IL PUNTO DI VISTA DELLA MADRE SULLA SITUAZIONE IN SIRIA
L'intervista di Jean-Pierre Elkabbach risale al febbraio 2012, ma è ancora di estremo interesse
Traduzione in italiano a cura della Fraternità Maria Gabriella
Jean-Pierre Elkabbach: Oggi Homs è una città ferita, insanguinata, ripetutamente colpita ; è
bombardata dall’ esercito regolare che sta battendo casa per casa. Perché Homs
è tanto presa di mira ?
Madre Agnès-Mariam della Croce : E’ diventata il bastione, il simbolo
della resistenza ed è anche divenuta un ghetto dove la comunità internazionale
promette tantissimo ma in realtà è incapace
di portare aiuto alle persone in pericolo.
J-P E. :
Perché dice ghetto ?
M.A-M :
Perché è accerchiata e comincia a mancare tutto.
J-P E. : Dunque dice « il ghetto di Homs »?
M. A-M :
Il ghetto di Homs, di Bab Amra più esattamente.
J-P E. :
Vuole dire che non è tutta la città che é colpita, ma i nuovi quartieri. Che ci
abita ?
M. A-M :
Sono ribelli a maggioranza confessionale sunnita che vi si sono nascosti per portare
avanti la resistenza.
J-P E. :
E’ una svolta militare? in che cosa è diverso delle settimane precedenti dove
si parlava dell’esercito che era già presente ?
M. A-M :
Penso che nel passato si trattava un pò di un gioco come « il gatto e il
topolino » ma niente era ancora deciso, ma si lasciava deteriorare la
situazione da entrambe le parti, mentre oggi
il semaforo verde è stato dato per annientare la ribellione.
J-P E. : E dato da
chi ?
M. A-M : Penso che
sia stato dato dal governo siriano.
J-P E.. : Vuole
dire dal présidente Bachar el Assad ?
M. A-M : Si certo,
niente si può fare senza di lui.
J-P E. : Vi sono
altre città accerchiate dall’ esercito in questo momento ?
M.A-M :
L’esercito accerchia città con velleità di resistenza, sia per negoziare, sia
per annientare.
J-P E. :
Il regime attuale della Siria è denunciato dal mondo intero, tranne che da
Russia e Cina. Il regime usa la forza contro una parte del popolo. Può tenere
ancora molto tempo così ?
M. A-M :Personalmente
credo che il regime fondato da Hafez el Assad è già caduto, dato che il multipartitismo
è già in vigore in Siria. I giovani hanno domandato che nuovi partiti fossero fondati e si può dare la
propria opinione senza esser repressi. Perché il presidente Bachar el Assad è
spinto ad operare aperture verso la democrazia.
J-P E. :
Sì, è forse l’effetto della primavera araba ; ma il regime non crollerà da
solo.
M.M-A :
Il regime è già crollato nella sua parte ideologica.
J-P E. :
Oggi lei ritorna in Libano, luogo del suo esilio, e vedremo perché lei è
esiliata. Lei ha sempre vissuto a Homs, è vero che alle quindici la città si
ferma e cominciano gli spari?
M. A-M :
Ho visto questo coi miei propri occhi. Questa cosa ci ricorda lo scenario della
guerra civile in Libano. Homs è in gran parte simile a Beyrouth durante gli
anni della guerra civile.
J-P E. :
Si conosce il quartiere dove Edith Bouvier si rifugia. Il suo fotografo è
riuscito a entrare in Libano a 30 chilometri di lì. Come salvare Edith
Bouvier ? Come salvarla, come farla evacuare, come farla uscire di
lì ? ( Nota dei traduttori : Il
1 marzo ha lasciato la Siria ed è arrivata all'ambasciata francese a Beirut, in
Libano, E. B. la giornalista ferita che era rimasta intrappolata a Homs)
M.A-M :Credo
che non ci sia un altro modo che l’intervento della Croce Rossa internazionale
con l’accordo della Croce Rossa siriana.
