OpS
Appello
del 17 gennaio 2018
Cari
amici della Francia, del Libano, della Siria, dell'Egitto, dell'Iraq,
di Israele, della Palestina e dei 5 Continenti. Vi sto inviando
questo appello che ha bisogno della vostra attenzione, della vostra
energia e di un po' del vostro tempo, così che un giorno, un bel
giorno, non potremo più parlare di guerre, se non guerre contro la
carestia, la miseria, la malattia, l'ingiustizia e i loro seguiti di
orrori. Perché questo 17 gennaio, non fosse altro che giunge 27
anni dopo un'occupazione travestita, quella di un'America prepotente
che con i suoi alleati aveva invaso l'Iraq con le conseguenze
catastrofiche che sappiamo, con attacchi quotidiani che non finiscono
ancora di distruggere un Paese, una civiltà, uomini e donne che
avevano tutto per vivere in pace.
Nel
1990 avevo inviato una lettera al Presidente Bush perché riflettesse
bene prima di invadere l'Iraq, perché ad Aleppo, in una casa modesta
del quartiere Sléimanié, una veggente che conoscevo bene, per il
suo carisma, per la sua integrità (cfr. 'Il silenzio di Dio'), aveva
ricevuto un messaggio particolare dalla Santa Vergine che prefigurava
ciò che sarebbe accaduto in Kuwait e in Iraq nove mesi più tardi,
cioè molto prima che la Coalizione entrasse in guerra. Una copia di
questa lettera è stata inviata al Presidente Mitterrand, al Santo
Padre, al re dell'Arabia Saudita, al Presidente siriano, alla
giornalista Marie-Claire Mendès France, al re del Belgio e a TF1...
Questa voce dal Cielo, questa profezia, è stata rapidamente
confermata dalla potenza delle armi.
Nel
2010, 20 anni dopo, lasciavo il salone di francofonia di Beirut
proprio quando 50 persone innocenti erano uccise in una chiesa
siriaca di Baghdad, mentre pregavano per il solo medesimo Dio: quello
dei Musulmani, degli Ebrei e dei Cristiani. Avrei potuto proseguire
per la mia strada e ignorare questo massacro, i miei figli erano al
sicuro, quindi perché preoccuparsene quando i "grandi" di
questo mondo han continuato a dormire tranquilli!? Tre giorni e tre
notti di meditazione per trovare le parole giuste, le parole che
potessero toccare il cuore del Presidente del Parlamento Europeo e
quello degli uomini e delle donne di buona volontà; senza volerlo
sono diventato colui che lanciava l'allerta con una nuova lettera
pubblicata sulla stampa il 17 gennaio 2010 con il titolo: “Il
massacro degli innocenti: Quello dei Cristiani d'Oriente.”
"All'attenzione
dei nostri governanti. Al Presidente del Parlamento Europeo”
I
nostri auspici sembrano molto irrisori, e i vostri impegni vani,
quando vedo sotto quali auspici il nuovo decennio si è presentato!
Le condanne, l'indignazione proclamate dalla Casa Bianca,
dall'Eliseo, dal Parlamento Europeo, dalla Presidenza egiziana o dal
Vaticano, non spaventano più nessuno e non serviranno a nulla. A
Baghdad, Gerusalemme o Alessandria, giorno dopo giorno dalle
famigerate guerre del Golfo care al "Clan Bush" e ai suoi
alleati (sauditi e israeliani), continua l'inesorabile esodo delle
più antiche comunità cristiane del mondo, veri tesori culturali del
Patrimonio Mondiale ...
