" Bisogna che tu dica..."
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Il popolo di Aleppo ripete le parole di Cristo sulla Croce: "Ho sete..." |
Mercoledì, 30 aprile :
" L'elettricità è finalmente tornata ad Aleppo . Ho
potuto caricare il telefono e raggiungere i nostri figli per rassicurarli . Siamo vivi !
Ma per quanto tempo ? Si dovrebbe chiederlo a tutti coloro che speculano sulle
nostre spalle, per non dire sui nostri cadaveri
! Inoltre, da dove siamo, vediamo il cortile dell’ospedale “ al-... " [
Intenzionalmente oscurato ] ... mucchi di cadaveri ... civili e anche soldati
apparentemente. Non possiamo nemmeno attraversare la strada per vedere di chi
si tratta.
Per quanto riguarda l'acqua , evviva , un filo ! Passo sopra
i dettagli delle sfide che mi sono prefissata per cavarmi l’ idea che
"loro" alla fine riusciranno a farmi vivere in una casa sporca ... mi
dico che le nostre nonne conoscevano questa miseria ... salvo che loro disponevano
di bacinelle adatte all'età della pietra
... e soprattutto l’olio . Settecento lire siriane al litro ! Centocinquanta £ un mazzo di prezzemolo ... Andiamo , passo
così sulla lista della spesa .
Chi ? Ma i profittatori di guerra naturalmente. E ' bella
la rivoluzione! Trabocca di fantasia un rivoluzionario ! La loro ultima scoperta : organizzarsi per vendere uno stock incredibile di
"generatori " ad un prezzo fissato sulla testa del cliente; questo spiega ... penso che tu mi capisci .
Sì , l'ultima volta che ho parlato con te , ho concluso su
una nota di speranza [ * ] . Ma oggi , devo confessarti che dopo aver vissuto
gli orrori delle ultime due settimane , abbiamo sicuramente la sensazione che
Aleppo è abbandonata ... E’ forse ingiusto parlare di abbandono quando tanti
dei nostri soldati sono caduti . Rimane tuttavia che Aleppo è " sgranocchiata
" . Noi lo vediamo bene!
Ma io non ti chiamo per questo . Volevo dirti che ti leggo .
No ... non hai tradito né le mie parole né il mio pensiero . Pensi che la gente
ti leggerà ? Cosa si può fare ? Qui , nessuno si aspetta di essere ascoltato.
Più nessuno pensa di risvegliare le coscienze . Anche i nostri media , quando riusciamo
ad ascoltarli , non rispecchiano la realtà delle tragedie che ci uccidono .
Vien da chiedersi se sono consapevoli del fatto che nelle ultime due settimane
è la " m .... " !
Mio Dio ! Hai sentito ? Un rumore terribile ... " .
Comunicazione interrotta... Niente da fare! E poi infine, va, poi taglia, poi riprende:
"Non preoccuparti ... solo le finestre! E’ stata una
granata. Dico granata, mentre io non so cosa
veramente fosse. L'esplosione ha scosso tutti gli edifici del quartiere.
E continua ...
Ho sentito che ci sono persone colpite nella nostra strada.
Ciò significa che, entro cinque minuti,
vedremo arrivare i taxi gialli trasformati in
ambulanze per l'occasione ; le cabine servono per il trasporto dei feriti ; i cofani sono riservati ai cadaveri
senza vita . Si dirigeranno agli ospedali , almeno quello che ne è rimasto, per
essere curati o identificati dai loro parenti ... un'ultima volta per tutte .
Le notizie che ci arrivano si riassumono nel dire che nessuna
soluzione si profila all’orizzonte . Aleppo è un disastro , e ora ecco che ci
viene predetto che nei prossimi giorni sarà peggio! Ci viene detto che Erdogan
ha deciso di demolire la Cittadella per rialzare il morale delle sue truppe di sanguinari ... Dopo la conferma della tenuta delle presidenziali alla data prevista , sembra che
egli sia riuscito ad aprire tutte le porte dell’ inferno . Gira una voce che il
nostro esercito è determinato a finirla , che non è lontano e che si mette male più
che mai . Quindi, ci si consiglia di prepararci. Prepararci?!?
