Gerusalemme, 6 dicembre 2017
Caro Signor Presidente,
siamo pienamente consapevoli e
apprezziamo come Lei sta dedicando un'attenzione particolare allo
stato di Gerusalemme in questi giorni. Stiamo seguendo con attenzione
e vediamo che è nostro dovere indirizzare questa lettera a Sua
Eccellenza. Il 17 luglio 2000, abbiamo inviato una lettera simile ai
leader che si sono incontrati a Camp David per decidere lo status di
Gerusalemme. Hanno gentilmente preso la nostra lettera in
considerazione. Oggi, signor Presidente, siamo fiduciosi che anche
voi accoglierete il nostro punto di vista considerazione sullo status
molto importante di Gerusalemme.
La nostra terra è chiamata ad essere
una terra di pace. Gerusalemme, la città di Dio, è una città di
pace per noi e per il mondo. Purtroppo, però, la nostra terra santa,
con Gerusalemme la città Santa, è oggi una terra di conflitto.
Coloro che amano Gerusalemme hanno ogni
volontà di lavorare e farne una terra e una città di pace, vita e
dignità per tutti i suoi abitanti. Le preghiere di tutti i credenti
in essa - le tre religioni e due popoli che appartengono a questa
città- si innalzano a Dio e chiedono la pace, come dice il
salmista: "Ritorna da noi, Dio Onnipotente! Guarda giù dal
cielo e guarda! "(80,14), ispira i nostri leader e riempi le
loro menti e cuori con giustizia e pace.
Signor Presidente, abbiamo seguito con
preoccupazione le notizie sulla possibilità di cambiare il modo in
cui gli Stati Uniti comprendono e si occupano dello status di
Gerusalemme. Siamo certi che tali passi produrranno un aumento di
odio, conflitto, violenza e sofferenza a Gerusalemme e in Terra
Santa, spostandoci più lontano dall'obiettivo dell'unità e più
addentro verso la divisione distruttiva. Le chiediamo Signor
Presidente, di aiutarci tutti a camminare verso un maggior amore e
una pace definitiva, il che non può essere raggiunto senza che
Gerusalemme sia per tutti.
Il nostro solenne consiglio e appello è
che gli Stati Uniti continuino a riconoscere il presente
stato internazionale di Gerusalemme.
Qualsiasi cambiamento improvviso potrebbe causare danni irreparabili.
Noi siamo fiduciosi che, con il forte sostegno dei nostri amici,
Israeliani e Palestinesi possano lavorare per negoziare una pace
sostenibile e giusta, a beneficio di tutti coloro che desiderano che
la Città Santa di Gerusalemme compia il suo destino. La Città
Santa può essere condivisa e pienamente goduta quando un processo
politico aiuti a liberare i cuori di tutte le persone, che vivono al
suo interno, dalle condizioni di conflitto e distruttività che
stanno vivendo.
Il Natale è oramai alle porte. È una
festa di pace. Gli angeli hanno cantato nel nostro cielo: Gloria a
Dio nell' alto, e la pace sulla terra per le persone di buona
volontà. In questo prossimo Natale, ci auguriamo che Gerusalemme non
sia privata della pace, le chiediamo Signor Presidente di aiutarci ad
ascoltare la canzone di gli angeli. Come leader cristiani di
Gerusalemme, la invitiamo a camminare con noi nella speranza mentre
costruiamo una pace giusta e inclusiva per tutti i popoli di questa
città unica e santa.
Con i nostri migliori saluti e i
migliori auguri per un Santo Natale.
(trad. OpS)
(trad. OpS)
Dear Mr. President,
We are fully aware and appreciative of how you are dedicating special attention to the status of Jerusalem in these days. We are following with attentiveness and we see that it is our duty to address this letter to Your Excellency. On July 17, 2000, we addressed a similar letter to the leaders who met in Camp David to decide the status of Jerusalem. They kindly took our letter into consideration. Today, Mr. President, we are confident that you too will take our viewpoint into consideration on the very important status of Jerusalem.
Our land is called to be a land of peace. Jerusalem, the city of God, is a city of peace for us and for the world. Unfortunately, though, our holy land with Jerusalem the Holy city, is today a land of conflict.
Those who love Jerusalem have every will to work and make it a land and a city of peace, life and dignity for all its inhabitants. The prayers of all believers in it—the three religions and two peoples who belong to this city—rise to God and ask for peace, as the Psalmist says: "Return to us, God Almighty! Look down from heaven and see!" (80.14). Inspire our leaders, and fill their minds and hearts with justice and peace.
Mr. President, we have been following, with concern, the reports about the possibility of changing how the United States understands and deals with the status of Jerusalem. We are certain that such steps will yield increased hatred, conflict, violence and suffering in Jerusalem and the Holy Land, moving us farther from the goal of unity and deeper toward destructive division. We ask from you Mr. President to help us all walk towards more love and a definitive peace, which cannot be reached without Jerusalem being for all.
Our solemn advice and plea is for the United States to continue recognizing the present international status of Jerusalem. Any sudden changes would cause irreparable harm. We are confident that, with strong support from our friends, Israelis and Palestinians can work towards negotiating a sustainable and just peace, benefiting all who long for the Holy City of Jerusalem to fulfil its destiny. The Holy City can be shared and fully enjoyed once a political process helps liberate the hearts of all people, that live within it, from the conditions of conflict and destructiveness that they are experiencing. Christmas is upon us soon. It is a feast of peace. The Angels have sung in our sky: Glory to God in the highest, and peace on earth to the people of good will. In this coming Christmas, we plea for Jerusalem not to be deprived from peace, we ask you Mr. President to help us listen to the song of the angels. As the Christian leaders of Jerusalem, we invite you to walk with us in hope as we build a just, inclusive peace for all the peoples of this unique and Holy City.
With our best regards, and best wishes for a Merry Christmas.
+Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Patriarchate
+Patriarch Nourhan Manougian, Armenian Apostolic Orthodox Patriarchate
+Archbishop Pierbattista Pizzaballa, Apostolic Administrator, Latin Patriarchate
+Fr. Francesco Patton, ofm, Custos of the Holy Land
+Archbishop Anba Antonious, Coptic Orthodox Patriarchate, Jerusalem
+Archbishop Swerios Malki Murad, Syrian Orthodox Patriarchate
+Archbishop Aba Embakob, Ethiopian Orthodox Patriarchate
+Archbishop Joseph-Jules Zerey, Greek-Melkite-Catholic Patriarchate
+Archbishop Mosa El-Hage, Maronite Patriarchal Exarchate
+Archbishop Suheil Dawani, Episcopal Church of Jerusalem and the Middle East
+Bishop Munib Younan, Evangelical Lutheran Church in Jordan and the Holy Land
+Bishop Pierre Malki, Syrian Catholic Patriarchal Exarchate
+Msgr. Georges Dankaye’, Armenian Catholic Patriarchal Exarchate