Ai nostri lettori e amici auguriamo buona e Santa Pasqua,
riproponendo la lettera dei fratelli Maristi di Aleppo
La forza invincibile della compagnia di Gesù è la vittoria possibile oggi, in ogni circostanza.
"Oggi è la festa della nostra Speranza"
( papa Francesco, omelia della veglia pasquale)
Christus vincit!
“Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile. Alla potenza del Signore risorto affidiamo i colloqui in corso, affinché con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino”. (Papa Francesco Urbi et Orbi Pasqua 2016)
Lettera da Aleppo n° 25
dai Maristi Blu,
13 marzo 2016
Fa bel tempo in questa domenica mattina
di marzo, un cielo blu, un sole radioso che riscalda: il cessate il
fuoco entrato in vigore da due settimane ha spinto la gente
all'ottimismo .
Nei primi giorni esso è stato
rispettato: il cinguettio degli uccelli al risveglio ha sostituito
il rumore delle bombe. L' elettricità e l'acqua sono ritornate per
due giorni, dopo un'interruzione totale di parecchi mesi. Gli
abitanti di Aleppo hanno trascorso notti bianche a fare il bucato,
farsi un bagno, a riempire i serbatoi di acqua per la paura che
l'approvvigionamento di acqua e di elettricità sia solo
temporaneo come già è successo più volte nel passato . Purtroppo
la ripresa non è durata che pochi giorni. Poi i cecchini hanno
ripreso il loro sporco lavoro uccidendo civili innocenti . Poi i
colpi di mortaio hanno ricominciato a piovere su alcuni quartieri,
il gruppo terrorista che tiene la parte est della città non essendo
interessato alla tregua. L'approvvigionamento di acqua e di
elettricità è stato di nuovo interrotto. Anche se dovrebbe essere
ripristinato, gli aleppini sanno che il regime di razionamento
ricomincerà, l'acqua verrà erogata un giorno alla settimana e
l'elettricità due ore al giorno. Malgrado tutto, questa mattina,
tutti hanno il sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore.
In questi ultimi tempi, gli avvenimenti
si sono susseguiti: l'esodo dei Siriani a centinaia di migliaia verso
l'Europa che causa tensioni tra i paesi europei e tra gli abitanti di
uno stesso paese; l'offensiva dell'armata siriana nel governatorato
di Aleppo per liberare la nostra città assediata da tre anni e mezzo
dal gruppo terrorista al Nusra; il cessate il fuoco proclamato, ma
non sempre rispettato, in vigore da 15 giorni: esso riguarda lo Stato
siriano e un centinaio di gruppi ribelli ma non i due principali
considerati unanimemente come terroristi; il taglio dell'unica
strada ( attaccata dai gruppi armati ) che collega Aleppo al resto
del paese per la durata di otto giorni ha avuto come conseguenza
l'interruzione dell'approvvigionamento della città dei prodotti
essenziali, e ciò a pochi giorni dal triste quinto anniversario
dell'inizio della guerra in Siria.
Questo è l'inizio della fine
dell'incubo? Il cessate il fuoco è il preludio a una soluzione
politica prossima? I paesi occidentali, sommersi dai milioni di
rifugiati, hanno deciso di accelerare la soluzione politica per
fermare il flusso migratorio? Ci lasceranno finalmente vivere di
nuovo in pace tra noi, siriani, come l'abbiamo fatto per secoli?
Bisogna essere ottimisti e sperare, o realisti e aspettare? Queste
domande, per il momento senza risposte, i siriani in generale e gli
aleppini in particolare se le pongono per tutto il giorno.
Nel frattempo, noi, i Maristi blu,
continuiamo il nostro lavoro di solidarietà con le famiglie sfollate
e/o senza risorse. Rami, uno dei nostri volontari, mi domandava
l'altro giorno: “ perché voi insistete a dire che noi siamo
un'associazione di solidarietà e non un organismo umanitario?” La
risposta è ovvia. Per noi, Maristi blu, i beneficiari non sono dei
numeri su degli elenchi; essi non sono esseri virtuali da sfamare,
da accogliere e da curare; essi hanno un nome. Dietro ad ogni nome,
c'è un volto, c'è una persona umana con il suo passato, spesso
infelice o in lutto, con i suoi drammi, le sue sofferenze, i suoi
sogni spezzati, il suo futuro ipotecato; una persona che ha anche dei
desideri e dei progetti. Noi vogliamo stabilire con loro un rapporto
che permetta ad essi di mantenere, nonostante tutto, la loro dignità,
la loro umanità ed una certa speranza.
