Con la benedizione del Signore, è stata aperta la Porta santa ad Aleppo, nella Chiesa di S. Francesco D`Assisi. Il Celebrante era Mons. George Abou Khazen con la presenza dei vescovi dei vari Riti orientali e con la presenza di un numero elevato di Sacerdoti che hanno poi partecipato alla santa Messa. Abbiamo iniziato nella Cappella maronita poi siamo arrivati alla Chiesa latina in processione fra i canti e gli inni di lode. All`entrare dalla porta, i partecipanti hanno riempito la chiesa che si vestiva dei colori di viola e di bianco.
Nella sua Omelia, Mons. George ha illuminato i presenti con il significato del Giubileo e ha spiegato il Logo del Giubileo appeso nella Chiesa, sotto lo sguardo di tutti.
Nonostante che Aleppo viva in questi giorni dei momenti assai difficili a causa dei lanci di missili sulle abitazioni, la Celebrazione ha dato una grande consolazione nei cuori che si manifestava nel brillio negli occhi di tutti, iniziando dai vescovi fino a tutti i laici.
La nostra festa è grande e così anche la nostra gioia perché il Nostro è un Padre misericordioso che elargisce il suo perdono a tutti.
Dai Maristi:
Questa mattina fa freddo ad Aleppo, un freddo quasi glaciale e noi non possiamo riscaldarci per la mancanza di gasolio… Siamo completamente senza elettricità da più di 50 giorni. Fortunatamente l’acqua, severamente razionata, è tornata dopo un’interruzione di diverse settimane. L’unica strada che collega la città al mondo intero è stata riaperta dopo un blocco di 13 giorni.
Ieri
pomeriggio, A.H., un bambino di 9 anni è venuto da noi. Ha impiegato
più di un’ora per arrivare. E’ il decimo di una famiglia con 12
figli. Voleva del pane. Sua madre l’ha mandato perché noi gliene
dessimo. Non cessava di ripetere: “Spero di non restare deluso”.
Non lo sarà. Ritornerà felice. Come lui molti bambini vivono in una
situazione precaria: freddo, fame, salute minacciata, insicurezza….
Il
20 novembre il mondo intero ha celebrato la Giornata internazionale
dei diritti del bambino. I bambini di Aleppo, come molti bambini del
mondo, soffrono le atrocità della guerra nel momento in cui i grandi
di questo mondo cercano i loro interessi. Che dire? Che fare? Come
sostenere tanti e tanti bambini nella miseria? Come offrire a questi
bambini un appoggio psicologico, umano e spirituale che permetta loro
di vivere pienamente la loro infanzia?
Abbiamo scelto di assicurare loro un’educazione di qualità, un’educazione nell’autentica tradizione marista, un’educazione che secondo l’auspicio del nostro fondatore san Marcellino Champagnat, fa del bambino nel futuro “un virtuoso cittadino e un buon credente”.
Mentre discutevo, una giovane volontaria mi pone una domanda: “Perché sto perdendo i migliori anni della mia vita? Perché non sono come tutti i giovani del mondo? Perché non ho il diritto di vivere pienamente la mia giovinezza? E’ questa la volontà di Dio? Perché non risponde alle nostre preghiere e alle nostre suppliche? Malgrado tutta la nostra fiducia in Lui, non vediamo la fine di questo tunnel…”
Che risposta dare, a lei e a tanti giovani? Ascoltarli, sostenerli, cercare di balbettare delle parole di fiducia e di fede. Non è sempre facile!
I nostri giovani vivono angosciati…cercano di partire…di lasciare questo inferno senza scampo…I genitori vengono a chiedere consiglio…Cosa dire? Che risposta dare quando il quadro appare sempre più minaccioso e angosciante. Nel cielo di Aleppo, come nel cielo di tutta la Siria, terra di pace e civilizzazione, le grandi potenze si affrontano…Uomini di ogni razza e nazione, armi, aerei…Il nostro paese è diventato una terra e un cielo di scontri.
I genitori sono anch’essi tormentati. Molte delle loro famiglie o dei loro amici si sono già stabiliti altrove, in un altro paese, in un’altra città siriana. Quale futuro li aspetta?
Alcuni amici mi domandano talvolta” Tu, Frère, vuoi restare, non hai voglia di lasciare, partire, andare a vivere in un’altra comunità altrove, lontano da questa situazione drammatica?”
La mia risposta è molto semplice :
” Per noi Maristi blu,
Vivere ad Aleppo è accettare il rischio di attendere…
Attendere la pace, Attendere il ritorno alla vita
Attendere la nascita della civiltà dell’amore…
In questo tempo di attesa, in questo tempo dell’Avvento, per noi tutto assomiglia all’attesa di più di 2000 anni fa.
Un’attesa piena di domande.
Un domani che non arriva.
Noi osiamo essere insieme fino in fondo.”
