Padre Munir El Rai documenta il lavoro dei Salesiani in Siria e la missione di speranza dei cristiani nel Paese devastato
Damasco 21 Aprile 2013
Damasco: Lunedì 8 aprile, appena giunto a Damasco dal Libano, dove
ho partecipato agli esercizi spirituali con ventidue confratelli, una forte
esplosione scuote il centro della capitale alle ore 11.45. Ancora una volta, il
sangue di una ventina di vittime si aggiunge a quello di molte altre, bagnando
le strade della capitale e gettando dolore e lutto in tante famiglie. Però la
gente continua a vivere nella totale insicurezza a causa delle frequenti
esplosioni o degli spari o dei mortai ecc... , come quello 28 marzo scorso, che
stroncò la vita di decine di studenti della facoltà di architettura.
Tuttavia, la situazione
generale di Damasco, città cosmopolita di circa 5.000.000 di abitanti, non era mai
stata così drammatica e preoccupante come in altre città, benchè i rumori di
guerra si sentissero ogni giorno e quasi a tutte le ore. Infatti, la prima
esplosione in Damasco avvenne in dicembre 2011, e poche altre si susseguirono
sporadicamente.
Fino alla prima metà di luglio 2012, le attività
formative, spirituali, culturali e sportive del Centro giovanile di Damasco si
svolsero normalmente, con la presenza di circa 350 ragazzi e ragazze delle
elementari e medie. Il “programma formativo” era stato stampato per intero e si svolgeva in cinque
giornate della settimana, da metà giugno alla prima settimana di agosto.
Da luglio 2012 cambiò radicalmente l’atmosfera di
serenità che si respirava in città, a causa di vari attentati. Da allora le
attività si svolsero soltanto nella mattinata dalle 9.00 alle 13.00, e con una
certa trepidazione, per l’insicurezza del trasporto dei ragazzi, il cui numero
diminuì sensibilmente.
A settembre 2012, il Centro giovanile inizia le sue
attività, accogliendo una trentina di giovani, fra liceisti e universitari, tre
ritiri dedicati alla preghiera per la pace e all’adorazione del Signore Gesù.
Il 16 settembre 2012 si riaprono le scuole statali, nonostante rumori di guerra
in lontananza. E la comunità salesiana decide di non iniziare alcuna attività con
i piccoli, prima di vedere come si svolge l’andamento della situazione . Nel
frattempo, il Centro giovanile tiene sempre la porta aperta ai grandi.
Sabato 13 ottobre, iniziano le iscrizioni per le classi
elementari e medie. Sono presenti una settantina di ragazzi e ragazze. Sabato
20 ottobre, solenne apertura dell’anno catechistico per le elementari e medie.
Sono presenti circa ottanta alunni e alunne e quindici di catechisti. Ad ogni
capo-classe viene offerto un cero, simbolo delle presenza del Signore Gesù
nella classe, e a ciascun catechista, la Bibbia.
Il 21 ottobre 2012 segna un’altra terribile novità: una
grande esplosione in centro città provoca una quindicina di vittime a Bab
Touma, zona prevalentemente cristiana. Ovviamente, le attività del
Centro giovanile vengono sospese. Da allora le esplosioni si susseguono
sporadicamente, in vari quartieri della città. Gli alunni delle elementari e
delle medie vengono convocati raramente e la loro presenza è assai diminuita. L’otto
dicembre, alla S. Messa nella solennità dell’Immacolata partecipa una ottantina
di ragazzi e giovani.
Nel nuovo anno, 2013, la guerra e le esplosioni continuano
causando molte vittime. Malgrado questa situazione di insicurezza generale, si
è cercato di fare qualcosa. In occasione delle vacanze di metà anno scolastico,
e in preparazione della festa di Don Bosco, il mese di gennaio ha visto il
rifiorire della vita nel Centro giovanile, con la presenza di circa 140 ragazzi
e ragazze. Nei mesi di febbraio e marzo, invece, l’insicurezza generale non
permise lo svolgimento ordinario delle nostre attività, e ci sollecitò a cercare altre forme di contatto con i
giovani e con le loro famiglie: visita ad un centinaio di famiglie, proposta di
piccoli campeggi interni per gruppi, ritiro di due giornate per alcuni ragazzi
delle medie; la celebrazione della festa di Don Bosco, il 7 febbraio, con la
presenza di una ottantina di ragazzi e giovani; un ritiro di tre giornate per
alcuni universitari; confessioni per una trentina di alunni delle classi elementari
e medie.
Dopo Pasqua, si è notato una certa ripresa: sabato, 6
aprile, la presenza dei piccoli era un
quarantina; e il sabato seguente, la loro presenza era aumentata sensibilmente.