J-P E. :
Ma Damasco rifiuta di lasciare intervenire né la Croce Rossa internazionale né
quella locale.
M.A-M :
Bisogna veramente insistere perchè vi sia un momento di pace, di stabilità
perché si possa entrare.
J-P E. :
Una sorta di cessate il fuoco..
M.A-M :
Sì perfettamente.
J-P E..
Questo è ciò che domanda il governo francese e Alain Juppé.
Conosce questo tunnel di cui parlava
il giornale Libération ?
M. A-M :
Sì. E’ molto famoso. Sono costruzioni sanitarie, che erano usate peraltro per
il contrabbando e che oggi sono davvero un mezzo di comunicazione con il mondo
esterno, in particolare il Libano nord.
J-P E. :
Vuole dire che conduce al Libano. E quali cose passano di lì ?
M.A-M :
Allora : prima passa l’alimentazione, i medicinali, ma anche armi.
J-P E. :.E’
questo il solo tunnel oppure ne esistono altri ?
M. A-M :
Ce ne sono altri.
J-P E. :
Si dice, madre Agnès –Mariam che questa guerra è una guerra civile. E’ anche
una guerra etnica e religiosa ?
M. A.M :
Credo piuttosto che siamo dirigendoci verso una guerra confessionale, poiché si
esacerbano da entrambe le parti inimicizie confessionali, e questo è molto
male.
J-P E. :Certo
non è tanto semplice. Ma le due comunità esistevano, alaouite e sunnite,
coabitavano. Oggi stanno uccidendosi, ma hanno coabitato.
M. A-M :
Ecco, il tessuto sociale è stato scosso e la fiducia mutua è stata smussata.
Ecco la componente. Non è tutta la popolazione, certo, ma almeno una parte
della popolazone ha accettato di entrare in una mentalità di confronto
confessionale.
J-P E. :
E sono tutti armati..
M.A-M :
Si sono armati. Sì, purtroppo una componente è armata. Quella della resistenza,
mentre per l’altra le armi sono
l’esercito del governo.
J-P E. :
E’ vero che vi sono rapimenti in ogni campo e che si moltiplicano ?
M. A-M :
Siamo stati di questo testimoni e a volte abbiamo negoziato tra le comunità religiose
che purtroppo sono antagoniste. Ma attualmente quelli che vogliono fare il gioco
dell’ antagonismo dico che non è la maggioranza del popolo siriano…
J-P E. :
Ma vi sono rapimenti, me lo raccontava…
M. A-M :
Sono rapimenti e antirapimenti.
J-P E. :
Vuole dire…scambi ?
M. M-A :
Perfettamente.
J-P E. :…Prendo
tuo padre e io vengo a cercare tuo figlio, tua sorella, la tua famiglia…
M. A-M :
Ecco. Per evitare il massacro, oppure evitare una riscatto troppo oneroso.
J-P E. : Si mette un prezzo per ogni testa ?
M A-M :
Si, tra 20.000 e 40.000 euro.
J-P E. :
Una sola persona ?!
M. A-M :
Sì e si svolge nel corso di parecchi mesi e purtroppo non è stato scoperto dalla
stampa.
J-P E. :
Lei stessa, ha visto i primi morti negli ospedali di Homs oppure no ?
M. A-M :Sono
andata 3 volte a Homs e vi ho anche passato delle notti. Ho visto con i miei
propri occhi gli ospedali di Homs pieni di cadaveri che arrivano al ritmo di 3
o 4 per ora. In una sola giornata abbiamo contato 100 cadaveri e non vi era più
posto nell’ obitorio.
Erano accatastati fino fuori. Non vi era nemmeno un posto sulle
barelle.
J-P E. :
Li ha visti lei stessa ?
M.A-M :Li
ho visti con i miei propri occhi e credo che le cifre che vengono diffuse sono
fittizie: vi sono più morti in Siria e ciò non è riportato dalla stampa
internazionale che è troppo unilaterale.
J-P E. :
Ma ogni morto ha un volto e un nome ! Si sa l’identità di chi è morto ?