Alice
e Martine, due giovani suore irachene mi scrivono del dramma che ha
appena colpito i loro compatrioti. Ero a Beirut alla Fiera
Internazionale del Libro Francese, per presentare il mio durante la
settimana della Francofonia, invitato dall'Unione dei Francesi
all'estero e dall'Ambasciata di Francia, a testimoniare di "Pace
e giustizia attraverso la mia esperienza comunitaria tra Oriente e
Occidente" quando il massacro si è svolto il 31 ottobre 2010 a
Baghdad. La capitale libanese era ancora animata dalla controversa
visita del presidente iraniano Ahmadinejad; il nostro Ministro degli
Esteri, il signor Kouchner, moltiplicava i movimenti diplomatici per
attivare l'istituzione del Tribunale Internazionale che dovrebbe
giudicare i colpevoli dell'assassinio di Rafic Hariri. Sembrava che
non ci fosse nulla di più urgente da affrontare! La Stampa
internazionale ha immediatamente indicato i colpevoli: Al Qaeda...
ma per i Cristiani di Baghdad nessuno ha parlato di un possibile
Tribunale, men che meno internazionale. I sopravvissuti e le famiglie
risparmiate evocano le implicazioni dei Sauditi e degli Egiziani,
altri attribuiscono questo massacro ad una cospirazione
israelo-americana. Queste due suore parlano di odio e questo odio non
ha né passaporto né volto:
"Vogliamo
iniziare questa lettera per ringraziarvi di tutti i messaggi di
solidarietà che abbiamo ricevuto. Ci sono molti disastri naturali
nel mondo che fanno molte più vittime che da noi, ma la causa non è
l'odio, questo fa la differenza. La nostra Chiesa è abituata ai
colpi duri, ma è la prima volta di un attacco così violento e
selvaggio e specialmente è la prima volta che accade all'interno
della chiesa, di solito fanno esplodere le bombe nei cortili delle
chiese. La chiesa di Nostra Signora della Salvezza (obiettivo
curioso) è una delle 3 chiese siriache cattoliche di Baghdad, la
maggior parte delle persone che la frequentano sono cristiani di
Mosul o di 3 villaggi cristiani siriaci vicino a Mosul ... La
chiesa è stata assaltata il pomeriggio di domenica 31 ottobre,
subito dopo il sermone di Padre Taher che celebrava la messa. Padre
Wassim confessava in fondo alla chiesa vicino alla porta d'ingresso,
mentre padre Rafhael era nel coro. Gli aggressori erano giovanissimi
(14-15 anni) non mascherati, armati di mitragliatrici, di granate e
indossavano una cintura esplosiva. Hanno immediatamente aperto il
fuoco, uccidendo padre Wassim che stava cercando di chiudere la porta
della chiesa, poi hanno sparato indiscriminatamente dopo aver
ordinato alla gente di gettarsi a terra, di non muoversi, e di non
gridare . Alcuni sono riusciti a inviare messaggi con il cellulare
per dare l'avviso, ma dopo gli aggressori hanno sparato su tutti
quelli che vedevano usare il loro cellulare...
Tutto questo era stato ben preparato e orchestrato da un
aiuto esterno, perché per raggiungere la strada che porta alla
chiesa e raggiungere il passaggio del terrazzo, evitando il presidio
di controllo della polizia che si trova nelle vicinanze, era
necessario che beneficiassero della complicità di una parte delle
forze dell'ordine. Poi hanno mitragliato i condizionatori d'aria in
modo che il gas fuoriuscito soffocasse le persone più vicine, poi se
la sono presa con la Croce mitragliandola, prendendola in giro e
dicendo alla gente: "Ditegli di salvarvi! " quindi si sono
messi a pregare: " Allahu Akbar, La ilaha il-lAllah ... ".
