traduzione dal francese di Mario Villani
I
Cristiani di Qara sono tra i fondatori del paese e sono circa 500 su una
popolazione di 25.000 (gli altri sono sunniti). Malgrado siano una minoranza
godono di notevole rispetto ed hanno sempre vissuto in armonia con i loro
fratelli musulmani anche in forza del fatto che molte famiglie musulmane
derivano da famiglie cristiane che hanno abbracciato l'Islam ai tempi dei
Mamelucchi.
Dopo
la caduta di Bab Amro e di altri quartieri di Homs e della sua provincia, molte
famiglie di confessione sunnita si sono rifugiate a Qara dove gli elementi
rivoluzionari le hanno alloggiate nei locali pubblici (scuole, moschee o centri
culturali) o in abitazioni private. L'Igumena del Monastero di San Giacomo il
Mutilato ha visitato queste famiglie e ne ha censite almeno seicento, almeno un
terzo delle quali conta dei combattenti all'interno dell'“ Esercito Libero
siriano”.
La
presenza di queste famiglie “combattenti” ha rapidamente cambiato la gradevole
quotidianità del villaggio di Qara. Sono stati commessi furti ed addirittura
rapimenti per ottenere un riscatto, una “moda” che si sta diffondendo in tutta
la Siria sia per rimpinguare le casse vuote della “rivoluzione” si per riempire
le tasche di ex contrabbandieri che attualmente non possono proseguire i loro
traffici illeciti a causa della vigilanza dell'esercito regolare. Questo è il
caso dei villaggi che circondano quello dove ci troviamo: Yabrud, Nebek, Deir
Attieh. Bande armate rapiscono i cittadini e voglio un riscatto per liberarli.
Sono i capi dell'opposizione locale che fanno da intermediari tra i rapitori ed
i famigliari delle vittime. Il riscatto varia da molti milioni di lire siriane
(tra i venti e i quarantamila dollari) per i cristiani ad alcune centinaia di
migliaia di lire siriane (tra i mille e i cinquemila dollari) per i musulmani.
I rapitori appartengono a tribù bellicose dei villaggi di Flitta, Baqaa, Maret
Yabrud o Yabrud. Spesso scoppiano risse armate tra di loro per la divisione del
bottino o per conquistare la supremazia nella zona.
Noi
abbiamo inoltre rilevato la presenza di persone straniere con un comportamento
sospetto a Qara. Automobili con i vetri oscurati e senza targa circolano sia di
notte che di giorno. I responsabili dell'opposizione sono divenuti più autoritari.
Sembrano ormai armati ed hanno ricevuto divise nuove fiammanti dell'”Esercito
Libero siriano”. Fanno il bello ed il brutto tempo. Dichiarano scioperi,
decidono il coprifuoco o l'organizzazione di manifestazioni. Guai a quelli che
non collaborano. Possono decidere di ucciderli come è successo ad un colonnello
sunnita che è stato abbattuto a sangue freddo e di cui hanno proibito i
funerali. Dicono che agiscono per proteggere la popolazione civile, come se
fossero forze dell'ordine. In realtà creano un vuoto nella sicurezza che lascia
spazio a banditi e terroristi.
Nonostante
le dichiarazioni tranquillizzanti dei capi dell'opposizione locale abbiamo
dovuto fronteggiare più volte dei tentativi di rubare i nostri raccolti o di
far penetrare abusivamente delle mandrie nei terreni del convento per
approfittare dei nostri pascoli. Ogni volta le risposte fornite dagli autori di
queste prepotenze erano: “le cose non sono più come prima” o “le
forze dell'ordine non possono darvi alcun aiuto, noi possiamo fare quello che
vogliamo”. Molte discussioni sono state necessarie per dissuaderli dalle
loro velleità. Un giorno però è arrivata la vendetta messa in atto per
dispetto. La nostra coltivazione di
pioppi è stata completamente distrutta. Una mattina queste grandi e belle
piante erano a terra tagliate. Dopo qualche mese la stessa sorte è stata
riservata agli alberi della riserva naturale di cui noi ci occupiamo con il
Ministero dell'Agricoltura. La ragione di questi gesti fornita dall'opposizione
è stata: “il popolo non vuole che piantiate alberi dove deve portare a
pascolare le greggi. Ora, la pianura intorno al paese ha milioni di ettari
liberi per tutti.
