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lunedì 19 gennaio 2015

L’ARCIVESCOVO DI ALEPPO MONS. JEANBART A MONREALE RACCONTA LA SUA CHIESA PERSEGUITATA

 Divina Liturgia
in Rito Bizantino-slavo
RUSSIA CRISTIANA
Un momento di preghiera ecumenico e missionario per l’unità della Chiesa
nell’incontro con la ricchezza
della tradizione dell’oriente cristiano



Domenica  25 Gennaio  ore 11,30
Duomo di  Monreale


... nel mondo bizantino, per arrivare a Dio si coinvolge tutta la persona: ecco allora i canti, si vedono le icone, si sente il profumo di incenso, si baciano le icone, …tutti i sensi sono attirati dal mondo di Dio.. a Dio, ci si va proprio attraverso quei simboli, immersi in un oceano di luce e di bellezza”.... 



Arcidiocesi di Monreale
Ufficio Comunicazioni Sociali


L’ARCIVESCOVO DI ALEPPO (SIRIA) A MONREALE
RACCONTA LA SUA CHIESA PERSEGUITATA
Divina Liturgia nel Duomo con Russia Cristiana e
Incontro Interreligioso con il Rabbino Capo di Sicilia e l’Imam della grande moschea di Roma

MONREALE
Conferenza Stampa dell’Arcivescovo di Aleppo (Siria): il 24 Gennaio alle 10.30 presso il palazzo Arcivescovile di Monreale, S.E. Mons. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo, su invito di Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, darà una testimonianza della tragica situazione della sua Chiesa. Nel pomeriggio, alle 17.00, Mons. Jeanbart terrà una Lectio Magistralis: I Cristiani in Medio Oriente, per il conferimento del titolo di Accademico Ordinario dell’Accademia Teutonica Enrico VI di Hohenstaufen.
S.E. Mons. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo
La Siria è oggi una terra insanguinata, in cui i cristiani e altre minoranze religiose sono perseguitati a causa della loro fede dal fondamentalismo religioso del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria (ISIS). Ma è proprio al termine della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani e nel Mese della Pace, che si collocano i due importanti momenti di riflessione e preghiera che consentiranno di approfondire il tema: Sia la Pace!

Domenica 25 Gennaio, l’Arcivescovo di Aleppo, alle 11.30, presiederà la Divina Liturgia in rito Bizantino-Slavo, nel Duomo di Monreale, con la partecipazione del coro dell’Associazione Russia Cristiana di Roma, del presidente Mons. Francesco Braschi e di Padre Rostislav Kolupaev, sacerdote Russo Cattolico di rito Bizantino.

Sempre il 25 Gennaio, alle 16.30, presso il Palazzo Arcivescovile, si terrà una Tavola Rotonda Interreligiosa a cui siederanno oltre L’ARCIVESCOVO greco-melkita Mons. Jeanbart, anche il RABBINO capo del Centro Sefardico Siciliano, Prof. Stefano Di Mauro, Itzaak Ben Avraham e l’IMAM della grande moschea di Roma, Sami Salem.

L’incontro, promosso anche dall’Azione Cattolica Diocesana, servirà a riflettere sul tema: “Libertà religiosa, via per la Pace” che pur essendo stato organizzato già da tempo, pare rispondere alle domande e alle paure di questi giorni all’indomani delle stragi di Parigi e di Baga in Nigeria.

Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali - Via Arcivescovado, 8 - 90046 Monreale (Pa)



venerdì 16 gennaio 2015

Vicario apostolico di Aleppo: Felice per le cooperanti liberate, ma bisogna smetterla di armare e addestrare questa gente


Asianews, 16 gennaio 2015

Mons. Georges Abou Khazen augura a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli di “superare questi giorni difficili”. Il prelato ricorda al contempo le personalità cristiane e le migliaia di fedeli nelle mani dei gruppi terroristi. E non risparmia critiche all’Occidente, responsabili dell’escalation del terrore perché “vendono armi e addestramento”. 