Prima di convocare i ragazzi, si chiedono informazioni a vari catechisti e
collaboratori sulla situazione di sicurezza nei vari quartieri, e si decide in
base alle loro risposte.
Se l’attuale situazione di insicurezza generale continua,
prevediamo di impostare le nostre attività pastorali - educative, mediante
visite alle famiglie dei nostri ragazzi e giovani, e con frequenti convocazioni
di piccoli gruppi per un incontro di tre giorni di formazione umana, spirituale
e salesiana.
Aleppo: Aleppo, la più industrializzata città della Siria, ha una popolazione di
circa 4.000 000. L’attuale situazione della città di Aleppo è veramente
desolante, disastrosa. Grande parte della circolazione è paralizzata, per cui dà l’impressione di
una città senza vita a causa di devastanti bombardamenti ed esplosioni che hanno
ridotto ad uno spettro vari quartieri della città.
Molte scuole statali sono diventate rifugio di sfollati.
Attualmente le scuole private cattoliche sono aperte, ma poco frequentate per
l’insicurezza generale. E quelle più moderne e prestigiose, situate alla
periferia della città, sono ancora meno frequentate o addirittura abbandonate,
perchè è assai rischioso raggiungerle. Per venire incontro alle richieste di molti genitori
della popolazione scolastica, varie parrocchie hanno trasformato i loro locali
disponibili in ambienti scolastici.
Gli ospedali gestiti dalle suore sono aperti, ma
l’assistenza medica viene assicurata soltanto dai pochi medici rimasti. Gli
uffici statali hanno difficoltà ad offrire al pubblico il necessario servizio a
causa delle rovine e degli incendi.
Aleppo è rinomata come una delle città più moderne e
industrializzate della Siria. Più di mille fabbriche sono state saccheggiate: macchinari
smontati e asportati. E quanto è rimasto dal saccheggio, è stato distrutto e
bruciato.
Attualmente il fiorente centro storico di Aleppo, che
costituiva il polso della vita
commerciale della città, è totalmente
senza vita, a causa di devastanti combattimenti e incendi. Data questa desolante
situazione non è sempre facile trovare viveri, medicinali, combustibili ecc.
Sovente mancano l’energia elettrica e l’acqua, e le comunicazioni sono
interrotte: telefono, cellulare, internet.
Alcune chiese di Aleppo sono state danneggiate a causa di
questa guerra. Giorno e notte, la città è disturbata senza tregua o addirittura
terrorizzata da vari rumori di guerra. Quando la guerra invase il quartiere
vicino alla nostra casa, alcuni proiettili si sono abbattuti anche nel nostro
cortile, ma senza causare vittime.
Ma la paura non proviene soltanto dalla guerra in sè,
bensì anche dai rapimenti di persone di particolare estrazione sociale. Furono
rapiti anche due sacerdoti, di cui uno armeno cattolico e l’altro greco
ortodosso. Evidentemente, questa desolante situazione di insicurezza generale
rende alquanto rischioso il movimento dentro o fuori della città. Infatti, dopo
il calar della notte, non si vede anima viva circolare per le strade.
I Salesiani sono
presenti in Aleppo sin dal 1948.
Aprirono una apprezzata scuola professionale di varie sezioni, come la
meccanica, la falegnameria, la tipografia e la sartoria. Ma nel 1967, tutte le
scuole private furono nazionalizzate. Da allora, i Salesiani operano
costantemente a favore di tanti ragazzi
e giovani nel Centro giovanile e Oratorio di Aleppo.
Durante il primo periodo di questa deplorevole guerra,
iniziata nella primavera del 2011, le varie attività formative, catechistiche,
pastorali, culturali e ricreative del Centro giovanile, si svolsero in modo
normale. Ma verso la fine di luglio 2012, Aleppo divenne l’obiettivo di intensi attacchi e centro di una accanita
battaglia, per cui le varie attività furono assai ridotte.
Attualmente, la comunità salesiana è costituita da
quattro confratelli, i quali sono rimasti solidali con la popolazione, e
particolarmente vicini alle famiglie dei giovani del Centro giovanile e
dell’Oratorio. Essi hanno espresso la loro vicinanza con varie attività
pastorali e sociali e mediante visite personali alle famiglie più colpite dalla
guerra e tenendo contatto con i mezzi di comunicazione. Questa forma di
vicinanza fraterna era indispensabile per conoscere la situazione delle
famiglie, rivolgere loro una parola di conforto e di coraggio. Talora potevano bastare anche una semplice
visitina, un sorriso, l’assicurazione della nostra totale disponibilità, l’accoglienza
in caso di emergenza ecc.
