Il
dentista siriano
Majd Abboud si è rifugiato in Germania alla fine
del 2015.
In una lettera aperta alla Cancelliera Merkel, ringrazia
per l'accoglienza ma constata che non esistono le condizioni per
l'integrazione. Una ragione di questa situazione è la politica
tedesca circa la Siria e l'indulgenza verso gli islamisti.
Il Dr.
Abboud aveva già scritto a numerosi altri media su questa materia,
ma non ha mai ricevuto una risposta. Dopo che il Saarbrücker Zeitung
ha pubblicato un suo contributo l'anno scorso, il dottore 42enne è
stato fatto oggetto di numerose minacce ed ostilità, dai suoi
compatrioti che sostengono l'Esercito Siriano Libero (Free Syrian
Army- FSA).
Di
seguito, la lettera aperta del Dr. Majd Abboud ad Angela Merkel
pubblicata da RT Deutsch.
Carissima
signora Cancelliera Federale,
Mentre
la fine del suo mandato si avvicina, vorrei cogliere questa occasione
per ringraziarla calorosamente dell'aiuto che ha offerto a me e ai
miei connazionali nel bisogno, per aver aperto il suo Paese a persone
in fuga dalla guerra e dal terrore. Così Lei ci ha risparmiato molta
sofferenza; qui siamo in sicurezza e abbiamo l'opportunità di vivere
in pace. Inoltre, ho sempre trovato una grande l'opportunità, per
noi siriani, di conoscere una nuova cultura attraverso il contatto
con gli Europei, e questo ci apre nuove prospettive e ci consente di
ampliare i nostri orizzonti.
Tuttavia,
devo constatare che le condizioni per una vera integrazione erano
praticamente inesistenti e lo sono ancora adesso, dopo tre anni. In
effetti, ho sperimentato la cosiddetta integrazione come una strada a
senso unico: la Germania ha accolto i rifugiati in modo molto
generoso, ma non ha preteso da loro nulla in cambio. A peggiorare le
cose, l'identità tedesca è a malapena riconoscibile dagli
immigrati. Sembra che il paese se ne vergogni e quindi abbia
difficoltà a comunicare i suoi valori. In
netto contrasto, va pure notato che molti rifugiati spesso hanno un
eccessivo sentimento di appartenenza all'Islam radicale, che
frequentemente causa problemi allo stato e alla società in Siria.
Ero pieno di speranza che Lei, signora Merkel, sarebbe riuscita a
favorire una convivenza pacifica tra e con gli immigrati, che non
siamo riusciti a consolidare in Siria a causa della crescente
radicalizzazione favorita dagli investimenti occidentali nell'Islam
politico.
C'è
sempre stata molta discussione sulle Sue motivazioni, e il più delle
volte la risposta è stata che Lei ha agito per umanità e carità
cristiana. Ma se si fosse trattato di vera umanità, avrebbe dovuto
porre fine alle sanzioni che anche recentemente ha re-imposto alla
Siria. Per milioni di persone che non possono o non vogliono lasciare
la loro patria questo embargo li fa soffrire da anni. Dopotutto,
anche queste persone meritano la sua carità. Anche in una vera
democrazia, della quale Lei si fa sempre vanto, queste persone
dovrebbero poter avere la loro personale posizione politica senza
essere per questo punite.
Tra
i beni sanzionati ci sono anche le medicine e gli ausili medici, come
le protesi, che sono urgentemente necessarie dopo una guerra. I
bambini che muoiono di fame ogni giorno nello Yemen o a motivo dei
combattimenti non dovrebbero essere tenuti segreti. E invece di
mandare loro cibo o medicine, Lei, coscientemente e volontariamente,
fornisce carri armati e granate, ed esperti addestratori tedeschi ai
soldati sauditi perché possano uccidere più persone.
Si
tratta forse di una politica cristiana che si adatta al nome del Suo
partito? Apparentemente,
per il governo tedesco, i profitti delle industrie di armamenti
tedesche sono più importanti dei valori cristiani, dei quali
ambiscono tanto vantarsi.
Alla
fine di settembre ho letto con grande interesse che a Dusseldorf un
sostenitore dell'Esercito Siriano Libero (FSA) spesso definito dai
media occidentali come "moderato", è stato condannato per crimini di guerra. Aveva rapito, torturato e ucciso persone ad Aleppo
come membro di una milizia. Sono molto lieto che vengano finalmente
prese misure per identificare i terroristi che sono fuggiti in questo
paese. Pensa davvero, signora Merkel, che si sia trattato di un caso
isolato?
Ho
più volte sottolineato che molti criminali con idee radicali sono
presenti tra i rifugiati, contro i quali la Germania dovrebbe agire
rapidamente. Perché, specialmente quando si parla di incontro
interculturale, i fondamentalisti e gli autori di reati rappresentano
una seria minaccia per l' integrazione e per il Paese ospitante,
danneggiano la reputazione di ogni immigrato, suscitano pregiudizi e
complicano la vita dei rifugiati che desiderano integrarsi e vivono
qui da più tempo.
Per
troppo tempo, il governo tedesco ha chiuso gli occhi e ha minimizzato
questa mentalità radicale sia in Germania che in Siria. E ciò ha
trasmesso ai radicali il messaggio che possono contare sul sostegno
occidentale, che possono commettere qualsiasi crimine in Siria e
ricevere comunque protezione in Germania. La Germania è così
diventata una destinazione finale anche per i criminali.