La famiglia di S.B. non è un numero.
Ha ricevuto, un mese fa, una granata nel suo appartamento; Soubhi ha
avuto una frattura del cranio e del braccio ed ha perduto il suo
naso. Sua moglie Gina ha perduto gli occhi e le palpebre e tutte le
ossa del viso: questo non è che un magma di carne bruciata; e il
loro figlio è stato ucciso sul colpo.
La famiglia H.R. non è solamente una
“beneficiaria”. Essa ha un passato doloroso, un presente troppo
difficile e un avvenire incerto. La mamma Lina e i suoi nove figli,
sfollati e sistemati in una carcassa di palazzo, dentro una camera
senza muri e senza sanitari, sono delle persone umane. Il marito è
scomparso da mesi. Per sopravvivere, i figli più grandi raccolgono
la plastica e il cartone per venderli per il riciclaggio e i più
piccoli raccolgono il pane dai bidoni della spazzatura per seccarlo e
venderlo come alimento per il bestiame.
M.K., vedova, madre di cinque figli,
due volte sfollata, il marito ucciso da un cecchino all'inizio della
guerra, una delle sue due figlie morta un anno fa a seguito
dell'esplosione di una granata, un figlio studente in medicina che
cerca faticosamente di studiare nella cantina in cui abitano. M. o
sua figlia vengono a piedi tutti i giorni a casa nostra (due ore per
andata e ritorno ) per prendere un pasto caldo per la famiglia. Forse
che M. è solo un numero sulla lista dei beneficiari del pasto di
mezzogiorno? Non ha forse bisogno che la si guardi con amore, che la
si ascolti con rispetto e che la si accompagni con discrezione?
Questi sono alcuni esempi, tra molti
altri, dei drammi vissuti dalle famiglie sfollate e/o senza risorse
che sono supportate dai Maristi blu.
I nostri diversi progetti continuano e
si sviluppano
Abbiamo creato un nuovo “ Paniere”
per 244 nuove famiglie che abbiamo accettato di prendere in carico su
richiesta di un'associazione che non ha più i mezzi per proseguire
la sua attività. In totale sono 800 famiglie sfollate che ricevono
un aiuto mensile: un cesto alimentare sostanzioso, un cesto sanitario
completo, e recentemente il costo per un abbonamento mensile a “1
AMPERE” presso i generatori privati che sono spuntati ovunque in
città per supplire l'elettricità “ufficiale” che non è più
fornita. Per Pasqua, ogni famiglia riceverà un buono per l'acquisto
di un chilo di carne, genere diventato talmente costoso che le nostre
famiglie non possono pagarlo.
“ I Maristi blu per l'alloggio degli
sfollati” prosegue il suo aiuto per ospitare le famiglie in
piccoli appartamenti: 150 famiglie sono già state soccorse, alcune
da tre anni.
Vestiti, materassi, coperte, taniche di
acqua e utensili da cucina sono forniti su richiesta quando c'è un
bisogno. Un pasto caldo è distribuito tutti i mezzogiorno a 550
persone.
L'interruzione totale
dell'approvvigionamento di acqua ci ha spinto a comprare un quarto
furgone. Dotati di un serbatoio, di un piccolo generatore, di una
pompa e un tubo, fanno il pieno del loro serbatoio di acqua alle
centinaia di pozzi artesiani un po' ovunque in città e poi vanno a
percorrere la città per riempire i serbatoi di 250 a 500 litri che
abbiamo fornito alle nostre famiglie, Questo progetto, “Ho sete”
è molto apprezzato dalle famiglie.
La disoccupazione, l'aumento
vertiginoso del costo della vita e gli spostamenti fanno sì che la
maggior parte degli aleppini non abbia più i mezzi per curarsi. Con
il progetto medico dei Maristi blu aiutiamo le famiglie a comperare
una ricetta, a pagare il
costo delle radiografie o degli esami di laboratorio, a pagare le
spese dell'ospedalizzazione per un trattamento o per una operazione
chirurgica: un centinaio di cure mediche sono finanziate ogni mese da
noi.
