“Damasco, Aleppo e tutte le città siriane hanno da cinque al massimo dieci ore di elettricità... Le persone qui passano le ore aspettando che le loro auto arrivino alla stazione di servizio, e quando ci arrivano la benzina può essere finita e aspettano fino al giorno dopo. Questo ha un effetto sugli autobus pubblici.. il che significa che si può aspettare per un'ora per trovare un microbus o un autobus in cui decine di persone viaggiano insieme ed altri che rimangono sulla strada tornando a piedi a casa a causa del tempo di attesa...
Quando va bene, abbiamo 8 ore di elettricità a Damasco, una media di 2 ore in cui c'è energia e 4 ore senza... Alcune città hanno un'ora di elettricità e cinque/sei, talvolta perfino 8/9, spente... Ad Aleppo... un'ora di elettricità e 11 ore tagliata... questo significa 2/24! .... Ma questo è se sei stato fortunato ad Aleppo... La metà di Aleppo non ha visto l'elettricità da otto anni... La campagna di Aleppo se la passa proprio come la città. Non è mai sufficiente per la gente qui .. neanche per lavare i vestiti o perchè i frigoriferi possano produrre un'acqua fredda per "ramadan" .. (Ramadan è un mese in Islam in cui le persone smettono di mangiare e bere dall'alba al tramonto) e non solo per l'acqua fresca, ma per conservare cibo e avere un'aria fresca dai condizionatori in estate.
È un brutto problema in tutta la Siria, specialmente ad Aleppo. C'è una gran sofferenza.. le soluzioni governative non sono mai azzeccate e non sono buone...
L'epidemia .. Aleppo è stata la prima nel numero di infezioni in Corona-virus 19, ma ora la situazione è migliorata, secondo il numero del Ministero della Salute .. è diventata di sesto grado... Ma ora Damasco è diventata il numero uno. I pazienti a Damasco sono portati dalle ambulanze a Homs. perché gli ospedali della capitale sono completamente pieni, c'è un piano per trasferire i pazienti ad Hama perché gli ospedali di Homs sono pochi e molti sono stati distrutti dalla guerra, e Homs è una città molto piccola rispetto ad Aleppo e Damasco.”
Dieci anni dopo, la Siria è quasi distrutta. Di chi è la colpa?
Di M. K. BHADRAKUMAR
Traduzione Gb.P. OraproSiria
Nel romanzo di George Orwell La fattoria degli animali, i maiali al potere guidati da Napoleone riscrivevano costantemente la storia per giustificare e rafforzare il proprio potere ininterrotto. La riscrittura della storia del conflitto in corso in Siria da parte delle potenze occidentali risulta evidente leggendo Orwell.
La dichiarazione congiunta rilasciata dai Ministri degli Esteri di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia la scorsa settimana per celebrare il decimo anniversario del conflitto siriano inizia con una palese menzogna ritenendo il presidente Bashar al-Assad e i "suoi sostenitori" responsabili degli eventi orribili in quel Paese. Afferma che le cinque potenze occidentali "non abbandoneranno" il popolo siriano - finché morte non ci separi.
La realtà storica è che la Siria è stata teatro delle attività della CIA sin dall'istituzione di quell'agenzia nel 1947. C'è un'intera storia di progetti di "cambio di regime" sponsorizzati dalla CIA in Siria che vanno dai tentativi di colpo di stato e complotti di assassinio, agli attacchi paramilitari e al finanziamento e addestramento militare delle forze antigovernative.
Tutto iniziò con il colpo di stato militare incruento nel 1949 contro l'allora presidente siriano Shukri al-Quwatli, progettato dalla CIA. Secondo le memorie di Miles Copeland Jr, il capo della sede della CIA a Damasco in quel momento - che in seguito ha poi scritto un bel libro di alta qualità letteraria sull'argomento - un colpo di stato mirato a salvaguardare la Siria dal partito comunista e altri partiti radicali!
Tuttavia, il colonnello al potere installato dalla CIA, Adib Shaishakli, fu una cattiva scelta. Secondo Copeland, era una "simpatica canaglia", che non si era "mai inchinata a un'immagine sacra, per quanto ne so. Tuttavia, aveva commesso sacrilegio, bestemmia, omicidio, adulterio e furto” per guadagnarsi il sostegno americano. Durò quattro anni prima di essere rovesciato dal partito Ba'ath e dagli ufficiali militari. Nel 1955, la CIA stimò che la Siria fosse matura per un altro colpo di stato militare. Nell'aprile 1956 fu attuato un complotto congiunto CIA-SIS (British Secret Intelligence Service) per mobilitare gli ufficiali militari siriani di destra. Ma poi, il fiasco di Suez ne interruppe il progetto.