E'
davvero questo quello che Lei voleva accadesse?
Recentemente,
Lei ha espresso preoccupazione per la situazione delle persone in
Idlib. Bisogna dire chiaramente che in Idlib ci sono i peggiori
jihadisti che non sono disposti a deporre le armi. Tra loro ci sono i
combattenti dell'FSA, di Al-Nusra e ISIS, ma anche combattenti e
jihadisti dall'Afghanistan, Ceceni e circa 3.000 Uiguri cinesi. E
furono proprio questi terroristi che attaccarono i quartieri
nord-occidentali di Aleppo con armi chimiche sabato 24 novembre 2018.
Secondo dati recenti, almeno 107 persone ne sono risultate ferite e
intossicate. A settembre, questi gruppi hanno anche attaccato la cittadina di Mhardeh, prevalentemente abitata dai cristiani, non
lontano da Idlib, uccidendo 12 persone.
E
invece di aiutare a disarmare questi gruppi, Lei invia loro 50 milioni di euro di denaro dei contribuenti tedeschi per aiutarli a
commettere ancora più atrocità. Presumibilmente, il governo
federale non ha mai avuto notizia che questi "ribelli" ad
Aleppo e Homs hanno distrutto e violato chiese cristiane, che hanno
attaccato e conquistato villaggi di altre minoranze (Alawiti) nella
provincia di Latakia, e che nella città operaia di Adra nel 2013
hanno decapitato molti uomini e preso le donne come schiave. Già nel
2013, due Vescovi di Aleppo furono rapiti dai "ribelli" e
di loro a tutt'oggi non si sa nulla di dove si trovino.
È
diventato più che chiaro che il governo tedesco è schierato dalla
parte dei "ribelli" islamici in Siria. Questo è ben
visibile ad esempio nella copertura dei media. Ramstein ha fornito
anche armi ai "ribelli". Questi cosiddetti ribelli non sono
combattenti per la libertà e/o la democrazia, ma islamisti che
propugnano la legge della Sharia e che non tollerano opinioni e stili
di vita alternativi, ma li puniscono severamente. Questi ne sono i
perpetratori che si presentano invece come vittime, e così vengono
anche rappresentati dall'Occidente.
Il
sostegno a questi "gruppi ribelli" è spesso motivato da
presunti attacchi o minaccia di attacchi alla popolazione civile,
registrazioni video e foto vengono utilizzati come prove. Ma molti
casi del passato, così come gli incidenti di Chemnitz, hanno
dimostrato che bisogna esaminare e mettere in discussione tutto
questo materiale meticolosamente. Per la Siria è quasi sempre la
stessa fonte, vale a dire l'Osservatorio siriano per i diritti umani
(SOHR). Questo Osservatorio altro non è che una sola persona: un
siriano esiliato, che vive a Londra dal 2010, che simpatizza con i
Fratelli Musulmani e distribuisce i filmati ai media. Di
conseguenza, la società in Siria è stata deliberatamente divisa.
Le persone erano settarie e si incolpavano vicendevolmente. Non
avrebbe senso invece esaminare criticamente queste "prove"
prima di prendere una decisione di vasta portata per poi formare una
coalizione internazionale e impegnarsi in una guerra contraria al
diritto internazionale?
Anche
con le presunte armi di distruzione di massa in Iraq, che secondo
Colin Powell e Tony Blair "certamente" esistevano, si
potrebbe imparare dalla storia una lezione. È tempo di ammettere che
il Governo Federale ha gestito una politica sbagliata in Siria e si è
schierato dalla parte sbagliata. La ragione di questa scelta, a
vostro modo di vedere, (e questo è davvero triste) è che il Governo
Federale è obbligato a rappresentare e difendere gli interessi
americani. Che la Germania abbia solo un certo ruolo da svolgere e
che non abbia una politica estera indipendente e sicura di sé, io la
chiamo la madre di tutti i problemi.
Cara
signora Merkel, so che qui io sono solo un rifugiato siriano. La mia
presenza qui in Germania è un danno collaterale di una guerra senza
senso, la mia voce è tutto ciò che ora mi resta. E non so se queste
righe La raggiungeranno mai. Ma se Lei è veramente preoccupata per
il benessere dei siriani in patria e all'estero, la prego di revocare
le sanzioni contro la Siria. Favorisca accordi per stabilire
un'amicizia tra l'Occidente e il Medio Oriente.
Termini
la luna di miele con i radicali, con i terroristi, ma anche con il
cosiddetto Islam politico, sia dentro che fuori la Germania! Questi
sono i partners sbagliati, e questo è completamente ovvio. Fermi la
consegna di armi nelle zone di guerra e invii al popolo del Medio
Oriente e al mondo, l'amore, l'educazione e la cultura dal cuore
dell'Europa, e non conflitti e guerre!
Signora
Merkel, il mondo è cambiato; le strutture del potere si sono
spostate. Per favore, registri quel cambiamento e si assicuri che la
Germania si posizioni correttamente per il futuro.
Cordiali
saluti
Dr.
Majd Abboud,
Saarbrücken,
10/01/2019
Traduzione: Gb.P.