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Homs, il 20 maggio 2017, gli ultimi 500 terroristi jihadisti e le
loro famiglie del quartiere di al-Waer sono stati esfiltrati verso la
regione di Idlib. Una speranza per i cristiani, che da sei anni
vivevano sotto la minaccia crescente della bandiera nera [di al-Nusra].
Un nostro gruppo sul posto racconta quello che ha visto.
"A
centinaia, nelle strade dei quartieri cristiani di Homs urlavano:
«Allah Akbar» (Allah è grande). Siamo partiti in fretta", mi
racconta padre Boutros, prete greco ortodosso della Parrocchia dei
Santi Pietro e Paolo di al-Waer. Era in occasione della Domenica
delle Palme di aprile del 2011.
"Dei
nostri quartieri hanno fatto delle linee del fronte! Noi perciò
abbiamo abbandonato le nostre case per rifugiarci in zone più
protette, come al-Arman o al-Waer. Quando nel 2014 l'esercito arabo
siriano (SAA) riprese il controllo dei quartieri occupati, i
terroristi jihadisti si barricarono in casa nostra, ad al-Waer.
Tenuto conto della convivenza difficile, la maggior parte dei
cristiani è fuggita. Un giorno, il sagrestano della parrocchia è
stato selvaggiamente ucciso senza spiegazione alcuna. Questo evento
ci ha fatto prendere coscienza dell'urgenza della nostra partenza."
Con
la ripresa dei combattimenti nel dicembre 2016, il governo preferisce
calmare il "gioco" e opta per un accordo con i terroristi
presenti a Homs: in cambio della loro resa totale, il governo
garantisce loro l'evacuazione in autobus in massima sicurezza, per la
provincia di Idlib. A causa di dissensi tra le fazioni dei jihadisti,
i negoziati si protraggono nel tempo. Le prime partenze sono seguite
da attentati sanguinosi e assassini a Homs verso obbiettivi sia militari che civili, rivendicati da Jabhat al-Nusra, allo scopo di
voler far fallire i negoziati.
Il
20 maggio 2017 a mezzanotte è iniziata l'ultima evacuazione dei
jihadisti da Homs. Centinaia di combattenti hanno marciato armi alla
mano, insieme alle loro famiglie (donne e bambini), per salire sugli
autobus con destinazione Idlib. Un'operazione controllata
dall'esercito siriano e dall'esercito russo, che dovrebbe concludersi
entro poche ore.
Preoccupati
per il futuro dei cristiani di questo quartiere, a cui l'Associazione
è vicina, la nostra squadra si è recata sul posto e ci ha fatto
parte di quello che ha visto:
"Siamo
arrivati verso le 10 di mattina ad Al-Waer. Dopo vari posti di
controllo, ci aspettava una lunga fila di autobus monitorati da
decine di poliziotti. Abbiamo visto i Jihadisti che caricavano i
bagagli su un camion prima di dirigersi verso gli autobus. Spesso con
le armi alla mano, questi uomini gettano sguardi di sfida ai militari
presenti. Alcuni fanno il segno V della vittoria, e/o insultano
poliziotti e giornalisti. La tensione è palpabile."
François,
incaricato della comunicazione per l'Associazione da ottobre 2016:
"
Volevo osservare l'evacuazione dei 'ribelli': sono
incappato su dei jihadisti con in mostra le loro armi (Kalashnikov)
che sfidando i poliziotti siriani e i giornalisti, stendendo il dito
verso il cielo, li apostrofavano: "Non muovetevi, presto saremo
di ritorno. Partiamo, per occuparci dei vostri bambini."
Sono
stato particolarmente impressionato da una bambina recante un
kalashnikov e da una seconda di 12 anni che indossa con orgoglio la
bandana nera di al-Nusra."
[François-Xavier,
direttore delle operazioni per l'Associazione].
Il
21 maggio, quasi sei mesi dopo la liberazione di Aleppo, è il turno
di Homs di essere liberata da tutti i terroristi!
SOS
Chrétiens d'Orient