La CIA rilanciò il progetto e pianificò un secondo colpo di stato nel 1957 con il nome in codice Operazione Wappen, (ancora una volta, per salvare la Siria dal comunismo) e persino spese 3 milioni di dollari per corrompere ufficiali militari siriani. Tim Weiner, nel suo magistrale libro del 2008 'Legacy of Ashes: The History of the CIA' (Eredità delle Ceneri: La storia della CIA), scrive:
“Il presidente (Dwight Eisenhower) ha detto di voler promuovere l'idea di una jihad islamica contro il comunismo senza Dio. "Dovremmo fare tutto il possibile per sottolineare l'aspetto della 'guerra santa'", ha detto in una riunione della Casa Bianca del 1957 ... (Il Segretario di Stato) Foster Dulles ha proposto una "task force segreta", sotto i cui auspici la CIA avrebbe consegnato armi americane, denaro e intelligence al Re Saud dell'Arabia Saudita, al re Hussein di Giordania, al presidente del Libano Camille Chamoun e al presidente iracheno Nuri Said ". “Questi quattro bastardi dovevano essere la nostra difesa contro il comunismo e i fautori del nazionalismo arabo in Medio Oriente ... Ma se le armi non potevano comprare la lealtà in Medio Oriente, l'onnipotente dollaro era ancora l'arma segreta della CIA. I soldi per la guerra politica e per i giochi di potere erano sempre i benvenuti. E ciò potrebbe aiutare la creazione di un impero americano nelle terre arabe e asiatiche ".
Ma, come poi accadde, alcuni di quegli ufficiali di "destra" invece consegnarono i soldi della tangente e rivelarono il complotto della CIA all'intelligence siriana. Dopo di che, 3 agenti della CIA furono cacciati dall'ambasciata americana a Damasco, costringendo Washington a ritirare il suo ambasciatore a Damasco. Con l'uovo in faccia, Washington prontamente bollò la Siria come un "satellite sovietico", schierò una flotta nel Mediterraneo e incitò la Turchia ad ammassare truppe al confine siriano. Dulles persino contemplò un attacco militare sotto la cosiddetta "Dottrina Eisenhower" come rappresaglia contro le "provocazioni" della Siria. A tal proposito, anche l'MI6 britannico stava lavorando con la CIA nel fallito tentativo di colpo di stato; i dettagli sono venuti alla luce casualmente nel 2003 tra le carte del ministro della Difesa britannico Duncan Sandys molti anni dopo la sua morte.
Ora, arrivando alla storia attuale, basti dire che secondo WikiLeaks, dal 2006, gli Stati Uniti hanno finanziato i dissidenti siriani con sede a Londra, e l'unità della CIA responsabile delle operazioni segrete è stata schierata in Siria per mobilitare gruppi ribelli e accertarne le potenziali vie di approvvigionamento. È noto che gli Stati Uniti hanno addestrato almeno 10.000 combattenti ribelli al costo di 1 miliardo di dollari all'anno dal 2012. Il presidente Barack Obama avrebbe ammesso a un gruppo di senatori l'operazione per inserire questi combattenti ribelli addestrati dalla CIA in Siria.
Il noto giornalista investigativo e scrittore politico americano Seymour Hersh ha scritto, sulla base degli input di ufficiali dell'intelligence, che la CIA stava già trasferendo armi dalla sua stazione di Bengasi (Libia) alla Siria in quel periodo. Non facciamo confusione: Obama è stato il primo leader mondiale a chiedere apertamente la rimozione di Assad. Era l'agosto 2011. Poi il capo della CIA David Petraeus ha effettuato due visite senza preavviso in Turchia (a marzo e settembre 2012) per persuadere Erdogan a intervenire come compagnia di bandiera del progetto degli Stati Uniti di cambio di regime in Siria (sotto il titolo di "lotta al terrorismo").
Di fatto, i principali alleati degli Stati Uniti nel Golfo Persico - Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti - hanno preso spunto da Obama per allentare i loro cordoni della borsa per reclutare, finanziare ed equipaggiare migliaia di combattenti jihadisti da dispiegare in Siria. Allo stesso modo, sin dalle prime fasi del conflitto in Siria, le principali agenzie di intelligence occidentali hanno fornito supporto politico, militare e logistico (e di disinformazione Ndt) all'opposizione siriana e ai suoi gruppi ribelli associati in Siria.