Il nostro programma “Civili feriti di
guerra”, grazie al volontariato di medici e chirurghi e alla
cooperazione delle suore di San Giuseppe dell'Apparizione, continua a
curare gratis i civili feriti di guerra nell'ospedale Saint Louis.
Il nostro progetto “ Goccia di
latte”, distribuisce ogni mese del latte in polvere a 2700 bambini
da 1 a 10 anni e del latte per neonati a 275 bebè di meno di un anno
che non sono allattati al seno dalle loro mamme. Presto inizieremo
un nuovo progetto “I Maristi blu per l'eliminazione
dell'analfabetismo”. Di fatto, avevamo constatato che gli adulti di
molte famiglie sfollate non sapevano né leggere né scrivere, Questo
progetto permetterà loro di sfruttare questo periodo di guerra, di
disoccupazione, di vuoto, per il proprio sviluppo.
“Imparare a crescere” per i bambini
da tre a sei anni; “ Voglio imparare” per i bambini da 6 a 13
anni e Skill School per gli adolescenti, proseguono il loro percorso
con un numero sempre maggiore di richieste di iscrizione da parte dei
genitori o dei giovani.
Quanto al nostro centro di formazione,
il MIT, i suoi seminari sono molto apprezzati. Purtroppo non
possiamo accettare che 20 candidati su 50- 60 richieste di iscrizione
per ogni workshop. Ne facciamo due al mese, della durata di tre
giorni, destinati a giovani adulti da venti a quarant'anni per
consentire loro di acquisire delle conoscenze e su vari argomenti,
come, recentemente, “ come realizzare un PowerPoint ... Come
utilizzare il programma Excel ... Come valutare il rendimento di un
progetto” , eccetera.
La nostra equipe di direzione, i nostri
50 volontari, i nostri dipendenti, i medici, in breve tutti i Maristi
blu lavorano alacremente perché tutti questi progetti siano pensati,
pianificati, guidati ed eseguiti nel miglior modo possibile: in una
maniera Marista. Vale a dire: conoscere “ i beneficiari”,
trattarli sempre con rispetto e amore, ascoltarli nel bisogno ed
essere per loro una fonte di speranza. Noi vi dobbiamo molto, cari
amici, che ci sostenete con i vostri messaggi di solidarietà, le
vostre preghiere e le vostre donazioni.
Presto festeggeremo la Pasqua, la festa
della resurrezione, la festa della Speranza. Rami, ancora lui, mi ha
interrogato dicendomi: che cos'è questa speranza che voi proclamate
mentre noi viviamo da cinque anni nel buio più completo? Gli ho
risposto: per noi, i Maristi blu,
“ Sperare è rimanere attaccato
quando tutto trema
è accettare il rischio quando tutto
è consegnato.
È proporre una presenza quando tutto è
non-senso.
Sperare è rimanere abitato dall'amore,
nutrito dalla tenerezza,
animato dalla pace.
Sperare è andare avanti quando tutto
sembra bloccato
quando tutto sembra finito
quando tutto è condannato.
È vivere al limite, alla frontiera,
all'estremo
di una scelta essenziale:
“ Non temere niente,
Io ti porto nel palmo della mia mano
Io faccio di te il mio amico”.
Sperare è dire Magnificat
Tu sei nella mia vita
e io sono nella tua
un eterno poema di Amore.
È la Speranza che ci aiuta a
superarci nel dono e nella dedizione, ad amare di più di quanto
potessimo immaginare, a credere con tutto il nostro cuore e non
solamente con tutta la nostra ragione.
La Speranza vuol dire che Gesù che si
è incarnato e morto sulla croce per noi, è risuscitato, ed Egli
vive in noi.
Dopo la sua resurrezione, Gesù mandò
a dire ai suoi discepoli che lo attendessero in Galilea. I discepoli
erano tristi e disperati perché Gesù era morto. Essi avevano
perduto ogni speranza. Il loro appuntamento in Galilea, con Gesù
resuscitato, ha dato loro la Speranza. Hanno saputo che dopo la morte
c'è la resurrezione, e dopo le tenebre ci sarà la luce”.
Buona Pasqua!
Nabil Antaki