Giovedì, 1 maggio:
"L'elettricità è tagliata di nuovo, e quindi niente
acqua, in quanto è necessaria per pompare. "Loro" stanno giungendo al
loro scopo ... Siamo circondati!
No, non siamo armati. Difenderci? Contro dei cecchini?
Contro mine sotterranee che esplodono ovunque? Contro bombe che polverizzano interi edifici? La prova che Erdogan e la sua
banda intendono entrare in Aleppo svuotata dei suoi abitanti. Sì ... ne siamo
convinti. D’altro canto, tutti coloro che potevano andarsene se ne sono andati .
Dove? Alcuni ancora in direzione di Latakia, ma la maggioranza va in Libano e
in Turchia. Sì ... in Turchia. Potete immaginare!
Tu puoi capire che ormai il nostro unico modo per difenderci è la preghiera, lo sprezzo del pericolo,
così come il disprezzo per questo avido Occidente che ci gioca la sua
partizione umanitaria?
Bisogna che tu dica tutto il disgusto che i vostri dirigenti
ci ispirano, essendo l’ "errore"
dei nostri non aver immaginato fino a che punto essi avrebbero potuto
dimostrare ancora la loro infamia ; infamia, senz’altro più elegante e
sofisticata di quella di Erdogan e dei despoti ignoranti dei paesi del Golfo,
ma comunque infamia inconcepibile !
Bisogna che tu dica ai vostri "diritto-umanitaristi" corrotti e che si presentano come "liberatori" del popolo siriano ,
che oggi grazie alla loro preoccupazione ignobile tutti i civili siriani hanno
uguali diritti sotto le bombe ! Tutti i civili : Mohamad, suo cugino Hussein, e suo fratello Georges, non dispiacciano loro ! essi saranno senz’altro
felici di sapere che le vittime nelle zone "controllate dal regime"
sono per il 99 % popolazione civile; vittime innocenti che, se fossero cadute
nelle zone apparentemente " liberate dai ribelli " avrebbero attirato
l' attenzione dei vostri media bugiardi che accusano "il regime di accanirsi , per via aerea
, sui suoi cittadini innocenti ".
Bisogna che tu dica che i loro cosiddetti
"ribelli" non sprecano il loro tempo e fanno il massimo uso delle elargizioni di questo
Occidente che passa sotto silenzio i loro misfatti, e i propri!
Abbiamo bisogno che
tu dica ... ".
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No ... non posso dirti che la gente mi legge. Sono così
pochi in grado di sfuggire alla doxa dominante. E se mi leggono, ciò è
probabilmente con la punta degli occhi e la mente altrove! Ma ti prometto, lo
dirò. Abbi cura di te e dei tuoi! E perdonami per non essere in grado
di fare nulla ...
Mouna Alno-Nakhal
1 maggio, 2014
http://www.mondialisation.ca/cri-du-coeur-dalep-temoignage-il-faut-que-tu-dises/5380236
9 Maggio
Un crimine contro l'umanità è in corso ad ALEPPO :
per il quinto giorno consecutivo, l'acqua è tagliata in Aleppo.
L'estate scorsa, Aleppo ha subito un blocco completo di persone e merci per settimane e nessuno ha detto niente.
Il mese scorso, Aleppo ha subito un taglio di elettricità per 11 giorni consecutivi e nessuno ha protestato.
E ora, 'loro' hanno tagliato l'acqua per 5 giorni e voi state zitti!
Una città di 2,5 o 3 milioni di abitanti privi di acqua per 5 giorni e voi non scendete per le strade!
Quelli che sanno e che non protestano sono complici di questo crimine. Per molto meno, avete manifestato, gridato la vostra rabbia, scritto sui forum, avete fatto reportages e chiesto le sanzioni.
