Di
Hekmat Aboukhater, Mondialisation.ca, 24 agosto 2023
Traduzione
dal francese di Maria Antonietta Carta
Quale
desiderio inappagato, quale sete di vendetta, quale odio, quale
ignoranza o quali ricompense possono alimentare gli appelli di
individui, fuori pericolo, a massacrare il proprio Paese e a fare
campagna per affamare i propri concittadini, al solo scopo di “
cambiare un regime”? È peggio che collaborare con il nemico. È
inaudito. Il giovane autore siro-americano, che ha corso l'enorme
rischio di infiltrarsi tra loro e smascherarli, racconta come tali
nemici interni vengano sfruttati da nemici esterni e i piani
diabolici che si stanno preparando per la Siria ormai esangue dopo
dodici anni di una guerra atroce senza precedenti nei tempi moderni.
Dodici anni di resistenza eroica, coronati da una vittoria militare
secondo il parere di amici e nemici, per poi ritrovarsi preda degli
stessi predatori. La Siria è in grave pericolo e ha più che mai
bisogno del sostegno dei suoi cittadini ovunque si trovino, così
come ha bisogno dell’aiuto dei suoi alleati, in particolare Iran e
Russia che hanno dichiarato di essere intervenuti in Siria per
impedire ai mercenari terroristi strumentalizzati da parte degli
Stati Uniti di arrivare a Teheran e Mosca. Certo, questi due potenti
alleati devono combattere su altri fronti. Resta il fatto che la
domanda che si pongono i Siriani è: cosa è cambiato oggi, quando la
Siria ha sofferto tutto e dato tutto per non sottomettersi al nemico
comune? (Mouna Alno-Nakhal)
***
Ho
partecipato senza invito alla riunione del fronte di pressione che ha
posto fine alla Treasury Issues Syria
General License 23 in soccorso ai
terremotati[1] e che attualmente milita a favore del prolungamento
della guerra economica intrapresa da Washington contro questo Paese
per altri otto anni. A porte chiuse, l'ex funzionario del
Dipartimento di Stato che ha condotto il seminario ha rivelato
l'obiettivo finale del gruppo: la spartizione della Siria e la
creazione di un califfato de facto per un ramo rinominato di
al-Qaeda. Il 30 luglio mi sono registrato con uno pseudonimo per
partecipare a un seminario organizzato dal Syrian American Council
(SAC), la principale voce della lobby che mira ad affamare e
destabilizzare la Siria affinché si sottometta al volere
dell'Occidente. Il workshop ha chiesto ai membri del SAC di sostenere
il nuovo disegno di legge sul cambio di regime in Siria: Assad Regime
Anti-Normalization Act del 2023 (H.R. 3202) [2].
Durante
l’incontro ho potuto constatare l’impatto della lobby
anti-siriana e comprendere le tattiche ciniche che impiega per
condannare il popolo siriano alla povertà e alla fame. Più
recentemente, questa lobby è riuscita a porre fine alla Licenza
Generale per la Siria, che consentiva l’ingresso di aiuti umanitari
dopo il terremoto che l’ha colpita a febbraio. Ci è arrivato
grazie a una menzogna che i leader del seminario hanno ripetuto più
e più volte: “Le sanzioni colpiscono solo il governo siriano e non
il popolo”. In verità, le sanzioni hanno causato un danno
incalcolabile al popolo siriano, come ha notato Alena Douhan,
relatrice speciale sulle misure coercitive unilaterali presso le
Nazioni Unite, in un’intervista a The Grayzone nel 2021. Un civile,
con cui la Douhan aveva parlato all’inizio della giornata, ha
spiegato che “L’impatto delle sanzioni unilaterali sulla
popolazione siriana è più o meno equivalente a quello del
conflitto…”.
Ma per alcuni questo non è ancora sufficiente. Tra
loro c'era il facilitatore del seminario Wa'el Alzayat, un veterano
siro-americano del Dipartimento di Stato che recentemente ha scritto
un editoriale in cui esorta a "non revocare le sanzioni alla Siria per aiutare le vittime del terremoto! [3]. Durante il seminario che
ha contribuito a organizzare, Alzayat ha chiesto che la Siria sia
divisa in una serie di "Stati indipendenti" tra cui un
nuovo califfato nella regione di Idlib, guidato da un ramo di
al-Qaeda, prima designato come " organizzazione terroristica
straniera" da parte del governo americano [4].
