Ultime
notizie da Homs e Kusayr
Da
Madre Agnese Maria della Croce
traduzione dal francese di Mario Villani , redattore di "Appunti Attualità Politica Cultura"
testo francese in ;
http://www.maryakub.org/Article_dernieres_nouvelles_de_Homs_et_Qousseir_1_avril_2012.html
Alla
vigilia della Settimana Santa, quando noi contempliamo l'Agnello di Dio
vergognosamente tradito dal peccato del mondo accettato per la nostra salvezza,
vengo a inviarvi notizie recenti sulla nostra Diocesi. E' nostro dovere
informarvi sui veri sviluppi della conflitto in Siria. Lo facciamo affinchè
l'opinione pubblica faccia ogni pressione per risparmiare sofferenze al popolo
siriano.
Notizie
da Qara
Più
di trecento famiglie sunnite di Bab Amro sono rifugiate nel villaggio ed
aiutate dai membri locali dell'opposizione. Anche noi facciamo quello che
possiamo per aiutarli. Io sono intervenuta personalmente per la liberazione di
70 militanti incarcerati dopo il passaggio dell'esercito siriano dal nostro
villaggio. Ho espresso alta e forte la mia disapprovazione per i metodi
impiegati contro certi prigionieri che sono stati maltrattati per far loro
confessare dei presunti crimini legati al terrorismo delle bande armate. Noi
abbiamo dichiarato il nostro monastero aperto per ricevere i profughi ed i
sinistrati. Ci è stato riferito di un centinaio di bambini tra i 2 e i 10 anni
che sono stati raccolti tra le macerie di Bab Amro e che non hanno ancora
ritrovato i loro genitori. Noi cerchiamo di aiutarli e forse, una volta
completati i documenti, ne riceveremo qualcuno tra di noi. Questo dipenderà dal
Ministero degli Affari Sociali. Per questo scopo i vostri aiuti sono i
benvenuti.
Notizie
da Homs
A
Homs, città di un milione di abitanti, i due terzi della popolazione sono
fuggiti. Più del 90% dei Cristiani sono fuggiti, spesso senza avere il tempo di
portare nulla con sé. Centinaia di famiglie cristiane hanno abbandonato Homs e
la sua provincia per rifugiarsi nella Valle dei Cristiani, a Damasco o nella
sua provincia. I vostri aiuti sono arrivati e sono già stati distribuiti.
Tantissime grazie! Quando potremo raggiungere il parroco di Bab Sbah, a Homs,
ci darà la lista delle famiglie che ne hanno beneficiato. Questo perchè
possiate continuare ad aiutare serenamente, i vostri doni arriveranno tutti a
destinazione.
Alcune
famiglie sono ritornate per sorvegliare i loro beni. Una di loro racconta
questo episodio: “Abbiamo aperto la porta ed ecco!, il salone era pieno di
gente. Ci hanno portato i nostri pigiami e hanno mangiato insieme a noi. Gli
abbiamo chiesto cosa volessero. Imbarazzato il loro capo ci ha detto: quando
volete vi renderemo la vostra casa. Ma la realtà si impone, siamo costretti a
lasciarli fare ed arrenderci all'evidenza. La nostra casa non è più nostra.”
Perchè
diciamo che la gente è stata “costretta” a partire? Perchè progressivamente, ma
efficacemente le fazioni armate dell'opposizione siriana hanno operato quella
che può essere definita una “redistribuzione demografica”. Grazie ai franchi tiratori
e ad atti di aggressione criminale hanno terrorizzato la popolazione civile non
gradita: le minoranze alauita, cristiana, sciita ed anche molti sunniti
moderati che non hanno voluto partecipare alle attività dei ribelli. Non è un
genocidio massiccio, ma una liquidazione lenta.