Per meno di questo, i vostri ministri degli affari esteri e i vostri presidenti hanno alzato la voce, hanno fatto riunioni, hanno sostenuto le sanzioni, hanno minacciato di accusare davanti alla Corte penale internazionale.
Ma per loro e per voi, le vittime sono i colpevoli; in quanto al popolo di Aleppo che soffre la sete, non è un fatto vostro.
Il vostro atteggiamento è una vergogna.
Voi dovreste essere perseguiti per crimini di guerra e contro l'umanità per complicità passiva.
Nabil Antaki, volontario Marista di Aleppo
Esplosione distrugge albergo di Aleppo. Ginevra, conferenza delle Chiese cristiane di Siria
Radio Vaticana , 8 maggio 2014
Il Fronte Islamico ha fatto esplodere ieri il famoso hotel Carlton ad Aleppo, provocando 14 morti tra i soldati e i miliziani pro-regime. Ma secondo altre fonti, i morti sarebbero molti di più: almeno 40. La città è spaccata in due: il sud controllato dai lealisti, mentre i ribelli sono asserragliati nel nord. E intanto ieri a Homs si è conclusa anche l’evacuazione degli ultimi ribelli che, dopo aver firmato un accordo con il regime, hanno lasciato la città. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, tuttavia, alcuni gruppi islamisti che non facevano parte dell’accordo con il regime, hanno ostacolato l’evacuazione, cercando di limitare l’ingresso dei viveri a Zahra e Nabul, due villaggi controllati dai ribelli....
Intanto a Ginevra prende il via stasera la conferenza internazionale dal titolo: “I cristiani in Siria, la sfida di parlare con una sola voce”. All’evento prendono parte rappresentati delle comunità cristiane del Paese, per portare la loro testimonianza sulle sofferenze delle comunità locali, dopo oltre tre anni di guerra. Presenti ai lavori, esponenti delle Chiese greco ortodossa, siriaco ortodossa, greco melkita e cattolica, oltre all'osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio Onu della città elvetica, mons. Silvano Maria Tomasi. L’incontro è organizzato, tra gli altri, dal Consiglio mondiale dei Siri e dal Centro cattolico di studi di Ginevra. Durante la sessione di domani, in cui una delegazione incontrerà pure una rappresentanza delle Nazioni Unite, i partecipanti elaboreranno un documento per una comune strategia volta a invocare pace e stabilità in Siria.
Ad intervenire, anche l’arcivescovo Dionysius Jean Kawak, responsabile dell’ufficio patriarcale a Damasco della Chiesa siriaco ortodossa. Giada Aquilino lo ha intervistato:
R. - Non mi piace parlare soltanto della situazione dei cristiani. Tutti in Siria, inclusi i cristiani, stanno soffrendo per la situazione di poca stabilità del Paese. Comunque, non posso negare che i cristiani stiano soffrendo un po’ di più, perché sono una minoranza. E non posso negare che stiano soffrendo perché c’è un aumento dell’estremismo islamico.
Maalula, Kessab, Homs sono città dove c’è una presenza cristiana e sono state attaccate proprio per questo motivo.
Nei giorni scorsi, i radicali prima di ritirarsi dalla città di Homs hanno bruciato una delle più antiche chiese cristiane, la chiesa della Vergine Madre della Cintura, la cattedrale siro-ortodossa.
D. – Queste violenze colpiscono dunque tutte le comunità, indistintamente?
R. - Tutte le comunità, tutta la gente della Siria, tutto il popolo siriano. Stanno soffrendo tutti. Per questo è importante chiedere alla comunità internazionale di intervenire, ma non mandando armi: noi non vogliamo più armi per la Siria, vogliamo un altro tipo di aiuto.
D. – Di quale aiuto avete bisogno?
R. - Aiutare a metterci d’accordo per parlare e dialogare. Ci sono sempre altri mezzi, ha detto Papa Francesco, per ristabilire la pace.