La
violazione delle sanzioni salva vite siriane
Il
6 febbraio 2023, una nuova coltre di miseria avviluppava la Siria a
seguito dei massicci e consecutivi terremoti che l’hanno colpita.
Questo disastro naturale si è aggiunto alle calamità provocate dai
Paesi occidentali e dagli Stati del Golfo, che hanno alimentato i
gruppi armati che l’hanno devastata per più di otto anni. I
terremoti hanno causato la morte di oltre 7.000 persone e si stima
che circa 9 milioni di Siriani siano stati colpiti da questo
disastro. [...] Le poche volte in cui si parlava delle sofferenze
dei Siriani, i media mainstream tendevano ad attribuire la colpa
della tragedia al presidente Bashar al-Assad, accusandolo di
esacerbare la crisi non consentendo piena libertà di movimento da e
verso le aree ancora controllate dalle milizie di al-Qaeda. Il 9
febbraio, quando il periodo cruciale di 72 ore oltre il quale le
speranze di trovare sopravvissuti sotto le macerie si sono
notevolmente ridotte [5], l'OFAC [Office of Foreign Assets Control]
del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha rilasciato la
licenza LG 23 che autorizza transazioni relative al sostegno alle
vittime per 180 giorni; transazioni vietate dai regolamenti sulle
sanzioni contro la Siria (SySR). Questa licenza ha portato il
sollievo tanto necessario alle organizzazioni umanitarie nel Paese
concedendo esenzioni alle istituzioni finanziarie che le sostengono.
Come spiega il Carter Center in un "Libro bianco"
pubblicato l'11 luglio [6], la LG 23 ha consentito ad attori non
americani di effettuare transazioni con i Siriani garantendo alle
istituzioni finanziarie che non avrebbero violato la legge
statunitense, e ha contribuito a sincronizzare gli sforzi attraverso
nuove opportunità di dialogo tra le agenzie umanitarie
internazionali. In qualità di direttore di una ONG con sede nel
Massachusetts, "Project Onwards" [7], che ha raccolto
30.000 dollari per aiutare le vittime del terremoto del 6 febbraio,
sono stato testimone dell'impatto delle sanzioni statunitensi.
Durante la raccolta e la distribuzione dei fondi, la nostra ONG ha
dovuto affrontare continui ostacoli da parte di istituzioni
finanziarie come Venmo, Paypal, Bank of America...; un'esperienza che
ho recentemente raccontato in un'intervista a MarketWatch [8]. A 48
ore dal terremoto, Project Onwards fu informata che il suo account
era stato congelato a causa di una donazione di 5 dollari che
includeva la parola “Siria”. Questi ostacoli sono in gran parte
scomparsi dopo l’annuncio dell’LG 23 che per la maggior parte dei
Siriani era attesa da tempo ed è stata gradita. Ma questa libertà
finanziaria limitata è un anatema per la lobby anti-siriana, che
opera come estensione politica dei banditi armati che hanno devastato
la Siria, e non si è fermata davanti a nulla nel suo tentativo di
affamare la popolazione siriana e costringerla a sottomettersi.
Composta da uno strano amalgama di attivisti governativi anti-siriani
ed ex dipendenti del governo statunitense, questa lobby è inorridita
all’idea che i Siriani possano tornare a una parvenza di normalità
sotto il presidente Bashar al-Assad.