Abbiamo ritenuto importante anche l’invito ad incontri
con i giovani, programmati per le varie fasce di età, al fine di pregare
insieme, implorare da Dio la pace per la Siria e per il medio Oriente, adorare
il Signore Gesù, scambiarsi informazioni
e esperienze, anche a livello spirituale profondo , assicurare reciproca
assistenza necessaria. A tutto ciò si aggiunge la condivisione della mensa e lo
spazio a qualche attività ricreativa.
Ma a questa indispensabile forma di vicinanza non può
mancare l’aiuto materiale di prima necessità: viveri, medicinali, denaro per
coprire determinate spese, offrire libri di carattere religioso, agiografico e
spirituale ecc. La porta della comunità
salesiana di Aleppo è aperta a chiunque è
nel bisogno, perchè l’amore di Cristo Salvatore non conosce frontiere.
Ogni giorno convergono alla nostra casa numerose famiglie
che non sanno dove incontrarsi per passare parte della giornata insieme. Esse
si dispongono all’aperto, occupando l’intero spazio del nostro giardino. Anche
varie associazioni giovanili si incontrano nella nostra casa al fine di
svolgere le loro attività. E alla sera, quanti sono rimasti si raccolgono
davanti alla grotta della Madonna per la preghiera, elevano un canto alla
Vergine Maria e sentono una parola di “Buona notte”.
Come non raccontare qui un caso di estrema povertà fra le
tante persone che hanno bussato alla porta della nostra casa? Racconta don Georges
Fattal direttore di Aleppo: “un giovane donna si presenta dicendo che, non
trovando più combustibili per preparare un pò di mangiare per sè e suo fratello
ammalato, decise di servirsi del proprio letto di legno e poi anche il tavolo
della cucina, come combustibile per cucinare e per il riscaldamento. E questo
perchè si vergognava di stendere la mano e chiedere la carità”.
Attualmente il Centro giovanile di Aleppo rimane aperto
per venire incontro ad ogni urgente necessità e anche per frequenti incontri di
giovani al fine di ravvivare la speranza nella preghiera e di risollevare il
morale mediante lo spirito di famiglia e l’animazione salesiana.
In occasione
dell'Anno della Fede lanciato da Papa Benedetto XVI, il comitato
dell'Anno della Fede ad Aleppo ha invitato i giovani (fra 15 – 30 anni) ad un
incontro dal titolo "Con te non ho paura", tenuto presso il
nostro Centro giovanile salesiano. Hanno contribuito alla preparazione di
quest' incontro vari sacerdoti
locali e il salesiano P. Simon
Zakarian.
Don Simon
riporta: “ L'inizio fu grandioso, con molti giovani in chiesa e nel
cortile al punto che non c'era più posto, erano circa 1200 giovani . L’incontro
si è aperto con la preghiera del Padre Nostro e di San Giovanni Bosco, il Santo
dei giovani. Il programma comprendeva diversi tipi di animazione: canti, inni,
danze pantomime e scenette, preparati dagli animatori salesiani. Quindi ho
tenuto un discorso dal tema “ Con te non ho paura” tratto dal Vangelo
secondo Marco 4: 35 – 41, che riporta la Tempesta sedata. Poi i giovani
sono andati in cortile per pranzare insieme e prendere
alcuni questionari e statistiche. Quindi sono andati in chiesa
per partecipare ad un'ora di preghiera e adorazione davanti a Gesu'
Eucaristico, e durante l'adorazione ci sono stati le confessioni. Fare
questo incontro in questa situazione di guerra che sta dilagando la Siria, e
avere cosi tanti giovani partecipanti, è stato un vero miracolo! E' la fede che
ha dato loro il coraggio di sfidare tutto e tutti, e quindi partecipare
all'incontro. Grazie Signore perche' veramente sei presente nella barca della
nostra vita, grazie Signore”. Prevediamo altri simili incontri, sperando di poterli attuare al più
presto.
Kafroun: La casa di Kafroun appartiene alla comunità salesiana di
Aleppo. Essa è situata in una zona verde e montuosa, a sud di Aleppo, e a una distanza di circa circa 250 km. E’ casa
di accoglienza per le attività estive di Aleppo e di Damasco e anche per ritiri
di confratelli e gruppi di giovani provenienti dalle diocesi più vicine, come Tartous e Homs.
D’estate, la casa di Kafroun diventa Centro giovanile e
Oratorio per i tutti i villaggi dei dintorni. I ragazzi e giovani più lontani
vengono raccolti e riportati a casa con i nostri mezzi di trasporto. Le
attività iniziano con la fine dell’anno scolastico delle elementari e delle
medie, e perdurano sino all’inzio del nuovo anno scolastico. Lo svolgimento
delle varie attività estive sono portate avanti da due o tre confratelli,
coadiuvati da alcuni nostri cooperatori e catechisti ed animatori.
