"La sofferenza ha superato ogni limite..." : nuovo appello del Patriarca di Damasco
Damasco, 8 aprile 2013.
Oggi, mi
appello al mondo, specialmente ai Capi di Stato dei paesi arabi, dell’Europa
occidentale e orientale, del Nord e Sud America, così come alle organizzazioni
internazionali e ai titolari di Premi Nobel.
Questo è lo
stesso grido che innalzo come cittadino
arabo siriano, come cristiano e come Patriarca cattolico residente in Damasco.
La Siria vive un cammino di croce sanguinosa, dolorosa
e prolungata, che si estende su tutte le strade del paese. Tutti i Siriani -
cristiani e musulmani, il governo, l'opposizione, gruppi armati di qualsiasi
provenienza ... - tutti portano la stessa croce da più di due anni.
La sofferenza
ha superato ogni limite. La crisi sta falciando migliaia e migliaia di soldati,
di oppositori, di uomini civili, donne e bambini, sceicchi e sacerdoti,
cristiani e musulmani.
Tutta la Siria
è diventata un campo di battaglia. E' diventata anche un luogo di commercio, di
scambio di beni solo per il denaro e gli interessi di alcuni. Tutto ciò che è
la democrazia, i diritti umani, la libertà, la laicità e la cittadinanza si è
perso di vista, e non importa a nessuno. Ovunque, è la manipolazione, menzogna
e ipocrisia. E’ una guerra senza volto,
con combattenti senza volto.
Nessun luogo è
più sicuro in Siria. Si crede che vi sia la sicurezza da un lato e
l'insicurezza dall'altro, ma in qualsiasi momento si può essere vittima di
un'esplosione, di una granata, di un proiettile, oltre ai sequestri e alle prese
di ostaggi a scopo di estorsione, gli assassini ... Il caos minaccia tutti,
ovunque e in ogni momento.
I pericoli
sono in agguato per tutti i cittadini, soprattutto civili, a causa della
destabilizzazione e del caos dei quartieri in molte aree (Homs e dintorni,
Aleppo, la periferia di Damasco, la mia città natale Daraya, ...); a causa
della strumentalizzazione, specialmente dei cristiani, ma anche di diversi
gruppi religiosi.
C'è anche il pericolo di essere presi come
scudi: persone, case, chiese, moschee ... E il pericolo di disordini religiosi
artificiali, soprattutto tra cristiani, musulmani e drusi.
Questi
pericoli minacciano tutti i cittadini, ma soprattutto i cristiani, che sono la
cellula più debole, la più fragile.
Davanti a
tutti questi pericoli, a questa sofferenza, a queste disgrazie che affliggono
tutti i cittadini, ci chiediamo: Non c’è nessun’ altra voce, altra via che la
guerra, le armi, la violenza, l'odio, la vendetta?
Abbiamo un
disperato bisogno di una soluzione. Mesi fa abbiamo lanciato, nel mese di
agosto 2012, la nostra chiamata: "La riconciliazione è l'unica salvezza
per la Siria." Non smetteremo di chiamare all’amore, al dialogo, all'armonia
e alla pace.
Siamo certi
che, nonostante tutti i nostri problemi, tutti i siriani - governo, partiti
politici, musulmani sunniti e sciiti, alawiti, cristiani e drusi - siamo in
grado di comunicare, di ricostruire un clima favorevole alla riconciliazione, per
andare avanti insieme.
Io, come Patriarca,
e tutti noi, come cristiani, siamo chiamati a svolgere questo ruolo. Questo è
il motivo per cui vi stiamo scrivendo .
Forse è utile
presentare, in particolare, la situazione dei nostri cristiani.
Damasco è la
sede del nostro Patriarcato melchita greco-cattolico, e anche la sede dei Patriarcati
greco ortodosso e siriano ortodosso di Antiochia. La Siria ha tra il milione e
mezzo e due milioni di cristiani di tutte le chiese. A parte l'Egitto,è il
paese dove c’è il maggior numero di cristiani, anche più che in Libano.
Il futuro dei
cristiani in Medio Oriente è legato ai cristiani di Siria. Molti cristiani
libanesi sono fuggiti in Siria, dal 1975 al 1992 e nel 2006. Allo stesso modo,
i cristiani dell'Iraq si sono per lo più rifugiati in Siria, dove si trovano
ancora molti di loro.
Il futuro dei cristiani in Siria è
minacciato, non dai musulmani, ma dalla crisi attuale, a causa del caos che
essa crea e dell'infiltrazione di gruppi islamici fondamentalisti e fanatici,
incontrollabili, e sono questi che possono essere la causa di attacchi contro i
cristiani.
La minaccia del
peggio è forse più grave per i musulmani che per i cristiani, a causa dei
sanguinosi conflitti secolari tra le fazioni e le sette dell'Islam.
La situazione
dei cristiani è già un doloroso bilancio: più di mille vittime (militari e
civili, sacerdoti, uomini, donne e
bambini), e centinaia di migliaia di rifugiati e persone sfollate, all’interno
della Siria stessa , e in Libano, Giordania, Egitto, Iraq e Turchia. Altri, un
numero relativamente grande (ma non abbiamo le cifre esatte), sono fuggiti in
Europa (soprattutto in Svezia), in Canada e negli Stati Uniti ..., in tutto,
circa da 250.000 a 400.000 persone..
Le perdite
materiali sono molto gravi. Non abbiamo statistiche, ma sappiamo che ci sono
una ventina di chiese danneggiate o parzialmente distrutte, e anche le
istituzioni sociali (scuole, orfanotrofi, case per anziani), che sono da sempre
al servizio di tutti i cittadini, cristiani e musulmani.
Tutto ciò
senza contare la perdita di posti di lavoro (fabbriche, negozi, edifici) e delle
case dei nostri fedeli, che hanno dovuto lasciare le loro città, villaggi,
quartieri in fretta, senza essere in grado di prendere con sè poco o nulla. In
generale, queste case e proprietà sono state saccheggiate, distrutte o
danneggiate. Tutto questo rappresenta perdite per un totale di diversi milioni
di dollari. Interi villaggi sono stati svuotati di tutti i loro abitanti
cristiani (come la mia città natale Daraya).
I nostri concittadini
musulmani sono in una situazione simile, con perdite ancora più gravi, perché sono molto
più numerosi di quanto siano i nostri fedeli.
Ma il fatto
più grave, per tutti, è il caos!
La Domenica di Pasqua,
Papa Francesco, ha lanciato un appello per "la amata Siria, per la sua popolazione
ferita dal conflitto e per i molti rifugiati che attendono aiuto e conforto.
Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze devono ancora essere imposte
prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?”
Preghiamo perchè
il mondo ascolti la voce del Papa
Francesco!
Noi preghiamo
per tutti voi, Sovrani, Presidenti, Capi di Stato e di Governo dei Paesi di
tutto il mondo.
Possiate, cari
Amici, ascoltare la voce di Cristo: "Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figlio di Dio".
Preghiamo perchè siate degni di questa beatitudine, perchè voi siate operatori di pace.
+
Gregorios III
Patriarca di
Antiochia e di tutto l'Oriente,