A
partire da agosto 2011 e più particolarmente da novembre, quando abbiamo potuto
verificare la situazione con i nostri occhi, visitando Homs e Kusayr, noi
abbiamo informazioni sicure e verificate di atti di barbarie contro la
popolazione civile per obbligarla a desistere dalla normale vita civica e
paralizzare le Istituzioni e lo Stato.
Dall'inizio
dell'anno si sono registrati ripetuti atti di sabotaggio contro gli edifici
scolastici, rapimenti di insegnanti e professori, minacce agli studenti e
incendi e bombardamenti contro le scuole. Questo ha portato alla progressiva
chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Le
minoranze che vivono nei quartieri dove agiscono le bande affiliate
all'opposizione siriana sono il bersaglio permanente di ogni vessazione: i loro
beni sono saccheggiati, le vetture requisite, molti di loro sono presi in
ostaggio solo per il fatto di appartenere ad una minoranza religiosa e non
vengono rilasciati se non con il pagamento di un riscatto (fatto che ha
provocato il fenomeno dei contro-rapimenti, con trattative per la liberazione
degli ostaggi).
In
particolare tutti i protagonisti della vita civile sono diventati un bersaglio
privilegiato del terrorismo camuffato da resistenza armata: conducenti di taxi,
mercanti ambulanti, portalettere, e soprattutto funzionari dell'amministrazione
civile sono le vittime innocenti di atti che hanno superato il semplice
assassinio per assumere gli aspetti più barbari del crimine gratuito: persone
sgozzate, mutilate, sventrate, fatte a pezzi e gettate agli angoli delle strade
o nell'immondizia. Non si è esitato a sparare su dei bambini per diffondere la
disperazione come è stato nel caso del piccolo Sari, nipote del nostro
tagliatore di pietre. Questi atti atroci sono stati sfruttati mediaticamente
per attribuirne la responsabilità alle forze del Governo.
Noi
stessi abbiamo potuto vedere come funziona questo stratagemma in occasione di
una visita a Homs. Quel giorno abbiamo potuto contare almeno cento cadaveri
arrivati all'ospedale, vittime dell'accanimento gratuito delle bande armate
affiliate all'opposizione. Passando per via Wadi Sayeh abbiamo notato una
vettura bruciata. Un uomo era stato appena preso di mira dalle bande armate
perchè si era rifiutato di chiudere il suo negozio. La sua autovettura era
stata fatta esplodere e lui letteralmente fatto a pezzi e gettato davanti alla
saracinesca del suo negozio. Nel momento in cui noi siamo passati si erano
radunati dei passanti. Ne abbiamo visti molti riprendere la scena con i loro
telefonini. Mentre filmavano ne abbiamo sentito uno registrare queste parole
indirizzate ad una catena satellitare: “ecco cosa devono sopportare i cittadini
siriani da parte degli squadroni della morte di Bashar Assad”. Abbiamo
fotografato tutto l'avvenimento e seguito le povere spoglie della vittima fino
all'ospedale.
Con
la caduta di Baba Amro i combattenti si sono introdotti a Nazihin e Ashiri ed
hanno investito i quartieri cristiani di Warcheh e Salibi. Le case dei Cristani
sono state requisite. Da Hamidiyeh e dintorni fino a Wadi Sayeh, e più oltre
Bustan Diwan, si è ripetuto il medesimo scenario: le bande armate costringono i
Cristiani a partire, spesso con la forza, e saccheggiano le loro case, poi le
utilizzano per installarvi delle famiglie sunnite profughe o per scopi
militari. Ci hanno raccontato che le bande armate hanno bucato i muri divisori
che separano le abitazioni per poter circolare attraverso il quartiere senza
uscire nella strada. Dei quartieri interi si sono così trasformati in
casematte.
