Aleppo (Agenzia Fides) – Il conflitto e la violenza in corso in Siria hanno avuto un forte impatto anche sull’Assemblea dei Vescovi cattolici della Siria, conclusasi nei giorni scorsi ad Aleppo. Come riferito all’Agenzia Fides, su 17 Presuli della Conferenza (che riunisce i Vescovi cattolici di tutte le confessioni e riti) ben 7 erano assenti e non hanno potuto raggiungere Aleppo per motivi di sicurezza. Mancavano i Vescovi di Homs, città martoriata dal conflitto, che si sono rifugiati in piccoli paesi sulle montagne, e alcuni Vescovi del litorale. Le strade infatti, nonostante il cessate il fuoco dichiarato, sono infestate da bande di miliziani e gli spostamenti restano molto pericolosi.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39015&lan=ita
2- La Chiesa: speranza per una “missione Onu credibile”
Aleppo (Agenzia Fides) – “La nostra speranza è che la missione degli Osservatori Onu sia credibile, equa, indipendente e agisca da calmiere sulla situazione. Invitiamo tutte le parti in lotta ad accettare gli Osservatori Onu, che vengono senza interessi particolari, e a facilitare il loro lavoro. Speriamo che nessuno ‘abbia timore’ del loro lavoro”. È l’appello lanciato attraverso l’Agenzia Fides da Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM, Vicario Apostolico di Aleppo, che esprime gli auspici della Chiesa siriana sulla missione degli Osservatori Onu.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39016&lan=ita
3-Vicario Apostolico di Aleppo: massacro degli studenti provocato da infiltrati libici e turchi
Aleppo (AsiaNews)- Mons. Giuseppe Nazaro racconta i retroscena dell'assalto dell'esercito contro l'università, costato quattro vittime. Da mesi i militanti stranieri tentato di influenzare gli universitari dell'Ateneo. Lo scopo è portare la violenza anche ad Aleppo, unica città rimasta al di fuori delle violenze fra ribelli e regime. Le manipolazioni dei media.
"L'università di Aleppo è piena di infiltrati libici e turchi che da mesi tentano di portare dalla loro parte i giovani siriani. Questa gente è armata e ha provocato l'esercito che ha risposto con la forza ". È quanto afferma ad AsiaNews, mons. Giuseppe Nazaro, Vicario apostolico di Aleppo sull'assalto delle forze di sicurezza al dormitorio universitario, costato la vita a quattro studenti. Il prelato francescano vive a soli 150 metri dall'università e ha vissuto in diretta l'attacco avvenuto il 2 maggio nel corso di una manifestazione di oltre 1500 universitari contro il regime. Secondo il racconto di alcuni testimoni, i militari hanno inseguito i giovani dentro le loro camere e arrestato oltre 200 persone. Per evitare nuove tensioni le autorità hanno chiuso l'Ateneo fino alla fine dell'anno accademico.
"Aleppo è l'unica città che non si è rivoltata contro Assad - spiega il vescovo - in questi mesi vi sono state solo manifestazioni sporadiche, la popolazione non vuole la violenza". Mons. Nazaro sottolinea che "per portare anche nella nostra città un clima di violenza e caos i militanti islamici tentano di influenzare i giovani a compiere atti sconsiderati e pericolosi, che mettono in pericolo tutta la popolazione".
Dopo i fatti del 2 maggio anche ad Aleppo si vive un clima di tensione e violenza. Nell'università studiano oltre 40mila studenti provenienti da tutto il Paese. Molti di loro non possono tornare a casa a causa della guerra. Mons. Nazaro racconta che i conventi e le parrocchie hanno aperto le loro porte a centinaia di ragazzi. "Nella nostra residenza - afferma - si sono rifugiate circa 20 ragazze, cristiane e musulmane, fuggite dai loro dormitori dopo il blitz dell'esercito. Esse si aggiungono alle altre 40 giovani studentesse ospitate nel nostro studentato".
Il Vicario apostolico afferma che la situazione sta precipitando: Turchia, Libia e altri Paesi musulmani stanno inviando militanti e armi per sostenere la guerra contro Assad. Ciò ha creato una situazione che rende impossibile qualsiasi iniziativa di cessate il fuoco e riconciliazione. "Chi ne fa le spese - afferma - è la popolazione, che non potrà sopportare a lungo questo clima di violenza e crisi economica".