Non
abbiamo detto niente ed abbiamo pensato: “altri soffrono ben peggio di noi”
.
Tuttavia
la confusione in materia di sicurezza è arrivata al colmo proprio oggi. Appena
ripresi dalla notizia dell'orribile attentato del 10 maggio che è costata la
vita a decine di cittadini ed ha fatto centinaia di feriti ( il nostro fratello
Jean Badouin che si recava proprio quel giorno all'aeroporto è passato sul
posto appena prima dell'attentato e l'autobus della scuola greco-cattolica
qualche minuto dopo) ecco che ci è arrivata la grave notizia dell'aggressione
al caro Padre Georges Luis, parroco della Parrocchia greco cattolica di san
Michele, nel centro di Qara.
All'alba
dell'11 maggio uomini armati con il volto coperto sono entrati dal Padre Louis
che dormiva in parrocchia. lo hanno minacciato con le pistole ed hanno chiesto
le chiavi per ispezionare il luogo. Temendo che volessero introdursi nella
chiesa il sacerdote ha cercato di negoziare pacificamente. Lo hanno legato e
gli hanno ordinato di consegnare le chiavi. Di fronte alle sue esitazioni uno
degli aggressori lo ha colpito alla testa con una bottiglia di vetro che si è
rotta provocando a Padre Louis un grande taglio che sanguinava copiosamente.
Uno degli aggressori lo ha deriso dicendo: “ti abbiamo impresso una croce
sulla testa!”. La ferita infatti aveva la forma di una croce. Il sacerdote
ha cercato di ragionare, ma ha ottenuto solo un violento pugno che gli ha
spezzato un dente. Dopo aver rubato la cassa della Chiesa e il portafogli del
prete, i banditi lo hanno obbligato con disprezzo a entrare nella stanza da
bagno dove lo hanno bloccato sulla tavola del WC, gli hanno chiuso la bocca con
nastro adesivo ed hanno cercato di strangolarlo con una canna per l'acqua, ma,
come rispondendo ad un segnale, si sono allontanati prima di terminare l'opera.
Il Padre ha impiegato più di due ore a liberarsi, poi, con le mani ancora
legate ha potuto chiamare in aiuto uno dei parrocchiani. Questo lo ha portato
da un chirurgo che ha suturato la ferita con cinque punti.
Un
simile incidente sarebbe stato impensabile qualche mese prima. Gli slogan
confessionali lanciati dalle catene televisive saudite e qatariote hanno finito
con il trasformare i Cristiani – prima rispettati in forza del diritto alla
protezione delle minoranze- in facili bersagli. Povera Siria. Gruppuscoli
compaiono un poco dappertutto sapendo che, in forza della congiuntura attuale,
le loro azioni resteranno impunite. Quando la notizia dell'aggressione si è
diffusa il villaggio si è stretto intorno al Parroco. I responsabili religiosi
e civili, cristiani e musulmani, hanno condannato l'aggressione. I capi
dell'opposizione sono attesi domani in municipio per un incontro con l'Igumena
del monastero. E' necessario evitare la rottura confessionale.
Sua
Beatitudine Gregorio III Laham, Patriarca greco melchita d'Antiochia e
dell'Oriente ci ha telefonato per esprimerci la sua profonda tristezza e
paterna solidarietà. Dopo gli attentati criminali della vigilia che a Damasco
hanno fatto una sessantina di morti e quattrocento feriti, sua Beatitudine, già
scosso, si è molto emozionato informandosi dei dettagli dell'aggressione subita
da Padre Louis. In questa occasione il nostro Patriarca ha dichiarato che “ il
dramma nella nostra amata Siria è la dissoluzione della società, il banditismo
e la mancanza totale di sicurezza. Questo è il sentimento della grande
maggioranza dei cittadini siriani che non sanno più quale è un luogo sicuro per
rifugiarsi. La violenza cieca e selvaggia colpisce ovunque. Gli elementi che
costituiscono un pericolo per tutti, ma specialmente per i Cristiani e per le
altre minoranza, sono il caos insidioso, l'opposizione incontrollabile ed
armata fino ai denti e il banditismo. Sono tutti elementi che indeboliscono lo
Stato e creano una situazione di paura e di terrore, condizioni psicologiche
gravissime, nella popolazione. In qualunque
momento siamo nell'insicurezza totale. Oggi in Siria non è più una questione di
rottura tra governo e popolazione. C'è anche un terzo elemento: il banditismo
che regna e approfitta della situazione, che si nasconde dietro l'opposizione e
sfrutta l'assenza delle forze dell'ordine e degli osservatori delle Nazioni
Unite.”