ULTIME
NOTIZIE DEL 30 MARZO 2012
I
quartieri di Bab Sbah, Warcheh e parte di quello di Hamdiyeh sono stati
svuotati dei loro abitanti. Bande di islamisti invadono i luoghi e si
introducono nelle abitazioni, le saccheggiano e poi le bruciano, facendo
credere che le forze governative le hanno bombardate. I terroristi, prima di
introdursi nei quartieri abitati dalle minoranze confessionali, li hanno
colpiti con mortai, razzi e missili LAU di fabbricazione israeliana. Se la
prendono con la popolazione civile non armata e nelle zone dove non c'è la
presenza dell'esercito regolare.
E'
falso dire che la popolazione civile è presa tra due fuochi. La verità è che in
molte zone i quartieri cristiani sono stati il bersaglio di un bombardamento
sistematico delle bande armate che hanno voluto vendicarsi perchè i Cristiani
non hanno aderito all'opposizione. Ma se l'avessero fatto avrebbero potuto
evitare di essere colpiti? Ne dubitiamo.
Secondo
l'agenzia cattolica Fides, la manovra delle bande armate è quella di investire
i quartieri a maggioranza cristiana per trincerarvisi. Si sta preparando un
terribile dramma: le bande armate hanno riempito il quartiere di esplosivo e
minacciano di far saltare tutto se l'esercito avanza.
Dobbiamo
dire che vi è molta confusione sugli obbiettivi delle fazioni armate
dell'opposizione. Essendo divise tra di loro e agendo in modo indipendente, le
loro azioni hanno differenti motivazioni. Non bisogna affrettarsi a gettare
discredito sulle testimonianze dei Cristiani che, avendo avuto a che fare con
queste bande armate, sono stati oggetto di una vera persecuzione. Non è più un
mistero per nessuno che dei salafiti sono attivi a Homs in particolare ed in
Siria in generale; è tuttavia vero che i Cristiani non sono sotto una persecuzione
sistematica e generale in tutto il paese perchè i salafiti non sono
dappertutto.
Sto
traducendo un articolo che chiarisce molte cose sulla presenza salafita in
Siria e Libano.
Notizie
dell'ultima ora: il famoso ”curato di Bab Sbah” che era
rimasto eroicamente sul posto per servire i suoi parrocchiani a rischio della
sua vita si è visto obbligato a partire. La sua automobile è stata rubata, la
casa, così come quelle dei suoi parenti, è stata occupata dei miliziani che
hanno rubato tutto. Perfino i pacchi di aiuti umanitari destinati dalla Caritas
alle famiglie sinistrate sono stati requisiti dei miliziani. Il padre ha
raccolto dei video impressionanti di ciò che resta dei quartieri cristiani.
Sembrerebbe di essere a Beirut nei peggiori momenti della guerra dei due anni.
Inoltre abbiamo appena saputo che i padri gesuiti hanno posto dei giovani
armati per difendere i loro conventi e i loro beni. Speriamo che questo sia
sufficiente per conservarli sani e salvi.
E
infine, una notizia delle peggiori: la ragazzina R. S., una greca - ortodossa
che era stata rapita da tre settimane da Bustan Diwan, nel quartiere cristiano
di Homs è stata restituita ai suoi genitori in uno stato allarmante. Ella
racconta che è stata condotta da uomini armati in una fattoria oltre lo
svincolo di Palmira nell'entrata sud di Homs e là una trentina di uomini
l'hanno violata. Ella si trova attualmente in un ospedale di Damasco. Le sue
condizioni sono terribili ed è in stato di choc. Ella ha sentito gli uomini
dirle che lei era stata loro concessa dallo Sceicco Arour come bottino di
guerra.
Il
fratello del curato greco- ortodosso di Doueir, il padre Tohmeh Haddad, è stato
rapito dai ribelli. Essi chiedono un riscatto di € 200.000.
SITUAZIONE
A KUSAYR
Kusayr
è un grosso centro nei dintorni di Homs, vicino al Libano. La situazione è
drammatica. Le minoranze sono il bersaglio di terribili soprusi. Molte persone
innocenti sono morte, abbattute a sangue freddo. Andrè Arbache, un giovane
marito di trenta anni è stato rapito oggi e non si sa nulla di lui. Alcuni
terroristi arrestati dalle forze di sicurezza hanno confessato che sarebbe già
stato sgozzato seguendo il rituale “Nahar” che Al Qaeda applica ai rinnegati.
