Asianews, 16 gennaio 2015
Mons. Georges Abou Khazen augura a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli di “superare questi giorni difficili”. Il prelato ricorda al contempo le personalità cristiane e le migliaia di fedeli nelle mani dei gruppi terroristi. E non risparmia critiche all’Occidente, responsabili dell’escalation del terrore perché “vendono armi e addestramento”.
"Sono felice per la liberazione delle due cooperanti italiane sequestrate e auguro loro di poter superare questi giorni difficili, che possano riprendere la loro vita. Al contempo, voglio però ricordare la sorte dei due vescovi rapiti, di p. Dall'Oglio, degli altri sacerdoti e delle migliaia di persone" in mano ai gruppi terroristi o a bande di criminali che imperversano in Siria.
È quanto afferma ad AsiaNews il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, commentando la notizia del rilascio delle cooperanti italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, per oltre cinque mesi nelle mani dei sequestratori. Le due giovani sono atterrate questa mattina allo scalo romano di Ciampino, dopo tre ore di volo provenienti dalla Turchia.
Le due giovani, "molto provate" per la lunga prigionia, sono state sottoposte a visite mediche e già oggi dovrebbero essere interrogate dalla Procura di Roma, secondo il protocollo adottato nei casi di sequestro. Secondo i media arabi, che non citano le fonti, per la loro liberazione sarebbero stati pagati almeno 12 milioni di dollari.
Intanto sui social si consuma lo scontro fra opposte fazioni della galassia terrorista di matrice islamica, attive in Siria e Iraq. Un account Twitter riconducibile allo Stato islamico accusa "i cani" del Fronte di al Nusra di rilasciare "donne crociate italiane" e uccidere "i simpatizzanti dello Stato islamico". Anche in questo caso si parla di denaro e scambio con "donne musulmane detenute in Italia" dietro il rilascio di Greta e Vanessa.
Interpellato da AsiaNews, il vicario apostolico di Aleppo - dove è avvenuto il sequestro delle due giovani - ricorda che "la situazione non è cambiata, non vi è sicurezza e la vita quotidiana della gente si fa sempre più difficile". Il prelato racconta che "la luce viene solo per un'ora e mezza al giorno, manca il gasolio, a volte mancano cibo e acqua e ora fa anche molto freddo".
In merito alla sorte del padre gesuita p. Paolo Dall'Oglio rapito in Siria il 29 luglio 2013, dei due vescovi - il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) prelevati nell'aprile 2013 - e di altri sacerdoti, spiega che "purtroppo non ne sappiamo nulla". "Ogni volta - aggiunge - arriva una notizia che poi viene subito contraddetta, non abbiamo contatti né canali di dialogo, navighiamo nel buio più assoluto".
Mons. Georges Abou Khazen sottolinea che "anche l'Occidente" dopo gli attacchi di Parigi, "comincia a sentire il peso e le violenze di questa gente"; ma, avverte il prelato, sono gli stessi governi occidentali ad avere una parte di responsabilità in questa escalation di terrore.
"Devono cessare di vendere loro le armi - riferisce - devono smetterla di addestrare queste persone; non ci sono differenze fra gruppi, non ci sono oppositori e terroristi, non vi sono moderati e fondamentalisti".
"Bisogna smetterla di armare e addestrare questa gente - avverte - non possono essere considerati criminali in un Paese e combattenti per la libertà in un altro".
Da ultimo il vicario apostolico di Aleppo auspica che sia "vinta questa logica che inneggia al fanatismo", una guerra "che non va combattuta con le armi, ma anche con altri mezzi: l'educazione, la scuola, ma soprattutto bisogna privilegiare il dialogo con imam e leader religiosi moderati, non con quanti, finanziati dall'esterno, promuovono logiche di violenza e terrore".
http://m.asianews.it/notizie-it/Vicario-apostolico-di-Aleppo:-Felice-per-le-cooperanti-liberate,-mistero-su-sacerdoti-e-vescovi-rapiti-33204.html
È quanto afferma ad AsiaNews il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, commentando la notizia del rilascio delle cooperanti italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, per oltre cinque mesi nelle mani dei sequestratori. Le due giovani sono atterrate questa mattina allo scalo romano di Ciampino, dopo tre ore di volo provenienti dalla Turchia.