Commentando
il dettaglio della croce fatta dai malfattori, Sua Beatitudine ha detto: “Devo
dirvi francamente che non ho paura dei musulmani, non ho paura degli islamisti,
non ho paura del salafismo. Me la posso cavare con loro perchè so cosa devo
fare. Ma davanti al banditismo sono completamente privo di ogni difesa”.
Abbiamo
rivelato al Patriarca che le Forze dell'Ordine, contattate da dignitari sia
cristiani che musulmani, esitano a venire a Qara perchè, come ogni venerdì c'è
una manifestazione davanti alla grande moschea (situata a qualche metro dalla
parrocchia), manifestazione inquadrata da uomini armati. Le Forze dell'Ordine
non vogliono venire per non provocare uno spargimento di sangue tra la
popolazione civile affrontando i miliziani.
Sua
Beatitudine ha risposto: “Fin che il governo c'è deve governare: c'è una
regola internazionale. Non si può impedire ad un governo di governare. Non si
può impedire ad un governo di proteggere i cittadini. E il governo non può
rinunciare a questa incombenza. La rivoluzione, mettendo l'opposizione contro
il governo lo ha paralizzato. Si dirà che non c'è più un governo. Il governo
siriano è legato e imbavagliato a causa della politica internazionale a causa
di accuse continue, formulate senza alcuna inchiesta seria, di perpetrare
massacri e bombardare la popolazione civile, quando invece gli atti barbari
commessi dagli insorti sono passati sotto silenzio. Per questa ragione la gente
chiede soccorso. Domandano che qualcuno l'aiuti. C'è un governo, un governo
legittimo e deve governare. Si deve aiutare il governo. Se un giorno cadesse il
governo non ci sarebbe niente da fare. In quel vuoto ci sarebbe un'alternativa
vivibile? Sfortunatamente noi vediamo una volontà internazionale di esacerbare
le differenze e provocare conflitti in Siria. Armando e appoggiando in diversi
modi delle forze incontrollabili si spinge il paese verso una ancor maggiore
violenza, ancor maggiore terrorismo, ancor maggiore spargimento di sangue. Io
mi rivolgo alla comunità internazionale: salvate la Siria. Salvate questo
esempio di convivenza tra Cristiani e Musulmani. Per quelli a cui essa è
preziosa io grido: salvate la presenza cristiana in Siria. I drammatici
avvenimenti spingono i Cristiani all'esodo per la paura del caos e del
banditismo.”
Sua
Beatitudine ha terminato con una preghiera: “Damasco, la più antica capitale
del mondo, ha accolto il persecutore Saulo. Tra le sue mura si è trasformato in
Paolo, Apostolo delle Nazioni. Damasco è il luogo dell'incontro con la
Persecuzione. Con l'aiuto del Cielo, di Colui che è risuscitato dai morti e non
ha mai accettato la nostra rovina, Damasco può ridivenire il luogo della
conversione, della trasformazione interiore e della grande riconciliazione.
Signore guardaci dal Cielo è agisci spinto dalla Misericordia. Tu, l'Amico
degli uomini”
Questi
avvenimenti devono far riflettere tutti gli uomini di buona volontà: un Paese è
destabilizzato da insorti che accettano tra le loro fila banditi e terroristi.
Essi instaureranno uno Stato di non diritto con conseguenze disastrose e
drammatiche per la popolazione civile. Come restare a braccia conserte?