A che cosa è servita Ginevra2 ?
Noi siriani (cristiani compresi) abbiamo avuto una grande speranza in Ginevra2, perchè siamo veramente stanchi. Stanchi di vedere sangue, sentire storie angoscianti, ma purtroppo questa speranza è completamente sparita, quando l’America- e prima che finisse Ginevra2 !!- ha dato la via libera ad armare i ribelli cosiddetti moderati . * Gli stessi ribelli moderati di cui parla l’America hanno subito accolto la decisione Americana, e le loro basi militari che si trovano al confine siro-libanese sulla fascia nord del Libano (Wady Khaled e Irsal) ( io parlo di vere basi militari , con carri armati, attrezzi per scavare sotto terra, perchè sono ben coperti politicamente dal partito libanese filo saudita Almustakbal) , hanno cominciato a mandare i loro uomini . Ne sono arrivati da tutto il mondo (Egiziani, Libici, Libanesi, tunisini, Sauditi…) ad infiltrarsi nei terreni siriani dalla parte nord-ovest di Homs. Sfruttando il fatto che i villaggi in quella zona di confine sono difficili da controllare (per la struttura del terreno), hanno attaccato un blocco militare che si trova vicino al villaggio del Krac dei Cavalieri (Zara) ed hanno tagliato la testa a 7 soldati dell'esercito regolare, e cosi è scoppiata di nuovo una battaglia in quella zona. Merita dire che quella zona era rimasta tranquilla dopo che vi erano state delle riconciliazioni tra il governo e i ribelli siriani. E io stesso sono testimone di una bella riconciliazione che c'è stata a Talkalakh che era considerata la grande base dei combattenti e che forniva armi ai ribelli Salafiti che si trovano tuttora insediati nel villaggio del Krac. Sono in corso delle battaglie furibonde tra i militari regolari contro i ribelli, una volta avanzano i militari, poi riprendono terreno i ribelli, poi di nuovo i militari, ecc… : ma la popolazione della Valle dei Cristiani è in grave pericolo! I ribelli , oltre ad essere ben armati (carri, missili), appena sono alle strette scappano velocemente in Libano per organizzarsi per poi attaccare di nuovo per il Jihad.
Per questo l’esercito regolare si sta preparando a colpire la città di Yabrud (dove c'è l’Emiro Islamico) dove le 12 suore di Maalula sono state portate come ostaggi. Madre Marie Agnes , in una intervista radiofonica, ha dichiarato che i rapitori delle Monache sono entrati in contatto con lei, domandando che a Yaboud sia inviato del pane: Madre Agnese ha compreso che le Suore sono ancora in vita ma che la loro situazione umanitaria è tragica a motivo del protrarsi del loro sequestro.
Allora la mia amara risposta alla domanda sopra detta è: la Ginevra2 è servita ad armare in modo lecito e chiaro i fanatici ribelli che combattono in Siria, è servita a dare più legna all’inferno siriano, è servita a fare cadere più vittime.
Samaan Daoud* vedi: http://www.examiner.com/article/congress-ships-more-weapons-to-syrian-rebels
Perchè a Homs non si raggiunge un accordo umanitario?
HOMS : quel che resta della Chiesa della Santa Cintura |
(Zenit.org) - di Naman Tarcha |
Le sorti della città di Homs sono la questione più urgente che la Conferenza di pace "Ginevra 2" sta affrontando in questi giorni. L’inviato dell’Onu, Al Ibrahimi, ha annunciato che, secondo i negoziati in corso, si intende liberare il centro storico dall’assedio. I civili sperano, i ribelli del Fronte Islamico intrappolati si consultano; al governo di Damasco tocca la decisione finale.
La delegazione del vertice siriano ha proposto di evacuare donne e bambini che vogliono uscire volontariamente senza condizioni, mentre per gli uomini è necessaria una lista di nomi per verificare che non ci siano terroristi combattenti tra loro.
