Alla vigilia del suo viaggio in Libano, all'udienza generale Benedetto XVI chiede di pregare per la visita. Nella catechesi ha continuato a illustrare la preghiera nell'Apocalisse. Come cristiani "non possiamo mai perdere la speranza, sappiamo bene che nel cammino della nostra vita incontriamo spesso violenza, menzogna, odio, persecuzione, ma questo non ci scoraggia", perché "sappiamo che la vittoria è di Dio". Dio doni al Medio Oriente "la pace tanto desiderata" e il viaggio di Benedetto XVI in Libano possa "incoraggiare i cristiani e favorire la pace e la fraternità in tutta quella Regione". A due giorni dalla sua partenza per Beirut, Benedetto XVI chiede di "accompagnare con la preghiera" la visita durante la quale consegnerà l'Esortazione postsinodale sul Medio Oriente e incontrerà "le numerose componenti della società libanese: i responsabili civili ed ecclesiastici, i fedeli cattolici dei diversi riti, gli altri cristiani, i musulmani e i drusi di questa regione". Ringrazio il Signore per questa ricchezza che potrà continuare solo se vivono nella pace e nella riconciliazione duratura".
Alla vigilia della partenza, il Papa ha parlato del viaggio sia in italiano che in francese, lingua che userà nei suoi discorsi nel Paese dei cedri, al termine dell'udienza generale. In particolare, Benedetto XVI ha esortato "tutti i cristiani del Medio Oriente ad essere costruttori di pace e attori di riconciliazione. Domandiamo a Dio di fortificare la fede dei cristiani del Libano e del Medio Oriente e riempirli di speranza. Incoraggio l'insieme della Chiesa alla solidarietà affinché possano continuare e testimoniare Dio in questa terra". Il Papa ha sottolineato che "la storia del Medio Oriente ci insegna il ruolo importante e spesso fondamentale svolto dalle diverse comunità cristiane nel dialogo interreligioso e interculturale. Chiediamo a Dio di donare a questa regione del mondo la pace tanto desiderata, nel rispetto delle legittime differenze. Dio benedica il Libano e il Medio Oriente".
In precedenza, nella catechesi per l'incontro settimanale, il Papa aveva detto che come cristiani "non possiamo mai perdere la speranza, sappiamo bene che nel cammino della nostra vita incontriamo spesso violenza, menzogna, odio, persecuzione, ma questo non ci scoraggia", perché "sappiamo che la vittoria è di Dio". Per questo la Chiesa, che "vive nella storia, non si chiude in se stessa, ma affronta con coraggio il suo cammino in mezzo a difficoltà e sofferenze, affermando con forza che il male in definitiva non vince il bene, che il buio non offusca lo splendore di Dio".
Questa prospettiva che porta a elevare a Dio e a Gesù, nella preghiera, "la lode e il ringraziamento" è l'insegnamento che Benedetto ha proposto oggi alle ottomila persone presenti per l'udienza generale, illustrando "la preghiera nella seconda parte dell'Apocalisse". Essa ci dice che "Dio non è insensibile alle nostre suppliche, interviene, fa tremare e sconvolge il sistema del Maligno": "davanti al male si ha l'impressione di non poter fare nulla, ma proprio con la preghiera, la potenza di Dio rende feconda la nostra debolezza".
"Tutte le nostre preghiere, malgrado tutti i nostri limiti raggiungono il cuore di Dio, nessuna va perduta ed esse trovano risposta, anche se a volte misteriosa, perché Dio è amore e misericordia infinita".
http://www.asianews.it/notizie-it/Papa:-Dio-doni-al-Medio-Oriente-la-pace-tanto-desiderata-25795.html
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