"Sono felice per la liberazione delle due cooperanti italiane sequestrate e auguro loro di poter superare questi giorni difficili, che possano riprendere la loro vita. Al contempo, voglio però ricordare la sorte dei due vescovi rapiti, di p. Dall'Oglio, degli altri sacerdoti e delle migliaia di persone" in mano ai gruppi terroristi o a bande di criminali che imperversano in Siria.
È quanto afferma ad AsiaNews il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, commentando la notizia del rilascio delle cooperanti italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, per oltre cinque mesi nelle mani dei sequestratori. Le due giovani sono atterrate questa mattina allo scalo romano di Ciampino, dopo tre ore di volo provenienti dalla Turchia.

Le due giovani, "molto provate" per la lunga prigionia, sono state sottoposte a visite mediche e già oggi dovrebbero essere interrogate dalla Procura di Roma, secondo il protocollo adottato nei casi di sequestro. Secondo i media arabi, che non citano le fonti, per la loro liberazione sarebbero stati pagati almeno 12 milioni di dollari.
Intanto sui social si consuma lo scontro fra opposte fazioni della galassia terrorista di matrice islamica, attive in Siria e Iraq. Un account Twitter riconducibile allo Stato islamico accusa "i cani" del Fronte di al Nusra di rilasciare "donne crociate italiane" e uccidere "i simpatizzanti dello Stato islamico". Anche in questo caso si parla di denaro e scambio con "donne musulmane detenute in Italia" dietro il rilascio di Greta e Vanessa.

Interpellato da AsiaNews, il vicario apostolico di Aleppo - dove è avvenuto il sequestro delle due giovani - ricorda che "la situazione non è cambiata, non vi è sicurezza e la vita quotidiana della gente si fa sempre più difficile". Il prelato racconta che "la luce viene solo per un'ora e mezza al giorno, manca il gasolio, a volte mancano cibo e acqua e ora fa anche molto freddo".

In merito alla sorte del padre gesuita p. Paolo Dall'Oglio rapito in Siria il 29 luglio 2013, dei due vescovi - il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) prelevati nell'aprile 2013 - e di altri sacerdoti, spiega che "purtroppo non ne sappiamo nulla". "Ogni volta - aggiunge - arriva una notizia che poi viene subito contraddetta, non abbiamo contatti né canali di dialogo, navighiamo nel buio più assoluto".


Mons. Georges Abou Khazen sottolinea che "anche l'Occidente" dopo gli attacchi di Parigi, "comincia a sentire il peso e le violenze di questa gente"; ma, avverte il prelato, sono gli stessi governi occidentali ad avere una parte di responsabilità in questa escalation di terrore.
"Devono cessare di vendere loro le armi - riferisce - devono smetterla di addestrare queste persone; non ci sono differenze fra gruppi, non ci sono oppositori e terroristi, non vi sono moderati e fondamentalisti".
 "Bisogna smetterla di armare e addestrare questa gente - avverte - non possono essere considerati criminali in un Paese e combattenti per la libertà in un altro".
Da ultimo il vicario apostolico di Aleppo auspica che sia "vinta questa logica che inneggia al fanatismo", una guerra "che non va combattuta con le armi, ma anche con altri mezzi: l'educazione, la scuola, ma soprattutto bisogna privilegiare il dialogo con imam e leader religiosi moderati, non con quanti, finanziati dall'esterno, promuovono logiche di violenza e terrore".

http://m.asianews.it/notizie-it/Vicario-apostolico-di-Aleppo:-Felice-per-le-cooperanti-liberate,-mistero-su-sacerdoti-e-vescovi-rapiti-33204.html


Fino a 3.000 combattenti del cosiddetto Free Syrian Army (FSA)  hanno disertato da questa organizzazione e hanno proclamato fedeltà all' autoproclamato Califfo di ISIS, Abu Bakr Al-Baghdadi, nelle montagne Qalamoun del Governatorato Rif Dimashq 

"Almasdarnews" describe some defectors and number of people pledging allegiance to Baghdadi in FSA.
The FSA groups who pledged allegiance to ISIS are the following:
1. Liwaa Al-Farouq – Approximately 300 fighters
2. Liwaa Al-Qusayr – Approximately 600 fighters
3. Liwaa Al-Turkomen – Approximately 400 fighters
4. Liwaa Al-Haqq – Approximately 400 fighters
5. Kataeb Al-Mouqna – Approximately 200 fighters
6. Liwaa Matfareeq – Approximately 500 fighters
7. Suqour Al-Fatih – Approximately 200 fighters
8. Liwaa 77 – Approximately 400 fighters

giovedì 15 gennaio 2015

Le lacrime di coccodrillo

"La libertà di espressione è un diritto anzi un obbligo..ma non si può insultare, non si può prendere in giro la fede degli altri": Papa Francesco durante il volo a Manila

Quale libertà per l'Europa?