La
lobby anti-siriana apre la strada alla rottamazione dell’LG 23
L'8
agosto, allo scadere dei 180 giorni, il Dipartimento del Tesoro
annunciava che la LG 23 non sarebbe stata rinnovata. L’Unione
Europea ha prorogato la propria licenza fino al 24 febbraio 2024. Il
Regno Unito ha prorogato la propria fino a nuovo avviso, mentre gli
Stati Uniti sono tornati allo status quo imponendo sanzioni
draconiane al popolo siriano. Il rifiuto dell’amministrazione Biden
di rinnovare l’LG 23 può essere in gran parte attribuito alla
politica immutata di Washington nei confronti della Siria. Dopo otto
anni di sostegno sul campo ai gruppi jihadisti e settari nella loro
sporca guerra contro la Siria, gli Stati Uniti sono passati
dall’incitamento al conflitto militare all’incoraggiare lo
strangolamento economico, ma l’obiettivo finale non è cambiato, né
lo è l’ultimatum alla base della politica statunitense: cacciare
Bashar al-Assad, cioè cambiare il regime siriano o vedere la Siria
bruciare. Anche se alla fine la decisione è stata presa da
Washington, una costellazione di ONG e gruppi no-profit hanno aperto
la strada. Si tratta di una rete di alcuni attori settari spinti da
rimostranze personali e nascosti dietro dieci organizzazioni
nazionali che danno un volto siriano alla guerra economica di
Washington contro Damasco. Poche persone rumorose quasi tutte
presenti su Twitter/X, mentre i Siriani non possono iscriversi
utilizzando il codice Paese: 963+ [9] [10]. Di conseguenza, il
sostegno della lobby anti-siriana è amplificato dai portavoce del
Dipartimento di Stato, dai neoconservatori e dai falchi belligeranti,
mentre i Siriani che subiscono le conseguenze sono messi a tacere dal
regime di sanzioni occidentale.
La
lobby anti-siriana lotta per impedire gli aiuti
Già
il 9 febbraio, mentre gli abitanti di Aleppo erano ancora
intrappolati sotto le macerie la lobby anti-siriana aveva dichiarato
che qualsiasi forma di riduzione delle sanzioni era una “violazione”
di cui il governo siriano avrebbe potuto abusare. E durante i 180
giorni di pausa, la lobby ha martellato l’amministrazione Biden con
appelli pubblici,[11] editoriali e pubblicazioni di think tank del
Medio Oriente[12] dando a Washington il mandato di cui aveva bisogno
per non rinnovare la LG 23. Questa lobby, impiegata da Washington
come arma di oppressione, il 25 luglio pubblicava un messaggio in cui
chiedeva all’amministrazione Biden di “rifiutare qualsiasi
tentativo di estendere la LG 23 alla Siria”, sostenendo che
l’esenzione umanitaria “consente rapporti illimitati con il
regime di al-Assad” [13]. Poche settimane dopo, vinse la causa.
Come altri lobbisti anti-siriani, l'ACS afferma di parlare a nome di
tutti i Siriani, ma le reazioni deludenti al flusso di materiale che
pubblica sui social media indicano il contrario. Un post su Facebook
che celebrava la scomparsa dell'LG 23 e ringraziava gli "instancabili
sforzi del team e degli alleati" ha raccolto solo due "Mi
piace".
Il
Syrian American Council
(SAC) onora i guerrafondai e reprime le voci contro la guerra
All’ACS
si unisce spesso nei suoi sforzi (di martirizzare il popolo siriano
innocente, n.d.t.) il cosiddetto Syrian American Council o SAC,
insieme alle dozzine di altre organizzazioni che compongono la lobby
anti-siriana a Washington. Negli ultimi dieci anni, la ONG allineata
ai neoconservatori, ha spinto per l’intervento militare degli Stati
Uniti in Siria. Guidata da Suzanne Meridien, un’ammiratrice
dichiarata del defunto senatore dell’Arizona John McCain,[13] il
cui fanatico sostegno agli attacchi militari statunitensi in Iraq,
Afghanistan, Libia e Siria l’ha reso uno dei più famigerati falchi
belligeranti del ultimi due decenni. [...]