Cosa succede davvero dentro questa città, assediata e completamente distrutta dai combattimenti? La vecchia Homs come viene chiamata (2300 A.C.) è composta da sette quartieri su una superfice di 16 chilometri quadrati. Si tratta di quartieri residenziali a maggioranza cristiana, circondata da zone ormai divise tra governativi e oppositori. Un giovane di Homs ha dichiarato a ZENIT: “Oggi non è rimasto nulla, il 90% del centro storico è andato completamente distrutto”.
Fino al 2012, la vecchia Homs era l’unica zona lontana dagli scontri armati perché i ribelli non erano ancora riusciti ad entrarvi. Poi il quartiere Bab Amor è stato occupato dai ribelli, sono arrivati i governativi e il quartiere cristiano Hamidye è diventato una zona di guerra. Dopo intensi combattimenti i governativi hanno preso il controllo del 70% della città. Rimangono però zone controllate dai ribelli e i combattimenti non hanno tregua.
Parte della città è invasa da centinaia di combattenti e da jihadisti di tutte le nazionalità. I residenti sono costretti con la forza ad abbandonare le loro abitazioni che vengono occupate o date alle fiamme. I Monasteri vengono distrutti e le Chiese saccheggiate. La sede episcopale della Chiesa Siro Cattolica è stata data alle fiamme, e una delle più antiche chiese in Oriente, dedicata alla Sacra Cintura della Madonna, è stata trasformata in una base dei ribelli.
Uno studente cristiano ha appena accompagnato la sua famiglia in Svezia dove chiederanno asilo. “Non mi è rimasto nessuno a Homs, sono tutti andati via - ha ammesso con tristezza a ZENIT - l’ultima rimasta è mia sorella che è scappata in seguito alle minacce dei ribelli”.
La Coalizione Nazionale dell’Opposizione sostiene che ci sono circa 1500 civili assediati, un gruppo di circa 320 famiglie. I numeri non sono certi, si presume che la maggior parte degli abitanti del quartiere cristiano siano già scappati rifugiandosi nelle zone limitrofe e nei villaggi sulle montagne nella provincia di Homs. La delegazione governativa sostiene di aver raccolto informazioni da funzionari dell’amministrazione locale ancora presenti nella città, da cui risulta che il numero dei civili sia molto più basso, non superando le 200 unità.
La Coalizione insiste per salvare i circa 400 ribelli del Fronte Islamico ancora presenti dentro la città. L’esercito siriano li ha assediati ed ha tagliato a loro tutte le vie di fuga, oltre a bloccare i tunnel scavati sotto terra per le forniture di cibo e il traffico di armi. I pochi civili rimasti sono in gravissime condizioni; i ribelli disperati intendono utilizzarli come scudi umani e come ostaggi, cercando di impedire l’avanzamento dell’esercito siriano.
Una preziosa testimonianza che ci arriva da Homs è quella di padre Franz Van Der Lugt, un gesuita olandese, in Siria dal 1966, psicoterapeuta impegnato nell’assistenza di bambini e adulti con problemi mentali.
Pére Franz, come viene chiamato dai siriani, è l’unico europeo rimasto dentro la città assediata. E’ chiuso nella scuola dei gesuiti a Bustan Al Diwan, insieme a circa 80 persone, una famiglia cristiana e alcune famiglie musulmane. Si è rifiutato di abbandonare i suoi concittadini e di essere evacuato senza avere con sé tutti i civili.
In un arabo perfetto Pére Franz ha lanciato un vigoroso appello:
“Musulmani e cristiani, stiamo vivendo in condizioni difficili e dolorose, e soffriamo soprattutto la fame. Non accetto che stiamo morendo di fame, che stiamo annegando nel mare della fame, facendoci travolgere dalle onde della morte. Noi amiamo la vita, vogliamo vivere”.
http://www.zenit.org/it/articles/dalla-citta-di-homs-un-appello-amiamo-la-vita-vogliamo-vivere