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domenica 16 novembre 2025

Presto il Papa alla celebrazione di Nicea nel suo 1700° anniversario

Reso noto il programma del primo viaggio internazionale di Prevost. A Iznik la preghiera presso i resti della basilica di Nicea, a Istanbul la visita alla Moschea Blu ma non a Santa Sofia (dove si recarono Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI quando era ancora museo). In Libano incontro interreligioso nella piazza dei Martiri e la sosta al porto sventrato dall’esplosione del 2020.

da AsiaNews - 

Sei giornate scandite da sedici discorsi e un fitto susseguirsi di visite a luoghi significativi della storia ma anche a ferite del presente. È il programma della visita apostolica di Leone XIV in Turchia e Libano, il primo viaggio internazionale del suo pontificato, diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana a un mese esatto dalla partenza, insieme ai loghi e ai motti di queste due distinte tappe. Come già annunciato, Prevost dal 27 al 30 novembre Prevost sarà in Turchia dove farà tappa ad Ankara, Istanbul e Iznik per commemorare insieme al patriarca Bartolomeo i 1700 anni del Concilio di Nicea: tre giornate dal profondo carattere ecumenico che saranno contrassegnate dal tema “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,5). Dal pomeriggio del 30 novembre, poi, si sposterà in Libano dove a Beirut e in alcune altre località del Paese porterà un messaggio di dialogo e riconciliazione tra le diverse comunità, incentrato sulle parole del Vangelo di Matteo “Beati gli operatori di pace”.

Leone XIV partirà da Roma la mattina del 27 novembre alla volta di Ankara, la capitale della Turchia, dove appena arrivato visiterà il mausoleo di Ataturk, incontrerà il presidente Recep Tayyip Erdogan e terrà il discorso alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Già alla sera stessa si sposterà poi a Istanbul. Qui la mattina successiva incontrerà i vescovi, i sacerdoti e gli operatori pastorali nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo e visiterà una casa di accoglienza per anziani delle Piccole Sorelle dei Poveri. Nel pomeriggio andrà a Iznik, la città dove si trovano gli scavi archeologici dell’antica Nicea, dove nell’anno 325 si tenne lo storico Concilio che definì la professione di fede che tuttora unisce i cristiani di ogni confessione. Qui - nei pressi dei resti dell’antica basilica - si terrà un grande incontro ecumenico di preghiera.

Tornato a Istanbul la mattina di sabato 29 novembre Leone XIV visiterà la monumentale moschea Sultan Ahmet (nota come la Moschea Blu). A differenza di quanto accaduto nei precedenti viaggi di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, non è invece al momento prevista la visita di Santa Sofia, la storica basilica cristiana fatta erigere nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano. Trasformata prima in moschea e poi in museo da Ataturk, dal 2020 è stata riconvertita da Erdogan al culto islamico.

Il resto del programma in Turchia sarà dedicato agli incontri con le altre Chiese e comunità cristiane: nel pomeriggio di sabato 29 è prevista la firma di una dichiarazione congiunta con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, prima della Messa con la comunità cattolica alla Volskwagen Arena. La mattina di domenica 30 novembre, infine, il papa parteciperà alla chiesa patriarcale di san Giorgio alla Divina liturgia in occasione della festa dell’apostolo Andrea, al termine della quale impartirà la benedizione insieme al patriarca Bartolomeo.

Da Istanbul nel pomeriggio si sposterà poi a Beirut, dove già in serata incontrerà il presidente della Repubblica (il maronita Joseph Aoun), il presidente dell’Assemblea nazionale (lo sciita Nabih Berri) e il primo ministro (Nawaf Salam), prima di tenere il discorso alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Lunedì 1 dicembre il pontefice si recherà alla mattina sulla tomba di san Charbel ad Annaya, per poi incontrare i vescovi, il clero, le religiose e gli operatori pastorali presso il santuario mariano di Harissa. Nel pomeriggio - nella cruciale piazza dei martiri a Beirut - avverrà l’incontro ecumenico ed interreligioso, che sarà seguito da quello con i giovani nel piazzale del patriarcato maronita a Bkerké.
L’ultima giornata del 2 dicembre, infine, dopo la vista all’ospedale de la Croix di Jal el Deib, un momento molto significativo del viaggio di Leone XIV sarà la sosta in preghiera silenziosa davanti al luogo della gigantesca esplosione nel porto di Beirut che il 4 agosto 2020 uccise 218 persone e ne ferì altre 7mila. Presiederà poi la Messa nel Beirut Waterfront, prima della cerimonia di congedo e della partenza per Roma.