E alla fine, quando l'esercito stava per entrare, si sono fatti
esplodere. L'esercito e i soccorsi hanno impiegato quasi due ore
per arrivare (le Forze Armate Americane sono rimaste inerti di fronte
alla carneficina, un elicottero sopra girava in tondo e come unica
spiegazione del loro Stato Maggiore ci dissero: "Non siamo
addestrati per questo tipo di situazione "! A sentir loro, i
loro soldati sono venuti a Baghdad a fare i turisti! ... Tutto questo
incubo è terminato verso le 23:00, è durato moltissimo tempo, molte
persone sono morte a causa di emorragie non fermate per tempo. I
feriti furono portati in vari ospedali ed i morti verso gli obitori
... La preghiera ha avuto luogo con una grande dignità, senza
alcuna manifestazione rumorosa, sotto la guida di padre Saad
responsabile di questa chiesa ... Per quanto riguarda i due giovani
sacerdoti, sono stati sepolti nella loro chiesa devastata: lì c'è
un cimitero sotto la chiesa ... All'inizio non sapevamo nulla delle
vittime, non conoscevamo nessuno direttamente, tranne padre Raphael,
prete molto anziano; perciò siamo andate in questo ospedale per
visitarlo e visitare i feriti che erano lì. Sono state le famiglie
dei feriti a condurci da una stanza all'altra, tutte le vittime erano
donne o ragazze, tutte ferite da proiettili; non è come
un'esplosione dove ti può essere strappato un braccio o una gamba...
La domenica seguente, tutti i sacerdoti siriaci e caldei di Baghdad
hanno celebrato la messa in questa chiesa devastata su un tavolo di
fortuna, in uno spirito di solidarietà e determinazione dicendo:
"Siamo qui e qui resteremo, vogliono cacciarci e sterminarci, ma
per 14 secoli non siete stati in grado di finirla con noi. La storia
dei cristiani iracheni è una lunga storia di persecuzioni, martirii,
di cristiani espulsi o sfollati. Questo ci ricorda il Salmo 69:
"Sono più numerosi dei capelli del capo, quelli che mi odiano
senza motivo" evocazione che ci rimanda a Gesù, odiato senza
ragione, mentre passava facendo del bene e diffondendo la Buona
Novella. Finiamo questa lettera con il grido di questo bambino di 3
anni che ha visto uccidere suo padre e gridava "basta, basta!",
prima di essere ucciso anche lui. Sì, proprio con la nostra gente,
piangiamo anche noi: basta! Le tue piccole sorelle di Baghdad, Alice
e Martine."
Ecco
i fatti, Signori Governanti, nella loro brutalità! Certamente altri
omicidi hanno segnato questa Terra, culla del cristianesimo, ma un
sacerdote caldeo predice: "Questo trauma rimarrà indelebile. Ci
sarà un prima e un dopo. Per noi questa volta la speranza è morta!”
Ricordo
alcune righe di un ispirato filosofo contemporaneo, Richard Millet,
che scriveva nel 2004: "In verità, ci scaviamo la nostra stessa
tomba: il destino dei Cristiani orientali è esemplare di ciò che
accade quando si nega la dimensione spirituale del mondo.
L'invisibile non è solo una questione di fantasmi, né l'origine è
riconducibile alla sola genetica. Entrate in una Chiesa d'Oriente;
sentirete ciò che le chiese dell'Occidente vi nascondono: il fruscio
degli Angeli .... Siamo noi Europei che avendo rifiutato di includere
nel preambolo della Costituzione dell'Unione il carattere cristiano
delle nostre radici, abbiamo reso possibile lo sradicamento
programmato e già effettivo: svuotato dei suoi cristiani, spesso
dei suoi elementi più istruiti, i più aperti, i più moderni,
questa regione del mondo sarà musulmana, con l'eccezione di Israele.