Il
nuovo disegno di legge mira a condannare la Siria alla carestia e
alla guerra civile. All’inizio di maggio, un altro colpo al futuro
dei Siriani è arrivato sotto forma di un nuovo pacchetto di
sanzioni. Questo disegno di legge richiede che il governo federale si
opponga a qualsiasi forma di normalizzazione con la Siria da parte
dei suoi vicini e autorizzi potenzialmente la punizione anche dei
presunti alleati degli Stati Uniti come Emirati Arabi Uniti, Bahrein,
Giordania e Arabia, che cercano di ripristinare le relazioni
diplomatiche. Inoltre, si chiede di espandere la portata delle
sanzioni a tutti i cittadini stranieri che intrattengono rapporti
commerciali con il governo siriano e di inserirli in potenziali
elenchi di sanzioni. Se approvata dal Congresso, condannerebbe i
Siriani a un altro decennio di sanzioni economiche tra le più dure
al mondo, estendendo quelle del devastante Caesar Act fino al 2032, e
il governo degli Stati Uniti dovrebbe utilizzare “al massimo i suoi
poteri" per "scoraggiare le attività di ricostruzione in
qualsiasi area sotto il controllo di Bashar al-Assad". In
sostanza, l’H.R. 3202 serve a riaffermare il Caesar Act del 2019,
divenuto famigerato per il suo ruolo nell’impoverimento della
popolazione siriana [15], nella distruzione della lira siriana, nel
mantenere il 90% dei Siriani al di sotto della soglia di povertà
condannandone milioni all’inedia [16]. Joshua Landis [17] - uno dei
pochi esperti indipendenti sulla Siria - spiega nella sua analisi di
questo disegno di legge: "Finché l'economia siriana rimarrà in
rovina, sempre più rifugiati lasceranno il Paese, aumenterà il
commercio di droghe illecite e sempre più Siriani aderiranno a
gruppi radicali”. Questo è esattamente ciò che la SAC si
proponeva di ottenere attraverso la sua campagna per l’approvazione
della H.R. 3202.
Un
seminario su come affamare i civili
All’inizio
di luglio, il SAC annunciava che avrebbe aperto le iscrizioni a un
seminario progettato per formare attivisti nell’arte di esercitare
pressioni sui politici per sabotare l’economia di un altro Paese.
Naturalmente, quando alcuni dei più zelanti agenti siriani del
cambio di regime mi hanno offerto l’opportunità di vedere con i
miei occhi come si possano imporre sanzioni mortali senza un genuino
sostegno popolare, ho colto al volo l’occasione. Il facilitatore di
questo workshop era Wa’el Alzayat, che aveva prestato servizio con
orgoglio e onori sotto gli interventisti liberali come l’attuale
direttrice dell’USAID Samantha Power e l’ex ambasciatore
americano in Siria Robert Ford. Egli è anche amministratore delegato
di "Emgage" [18] un'organizzazione finanziata dalla Open
Society Foundation di Georges Soros. [...]. Emgage e Alzayat furono
oggetto di un'indagine approfondita da parte di Electronic Intifada
[19] che dimostrò i legami di Emgage con organizzazioni
filo-israeliane e il suo ruolo nella proiezione del potere americano
all'estero, il più delle volte ignorando la causa palestinese[20].
In un articolo del 2017 pubblicato dal Washington Institute for Near
East Policy [21], egli sostiene gli attacchi militari statunitensi
contro Siria, Iraq e Iran nel tentativo di suscitare nuovamente il
panico legato alle armi di distruzione di massa [...]. Durante il
seminario, Alzayat chiese ai suoi membri di esercitare pressioni sui
funzionari eletti affinché sostenessero la legislazione intesa a
contrastare qualsiasi ripresa economica in Siria. Sebbene il disegno
di legge H.R.3202 fosse al centro dell’incontro, Alzayat e altri
leader della SAC incoraggiarono i partecipanti a familiarizzare con i
progetti di legge che prendono di mira direttamente o indirettamente
la Siria, la sua economia e la sua popolazione. Il seminario
includeva anche le prove di un incontro con membri del Congresso, in
cui i membri del SAC avrebbero sollecitato il sostegno alla
legislazione anti-siriana. Durante questo stesso seminario, ho anche
avuto modo di vedere come funziona la lobby anti-Siria e come essa
sfrutti l’ambizione individuale, gli interessi finanziari e
l’ignoranza per promuovere sanzioni schiaccianti. In breve, il
workshop si è concentrato sulle sei principali “priorità
politiche” riguardanti la Siria, con una serie di obiettivi
contrastanti che rappresentano la nuova e sempre più creativa spinta
di Washington per sottoporre i Siriani a infinite privazioni
economiche.
|
La città di As-Suwayda, nel sud della Siria, teatro delle recenti manifestazioni, |
è una città prevalentemente drusa situata nel sud-ovest della Siria , vicino al confine con la Giordania .