La
famiglia cristiana Kasouha, maggioritaria a Kusayr, ha perso molti dei suoi
membri, uccisi a sangue freddo. Si parla di vecchi rancori. Bisogna però sapere
che molti Cristiani sono stati massacrati dopo aver subito per mesi le angherie
di miliziani armati che, tuttavia, sono stati presentati al mondo come
combattenti valorosi che cercano di instaurare la democrazia. In realtà queste
bande armate hanno applicato la legge della giungla: sia quando hanno cercato
di far resuscitare i demoni di vecchi rancori tra comunità, sia quando, come ad
Homs, hanno cercato di provocare una guerra confessionale.
Molti
Cristiani di Kusayr sono stati assassinati, talvolta fatti a pezzi, per
spingere la popolazione alla fuga. Come se questo non bastasse, per sgomberare
Kusayr dei Cristiani, i terroristi hanno cominciato ad attaccare apertamente i
loro quartieri. Li hanno bombardati con i mortai e i lanciarazzi, poi li hanno invasi, scacciando
gli abitanti e uccidendo quelli che non volevano andarsene. Molte case dei
Cristiani sono state bruciate dopo essere state saccheggiate. Nei quartieri più
lontani che non sono ancora stati investiti dai terroristi molti Cristiani si
sono rifugiati presso dei parenti, ma le loro case sono sotto il tiro dei
mortai. Persino la casa del nostro parroco Padre George Louis è stata colpita
da quattro proiettili che l'hanno completamente distrutta. E' necessario ricordare
che questi bombardamenti non entrano nel quadro di combattimenti con l'esercito
regolare, ma costituiscono un'aggressione gratuita contro una popolazione non
armata. I Cristiani di Kusayr hanno sentito islamisti affermare a più riprese
che i comitati di coordinamento locali hanno già distribuito i beni mobili e
immobili dei Cristiani alle famiglie sunnite. Questo progetto è ormai in fase
di esecuzione. Un dirigente dell'esposizione a Kusayr , Oum Zahreddine
Zhouri, ha appena annunciato che “i beni
dei cristiani erano distribuiti ai musulmani come bottino di guerra” ed in
effetti è ciò che sta avvenendo, almeno nelle case e magazzini del quartiere
del Suk orientale che è stato interamente investito dalle bande armate. I cristiani
sono tutti stati gettati fuori, le loro case sono state spogliate e interamente
bruciate. Confermiamo la notizia data dall'agenzia Fides: la maggior parte dei
10.000 cristiani di Kusayr è stata costretta a lasciare le loro case e i loro
beni. Essi si sono rifugiati nei dintorni o sono fuggiti verso Damasco, la
Valle dei cristiani o verso il Libano dove ci si informa che molti alauiti e
cristiani hanno trovato casa nelle città costiere o nella montagna e dove più
di 60 famiglie cristiane di Kusayr si sono rifugiate nella città di Zahlè.
QUALCHE
ESEMPIO SIGNIFICATIVO DI ATTI SELVAGGI PERPETRATI DALLE BANDE ARMATE AFFILIATE
ALL'OPPOSIZIONE
Quando
l'esercito regolare è entrato a Baba Amro i terroristi hanno radunato tutti i
loro ostaggi alauiti e cristiani in un immobile di Khalidiyeh che hanno fatto
saltare con l'esplosivo, commettendo un terribile massacro, che hanno
attribuito alle forze regolari. Malgrado che di questo atto siano state
accusate le forze governative persino dalla Lega Araba, le prove e le
testimonianze sono inconfutabili: si tratta di una manovra delle bande armate
affiliate all'opposizione.
