Mentre
Aleppo viene lasciata da 51 giorni completamente priva di acqua con
enorme sofferenza di 2 milioni di persone (e numerosi casi di avvelenamento per acqua contaminata estratta dai pozzi di fortuna), Daesh (=ISIS) ha pompato
un'enorme quantità di acque dell’Eufrate attraverso la stazione di
pompaggio di Babiri verso i villaggi situati ad est di Aleppo, con
seria minaccia di inondare i villaggi e creare un disastro per la popolazione, i terreni coltivati e servizi pubblici.
Il
governatore di Aleppo Hussein Diab ha dichiarato il 17 febbraio all'agenzia informativa siriana SANA che le squadre del personale e i tecnici sono partiti
immediatamente verso la zona inondata e sono riusciti a risolvere
alcuni problemi di strozzatura nel corpo principale dell' acquedotto
aprendo altri portali di scorrimento per ripristinare l'equilibrio di
scorrimento dell' acqua, in coordinazione con l’esercito nazionale
della regione.
Il
governatore ha chiarito che i membri di Daesh hanno attivato le pompe
nella stazione di Babiri immettendo una quantità che supera la
capacità degli acquedotti allo scopo di creare maggiori danni per
la popolazione e inondare l’area di acqua, e in tal modo anche
contrastare le operazioni dell'esercito siriano in avanzata verso il
territorio.
Daesh giovedi scorso aveva bloccato di nuovo completamente la corrente dell’acqua diretta verso Aleppo dalla fonte del Khafsa a 90 km a est di Aleppo, dopo neanche 24 ore dal momento in cui aveva iniziato a scorrere.
In
precedenza l’ONU aveva messo in guardia dalle conseguenze della distruzione della diga dell’Eufrate presso la provincia di Raqqa
che ormai è controllata da Daesh.
A
sua volta, il governo siriano ha deplorato la distruzione del ponte di Maghla da parte degli aerei della Coalizione USA.