 Spondasud, 15 gennaio 2015
di don Salvatore Lazzara

 E’ commovente vedere come le istituzioni europee e nazionali, abbiamo condannato senza mezzi termini gli attentati terroristici che si sono susseguiti in Francia. L’opinione pubblica sostenuta dai media, ha preso coscienza quanto male può provocare il fondamentalismo religioso, quando attenta alla libertà. Allo stesso tempo, quanti hanno condannato con veemenza la violenza in nome di Dio, e difeso strenuamente la libertà di ogni individuo di esprimere tramite la satira le personali idee, in tempi non sospetti, sono stati i primi a lanciare campagne contro l’allestimento dei presepi.

Se la libertà è un valore da difendere a tutti i costi, come mai ora sostengono con vigore le vignette satiriche come espressione di civiltà, e poi non vogliono tutelare delle immagini che non hanno nulla di blasfemo, ma che in fondo richiamano la nascita di una persona che ha cambiato il cammino dell’umanità? In Francia l’aggressività con cui è violata la libertà religiosa e civile non ha uguali nemmeno nei paesi dove la libertà religiosa non è permessa.

Ricordiamo Nicolas, arrestato qualche mese addietro a Parigi, dalla polizia durante un corteo a sostegno della famiglia uomo-donna-bambino. Il capo di accusa imputato allo sfortunato cittadino era quello di indossare una maglietta pericolosissima che raffigurava la famiglia. Pensate: per difendere la satira contro la religione si sono mobilitati capi di stato, media, servizi segreti… mentre un semplice cittadino è ridotto al silenzio solo per aver utilizzato il diritto santissimo di esprimere il dissenso verso la legge liberticida francese che limita la libertà di pensiero su determinati temi etici, così come prevede la democrazia.

Cosa altro aggiungere? Se la satira vale per tutti, come mai le uniche religioni ad essere interessate alla pubblica derisione, sono l’islam e il cristianesimo? Perchè i grandi editori, considerati ormai i serbatoi dove sono custodite gelosamente le carte costituzionali della vita sociale, non possono esprimere vignette sull’ebraismo? Nel quadro delineato, possiamo inserire le dimissioni del Presidente della Repubblica Italiana, Napolitano. Le molte cose positive che ha fatto non possono, compensare nella prospettiva dei valori da custodire e difendere, il ruolo svolto nei giorni febbrili del caso Englaro, quando decise di non firmare il decreto che avrebbe salvato la vita di Eluana perché, a suo parere, mancavano i requisiti di necessità e urgenza. Non capisco quando le massime cariche delle istituzioni parlano di valori da difendere. Quali sono? Non ho mai sentito con chiarezza affermare: noi crediamo in questo, questi sono i punti di riferimento imprescindibili su cui è fondata la democrazia e l’Europa. Sempre discorsi vaghi, modellabili secondo le indicazioni provenienti dai grandi flussi di denaro a sostegno di quella o di quell’altra idea.

La Francia ha mobilitato la marina militare per compiere azioni preventive contro l’ISIS. Tutto ciò è incredibile. I primi responsabili dello sviluppo dei terroristi sono proprio loro, che insieme ad altre potenze occidentali, hanno alimentato la rete del fondamentalismo con la scusa di sostenere i ribelli “moderati”, contro il governo siriano. Ricordiamolo, se oggi lo stato islamico è realtà, si deve al sostegno economico e incondizionato di quanti, invece di aiutare i popoli in difficoltà, hanno usato l’arma della menzogna per realizzare le conquiste geopolitiche necessarie ad affermare la supremazia nei paesi del medio oriente, a cominciare con la primavera araba… Certamente per i francesi combattere i terroristi che hanno sostenuto, è umiliante. Ipocrita. Ma con quale faccia combattono quanti hanno aiutato economicamente? Altrettanto inquietante e’ quanto avvenuto in Turchia. Il governo, ha censurato i siti con le immagini satiriche di Charlie Hedbo. Ci rendiamo conto? L’altro giorno erano a Parigi per manifestare contro la limitazione della libertà, ed oggi chiudono i siti. Sono questi i valori su cui intendono costruire il domani e l’Europa?