La
famiglia Al Amoura, del villaggio di Al Durdak, nei dintorni di Homs, è stata
sterminata dai terroristi wahabiti. Quarantuno persone d questa famiglia sono
state sgozzate lo stesso giorno. Un altro massacro è stato commesso
dall'esercito libero della Siria in ritirata da Baba Amro: si sono fermati
vicino a Rableh, alla frontiera libanese, e hanno massacrato quattordici membri
di una stessa famiglia alauita a Hasibiyeh.
RETROSPETTIVA
Ecco:
è da un anno che mi dedico allo studio della situazione in Siria per cercare di
comprenderla. Da allora mi sono recata per tre volte sui luoghi caldi della
nostra Diocesi e posso dire di essere diventata una testimone oculare.
Guardando indietro io vedo che non mi sono ingannata nelle mie previsioni. Con
dei giornalisti belgi siamo stati i primi al mondo a fare stato della presenza
di “bande armate non identificate”. Oggi queste bande sono state identificate.
Possiamo dare loro un nome. Esse sono raggruppate sotto l'etichetta di Esercito
Libero della Siria, ma esse sono di matrice salafita o wahabita, vale a dire le
formazioni paramilitari degli islamisti ultra radicali.
Noi
ringraziamo tutte le realtà che durante l'anno trascorso hanno intimato al
regime siriano, anche se spesso a torto e in conseguenza di false informazioni,
di fermare le sue violenze contro la popolazione civile. Ma cosa dire delle
crudeltà dell'opposizione siriana? O meglio, delle fazioni armate che
proclamano di essere l'opposizione? Oggi il male è fatto. Quello che temevamo
sta per succedere: l'esodo dei Cristani dalla Siria è cominciato. E' un dramma
che condividono con i loro fratelli e sorelle di altre confessioni. Questo ci
ricorda l'esodo dei Cristiani dell'Iraq. Speriamo che la tendenza sia arrestata
dalla fine delle ostilità e dall'instaurazione di un dialogo tra tutte le
componenti del popolo siriano.
Noi
siamo tutti per la libertà e la democrazia. Sfortunatamente i nobili obiettivi
indicati dall'opposizione siriana sono stati fagocitati dall'islamismo.
Esaltando l'opposizione -all'inizio poteva essere a giusto titolo- si è creduto
senza verifiche a tutto quello che raccontava l'inattendibile Osservatorio
siriano dei diritti dell'uomo e poi i comitati di coordinamento locale. Ora,
sulla base delle loro necessità, questi organismi hanno fatto più
disinformazione che informazione. Non solo l'informazione fornita è stata
unilaterale e di parte, ma spesso era monca e falsificata. La realtà non era
più conforme alle loro fastidiose dichiarazioni. D'altronde gli avvenimenti mi
hanno dato ragione e, cosa che mi consola, la comunità internazionale stessa
sta accogliendo la tesi di una trasformazione dell'opposizione siriana che è
divenuta, all'insaputa di molti dei suoi sostenitori, un paravento per il
sunnismo radicale. I grandi mezzi di comunicazione cominciano poco a poco a
comprendere la realtà del conflitto in Siria, raccontando alcuni dei suoi
aspetti nascosti da troppo tempo: la presenza di fazioni armate l'obiettivo
delle quali era quello di creare uno scenario di guerra confessionale simile a
quello del Libano. Questo spiega le crudeltà subìte per mesi dagli alauiti da parte
delle bande armate. I Cristiani sono stati vittime anche loro ma in misura
minore. L'obiettivo di questi gruppi armati era spingere le minoranze ad
armarsi per far esplodere una guerra confessionale. Ma questa reazione non c'è
stata. A parte dei casi isolati, le minoranze non si sono armate ed hanno
atteso pazientemente che le forze dell'ordine venissero a proteggerle. Hanno
pagato così un pesante tributo di sangue attendendo la loro liberazione. La
storia renderà omaggio alla maturità del popolo siriano che, in forza della sua
millenaria saggezza, ha evitato fare la scelta peggiore quando tutto era a sua
disposizione per vendicarsi dell'”altro”. E' necessario anche dire che la
maggioranza dei Musulmani in Siria non danno credito ai salafiti e prendono le
distanze dal wahabismo. Dicono che tutto l'estremismo è una deformazione e che
il salafismo, ispirato dal wahabismo, è diventato un'eresia soprattutto quando
è ricorso all'eliminazione dei “kuffar” o “rinnegati”, in pratica di tutte le
persone che non accettano la sua dottrina.