Le
priorità distorte della lobby anti-siriana
La
natura neocoloniale delle "priorità politiche" della SAC
apparve chiara fin dall'inizio della sessione, quando Alzayat
annunciò il primo obiettivo: "ripristinare la leadership
americana" nello Stato sovrano della Siria. La dinamica proposta
dagli attivisti anti-siriani fu presentata in modo apparentemente
pacifico, con il gruppo che esortava i suoi membri a invitare i
funzionari eletti a perseguire la “via diplomatica” verso una
soluzione politica e a chiedere loro di “lavorare per formalizzare
un cessate il fuoco a livello nazionale". Ma questo finto
pacifismo sfumò rapidamente nel momento in cui Alzayat
inavvertitamente rivelava la vera agenda dei membri del gruppo,
secondo cui se avessero potuto fare pressione sui decisori
statunitensi per un cessate il fuoco in Siria, si sarebbero
avvicinati al loro obiettivo finale di aiutare le regioni
nordoccidentali e nordorientali del Paese, che “diventeranno
indipendenti”. In pratica, l’organizzazione terroristica che fino
al 2016 si era presentava pubblicamente come il ramo siriano di
al-Qaeda sarebbe diventetata uno Stato-Nazione e i circa 4 milioni di
Siriani che vivono sotto il suo governo sarebbero stati
definitivamente soggetti alla barbarie della Sharia interpretata dai
salafiti e dai jihadisti 21 anni dopo la famosa dichiarazione del
presidente Bush, secondo cui “nessuna nazione può negoziare con i
terroristi”. L’influente lobby anti-siriana sembrava aver deciso
che non soltanto si può negoziare con i terroristi, ma che dovremmo
aiutarli a fondare il proprio califfato.
Nelle
condizioni attuali, il cessate il fuoco proposto da Alzayat
faciliterebbe l'establishment della politica estera statunitense,
perché in effetti il nord-ovest “indipendente” rimarrebbe un
focolaio di attività terroristiche e il califfato probabilmente
prenderebbe di mira le aree controllate dal governo siriano, almeno
all’inizio. Per quanto riguarda il nord-est “indipendente”,
vedrebbe la creazione di uno Stato curdo senza sbocco sul mare,
raggiungendo un obiettivo strategico simile. Inoltre, l’applicazione
del cessate il fuoco richiederebbe l’occupazione indefinita della
Siria da parte delle forze militari americane, che potrebbero
continuare a giustificare la loro presenza illegale con l’esistenza
del centro terroristico nel nord-est del Paese. Dopo aver esposto il
suo piano per balcanizzare la Siria, il SAC presentava una
diapositiva con il piano per “ripristinare la leadership americana”
in Siria. A tal fine la lobby chiedeva la nomina di un “inviato
esperto per la Siria” per contribuire a rinvigorire il percorso
politico. Durante il seminario, il signor Alzayat incoraggiò i
partecipanti a inviare a lui e al suo ufficio presso SAC qualsiasi
domanda e dubbio, suggerendo in modo non molto sottile che lui era
la persona ideale per questa posizione. Inoltre, il SAC esortò i
suoi membri a chiedere ai legislatori un cessate il fuoco in Siria
guidato da “Turchia e alleati che la pensano allo stesso modo”.
