Ulteriori
prove che l'attacco USA 'per armi chimiche' fu basato su una 'false
flag'
di
Tony Cartalucci*
Ulteriori
prove sono emerse che indicano che il presunto attacco chimico in
Douma del 2018, in Siria, fu messo in scena dai miliziani sostenuti
dagli Stati Uniti, non dal governo siriano.
Recenti
rivelazioni indicano che gli Stati Uniti non solo hanno falsamente
accusato Damasco di aver effettuato l'attacco, ma hanno eseguito
bombardamenti contro la Siria basati su un falso pretesto. A
tutt'oggi, gli Stati Uniti hanno categoricamente omesso di produrre
alcuna convincente prova a sostegno delle loro affermazioni iniziali.
Al
contrario, una successiva indagine condotta dall'Organizzazione per
la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha prodotto prove
schiaccianti che dimostrano che un evento 'falso flag' è stato
condotto da militanti appoggiati dagli Stati Uniti. Questo includeva
una bombola di gas di cloro trovata in un deposito di armi dei
militanti ispezionato da investigatori dell'OPCW, che combaciava
esattamente con i due cilindri usati pretestuosamente nello stesso
attacco di Douma del 2018.
Mentre
i militanti sostenuti dagli Stati Uniti hanno insistito nel sostenere
che due bombole di gas sono state sganciate da elicotteri governativi
su Douma, l'OPCW ha osservato che i presunti crateri causati
dall'impatto dei cilindri corrispondevano a quelli degli edifici
vicini chiaramente provocati da ordigni esplosivi.
La
relazione finale dell'OPCW riguardante l'incidente di Douma ha
affermato: Il team [della missione OPCW in Siria] ha osservato che un
simile cratere era presente su un vicino stabile in costruzione.
L'implicazione è
che i cilindri non potrebbero aver creato i crateri a loro attribuiti
dai militanti (sostenuti dagli Stati Uniti) mentre i media
occidentali sostengono questa versione della storia. Invece, implica
che i cilindri sono stati posizionati manualmente vicino ai crateri
preesistenti creati da ordigni convenzionali.
Mentre
il rapporto finale dell'OPCW includeva fotografie di danni
sull'edificio adiacente, non ha ulteriormente elaborato o considerate
le ovvie implicazioni di crateri simili, visti esplicitamente nelle
vicinanze.
Tuttavia,
più recentemente, un rapporto inedito dell'OPCW intitolato
"Valutazione dell'ingegneria di due cilindri osservati
nell'incidente di Douma - Sintesi" (PDF), è stato elaborato:
Gli esperti sono stati consultati per valutare l'aspetto del cratere
osservato nella posizione 2, in particolare la sua parte inferiore.ù
L'opinione
degli esperti è che il cratere osservato sia più coerente con
quello risultante da una esplosione potente (come quella da un
mortaio HE o da un razzo di artiglieria) piuttosto che un risultato
di impatto di un oggetto che cade. Ciò è stato confermato anche
dall'osservazione del tondino deformato rivolto all'esterno nella
parte inferiore del cratere, che non si spiega con l'apparente non
penetrazione e il danno minimo del cilindro. La probabilità che il
cratere sia stato creato da un bombardamento da mortaio/artiglieria o
simile, è supportato anche dalla presenza di più crateri molto
simili di aspetto, in lastre di cemento in cima a edifici vicini, da
un (insolitamente elevato, ma possibile) modello di frammentazione
sulle pareti superiori, con le indicazioni di scheggiatura del
calcestruzzo sotto il cratere, e (mentre si osservava che sono stati
creati nell'angolo della stanza) bruciature nere sul fondo e sulla
sommità del cratere.
La
valutazione ingegneristica concluderebbe: In sintesi, l'osservazione
sulla scena dei due luoghi, insieme alla successiva analisi,
suggerisce che c'è una maggiore probabilità che entrambi i
cilindri siano stati posizionati manualmente in quelle due posizioni
piuttosto che essere lanciate dagli aerei.
La
valutazione aggiunge ulteriore importanza a ciò che molti analisti
hanno concluso all'epoca in cui l'OPCW ha pubblicato il suo rapporto
finale ufficiale sull'incidente - che
l'evento è stato organizzato.
A
ben vedere, Damasco non aveva alcuna motivazione per portare a
termine l'attacco del 2018. Questo si è verificato alla vigilia
della vittoria totale delle forze siriane sui militanti appoggiati
dagli Stati Uniti trincerati nei tunnel attorno alla capitale
siriana. L'esercito siriano aveva usato un'ampia forza convenzionale
per superare le posizioni dei militanti e anche se Damasco avesse
creduto che l'uso di armi chimiche avrebbe accelerato la vittoria, è
improbabile che a quello scopo avrebbe lanciato solo 2 bombole di gas
contenenti una quantità trascurabile di cloro.
Viceversa,
i militanti sostenuti dagli Stati Uniti stavano per affrontare una
sconfitta inevitabile e completa, insieme a un governo degli Stati
Uniti con un disperato bisogno di un pretesto per usare la forza
militare per rallentare o fermare l'avanzata delle truppe siriane -
avevano tutte le motivazioni per mettere in scena l'attacco chimico,
per dare la colpa a Damasco, mentendo fin dall'inizio.
Se
l'analisi politica del presunto attacco che ha considerato le
possibili motivazioni di entrambe le parti per attuare l'attacco, non
fossero ancora abbastanza esaustive, questo recente studio di
ricercatori dell'OPCW ha ulteriormente sollevato la questione.
Perché
il false flag di Douma è ancora importante?
La
propensione di Washington ad inscenare provocazioni come pretesto per
una guerra più ampia, non è connessa alla sola Douma, o alla sola
Siria.
Il
pretesto che portò all'invasione americana dell'Iraq del 2003 era
basato interamente su una menzogna deliberatamente costruita su prove
fabbricate.
E
gli Stati Uniti cercano ancora di provocare la guerra in Ucraina, in
Venezuela, contro l'Iran, e probabilmente ancora in Siria, nel
momento in cui le forze governative (e i suoi alleati NDT) cominciano
a riprendersi Idlib.
Capire
come i militanti appoggiati dagli Stati Uniti hanno messo in scena
l'attacco di Douma nel 2018; come i media occidentali abbiano mentito
al mondo intero in seguito, per vendere il successivo intervento
militare occidentale, e come gli investigatori hanno esposto prove
che rivelano questo attacco come una falsa operazione (false
flag), servirà a tutti per smorzare l'impatto politico delle future
false provocazioni.
*Tony
Cartalucci, ricercatore e scrittore geopolitico di Bangkok, in
particolare per la rivista online "New Eastern Outlook".
trad . Gb.P. OraproSiria
trad . Gb.P. OraproSiria