IL SUSSIDIARIO
16 settembre 2016
Gregorio III : in mezzo ai profughi ci sono anche i jihadisti
Ben 75mila profughi siriani si trovano intrappolati in un deserto al confine con la Giordania, dopo che le autorità del Paese hanno chiuso il confine per il timore di infiltrazioni da parte dei terroristi. Un rapporto di Amnesty International basato su immagini riprese dal satellite, filmati e testimonianze in prima persona mostra la drammatica situazione all’interno dell’area nota come il Berm. Il numero dei rifugi improvvisati fuori da Rukban, uno dei due valichi tra la Siria e la Giordania, è cresciuto da 363 di un anno fa a 6.563 del luglio scorso a 8.295 di settembre. I profughi nel deserto del Berm sono senza cibo né assistenza medica, con una diffusione impressionante di malattie e una mortalità molto elevata. Ne abbiamo parlato con Gregorio III Laham, patriarca cattolico siriano con doppia sede a Damasco e Beirut.Che cosa è possibile fare per i 75mila profughi intrappolati al confine tra Siria e Giordania?
Tutto ciò che posso fare è invitare il mondo intero a lavorare per la pace. Queste vittime e tragedie nascono dal fatto che qualcuno fa la guerra, manda i soldati e arma i terroristi. Tutto ciò è frutto di questa mancanza di un progetto di pace in Siria da parte della comunità internazionale. Se ci fosse la pace tutti i rifugiati rimarrebbero nelle loro case e avrebbero sia da mangiare sia da bere. Mentre finché c’è la guerra, ciascuno è sotto il bastone del terrorismo internazionale. Dateci la pace per favore, è questo che mi sento di gridare al mondo intero.
Lei che cosa ne pensa del fatto che la Giordania non lascia entrare chi fugge dalla guerra?
La Giordania ha paura del traffico di terroristi. Sono tanti i jihadisti che transitano dopo essersi infiltrati in mezzo ai rifugiati, e ciò ha costretto le autorità di Amman a chiudere le frontiere. I terroristi stanno facendo tanto male sia all’interno sia all’esterno della Siria.
Chi dovrebbe prendersi cura dei rifugiati nel Berm?
Sia la Siria sia la Giordania, ma quando c’è la guerra i rifugiati rimangono ovunque senza nessun aiuto, diventando spesso vittime e ostaggi. E i rifugiati non sono soltanto i 75mila del Berm, ce ne sono molte altre migliaia. Sono tutti aspetti della guerra. Per questo Papa Francesco ha invitato i Paesi del Medio Oriente a pregare per la pace.
In che modo è possibile ricostruire la pace in Siria?
Questo è il vero dilemma per tutti. Quando nel 2014 Papa Francesco si recò in viaggio in Giordania, invitò tutti a “operare per la pace” in modo da formare un’alleanza internazionale con la partecipazione di Stati Uniti, Russia, Ue e Paesi arabi ed evitare la tragedia delle vittime della guerra. E’ soltanto un’alleanza internazionale che può mettere fine alla guerra e al terrorismo, nessuno può costruire la pace da solo. Unione Europea, Stati Uniti e Russia devono formare un’alleanza internazionale che prenda delle decisioni comuni, e l’Arabia Saudita seguirà.
Secondo lei i Paesi europei dovrebbero accogliere un numero maggiore di rifugiati?
In teoria sì, ma la vera questione è mettere fine alla guerra per risolvere il problema dei rifugiati alla radice. I Paesi europei non sono preparati per questo flusso migratorio. E’ molto difficile fare fronte a tutti i bisogni dei migranti per quanto riguarda l’abitazione, il cibo e la scuola. E’ inutile quindi discutere su chi debba accogliere i rifugiati, la vera risposta è mettere fine alla guerra.
Intanto che c’è la guerra però bisogna fare qualcosa per i rifugiati. Che cosa?
I Paesi europei stanno già facendo tanto per accogliere i rifugiati e non possono fare di più: il numero delle persone ospitate è già molto alto. Gli Stati del Vecchio Continente non sono preparati per un’ondata migratoria così massiccia.
Qual è l’impegno della Chiesa in Siria?
La Chiesa in Siria sta lavorando per aiutare la gente a ricostruire chiese e case e per venire incontro ai bisogni dei bambini. Stiamo lavorando per ricostruire il Paese.
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2016/9/16/SIRIA-Gregorio-III-Damasco-in-mezzo-ai-profughi-ci-sono-anche-i-jihadisti/723602/
Lettera di mons Samir Nassar, arcivescovo di Damasco
AED France
La famiglia disgregata
Sei anni di guerra son riusciti a svellere il baluardo della società siriana: la famiglia, la cellula di base che ha assorbito i colpi e le disgrazie di questa violenza senza fine, salvare il paese e la Chiesa fino al 2014 ... L'insicurezza, l'intolleranza, la violenza e la distruzione caotica hanno sradicato più di due milioni di famiglie. Prive di casa e disperse un po' ovunque, come le famiglie potrebbero ancora portare questa prova così pesante?
Le madri eroiche
Dall'inizio della guerra, dal 15 marzo 2011, è comune vedere una la famiglia incentrata su una mamma. Sono gli uomini che vanno in guerra e muoiono lì spesso. Un detto popolare recita: "un ragazzo senza padre non è un orfano" ; la famiglia è riunita attorno alla madre che assicura l'unità e la sopravvivenza della casa ... In questa lunga e pesante sofferenza, queste madri eroiche vivono in povertà e nelle lacrime, hanno onorato la loro vocazione, vivendo in tende e pagando con la vita. C'è un sacrificio più grande?
L'esodo di giovani
La mobilitazione generale decretata nel mese di ottobre 2015, chiamando tutti i giovani con meno di 45 anni al servizio militare, ha messo in difficoltà quelle famiglie che non hanno potuto partire e aspettavano sul posto la fine di questa guerra interminabile. Questa fascia di età è la spina dorsale delle attività economiche ancora rimanenti ... Questi giovani sono scomparsi rapidamente. Alcuni hanno raggiunto le caserme e gli altri hanno scelto di fuggire, seguendo l'immigrazione clandestina spesso irreversibile, destabilizzando il mercato del lavoro e la modesta vita familiare privata delle risorse.. Quale futuro per una comunità senza giovani?
La Chiesa indebolita
Gli effetti di questi cambiamenti hanno indebolito la Chiesa. Le famiglie spesso scelgono di raggiungere il figlio partito ... Da qui l'esodo accelerato delle famiglie ... uno svuotarsi vertiginoso di fedeli in tutte le parrocchie. Squilibrio demografico: in assenza di giovani, le nostre figlie lasciate sole si sposano con musulmani poligami. Quindi ci sono meno matrimoni e un minor numero di battesimi. Per la prima volta, la Chiesa si trova ad affrontare un problema cruciale: un prete su tre presente a Damasco ha scelto di trasferirsi in altri paesi ... più tranquilli. Come trattenere i sacerdoti a Damasco? Cosa diviene la Chiesa senza preti?
Le Città morte nel nord della Siria sono una forte fonte di ispirazione su ciò che potremmo diventare ... Come evitare di diventare guardiani di pietre? Tocca ai cristiani orientali di riconsiderare la loro vocazione e di vivere nella scia della chiesa primitiva, piccola minoranza che viveva senza garanzie nè protezione. Saremo in grado di assumere questa sfida apostolica? "O ci ridurremo a guardiani di pietre? "
14 settembre 2016- Festa della Croce Gloriosa
+ Samir Nassar, Arcivescovo maronita di Damasco