Un’affermazione che trascura la responsabilità della Turchia nel
privare la Siria settentrionale di oltre il 50% delle sue riserve
idriche[22] e nel convogliarvi enormi quantità di jihadisti e armi
negli ultimi dieci anni. In quanto responsabile della “rotta della
jihad” [23], il governo turco ha facilitato l’arrivo di centinaia
di migliaia di terroristi che dal 2011 cercano di instaurare un
brutale califfato islamico nella laica Siria, con più o meno
successo. Tuttavia, nonostante gli sforzi dei funzionari del
Dipartimento di Stato come Alzayat, è iniziato un riavvicinamento
tra il governo siriano e i Paesi coonfinanti, comincia a emergere un
consenso regionale contro l’isolamento della Siria e le relazioni
interrotte durante la sporca guerra sono stato ripristinate con molti
Paesi membri della Lega Araba. Affermando che “i tentativi di
normalizzazione regionale con il regime di Assad costituiscono un
pericoloso precedente”, Alzayat invita perciò i suoi sostenitori a
spingere i politici ad approvare la cosiddetta legge
“anti-normalizzazione” con al-Assad” che “consolida la
posizione degli Stati Uniti” contro gli sforzi della Siria di
ripristinare le relazioni diplomatiche con i suoi vicini.
Priorità
politica: indebolire la diplomazia
Insistendo
sul fatto che "la Siria non potrà mai trovare la pace o
stabilizzarsi con al-Assad al potere", Alzayat esortò i
partecipanti a fare pressione sui funzionari eletti per impedire il
dialogo internazionale.
Tuttavia,
gli esperti nominati dalle Nazioni Unite, da Human Rights Watch e dal
Programma alimentare mondiale hanno tutti dichiarato senza ambiguità
che le misure restrittive unilaterali del governo americano,
qualificate come sanzioni, costituiscono il principale ostacolo alla
ricostruzione della Siria, al ripristino della sua stabilità,e la
riduzione della povertà e della fame. Pertanto, dato che la H.R.
3202 estenderebbe queste sanzioni per otto anni e minaccerebbe
implicitamente i vicini della Siria che desiderano cooperare con
Damasco, è sempre più chiaro che la vera minaccia alla stabilità
regionale è Siria, ma piuttosto seminari come questo. Una delle
richieste chiave di questa priorità politica fu che i membri del SAC
chiedessero ai loro funzionari eletti di votare a favore dell’H.R.
4868, noto come “Stop UN Support for Assad Act”. Questo disegno
di legge vieta il finanziamento statunitense dei programmi delle
Nazioni Unite in Siria a meno che gli amministratori degli aiuti non
possano dimostrare al Dipartimento di Stato americano che non stanno
“fornendo sostegno materiale diretto al governo siriano”. Questa
legge richiederebbe anche la creazione di un “meccanismo di
revisione indipendente nel caso in cui un programma di aiuti implichi
contratti nel territorio controllato dal governo siriano”. Facendo
pressione per porre barriere all’unica organizzazione
internazionale che opera contro la carestia [24] in Siria, Alzayat
cerca di ridurre i pochi aiuti che la Siria riceve per nutrire la
popolazione impoverita dalla guerra. Discutendo di questo particolare
argomento, è stato ripetutamente chiesto ai membri del SAC di
sottolineare il fatto che 4 milioni di persone vivono nel nord-ovest
della Siria, senza mai menzionare il fatto che la maggioranza della
popolazione vive in aree controllate dal governo siriano; in
particolare, i 12 milioni di persone che risiedono nelle principali
città di Aleppo, Damasco, Latakia, Tartous e Homs. Né si menzionano
i miliardi di dollari di aiuti esteri versati nell’unico posto al
mondo dove governa al-Qaeda [25], alias Hay’at Tahrir al-Sham,
alias HTS. La quinta priorità del SAC, che riguarda il Captagon –
un farmaco introdotto per la prima volta in Siria dai jihadisti
provenienti dalla Turchia – è ora un pilastro centrale della
campagna di propaganda della lobby anti-siriana.