https://www.asianews.it/notizie-it/Ecumenismo-e-ferite-di-oggi-nelle-tappe-di-Leone-XIV-a-Istanbul-e-Beirut-64156.html

Il viaggio di Leone XIV in Libano:  «Una speranza per tutta la regione»

Durante il suo viaggio in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre, papa Leone XIV visiterà la tomba di San Charbel, nel monastero di Saint-Maron, ad Annaya, luogo sacro della Chiesa maronita. Un gesto che dovrebbe contribuire ad accrescere la crescente influenza dell'eremita libanese in Occidente.

L'Occidente sembra rivolgersi sempre più a San Charbel, monaco libanese, maronita ed eremita, al quale vengono attribuiti circa 30.000 miracoli. Perché infatti privarsi dell'intercessione di un santo taumaturgo così potente? In pochi decenni, san Charbel è passato da una devozione locale a una fama piuttosto fulminea nel mondo occidentale, incoraggiata dai papi che si sono succeduti. Beatificato nel 1965 e poi canonizzato nel 1977 da papa Paolo VI, san Charbel ha un mosaico con la sua effigie installato nel gennaio 2024 nelle grotte vaticane e si appresta a ricevere la visita di papa Leone XIV durante il suo primo viaggio all'estero.

Il 27 ottobre la Santa Sede ha reso noto il programma del viaggio di Leone XIV in Turchia e Libano, dal 27 novembre al 2 dicembre 2025. Nel Paese dei Cedri, Leone XIV si recherà la mattina del 1° dicembre sulla tomba di San Charbel, nel monastero di San Marone, ad Annaya. Un gesto forte che riflette non solo l'attaccamento del Papa al monaco libanese, ma che significa anche il legame che la Santa Sede intrattiene con la comunità maronita, la più importante comunità cristiana del Libano.

Sebbene i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si fossero recati in Libano nel 1997 e nel 2012, non avevano visitato il monastero di San Marone. È lì che San Charbel trascorse la maggior parte della sua vita: 16 anni di vita comunitaria tra i monaci di Annaya e 23 anni di vita solitaria nell'eremo dei Santi Pietro e Paolo, fino alla sua morte all'età di 70 anni.

Il santo dai 30.000 miracoli:
Da allora, il monastero di San Marone ad Annaya è diventato un importante luogo di pellegrinaggio nazionale e internazionale. La tomba di San Charbel attira ogni anno migliaia di pellegrini desiderosi di rendere grazie per un beneficio ricevuto, di affidare le proprie intenzioni o semplicemente di raccogliersi in preghiera sulla tomba dell'eremita libanese al quale il monastero attribuisce non meno di 29.600 miracoli. Dalla sua morte, migliaia di lettere provenienti da 133 paesi diversi sono state inviate al monastero per chiedere l'intercessione del santo taumaturgo o per rendere grazie per un miracolo.

La preghiera al porto di Beirut:

Non dimentichiamo inoltre che il Papa si recherà al porto di Beirut per pregare:
Memoria e giustizia: la preghiera al porto
La preghiera silenziosa sul luogo dell'esplosione del porto è un punto di svolta morale: si tratta di stare di fronte al dolore, onorare le vittime, ringraziare i soccorritori e affidare a Dio la ricerca della verità e della giustizia. Il silenzio non elimina l'esigenza di rendere conto, ma la nobilita, rifiutando la rabbia sterile e invocando istituzioni che funzionino. Questo gesto tocca l'intera nazione: guarisce la memoria aprendo uno spazio di dignità, dove c'è compassione.

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Per una lettura più approfondita, segnaliamo il link al documento della Commissione Vaticana che approfondisce la teologia del dogma di Nicea:

https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_doc_20250403_1700-nicea_it.html

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