SOS Chrétiens d’Orient
"Perché
venite in Siria? ". questa è una delle domande che spesso
ritornano nel corso delle conversazioni tra volontari e Siriani, perché
i cantieri di Homs sono solo la parte visibile di un lavoro di
ricostruzione molto più profondo, molto più importante: quello dei
cuori da consolare.
"Perché
venite?" è la domanda di Abu Elias, un vecchio che ha sempre
vissuto nel quartiere cristiano di Hamadyié, proprio accanto alla
chiesa di st. Maroun. E' che lui ha visto le atrocità; e i suoi
occhi azzurri, teneri e un po' stanchi, hanno difficoltà a capire
oggi questo slancio di carità che spinge i volontari ad impegnarsi e
rimboccarsi le maniche per ricostruire la sua chiesa e il suo paese.
Di fatto, le richieste affluiscono e i progetti non mancano a Homs:
qui si tratta di una chiesa dove i "ribelli" hanno
saccheggiato l'interno e danneggiato la Via Crucis, là c'è uno che
ha bisogno di aiuto per rimettere in piedi la sua casa, altrove è un
commerciante che vorrebbe rilanciare la sua attività. Non ci sono
priorità particolari tra le richieste: partecipare alla
ricostruzione della cattedrale di Nostra Signora della Pace, usata
dall'esercito ribelle come ospedale e gravemente danneggiata dai
bombardamenti al momento della liberazione, è essenziale perché è
simbolicamente forte, ma i piccoli servizi resi a destra e a manca
lo sono altrettanto. Otto case ricostruite nel quartiere di Hamadyié
significano otto famiglie che hanno ritrovato un po' di conforto. E
molta speranza!
Perché
si tratta, pietra dopo pietra, di ridare ai Siriani nuove prospettive
per il futuro. Proprio per questo, la gioventù di Homs costituisce
l'altro grande cantiere di ricostruzione. Ora, i bambini e i giovani
si divertono a ridere e a giocare per strada come se nulla fosse, ma
una parte della loro spensieratezza è stata rubata e la loro
istruzione è stata spesso messa da parte a causa della guerra.
Quindi, ancora una volta, ci si rimbocca le maniche: sia che si
tratti di rendere agibili le aule o organizzare campi estivi con i
giovani, la ricostruzione è in corso.
"Il
vostro progetto di asilo è il migliore!" dice entusiasta
Giuseppe, giovane siriano (e non è l'unico!) che aiuta
l'associazione come volontario. "Perché i bambini qui hanno
conosciuto solo la guerra, la morte e la distruzione. Quindi è
necessario dare loro la possibilità di divertirsi e di sognare un
po' ". Muri per accogliere bambini e giocattoli per
divertirsi: e se fosse anche questo, lottare contro la guerra?
E
di seguito, il racconto delle squadre dei volontari nell'incantevole villaggio di Maaloula.
" Ogni mattina è uno stupore perpetuo di fronte
a queste colline desertiche, l'aria è pura, gli odori deliziosi, le
stradine ripide dei sentieri di terra cosparsi di frammenti in
pietra.
Stiamo lavorando alla ricostruzione della casa di Lawandios, un siriano con la faccia sorridente e l'umorismo burlone. Impariamo a conoscerci reciprocamente, a lavorare insieme. Ogni pietra, ogni pezzo di legno fissato, ogni betoniera svuotata ci rende orgogliosi.
I bambini del villaggio vengono a trovarci: "tea-time" gridano, per dirci che gli abitanti ci aspettano per prendere il tè. Una tazza, poi una seconda che non si può rifiutare tanto la loro gioia di averci tra di loro si percepisce sulle loro facce.
Il sole continua a battere, ma ci rimettiamo al lavoro. Restano delle pietre da posare e delle case da ricostruire. Come tutti i giorni, Lawandios lavora con noi. Questo affiatamento e l'assistenza reciproca tra Siriano e Francese non fanno che sostenere la nostra motivazione quotidiana e la nostra voglia di portare la nostra pietra alla ricostruzione della Siria. "
Emmy e Jean-Remi, volontari in Siria.
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Dall'inizio della nostra azione, grazie alle vostre donazioni, 800 famiglie sono tornate a vivere a Maaloula. 26 case sono state completamente ricostruite per trasferire queste famiglie esiliate. Molte altre sono state restaurate.
Stiamo lavorando alla ricostruzione della casa di Lawandios, un siriano con la faccia sorridente e l'umorismo burlone. Impariamo a conoscerci reciprocamente, a lavorare insieme. Ogni pietra, ogni pezzo di legno fissato, ogni betoniera svuotata ci rende orgogliosi.
I bambini del villaggio vengono a trovarci: "tea-time" gridano, per dirci che gli abitanti ci aspettano per prendere il tè. Una tazza, poi una seconda che non si può rifiutare tanto la loro gioia di averci tra di loro si percepisce sulle loro facce.
Il sole continua a battere, ma ci rimettiamo al lavoro. Restano delle pietre da posare e delle case da ricostruire. Come tutti i giorni, Lawandios lavora con noi. Questo affiatamento e l'assistenza reciproca tra Siriano e Francese non fanno che sostenere la nostra motivazione quotidiana e la nostra voglia di portare la nostra pietra alla ricostruzione della Siria. "
Emmy e Jean-Remi, volontari in Siria.
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Dall'inizio della nostra azione, grazie alle vostre donazioni, 800 famiglie sono tornate a vivere a Maaloula. 26 case sono state completamente ricostruite per trasferire queste famiglie esiliate. Molte altre sono state restaurate.
" Grazie a voi, noi ricostruiremo questo
villaggio, come la Siria, con la fede, la speranza e la carità”,
dice Padre Toufic, parroco della Parrocchia Melkita Greco-cattolica
di San Giorgio.
Ma
ricostruire ha anche costi notevoli: rimettere porte e finestre su
una casa in ricostruzione costa mediamente 500 €..... Se volete
aiutarci a guarire le ferite della guerra, qui potete fare una donazione
a SOS Cristiani d' Oriente: http://www.soschretiensdorient.fr/donner/