Curiosamente, l'intervento russo in Siria nel settembre 2015 è stato in risposta a un'imminente sconfitta delle Forze Governative Siriane per mano dei combattenti jihadisti sostenuti dagli alleati regionali degli Stati Uniti. L'Arabia Saudita si è ritirata dall'arena solo nel 2017 dopo che le sorti della guerra sono cambiate, grazie all'intervento russo.
La dichiarazione congiunta rilasciata la scorsa settimana dagli Stati Uniti e dai loro alleati della NATO appartiene al mondo della narrativa. In realtà, c'è molto sangue siriano nelle mani di questi paesi della NATO (Turchia compresa) e degli alleati degli Stati Uniti nel Golfo. Notate la colossale distruzione che gli Stati Uniti hanno causato: secondo le stime della Banca Mondiale, un totale cumulativo di 226 miliardi di dollari di prodotto interno lordo è stato perduto dalla Siria a causa della guerra solo dal 2011 al 2016.
Il conflitto siriano è stato uno dei conflitti più tragici e distruttivi del nostro tempo. Centinaia di migliaia di Siriani sono morti, mezza nazione è stata sfollata e milioni sono stati gettati nella disperazione per povertà e fame. Secondo le stime dell'UNHRC, dopo dieci anni di conflitto, metà della popolazione siriana è stata costretta a fuggire da casa, il 70% vive in povertà, 6,7 milioni di siriani sono sfollati interni, oltre 13 milioni di persone hanno bisogno di assistenza e protezione umanitaria, 12,4 milioni le persone soffrono di mancanza di cibo (ovvero il 60% dell'intera popolazione), 5,9 milioni di persone stanno vivendo un'emergenza abitativa e quasi nove siriani su 10 vivono al di sotto della soglia di povertà.
E, a pensarci bene, la Siria aveva uno dei più alti livelli di formazione sociale dell'intero Medio Oriente musulmano. Era un paese a medio reddito fino a quando gli Stati Uniti non decisero di destabilizzare la Siria. Dalla fine degli anni Quaranta, i successivi progetti di cambio di regime degli Stati Uniti sono stati guidati da considerazioni geopolitiche. L'agenda è inequivocabile: gli Stati Uniti hanno sistematicamente distrutto il cuore, l'anima e la mente dell'"arabismo" - Iraq, Siria ed Egitto - con l'obiettivo di perpetuare la dominazione occidentale del Medio Oriente.
L'ex presidente Donald Trump intendeva ritirare le truppe statunitensi dalla Siria e porre fine alla guerra. Ha provato due volte, ma i comandanti del Pentagono hanno sabotato i suoi piani. Quello che Joe Biden si propone di fare è un'ipotesi di chiunque: Biden non sembra avere fretta di ritirare le truppe americane..
L'aspetto più inquietante è che gli Stati Uniti stanno metodicamente facilitando una balcanizzazione della Siria aiutando i gruppi Curdi con loro allineati a ritagliarsi un'enclave semiautonoma nel nord-est del paese. In effetti, la popolazione araba nella Siria nord-orientale non sopporta di essere sotto il governo dei Curdi, e questo potrebbe alla fine trasformarsi in una nuova fonte di reclutamento per lo Stato islamico. Nel frattempo la Turchia ha utilizzato l'asse curdo-statunitense come alibi per occupare vasti territori nel nord della Siria.
La parte triste della dichiarazione congiunta degli Stati Uniti e dei loro alleati europei non è solo che stanno riscrivendo la storia e diffondendo falsità, ma trasmette un senso di disperazione, come se non ci fosse alcuna speranza di una luce alla fine del tunnel nel conflitto siriano in un ipotetico futuro.
La politica degli Stati Uniti in Siria è opaca. Ha oscillato tra l'obiettivo di prevenire una rinascita dell'IS, affrontare l'Iran, respingere la Russia, fornire aiuti umanitari e persino proteggere Israele, mentre il nocciolo della questione è che le amministrazioni statunitensi succedutesi, non sono riuscite ad articolare una chiara strategia e una logica per la presenza militare statunitense in Siria.
https://www.indianpunchline.com/ten-years-on-syria-is-almost-destroyed-whos-to-blame/