Noi rinneghiamo noi stessi: la morte dei cristiani orientali è il
segno non solo della nostra vergogna, ma della morte della nostra
civiltà. Loro stanno silenziosamente morendo perché noi non
vogliamo essere cristiani! "
Sì,
Signori Leader politici, la pace nel M.O. è la priorità assoluta se
non vogliamo avallare e incoraggiare la "pulizia religiosa"
di cui il Presidente Sarkozy ha osato parlare. Sessant'anni di caos,
di crimini, di umiliazioni che hanno fatto dire ad un mio amico
francese del Tarn, Maurice Dubost, nell'ottobre 2004: "Nel 1945,
quando arrivarono al pubblico le prime immagini cinematografiche e le
notizie sui campi di concentramento tedeschi, avevo dieci anni, ero
inorridito e ho avuto incubi per mesi. Ero ossessionato dai mucchi di
cadaveri inariditi e i magri sopravvissuti. Questa ossessione è
rimasta in me per mezzo secolo e non appena sentivo o leggevo la
parola "ebreo", le terribili immagini mi ritornavano in
mente. Negli anni '50, Israele era
quasi un mito per gran parte della gioventù innamorata della
libertà, della giustizia, della democrazia e dell'umanesimo. Tutti i
media del tempo ci hanno presentato resoconti sensazionali ed
edificanti sulla vita dei giovani israeliani e sulla costruzione del
nuovo stato; a tal punto che ho sognato di andare a lavorare in un
kibbutz per qualche mese, al fine di contribuire a questa bellissima
impresa. Ma non ho mai potuto partire, mia madre me lo ha impedito
perché non ero maggiorenne. La stessa immagine è rimasta impressa
nella mia memoria per mezzo secolo, quando sentivo la parola "ebreo"
immediatamente le immagini delle montagne di corpi martirizzati mi
riempivano la testa. Ma a poco a poco, dagli anni '90, un'altra
immagine è venuta a sostituire quella che mi ossessionava, ed ora
quando sento la parola "ebreo" l'immagine che
immediatamente mi si impone è un enorme carro armato d'assalto
equipaggiato con un cannone, puntato contro dei bambini che lanciano
pietre ... Oggi nel mondo, qualsiasi stato bellicoso può invadere
il suo vicino, soprattutto se è più debole, semplicemente asserendo
di essere minacciato e nascondendosi dietro l'esempio israeliano. Una
sola volta i carri armati russi sono entrati a Praga, solo una volta
i carri armati cinesi hanno "ripulito" piazza Tienanmen, e
questi fatti hanno provocato enormi proteste nel mondo. Oggi i carri
armati israeliani lo fanno ogni giorno e nessuno sembra indignarsi
... Stiamo raccogliendo in Iraq e in tutti i Paesi Arabi ciò che
abbiamo seminato in Palestina. "Per Israele, non contiamo, non
esistiamo nemmeno", dicono i 35.000 cristiani dei Territori
Occupati che muoiono per asfissia. E dall'altra parte del Muro della
vergogna, 150.000 cristiani sono considerati arabi non ebrei ai quali
è vietato sia vendere che affittare un appartamento ..... La
coalizione giudeo-cristiana ormai incarna per un gran numero di
musulmani, la barbarie!
Sogniamo
una Comunità ebraica in Francia, pesante di tutto il suo peso, con i
Paesi dell'Unione Europea per costringere Israele a riconoscere il
diritto a uno Stato Palestinese vivibile.
Sogniamo
anche di vedere altre immagini forti come quelle del Gran Mufti della
Siria Badr Al-Din Hassoun e del vescovo caldeo di Aleppo, mons. Audo,
fianco a fianco a Strasburgo nel Parlamento Europeo, dove furono
invitati nel 2008 a rappresentare i loro paese: la Siria.
Fu
proprio al Gran Mufti della Siria che fu permesso di inaugurare il
dibattito: "Siamo tutti della medesima origine e della stessa
terra. Noi siamo tutti figli di Dio e fratelli nella nostra umanità
.... Signor Presidente del Parlamento europeo, lei mi concede
l'onore di inaugurare l'apertura dell'Anno Culturale in Europa. La
ringrazio con tutto il cuore a nome del Presidente Bashar El-Assad e
dei 23 milioni di Siriani che rappresento e dei quali assumo la piena
rappresentanza, senza alcuna discriminazione, di religione o razza,
perché per me non ci sono da un lato i cristiani, e dall'altro i
musulmani: ci sono solo i Siriani che sono tutti uguali davanti ai
loro diritti e doveri. Se è vero, che ci sono diverse culture che
hanno segnato e arricchito la nostra società, è anche vero che ci
potrà essere solo una civiltà: quella che dobbiamo costruire
insieme ...”