Sfruttare
la guerra alla droga
Captagon
è stata soprannominata la “cocaina dei poveri” e la “pillola
della jihad” per il grande uso fattone dai terroristi sostenuti
dalla NATO. Negli ultimi mesi, i media occidentali si sono
concentrati sulla droga nel tentativo di infangare ancora la
reputazione di Damasco, basandosi[26] sulle dichiarazioni di think
tank neoconservatori[27], secondo cui il governo siriano sarebbe il
principale produttore. Si dice che Captagon sia consumato in tutto il
mondo arabo, dalle élite ricche ai lavoratori poveri che fanno
affidamento sui suoi effetti stimolanti. Oggi, la diffusione di
questa droga alimenta la lobby anti-siriana. Sottolineando
l'importanza della questione Captagon, Alzayat esortò i suoi a
essere persuasivi con i membri conservatori del Congresso, spiegando
che alcuni rappresentanti repubblicani nonostante siano
anti-interventisti sostengono la linea dura contro la droga e dunque
appoggerebbero l’H.R.4681 o l’“Illicit Captagon Trafficking
Suppression Act of 2023” e altri progetti di legge anti-Siria, a
condizione che siano presentati come parte di un pacchetto di misure.
E infatti i facilitatori del seminario esortarono i membri della SAC
a collegare le sanzioni contro la Siria con la possibile minaccia di
un flusso di Captagon verso gli Stati Uniti attraverso il confine
meridionale con il Messico.
Lavorare
con gli Stati Uniti difendendo i Siriani: uno studio contraddittorio
Nel
1949, appena tre anni dopo l'indipendenza e la partenza degli ultimi
soldati francesi, la giovane democrazia siriana fu oggetto di un
colpo di stato ordito dal nuovo egemone mondiale. A quel tempo, gli
interessi degli Stati Uniti sarebbero stati minacciati poiché il
primo presidente post-coloniale della Siria, Shukri al-Quouwatli,
aveva rifiutato di approvare il passaggio di un oleodotto attraverso
la Siria. Al-Quouwatli fu rapidamente estromesso dal potere [28] in
quella che è stata descritta come "una delle prime azioni
segrete portate avanti dalla CIA". L’ingerenza degli Stati
Uniti proseguì fino alla sporca guerra del 2011 e soprattutto dal
2012 al 2016, con al-Qaeda e Daesh scatenati su metà della Siria.
Mentre assediavano Aleppo, l’allora consigliere per la sicurezza
nazionale Jake Sullivan inviò un’e-mail di due righe al segretario
di Stato Hillary Clinton, in cui affermava quanto segue: “AQ
[al-Qaeda] è dalla nostra parte in Siria. Per il resto le cose sono
andate come previsto”. Durante la più costosa campagna di azioni
segrete della CIA, [29] al-Qaeda, Daesh e altri erano effettivamente
dalla loro parte quando gli Stati Uniti inondarono la Siria di armi.
A oggi non si sa quanti miliardi di dollari siano stati spesi per
armare i cosiddetti “ribelli moderati”|30] e quanti siano
arrivati alla destinazione prevista[31]. In seguito all’attacco
di Daesh contro un autobus di soldati dell’esercito siriano a Deir
Ezzor l’11 agosto [27 soldati morti e diversi feriti], il Ministero
degli Affari Esteri siriano accusò ufficialmente l’esercito
americano di aver facilitato l’imboscata [32]. Con il moltiplicarsi
degli attacchi aerei e terroristici israeliani, le tensioni sono
giunte al culmine tra la Siria e i suoi alleati da un lato e le forze
di occupazione filoamericane dall’altro. Pertanto, quando si legge
la dichiarazione di intenti della SAC, di "rafforzare l'azione
della comunità siro-americana in modo che possa organizzare e
sostenere una Siria libera, democratica, laica e pluralistica grazie
al sostegno americano", vengono in mente tre domande: Può
un'organizzazione affermare in modo credibile di parlare a nome dei
Siriani quando dipende interamente dal sostegno dei miliardari
americani e del governo degli Stati Uniti? Perché sembra così
ansiosa di sacrificare vite siriane facendo scoppiare le tensioni
latenti all’interno del Paese? Come si possono servire gli
interessi degli Stati Uniti incoraggiando i jihadisti mentre si tenta
di entrare in conflitto con i potenti alleati della Siria quali
Russia e Iran? Avrei voluto porre queste domande direttamente ai
lobbisti della SAC, ma per qualche motivo non erano interessati a
tale discussione.