La falsificazione del valore dell’identità e dell’accoglienza cosa ha prodotto all’Italia? Finalmente si scopre che decine di musulmani in Italia potrebbero trasformarsi in terroristi islamici. Tra loro, secondo i servizi di sicurezza, ci sono maghrebini tra i 25 e i 35 anni, marocchini, algerini e tunisini in Italia da qualche anno, ma anche italiani convertiti all’islam, migranti di seconda generazione, spesso giovanissimi, veterani delle guerre di Bosnia e Afghanistan tornati nel nostro paese negli anni scorsi e che potrebbero ripartire per i fronti della Siria e dell’Iraq, in aggiunta ai predicatori delle moschee che continuano indisturbati a seminare odio e violenza, senza che nessuno prenda decisione nel senso della tolleranza.

Il vero obiettivo rimane il Cristianesimo, la cultura da essa derivata, e quanti cercano di difendere il vero umanesimo, struttura su cui si è sviluppata e formata l’Europa. In questo periodo di stragi, mi sembra d’aver capito che esistono stragi di serie A e stragi di serie B. Per quella in Francia si mobilita mezzo mondo e si fanno le marce con i potenti. Per la strage in Nigeria solo qualche parola, in secondo piano, nei giornali e telegiornali. E poi c’è la strage dei bambini non nati, che non vedono la luce. E’ quella che, da anni, fa più vittime nel mondo. Ed è avvolta nel silenzio.

http://spondasud.it/2015/01/le-lacrime-di-coccodrillo-6472

martedì 13 gennaio 2015

Piccoli Kouachi crescono: gli USA addestrano altri ribelli siriani


400328-01-08
Analisi Difesa,
9 gennaio 2015

Gli Stati Uniti e alcuni alleati cominceranno l’addestramento di altri 5mila miliziani “moderati” siriani a partire da questa primavera. Lo ha confermato il portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby. Washington si aspetta di dare il via al training in stretto coordinamento con Turchia, Qatar e Arabia Saudita. “Stiamo proseguendo a lavorare con Ankara per pianificare gli sforzi congiunti al fine di formare ed equipaggiare le forze moderate dell’opposizione siriana” ha sottolineato Kirby aggiungendo che anche Doha e Riad fanno parte del gruppo, in quanto dovrebbero fornire strutture ad hoc.


A questo proposito è intervenuto il ministero degli Esteri turco, il quale ha annunciato che “l’accordo definitivo sul programma é molto vicino”. Il compito di selezionare il personale da addestrare e da assegnare a formazioni fidate è stato affidato al generale Michael Nagata (nella foto a sinistra), alla guida delle forze speciali del Central Command che negli ultimi mesi ha dato il via a una serie di colloqui con i vertici dell’opposizione moderata siriana.

Un incarico delicato se si considera che la gran parte dei miliziani moderati anti-Assad addestrati e armati da occidentali e arabi sono poi confluiti nelle formazioni dello Stato Islamico (nelle cui fila combatterono anche i fratelli Kouachi responsabili della strage di pirati al Charlie Hebdo) e del fronte qaedista al-Nusra.
Gli obiettivi dell’iniziativa di Washington restano infatti confusi i nuovi combattenti addestrati dalle forze speciali statunitensi dovrebbero contribuire a combattere il Califfato e al tempo stesso le forze regolari di Damasco, che costituiscono il principale nemico dello Stato Islamico. Abu Bakr al-Baghdadi  avrebbe intanto rafforzato il suo esercito in vista della battaglia per Mosul.