In
definitiva il mondo occidentale, vittima di un'informazione tendenziosa, si
inganna applicando a questi eterogenei gruppi islamisti il titolo di Esercito
Libero di Siria. Bisogna saper distinguere le cose per non favorire il peggio.
Che
dire di più? Human Rights Watch ha scritto una lettera aperta al “Consiglio
Nazionale Siriano” per invitarlo a denunciare gli atti di barbarie contro la
popolazione civile e le forze dell'ordine. Atti contrari alla Carta dei Diritti
dell'Uomo ed alla Convenzione di Ginevra commessi dalle bande armate affiliate
all'opposizione. L'ambasciatore degli Stati Uniti a Damasco si è lamentato
delle violenze inaccettabili delle bande armate che agiscono in nome
dell'opposizione. Le grandi potenze ed i media internazionali parlano
apertamente di una deriva confessionale di certi settori armati affiliati
all'opposizione siriana tra i quali si scoprono fazioni di Al Qaeda, dei
salafiti e dei wahabiti. Pax Christi del Canada ha mandato una lettera a tutti
i responsabili degli Stati per domandare loro di non intervenire più in Medio
Oriente con mezzi militari. La Francia, da parte sua, ha rifiutato l'ingresso
nel suo territorio allo cheikh Qaradawi che incita incessantemente su Al
Jazirah araba ad una guerra confessionale. L'affare Merah a Tolosa contribuirà
ad aprire gli occhi sui pericoli della catena Al Jazirah, i cui locali nella torre Montparnasse sono stati
perquisiti dalla polizia francese.
Nel
momento in cui la comunità internazionale cerca di favorire il dialogo e la
pacificazione è divenuto ormai inaccettabile che dei responsabili e dei
giornalisti continuino a credere ciecamente alle dichiarazioni di una rete di
informazione tendenziosa che copre i crimini di queste bande armate affiliate
all'opposizione siriana con suo grande danno. Ignorando i soprusi e i crimini
di queste bande armate e approvando la loro lotta si incoraggiano i loro
crimini e non si porta aiuto alle persone in pericolo. Solo un'informazione
obiettiva e senza partito preso, fedele alla realtà dei fatti, potrà aiutare a
fermare la violenza e portare tutte le fazioni a dialogare in vista di un vero
processo democratico. Occorre denunciare il male ove di trova, senza
preconcetti. Serve un minimo di verifica e di messa a fuoco nella confusione
che prevale.
CONCLUSIONE
Noi
preghiamo affinchè la Siria esca purificata e pacificata da questa terribile
prova e perchè la voce della maggioranza schiacciante del popolo siriano, di
tutte le confessioni, sia ascoltata: avviare le riforme necessarie senza
rompere il patto nazionale né cadere nella guerra confessionale.
Preghiamo
che, in questo glorioso tempo pasquale, il Signore vincitore della morte, ci
visiti come ha fatto con sua Madre e i suoi Apostoli e ci evangelizzi con la
sua pace basata sulla distruzione del muro dell'odio attraverso il suo corpo
sacrificato per noi. Lui solo ci insegna ad amare il prossimo fino a
sacrificarsi per lui. Questo è il messaggio che noi ameremmo far capire sulla
Siria a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani.
Qara, 1 aprile - domenica degli ulivi - 2012.