Dall' Osservatore Romano del 4 marzo 2012
Oltre settanta morti negli scontri
DAMASCO, 3. Sette camion carichi di medicinali e tre ambulanze del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) non hanno potuto entrare nella città di Homs, da mesi al centro di violenze e scontri. «È inaccettabile che gente che da settimane ha bisogno urgente di assistenza non abbia ancora ricevuto alcun aiuto» ha detto il presidente del Cicr, Jakob Kellenberger.
In precedenza, le autorità siriane avevano concesso l’autorizzazione all’ingresso. Ieri, tuttavia, hanno ritirato il permesso. Negli ultimi giorni, i combattimenti a Homs si sono intensificati, in particolare nel quartiere di Bab Amro: gli attivisti riferiscono di 75 persone uccise. Il Governo di Assad attribuisce la responsabilità degli scontri a bande di terroristi infiltrati dall’estero.
In precedenza, le autorità siriane avevano concesso l’autorizzazione all’ingresso. Ieri, tuttavia, hanno ritirato il permesso. Negli ultimi giorni, i combattimenti a Homs si sono intensificati, in particolare nel quartiere di Bab Amro: gli attivisti riferiscono di 75 persone uccise. Il Governo di Assad attribuisce la responsabilità degli scontri a bande di terroristi infiltrati dall’estero.
L’Onu ha chiesto l’accesso immediato degli aiuti umanitari nella città.
«Continuiamo a ricevere informazioni su esecuzioni sommarie, arresti arbitrari e torture» ha detto il segretario generale, Ban Ki-moon, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite aggiungendo che contro la città «ieri c’è stato un grande assalto» delle forze governative. «Ad Homs, Hama e altrove, brutali combattimenti hanno visto i civili intrappolati nelle loro case, senza cibo né elettricità, e senza la possibilità di poter evacuare i feriti o seppellire i morti» ha detto ancora Ban Ki-moon parlando all’Assemblea generale.
Intanto, la comunità internazionale alza i toni contro Damasco. Il presidente statunitense, Barack Obama, ha dichiarato che «la questione non è se, ma quando» il Governo siriano cadrà. A Bruxelles, i leader europei hanno deciso di «preparare nuove sanzioni» e di riconoscere il Consiglio nazionale di transizione (piattaforma che raccoglie vari gruppi di attivisti) come un «legittimo rappresentante dei siriani». Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha deciso la chiusura dell’ambasciata di Francia a Damasco.
«Quello che succede in Siria è uno scandalo: è inaccettabile che Homs rischi di essere cancellata dalle carte geografiche» ha denunciato Sarkozy. «Ma non ci saranno azioni finché le Nazioni Unite non avranno stabilito le condizioni giuridiche» ha precisato.