Nel settore di Mosul vi sarebbero infatti dai 30 ai 50 mila miliziani dell’IS, per la maggior parte iracheni. Lo ha rivelato il parlamentare Mowafaq Rubaie della Coalizione di Stato. “Lo scorso giugno, quando la formazione ha assunto il controllo della città – ha affermato – il numero dei terroristi nella zona era tra i tremila e i cinquemila.
Oggi, invece, varia dai 30 mila ai 50 mila. La maggioranza della forza combattente, la manovalanza, è locale. Ma la leadership – ha precisato – a livello medio e alto è straniera”. Rubaie ha motivato la crescita del numero dei fondamentalisti nella città, aumentata anche recentemente, a seguito di due fattori: il primo è che i capi jihadisti sono riusciti a fare il lavaggio del cervello a molte persone nell’area, soprattutto giovani, arruolandoli nelle loro fila.


Il secondo è da collegarsi all’offensiva di terra intrapresa nel paese dalle forze di sicurezza irachene, sostenute dai consiglieri militari e dalla componente aerea della Coalizione internazionale a guida Usa.  Mosul è vista, infatti, come la “capitale” del Califfato in Iraq, allo stesso modo di come Raqqa è considerata in Siria.
Per la formazione perderla significherebbe un danno di enormi proporzioni. Non solo dal punto di vista geostrategico, ma anche e soprattutto psicologico. “Perdere” un pezzo così importante dello “Stato Islamico” minerebbe la già indebolita capacità di reclutamento dei volontari e renderebbe “vulnerabile” la stessa ideologia alla base del concetto di Califfato.

http://www.analisidifesa.it/2015/01/piccoli-kaouchi-crescono-gli-usa-addestrano-altri-ribelli-siriani/


La Chiesa armena cattolica di Santa Rita ad Aleppo , colpita il 9 gennaio 2015, due ore dopo la Messa, da Jabath Al Nusra.  Nel dicembre 2012, il ministro degli esteri francese Laurent Fabius ha detto: "non capisco perché gli Stati Uniti hanno deciso di mettere il gruppo di  Jabath al Nusra  nella lista delle organizzazioni terroristiche perché, sul terreno, fanno un buon lavoro. Il capo della coalizione siriana (esercito siriano libero) è d'accordo con questa analisi."


Armenian Catholic Cathedral in Aleppo Bombed Hours Before Mass

http://armenianweekly.com/2015/01/10/cathedral-bombed/

sabato 10 gennaio 2015

Il regalo di Natale a Qara: qualche ora di elettricità ....



Qara, venerdì 2 gennaio 2015
Natale in Siria 2014

Per la quarta volta abbiamo celebrato il Natale in guerra. Quest'anno, ci ha offerto un cesto pieno di regali. La notizia che parrebbe più banale durante il periodo natalizio è stata una fonte di gioia: il 24 dicembre c'era l'elettricità da mezzogiorno fino alle 02:30  e il giorno di Natale da mezzogiorno fino alle 08:30 del giorno di Santo Stefano. Adesso, abbiamo  interruzioni elettriche solo durante la mattinata e nelle prime ore del pomeriggio. E così abbiamo potuto festeggiare il Natale in tutta la sua gloria e la venuta di Gesù Cristo come la Luce anche nel nostro mondo.

Abouna Georges, il sacerdote bizantino di Qara è venuto per la celebrazione della "paramonia" (veglia di Natale), cioè il lungo servizio delle "ore reali", così chiamato perché a quel tempo in Costantinopoli anche l’imperatore partecipava a questa veglia. Poi è seguita la prima Eucaristia di Natale con il nostro piccolo gruppo in grande solennità.
Quando siamo arrivati nel refettorio, c’era la grande sorpresa della presenza di Madre Agnes-Mariam e suor Carmel. Madre Agnes-Mariam però aveva un forte raffreddore. Si era prima fermata all'ospedale Der Attieh, perché riusciva a malapena a respirare
 Era stata invitata a Mosca da un movimento per la pace e ha avuto un incontro proficuo tra altri con Mikhail Bogdanov, l'inviato speciale per il Medio Oriente. A Mosca, sembra, ha preso questo brutto raffreddore. Nel frattempo, un pasto è stato preparato per tutto il gruppoinclusi alcuni rifugiati . Alle 23.00 ho celebrato la messa di mezzanotte e dopo abbiamo cantato con la comunità tutte le canzoni tradizionali di Natale in diverse lingue e da diversi paesi. Erano le 01:30 quando abbiamo iniziato il banchetto. E poi è arrivato anche "Baba Noel" con tutti i tipi di regali per tutti. Durante tutto l'anno, si osserva quello di cui ognuno ha bisogno per il suo lavoro o per se stessi e con il Natale arrivano le sorprese. E poi la elettricità se ne è andata e così siamo stati avvisati che era davvero il momento di andare a dormire.