Secondo il prelato la maggior parte delle informazioni diffuse dai media occidentali sono false o manipolate. "Giornali e organi di stampa - spiega - utilizzano solo le notizie pubblicate da al - Jazeera e da altri media arabi finanziati da Qatar e Arabia Saudita. Essi sono fra i principali sostenitori dei ribelli siriani e il loro unico interesse è creare il caos per far cadere il regime di Assad".
http://www.asianews.it/notizie-it/Vicario-Apostolico-di-Aleppo:-massacro-degli-studenti-provocato-da-infiltrati-libici-e-turchi-24665.html
4- Cristiani sotto assalto: colpita l'antica Chiesa di Santa Maria della Sacra Cintura di Homs
Titolo originale: “Christianity Under Assault in Syria: Saint Mary Church of the Holy Belt Damaged”
Homs, Siria (MECN) – La Siria è la patria di antiche civiltà, contenente reliquie antiche e rovine risalenti alle prime civiltà umane conosciute. Insieme ad avere queste caratteristiche, la Siria è anche parte della Terra Santa, o come direbbe qualcuno, la Terra Santa fa parte della Siria. Gesù Cristo parlò un linguaggio antico siriano – aramaico, da Aram, un antico nome per la Siria. I siriani parlano ancora l’aramaico in alcuni villaggi e nelle chiese, e il vocabolario aramaico ha influenzato il loro dialetto arabo, la lingua nazionale del post-indipendenza della Siria. Tra i tanti tesori storici c’è la Chiesa di Santa Maria della Sacra Cintola (in arabo: كنيسة أم الزنار; Um az-Zinnar), chiamata per la sua preziosa reliquia – la ‘cintura di Maria’, la madre di Gesù. La Chiesa è una vecchia chiesa siro-ortodosso, situata nel cuore della città di Homs. La chiesa fu costruita su una chiesa sotterranea risalente al 50 d.C., che la rende tra le più antiche al mondo. E ‘anche la sede dell’arcivescovado siro-ortodossa.
Tra il 24-25 febbraio 2012, l’antica chiesa è stata danneggiata da milizie armate che combattono il governo di Homs. Secondo Issam Bishara, il Catholic Near East Welfare Association (CNEWA) direttore regionale per il Libano, Siria ed Egitto, in dichiarazioni rese al National Catholic Reporter , le milizie usano deliberatamente i cristiani e le luoghi sacri cristiani come scudi e stanno deliberatamente provocando danni sia a persone che a cose:
La Chiesa di ‘Santa Maria della Sacra Cintola’ (St. Mary Church of the Holy Belt) è situata nel centro di Homs, quella che è chiamata la cosiddetta “Città Vecchia”, ed è la sede dell’Arcidiocesi siro-ortodosso di Homs. La maggior parte delle chiese e arcivescovadi di altre confessioni sono concentrate nella stessa zona circostante (Hamidiya, Boustan el Diwan, ecc), e in questo ultimo trimestre è stato oggetto di scontri militari tra le milizie e le forze governative. I miliziani per la maggior parte di questo periodo di tempo hanno usato le chiese e i cristiani come scudi per proteggersi dai bombardamenti. E ‘inoltre importante ricordare che alcune icone all’interno delle chiese sono state danneggiate appositamente dalle milizie.Questi fatti suggeriscono che i cristiani sono stati usati come scudi umani e le loro case, chiese e quartieri vengono utilizzati dai militanti in quello che alcuni suggeriscono una strategia di guerriglia deliberata, dove i militanti riescono a guadagnare sia copertura per attaccare le forze governative impunemente o riescono ad aizzare i cristiani contro il governo per la loro rappresaglia e la intimidazione diretta verso di loro. Tuttavia, Bishara ci rivela una terza cosa , e cioè che i cristiani sono in fuga e sono invitati dal loro clero ad astenersi dal prendere posizione, sia contro il governo o contro i gli insorti e stanno sostenendo una soluzione pacifica tra tutte le parti. Un anno fa, la popolazione cristiana in Homs era 160.000, ma come risultato della violenza, quel numero si è ridotto a soli 1.000 cristiani.
(…) Proprio nella città di Homs, 200 cristiani sono stati uccisi e molte famiglie cristiane sono già state martirizzate per la loro fede, per la loro fedeltà al loro paese, e non per essersi schierate con gli estremisti.
http://www.vietatoparlare.it/2012/05/03/le-milizie-anti-assad-usano-quarteri-cristiani-campi-di-battaglia/