Note
dell'autore:
[1]
][Treasury Issues Syria General License 23 To Aid In Earthquake
Disaster Relief Efforts]
[2][
H.R.3202 – Assad Regime Anti-Normalization Act of 2023]
[3]
La revoca delle sanzioni alla Siria non aiuterà le vittime del
terremoto]
[4]
Organizzazioni terroristiche straniere – Hay’at Tahrir al-Sham
-HTS
[5]
[72 ore dopo: storia interattiva sulle operazioni di salvataggio in
Siria]
[6]
[Efficacia delle eccezioni umanitarie alle sanzioni: lezioni dal
terremoto in Siria, 11 luglio 2023]
[7]
Progetto Onwards
[8]
[‘Non trattiamo le crisi umanitarie allo stesso modo’: donare
alle vittime del terremoto in Siria è una sfida, nonostante
l’allentamento delle sanzioni statunitensi]
[9][Ciao
Elon.. per favore sblocca i numeri di telefono siriani necessari per
avviare un account Twitter].
[10][A
porte chiuse: rivelate le attività di lobbying dell’opposizione
siriana al Congresso degli Stati Uniti]
Video:
Interventi su questo stesso argomento concordati dall'autore di
Syriana Analysis, una catena indipendente di commenti politici
diretta da Kevork Almassian.
[11]
La Coalizione americana per la Siria chiede all'amministrazione Biden
di porre fine alla licenza generale sulla Siria 23]
[12][Assad
in Siria sfrutta il terremoto per spingere per la riduzione delle
sanzioni]
[13][Dalla
Siria con affetto, senatore McCain]
[14]
La lobby della guerra in Siria che ha ospitato campagne di
sostenitori del genocidio per censurare i libri che ne esponevano le
operazioni]
[15][Immiseriti,
umiliati, ma resilienti: come i Siriani sopravvivono all’assedio
economico americano]
[16]
[I briefing sottolineano il peggioramento della situazione della
Siria nel Consiglio di sicurezza e necessitano di un piano di
risposta umanitaria interamente finanziato e di un'estensione di 12
mesi del meccanismo di aiuto transfrontaliero]
[17][
HR 3202: Analisi degli sforzi legislativi per bloccare l'impegno
arabo con la Siria]
[18][
Joe Biden, Emgage e l'imbavagliamento dell'America musulmana]
[19][Vi
presentiamo Emgage, i musulmani filo-israeliani che sostengono Joe
Biden]
[20][Come
il gruppo musulmano Emgage serve l'impero americano]
[21][
Focus su obiettivi chiari per contenere l’Iran in Iraq e Siria]
[22][La
Turchia sta prosciugando il nord della Siria]
[23][Il
doppio standard ISIS della Turchia]
[24][La
fame in Siria raggiunge il livello più alto degli ultimi 12 anni, il
capo del WFP chiede un'azione urgente]
[25]
[Stati Uniti Assistenza estera per Paese –Siria-]
[26][La
guerra al Captagon è fondamentale per il ritorno della Siria nella
Lega Araba]
[27]
[Rapporto “indipendente” che sostiene che il genocidio degli
Uiguri è stato portato a voi da una finta università, e gli
ideologi neoconservatori fanno pressioni per “punire” la Cina]
[28
][Gli Stati Uniti sono intervenuti in Siria nel 1949. Ecco cosa è
successo]
[29]
Dietro la morte improvvisa di un agente segreto della C.I.A. da 1
miliardo di dollari Guerra in Siria]
[30][Samantha
Power: l'addestramento dei ribelli siriani aiuterà anche nella lotta
contro Assad]
[31]
Le armi statunitensi fornite ai ribelli siriani sono finite nelle
mani dello Stato islamico: rapporto}
[32]
[Ministero degli Esteri: il crimine di occupazione statunitense
prendendo di mira un autobus militare a Deir Ezzor rientra nel quadro
della sua escalation contro la sovranità della Siria]
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© Hekmat Aboukhater, The Grey Zone, 21/08/2023