Le due giovani, "molto provate" per la lunga prigionia, sono state sottoposte a visite mediche e già oggi dovrebbero essere interrogate dalla Procura di Roma, secondo il protocollo adottato nei casi di sequestro. Secondo i media arabi, che non citano le fonti, per la loro liberazione sarebbero stati pagati almeno 12 milioni di dollari.
Intanto sui social si consuma lo scontro fra opposte fazioni della galassia terrorista di matrice islamica, attive in Siria e Iraq. Un account Twitter riconducibile allo Stato islamico accusa "i cani" del Fronte di al Nusra di rilasciare "donne crociate italiane" e uccidere "i simpatizzanti dello Stato islamico". Anche in questo caso si parla di denaro e scambio con "donne musulmane detenute in Italia" dietro il rilascio di Greta e Vanessa.
Interpellato da AsiaNews, il vicario apostolico di Aleppo - dove è avvenuto il sequestro delle due giovani - ricorda che "la situazione non è cambiata, non vi è sicurezza e la vita quotidiana della gente si fa sempre più difficile". Il prelato racconta che "la luce viene solo per un'ora e mezza al giorno, manca il gasolio, a volte mancano cibo e acqua e ora fa anche molto freddo".
In merito alla sorte del padre gesuita p. Paolo Dall'Oglio rapito in Siria il 29 luglio 2013, dei due vescovi - il metropolita Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e il metropolita Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) prelevati nell'aprile 2013 - e di altri sacerdoti, spiega che "purtroppo non ne sappiamo nulla". "Ogni volta - aggiunge - arriva una notizia che poi viene subito contraddetta, non abbiamo contatti né canali di dialogo, navighiamo nel buio più assoluto".
Mons. Georges Abou Khazen sottolinea che "anche l'Occidente" dopo gli attacchi di Parigi, "comincia a sentire il peso e le violenze di questa gente"; ma, avverte il prelato, sono gli stessi governi occidentali ad avere una parte di responsabilità in questa escalation di terrore.
"Devono cessare di vendere loro le armi - riferisce - devono smetterla di addestrare queste persone; non ci sono differenze fra gruppi, non ci sono oppositori e terroristi, non vi sono moderati e fondamentalisti".
"Bisogna smetterla di armare e addestrare questa gente - avverte - non possono essere considerati criminali in un Paese e combattenti per la libertà in un altro".
Da ultimo il vicario apostolico di Aleppo auspica che sia "vinta questa logica che inneggia al fanatismo", una guerra "che non va combattuta con le armi, ma anche con altri mezzi: l'educazione, la scuola, ma soprattutto bisogna privilegiare il dialogo con imam e leader religiosi moderati, non con quanti, finanziati dall'esterno, promuovono logiche di violenza e terrore".
http://m.asianews.it/notizie-it/Vicario-apostolico-di-Aleppo:-Felice-per-le-cooperanti-liberate,-mistero-su-sacerdoti-e-vescovi-rapiti-33204.html
Fino a 3.000 combattenti del cosiddetto Free Syrian Army (FSA) hanno disertato da questa organizzazione e hanno proclamato fedeltà all' autoproclamato Califfo di ISIS, Abu Bakr Al-Baghdadi, nelle montagne Qalamoun del Governatorato Rif Dimashq
"Almasdarnews" describe some defectors and number of people pledging allegiance
to Baghdadi in FSA.
The FSA groups who pledged allegiance to ISIS are the following:
1. Liwaa Al-Farouq – Approximately 300 fighters
2. Liwaa Al-Qusayr – Approximately 600 fighters
3. Liwaa Al-Turkomen – Approximately 400 fighters
4. Liwaa Al-Haqq – Approximately 400 fighters
5. Kataeb Al-Mouqna – Approximately 200 fighters
6. Liwaa Matfareeq – Approximately 500 fighters
7. Suqour Al-Fatih – Approximately 200 fighters
8. Liwaa 77 – Approximately 400 fighters
The FSA groups who pledged allegiance to ISIS are the following:
1. Liwaa Al-Farouq – Approximately 300 fighters
2. Liwaa Al-Qusayr – Approximately 600 fighters
3. Liwaa Al-Turkomen – Approximately 400 fighters
4. Liwaa Al-Haqq – Approximately 400 fighters
5. Kataeb Al-Mouqna – Approximately 200 fighters
6. Liwaa Matfareeq – Approximately 500 fighters
7. Suqour Al-Fatih – Approximately 200 fighters
8. Liwaa 77 – Approximately 400 fighters