Aleppo, antica stampa della Chiesa Latina |
Avvenire - 13 settembre 2013
di Andrea Avveduto
« È l’ultima volta che parlo. Poi lo farà padre Simon ».
Padre Halim Noujiam, francescano libanese della Custodia di Terra Santa, porta
da due anni gli aiuti umanitari a Damasco. Attraversa in continuazione la
frontiera dal Libano alla Siria, dalla Siria al Libano, per quelle vie che dice
«essere meno pericolose delle altre». Anche lui, come gli 11 frati rimasti in
Siria, è stanco. E più che contento di lasciare il posto al nuovo frate che
ora lo sostituirà: padre Simon appunto. Ancora prima di parlare della
situazione recita un proverbio in arabo, che poi tenta di tradurre in un
italiano stentato: «La guerra sta bruciando il verde e il secco». Ovvero,
tutto.
La più recente conferma è il caso di Maalula, luogo simbolo della
cristianità ostaggio dei jihadisti. «Ai frati è chiesta la testimonianza fino
al martirio, lo sanno», dice consapevole Halim. Ma rimangono lì, fedeli alla
vocazione francescana di aiutare tutti. «Se i frati decidessero di andare via,
per i cristiani sarebbe un duro colpo. Non avrebbero più un punto di
riferimento ».
Per due anni padre Halim è stato l’intermediario tra i benefattori della
Custodia e i frati siriani. Ha portato soldi, medicine, viveri. «Quando avevo
la possibilità, arrivavo alla frontiera siriana, e lì mi aspettavano persone di
fiducia che mi garantivano la sicurezza del passaggio. Ma una volta in Siria,
dovevo stare molto attento». Alcune zone del Paese sono off limits anche per
lui.
«Da quasi due anni non posso andare nell’Oronte, e ad Aleppo, è troppo
pericoloso. Da un anno non ho più notizie dei frati che vivono lì. In quei
conventi manca acqua, elettricità e il telefono, le uniche notizie che mi
arrivano sono di alcuni amici siriani fidati che riescono in qualche modo a
portare loro qualche soldo e dei viveri».
E nonostante tutto continua l’opera
di una decina i frati rimasti ad Aleppo, nel convento di Sant’Antonio di
Padova, ad Azizieh, dove sopravvive la parrocchia latina sotto la
responsabilità di padre Georges. E poi a Damasco, al memoriale San Paolo e a
Salhieh, poco vicino.
Le case francescane di Lattakiah, a Kanyeh, vicino al Libano, completano
la mappa di questa oasi di carità. Ogni convento ospita circa 100 famiglie,
fornisce mense e medicinali per migliaia di persone, a volte paga l’affitto di
casa a chi non ha più mezzi.
Padre Halim ha assistito anche a casi di
conversione forzata. Ai cristiani rapiti viene data una scelta: «O ti converti
all’islam, o lasci il Paese. Molti li ritroviamo in Libano, perché hanno
preferito lasciare la casa e tutto quello che avevano piuttosto che rinnegare
la propria fede».
Alla rivolta i cristiani non piacciono. Gli insorti, in
particolare le frange jihadiste, sognano la nuova Siria senza di loro. I
religiosi francescani se n’erano già accorti quando avevano ammazzato padre
Mourad, qualche mese fa.
Bab Touma: i Martiri Francescani |
E vivere in quella terra, che è la loro terra, è segno di
speranza per tutti. «Se i frati continuano a stare lì, allora anche tutte le
persone aiutate – e sono tante – continueranno a vivere con loro. Perché quando
questa guerra inutile sarà finita, allora tutti dovranno rimboccarsi le
maniche per ricostruire il Paese devastato».
Il custode, padre Pizzaballa,
intervenendo nei giorni scorsi ha dichiarato: «La questione siriana è
delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta
accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere
la popolazione, sfiancata dal massacro».
È possibile aiutare la Custodia in
Siria tramite : http://www.proterrasancta.org/it/aiuta-la-terra-santa/aiutaci/
Pizzaballa: "Aiutateci a sostenere la popolazione siriana e a dare un appoggio concreto a tutti i frati e i religiosi che vivono in Siria, perché possano continuare a essere un segno di speranza per tutti.”
Beirut (AsiaNews) - "La guerra in Siria spinge ogni giorno migliaia di persone a fuggire dalle proprie abitazioni e dal Paese. La maggior parte dei profughi e dei rifugiati interni ed esterni pensa che non potrà mai più fare ritorno nei propri villaggi. Chi è fuggito in Libano cerca di emigrare in Europa o in altre nazioni. Grazie alle donazioni diamo speranza ai siriani per convincerli a restare. La Siria, culla del cristianesimo e simbolo di unità fra cristiani e musulmani, rischia di scomparire". E' quanto afferma ad AsiaNews p. Halim, missionario francescano della Custodia di Terra Santa ed ex provinciale della Siria. Il sacerdote lancia un invito a tutti i cristiani a rispondere all'appello lanciato da Ats pro-Terra Sancta, l'organizzazione non governativa della Custodia, a favore della popolazione civile.
Per p. Halim la situazione è sempre più difficile per i cristiani e per tutta la popolazione, che in aree come Aleppo e i monti dell'Oronte non hanno più acqua, elettricità, gas e rischiano di morire di fame. Il sacerdote spiega che nemmeno i suoi confratelli riescono a comunicare con l'esterno e vivono questo dramma insieme alla gente. "I nostri frati - spiega - lavorano ogni giorno con queste persone, senza distinzione di fede per sostenerli sul piano economico e spirituale. I francescani non fanno politica e aiutano le famiglie bisognose, che hanno perso, tutto sostenendole e all'interno della Siria e fuori dal Paese, ospitando i senza tetto nei conventi".
Nonostante la guerra, i bombardamenti e le minacce degli estremisti islamici, sono 11 i frati francescani che hanno scelto di restare in Siria per prendersi cura della popolazione ad Aleppo, Damasco, Azizieh, Lattakiahe e Kanyeh.
Nel lanciare l'iniziativa p. Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha dichiarato: "La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto. Chiedo a chi può, oltre a pregare, di mandare aiuti. Non materie prime - è inutile perché non possono entrare - ma il denaro necessario per comprare (purtroppo anche al mercato nero), ciò che serve per vivere a tantissime famiglie, soprattutto le più povere".
Per ognuno di noi sarà possibile sostenere la Siria con una piccola offerta, indirizzata al conto dell’Associazione di Terra Santa e diretta ai bisogni dei siriani.
Di seguito le modalità di donazione per sostenere i francescani nel loro lavoro in Siria:
° 150 euro per sostenere una famiglia di tre persone per 2 settimane
° 500 euro per aiuti umanitari a 3 famiglie di un campo profughi per 3 settimane
° 1000 euro per il sostentamento della mensa per i più poveri per 1 mese
Le donazioni vanno effettuate sul conto:
ATS - Associazione di Terra Santa
Banca Popolare Etica - IBAN: IT67 W050 18121010 0000 0122691
BIC CODE: CCRTIT2T84A
Causale: Emergenza Siria.