Anche la comunità del villaggio era in festa. Per la prima volta un grande albero di Natale è stato posto e decorato in segno di solidarietà dei 20.000 musulmani con il piccolo gruppo di 200 cristiani. Anche Abouna George era stato invitato a tenere un breve discorso e ha paragonato l'albero di Natale con “l’albero della vita" al momento della creazione. Un altro evento unico: sono stati distribuiti biglietti con la bandiera siriana e nella zona bianca tra le due stelle c’era la Mezzaluna Rossa con dentro una croce. Uno dei nostri volontari ha detto di non aver mai visto prima questo collegamento con la Croce. Proprio in questi giorni sono stati effettivamente portati extra aiuti che sono stati imballati in seguito qui da uomini di Qara. I cristiani sono generalmente ben visti perché avevano fin dall'inizio della guerra la visione e l'atteggiamento giusto. I cristiani non si sono uniti alle azioni dei ribelli ed hanno anche rifiutato in modo radicale le notizie occidentali con la loro propaganda di guerra.
Madre Agnes Mariam è quasi guarita in un solo giorno. Il giorno di Natale c’era una messa bizantina guidata da Abouna Georges. Per tutto il pomeriggio e la sera abbiamo parlato, discusso, dibattuto, e abbiamo guardato sul cellulare immagini e filmati da Mosca, la città con le sue belle chiese e monasteri e la sua vita pubblica dove oggi si persegue sempre di più una linea di condotta etica. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la Russia ha iniziato un ritorno alle sue radici e alla sua fede.

Nel frattempo, siamo stati occupati con due giornalisti italiani che volevano fare una lunga intervista con Madre Agnes-Mariam e anche realizzare una relazione dettagliata sulla vita nel monastero. Avevano anche seguito la madre nelle sue conferenze in USA. Sono giornalisti e registi indipendenti, che non riuscivano a trovare nessuno interessato verso la vera storia di ciò che sta accadendo in Siria. Apparentemente la verità interessa solo a poca gente. Alla fine hanno deciso di autofinanziarsi. Fin dall’inizio, i due giovani si sono sentiti qui a casa e hanno anche filmato quasi tutto.
E poi le relazioni sulla TV siriana! Due giorni prima era già stato trasmesso un (vecchio) bellissimo documentario sul nostro monastero. Con un po' di nostalgia, abbiamo guardato le vicende di Mar Yakub prima della guerra. Poi è arrivata qui una troupe televisiva siriana che ha fatto registrazioni per mostrare come il Natale è celebrato qui nel Qalamoun liberato. A Natale abbiamo visto questo film ed interpretato come un segno di speranza, vita, luce e gioia, in mezzo a tante difficoltà e sofferenze. Oggi chiese vengono riparate o ricostruite
Anche in Maaloula, un piccolo gruppo di cristiani è tornato e ha celebrato la festa di Natale. Nelle interviste suona spesso una parola di ringraziamento all'esercito. Tanti ragazzi normali e anche semplici miliziani hanno dato la loro vita per la protezione della popolazione.


Le trasmissioni ufficiali delle celebrazioni natalizie sono notevoli. Oriente e Occidente hanno una  loro propria ricchezza, ma la liturgia bizantina è particolarmente ricca. In Occidente hanno mantenuto l'unità della fede per mezzo di una lingua, cioè il latino. Ed è proprio impressionante quando in Piazza San Pietro a Roma, con i pellegrini provenienti da tutto il mondo, si prega tutti insieme il Padre Nostro in latino. Tuttavia, l'Oriente non si è mai aggrappato a una sola lingua, ma la sua liturgia, sempre e ovunque, è celebrata nella lingua del popolo. L'unità della fede è molto più profondo di quanto sia il segno esteriore della lingua...

padre Daniel 

(traduzione A. Wilking)