D. - La via della pace, allora, per dove può passare?
R. - Attraverso il popolo siriano. L’intervento internazionale deve essere diretto ad aiutarci a sedere intorno ad una tavola rotonda, senza però intervenire nel nostro destino e nel dialogo. Deve solo aiutarci a far dialogare le due parti, i ribelli ed il governo.
D. - Quanto è importante in questo momento il dialogo ecumenico, ma anche interreligioso per il futuro della Siria?
R. - Penso che in Siria non abbiamo avuto questo problema interreligioso: la Siria è stata sempre conosciuta per la coesistenza. Mi sembra ci sia qualcuno al di fuori della Siria che ha tentato di rovinare questo modo di vivere insieme. Perciò è necessario sedere ancora insieme e promuovere il dialogo interreligioso.
D. - Qual è il messaggio che porta alla conferenza di Ginevra per il futuro della Siria?
R. - Parlerò tra l’altro dei diritti delle minoranze, cercherò di richiamare l’attenzione sul fatto che la comunità cristiana sta diminuendo molto: prima si parlava del 10% - circa due milioni di persone - adesso è un po’ difficile dire quanti sono i cristiani, forse un terzo. Al termine del mio intervento chiederò alla comunità internazionale di aiutarci appunto nel dialogo, ma anche dal punto di vista umanitario. Dobbiamo aiutare coloro che si trovano fuori dalla Siria, ma anche coloro che si trovano all’interno del Paese, specialmente i cristiani: perché se non aiutiamo coloro che si trovano all’interno, forse cercheranno un modo per uscire.
All’appuntamento di Ginevra prende parte anche mons. Giuseppe Nazzaro, già vicario apostolico di Aleppo.
Al microfono, parla della situazione dei cristiani siriani oggi:
R. – E’ gente che ormai non ha più nulla, gente che ha perso tutto, a cui restano solo le lacrime per piangere. E’ questa la situazione che posso testimoniare. Se si aggiunge poi ciò che succede quotidianamente… bombe, missili che cadono, tutti che sparano, nessuno che tiene conto del fatto che così si porta distruzione e morte.
D. – Lei conosce bene Aleppo: questa mattina c’è stata una potente esplosione che ha distrutto un albergo nella città vecchia. Queste continue esplosioni, questi attacchi cosa provocano tra la gente, oltre alla violenza e al dolore?
R. – Provocano panico e voglia di scappar via: ma dove possono scappare? Ormai la gente non ha più nulla, non ha più neanche i mezzi per poter fuggire: le strade sono chiuse. Si cerca di sopravvivere! E chi riesce a sopravvivere, si affida alla Provvidenza per poter campare. Purtroppo non sempre si pensa a questi fratelli che soffrono e questo per me è il peccato più grande dell’Occidente. La gente soffre, la gente muore e noi continuiamo a vendere armi, continuiamo a distribuire armi, da una parte e dall’altra.
D. – Le violenze in corso in Siria colpiscono poi indistintamente tutte le comunità…
R. – Sì, tutte le comunità. Non possiamo dire che siano soltanto i cristiani a soffrire: una bomba cade su tutto. E queste bombe, dove cadono, portano morte e distruzione.
D. – Qual è l’appello della Chiesa cristiana di Siria?
R. – L’appello della Chiesa cristiana di Siria è che tutti quelli che sono costituiti in qualsiasi modo in responsabilità gridino contro lo scempio che sta succedendo in Siria.
D. – Il Papa, più volte, ha pregato per la Siria e ha voluto una giornata di preghiera e digiuno nel settembre scorso. Qual è il messaggio che è arrivato in Siria?
R. – E’ stato molto positivo. La gente è stata contenta di sapere che il Papa pensa e prega per la Siria. Ma il Santo Padre è il solo che grida? E gli altri che fanno? Tutti dobbiamo domandarci cosa facciamo per quei cristiani, nostri fratelli di fede, e per quella gente, per quei figli di Dio, perché tutti sono stati creati ad immagine di Dio.
http://it.radiovaticana.va/news/2014/05/08/esplosione_distrugge_albergo_di_aleppo._a_ginevra,_conferenza_delle/it1-797488