Quando
sento oggi, alla vigilia del ventesimo anniversario della Guerra del
Golfo dove nulla è stato risolto, Hillary Clinton dichiarare che la
pace è compromessa nel M.O. in seguito ad un attentato a Gerusalemme
Est, mentre da 60 anni Israele occupa e colonizza ignorando tutte le
risoluzioni internazionali, è evidentemente chiara una volontà
pericolosa e permanente degli Stati Uniti d'America di mantenere
questo stato di tensione, generatore di guerre infinite. Signor
Presidente, la pace in Francia significa anche la pace in Medio
Oriente. Fino a quando tutti i leader del mondo non avranno preso in
considerazione le legittime rivendicazioni del popolo palestinese,
quelle dei Cristiani orientali e dei musulmani della regione, il
mondo non sperimenterà alcuna tregua.
La
Comunità internazionale accetterebbe oggi l'idea della creazione di
uno Stato Cristiano indipendente, che si estenderebbe storicamente da
Antiochia (da cui i primi discepoli di Cristo sono partiti, per
fondare la prima chiesa in Siria), alla Mesopotamia (l'attuale Iraq),
in Libano attraversando la Giordania, Israele e l'Egitto,
precisamente ad Alessandria, un luogo simbolico in cui tutte le
tradizioni ebraica, cristiana e greca convergevano all'inizio della
nostra era, per generare questa civiltà di cui siamo gli eredi?
Perché fu ad Alessandria che la Bibbia fu tradotta in greco, e fu il
giudaismo alessandrino a costituire il forte legame tra l'Antico e il
Nuovo Testamento, tra la Torah e il Vangelo. In una parola, seguire
l'itinerario storico dei nostri antenati (che furono i pionieri del
cristianesimo) per dare vita a uno Stato sicuro in cui tutti i
cristiani possano finalmente vivere in pace....
Questa
idea ha solo un rischio : quello di innescare un cataclisma
mediatico, se non l'inizio di una nuova Guerra Mondiale!
Eppure
questo è ciò che accadde 62 anni fa, quando le Nazioni Unite
convalidarono la creazione dello Stato di Israele il 15 maggio 1948,
per le stesse ragioni storiche! A tale proposito, signor Presidente
del Parlamento Europeo, continuerete, come fa da molto tempo
l'America, questa politica suicida di "due pesi due misure"
con tutte le conseguenze che conosciamo?
Sto
compiendo questo difficile passo, con la convinzione di servire la
pace e la Francia, in un mondo che diventa pericoloso e
ingovernabile. Mi permetto di inviare una copia di questa lettera al
vostro primo ministro e ai vostri omologhi: il presidente Barak
Obama, il presidente Sarkozy e il Santo Padre Benedetto XVI°.
Signor Presidente, in questo nuovo anno, che si apre con così tante
catastrofi, Io oso sperare che contribuirete a renderlo migliore,
così che le generazioni future si concepiscano di più come attori,
economici e umani, che come giudici dei nostri storici errori.
Le assicuro tutta la mia considerazione.
Le assicuro tutta la mia considerazione.
Jean-Claude Antakli.
Biologo.
Cap d'Antibes. Francia.
jcantakli@yahoo.fr
Autore di: Itinerario di un cristiano orientale, C'era una volta ..il Libano! , Syriapocalypse
Cap d'Antibes. Francia.
jcantakli@yahoo.fr
Autore di: Itinerario di un cristiano orientale, C'era una volta ..il Libano! , Syriapocalypse