In agosto 2012, la guerra cominciò a riversarsi anche su
Aleppo. Molte famiglie persero la loro casa e altre furono costrette a
lasciarla, e a cercare qualche
sistemazione altrove. Fu in questa occasione che la casa di Kafroun, insieme a
don Georges Mouzaaber e don Charbel e attualmente don Luciano, aprì le sue
porte ad alcune decine di famiglie di parenti dei Salesiani, dei cooperatori, e
degli animatori, ecc... offrendo loro alloggio e vitto in una’atmosfera di
famiglia. Partecipano alla preghiera della comunità salesiana, collaborando alla
manutenzione e a vari lavori della casa, vivendo insieme vari momenti fraterni.
I loro figli sono inseriti nelle scuole della zona e le frequentano regolarmente, servendosi di
nostri mezzi di trasporto.
I pomeriggi di venerdì, di sabato e di domenica, la casa
di Kafroun diventa “Centro giovanile” e “Oratorio” per la gioventù dei villaggi
vicini e lontani. Cooperatori e catechisti svolgono le solite attività
educative, catechistiche e spirituali, come facevano ad Aleppo, prima della
guerra. E alla domenica, si partecipa alla Santa Messa.
La festa di Natale (2012) è stata preceduta dalle
confessioni degli sfollati e dei ragazzi dell’Oratorio, e seguita da un “recital” intonato alla liturgia natalizia.
La festa di Don Bosco (2013) è stata solennemente
celebrata dal vescovo maronita della diocesi di Tartous. In Questa occasione il
vescovo ha offerto il pranzo anche a tutti gli sfollati dei dintorni, cristiani
e musulmani, provenienti dalle città più
disastrate dalla guerra, come Aleppo e
Homs. La mensa è stata allietata dalla musica e dal canto, in una festosa
atmosfera di intensa fraternità.
Paradossalmente parlando, la sventura di questa
deplorevole guerra che ha colpito le più grandi città della Siria, ha portato
dei frutti che forse nessuno prevedeva o immaginava, come la solidarietà e
l’assistenza reciproca da parte dei loro connazionali, cristiani o musulmani,
che hanno favorito la reciproca conoscenza e creato maggiore fraternità.
Qui a Damasco ho avuto l’opportunità di trattenermi a lungo con i confratelli: il direttore don Ashraf, don Felice e don Alejandro, con i ragazzi e con i
giovani. Termino questa mia visita alla Siria il 22 aprile 2013. Purtroppo la
gravità della situazione mi ha impedito di recarmi ad Aleppo. Tuttavia, ho
potuto parlare a lungo con il direttore di Aleppo, don Giorgio Fattal, qui a
Damasco, e, per telefono, con don Simon Zakarian di Aleppo. Quanto alla casa di
Kafroun, vi ho trascorso un’intera settimana durante le feste natalizie del
2012, in un’atmosfera di familiarità con gli sfollati.
Ringrazio il Signore per la nuova esperienza vissuta
durante questa visita, in cui ho constatato la
testimonianza, la solidarietà e la vicinanza dei confratelli delle
varie case verso tanti ragazzi, giovani e famiglie sventurate da questa guerra.
I Salesiani stanno tutti abbastanza bene
e, malgrado questa deplorevole guerra, li ho visti sereni e disponibili a dare
speranza e fiducia ai nostri giovani e alla gente.
E’ doveroso
ringraziare quanti hanno collaborato con la loro generosità per lenire la
sofferenza di tanti siriani colpiti dalla sventura di questa guerra: Benefattori,
parenti, amici, organizzazioni caritative, salesiani, ecc. La Divina
Provvidenza è stata veramente generosa nel venire incontro alle nostre
richieste di aiuto. Ciò ha reso possibile offrire l’aiuto indispensabile a
chiunque era ed è ancora nel bisogno.
Purtroppo, ho constatato anche tanta tristezza nei
ragazzi e nei giovani e nelle loro famiglie: alla crisi economica e sociale si è aggiunta anche la crisi di
fede, per cui si domandano: Dov’è Dio? I
giovani sono tristi perchè non vedono futuro a causa del prolungamento della
guerra, di cui non si vede alcuna prossima soluzione. Essi dicono: “Abuna,
stiamo stanchi ...” Altri hanno perso la casa o qualche parente o qualche amico.
Si respira un'aria di sofferenza, di tristezza e di dolore . Ho assistito al
pianto di due giovani, che hanno perso il loro papà mentre si recava al lavoro,
e che nel dolore sono ricorsi subito a noi, come parte della loro famiglia.
Concludo questa lettera con il pressante invito di
esortare tutti alla preghiera per
“l’amata Siria”, chiedendo al Cristo
Risorto il dono della pace.
Don Munir El Rai
SDB MOR