M.A-M :Ho
chiesto alla Croce rossa siriana e agli ospedali sirani, soprattutto della mia
diocesi, di darmi i nomi e abbiamo fatto delle liste di nomi, ci sono dei
« veri vivi » che sono divenuti dei « veri morti »,
mentre le cifre anonime non dicono niente della situazione reale che prevale in
Siria.
J-P E. :
Allora, Madre Agnès-Mariam, dicevo poco fa, lei è un personaggio abbastanza
controverso, lei è in esilio in Libano. Il suo nome è su delle liste nere, lei
è minacciata di morte, da chi ?
M. A-M :Attualmente
credo che la minaccia viene da ogni parte, perché quando si entra nella sfera
pubblica, si trova sempre qualcuno che cerca di utilizzarti.
J-P E. :
I ribelli e i rivoltosi di una parte, ma anche il regime di Bachar el
Assad ?
M. A-M :
Sì certo, forse non direttamente, ma vi sono
sempre manovre che potrebbero essere usate per fare luce su dei cristiani che
sono in pericolo e allora potremo essere presi di mira.
J-P E. :
Lei sa che diverse voci circolano a proposito della sua persona ?
M. A-M :
Sì
J-P E. :
Si dice che era vicina al regime di Damasco, di Bachar el Assad e di sua
moglie.
M. A-M . Purtroppo,
mi dispiace.
J-P E. :
Si dice , oppure è la verità ?
M. A-M :
No, non è la verità. Si fa di me una caricatura. Non si capisce niente della
mia azione e non voglio giustificarmi. I fatti diranno ciò che faccio e perché
lo faccio.
J-P E. :
Ma si criticano per esempio, i suoi contatti con i servizi segreti siriani,
M. A-M :…Sa
che in Siria con 23 milioni di abitanti, sono ben la metà nei servizi
segreti ! Se parlo con il negoziante, lo è forse…e va forse a dare
informazioni.
J-P E. :
Ma adesso, lei è favorevole alla caduta
reale di Bachar el Asaad ?
M.A-M :Sono
favorevole a questo : che il popolo siriano sia ascoltato nella sua
totalità e decida egli stesso del suo avvenire senza che vi siano ingerenze intempestive
che non fanno che aggravare la
situazione.
J-P E. :Ma
questo si può fare se Bachar el Assad rimane al suo posto ?
M. A-M :
Io domando che vi sia davvero una posizione responsabile per fermare
l’effusione di sangue.
J-P E. :Su
domanda di France2 , lei aveva aiutato Gilles Jaquier e la sua equipe
d’ «envoyé spécial » a ottenere dei visti d’ingresso a Damasco e a
Homs. Non l’ha accompagnato a Homs. Il governo e l’esercito siriano sapevano
dove era la stampa ?
M. A-M :
Quel giorno, no. Perché erano entrati senza voler essere accompagnati e sono
arrivati al luogo dove sono stati bombardati, dunque da persone armate non
identificate, sono arrivati per caso.
J-P E. :
E’ caduto in una trappola ?
M. A-M :
No, era una manifestazione pro regime che è stata bersaglio di un attacco.
J-P E. :
Si sente, lei che l’ha sostenuto ma non accompagnato, in parte
responsabile ?
M. A-M :
No, no, no, credo che Gilles Jaquier è arrivato lì per caso e poi ha davvero
condiviso il destino di una popolazione
che è stata quotidianamente bombardata.
J-P E. :
Spero che la sua famiglia e la Francia conosceranno presto la verità.
Lei pensa che bisogna consegnare le armi ai ribelli?
M. A-M . No.
Sono contro. Alla signora Hillary Clinton, dico che non bisogna consegnare
delle armi ma fermare l’effusione di sangue.
J-P E. :
Ma quale è la soluzione ?
M. A-M :
La soluzione è il dialogo e il pluralismo in Siria e lasciare il popolo siriano
decidere di se stesso.
TRADUZIONE :Fraternità Maria Gabriella