, per quanto folle possa sembrare, oggi tutti sono tornati a casa.

Si tratta di un “evento storico per la Custodia di Terra Santa, un evento di straordinaria portata umana ed ecclesiale”: così scrive Fr. Francesco Ielpo, Custode di Terra Santa, in una lettera indirizzata a tutti i suoi confratelli di Gerusalemme.

https://ofm.org/siria-il-ritorno-dei-cristiani-a-ghassanieh.html?

Nessun commento:

Posta un commento

Invia alla redazione il tuo commento. Lo vaglieremo per la sua pubblicazione. Grazie

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.