E’ vero che molte famiglie attorno a noi partono, sono erranti come la coppia e il loro figlio di 2000 anni fa. Essi andavano per le vie del mondo alla ricerca di non si sa quale paese sicuro. Lungo la loro strada scoprono che la sola certezza che potevano vivere è la loro fede in Dio”.
Al giovane che un giorno mi ha chiesto: “Frère, stiamo vivendo la fine dei tempi?” io ho risposto ”spero che stiamo vivendo la fine dei tempi dell’odio”.
Parlare della paura è parlare di Aleppo o di qualunque altra città della Siria…
Parlare della paura è parlare di uomini e donne angosciati ad ogni sorgere del giorno
Noi abbiamo scelto di restare accanto al popolo siriano che soffre, di servirlo, di testimoniargli l’amore di Dio, di essere dei testimoni della luce in un tempo di oscurità, testimoni della pace in un tempo di violenza inaudita.
Le nostre attività continuano…
I Panieri alimentari sono distribuiti ogni mese senza interruzione.
In occasione delle varie feste (Aid Al Adha e Natale), abbiamo anche distribuito scarpe e vestiti a tutti gli adulti e a tutti i bambini delle famiglie di cui ci occupiamo.
Il nostro progetto “goccia di latte” prosegue. Consiste nella distribuzione a tutti i bambini al di sotto dei 10 anni di età di latte in polvere o latte per i neonati.
Rispondiamo positivamente a ogni domanda di aiuto per l’ affitto. Il nostro progetto aiuta completamente più di 100 famiglie sfollate.
Attraverso il nostro programma di aiuto sanitario, offriamo sostegno molti malati che si sono rivolti a noi per un trattamento medico o per operazioni chirurgiche.
Il progetto “Feriti civili di guerra” continua a salvare la vita di numerose persone ferite dalle esplosioni dei colpi di mortai che cadono quotidianamente sui quartieri di Aleppo.
Il nostro centro di formazione, il M.I.T., che riscuote molto successo ha lanciato il suo nuovo programma per i prossimi due mesi.
I tre progetti educativi e di sviluppo “Voglio imparare” “Imparare a crescere” e “Skill School” stanno per giungere alla fine del primo semestre con molte attività che rispondono ai bisogni dei bambini o degli adolescenti.
Vorrei terminare la mia lettera con queste parole dell’Abbé Pierre:
Abbiamo scelto di assicurare loro un’educazione di qualità, un’educazione nell’autentica tradizione marista, un’educazione che secondo l’auspicio del nostro fondatore san Marcellino Champagnat, fa del bambino nel futuro “un virtuoso cittadino e un buon credente”.
Mentre discutevo, una giovane volontaria mi pone una domanda: “Perché sto perdendo i migliori anni della mia vita? Perché non sono come tutti i giovani del mondo? Perché non ho il diritto di vivere pienamente la mia giovinezza? E’ questa la volontà di Dio? Perché non risponde alle nostre preghiere e alle nostre suppliche? Malgrado tutta la nostra fiducia in Lui, non vediamo la fine di questo tunnel…”
Che risposta dare, a lei e a tanti giovani? Ascoltarli, sostenerli, cercare di balbettare delle parole di fiducia e di fede. Non è sempre facile!
I nostri giovani vivono angosciati…cercano di partire…di lasciare questo inferno senza scampo…I genitori vengono a chiedere consiglio…Cosa dire? Che risposta dare quando il quadro appare sempre più minaccioso e angosciante. Nel cielo di Aleppo, come nel cielo di tutta la Siria, terra di pace e civilizzazione, le grandi potenze si affrontano…Uomini di ogni razza e nazione, armi, aerei…Il nostro paese è diventato una terra e un cielo di scontri.
I genitori sono anch’essi tormentati. Molte delle loro famiglie o dei loro amici si sono già stabiliti altrove, in un altro paese, in un’altra città siriana. Quale futuro li aspetta?
Alcuni amici mi domandano talvolta” Tu, Frère, vuoi restare, non hai voglia di lasciare, partire, andare a vivere in un’altra comunità altrove, lontano da questa situazione drammatica?”
La mia risposta è molto semplice :
” Per noi Maristi blu,
Vivere ad Aleppo è accettare il rischio di attendere…
Attendere la pace, Attendere il ritorno alla vita
Attendere la nascita della civiltà dell’amore…
In questo tempo di attesa, in questo tempo dell’Avvento, per noi tutto assomiglia all’attesa di più di 2000 anni fa.
Un’attesa piena di domande.
Un domani che non arriva.
Noi osiamo essere insieme fino in fondo.”
E’ vero che molte famiglie attorno a noi partono, sono erranti come la coppia e il loro figlio di 2000 anni fa. Essi andavano per le vie del mondo alla ricerca di non si sa quale paese sicuro. Lungo la loro strada scoprono che la sola certezza che potevano vivere è la loro fede in Dio”.
Al giovane che un giorno mi ha chiesto: “Frère, stiamo vivendo la fine dei tempi?” io ho risposto ”spero che stiamo vivendo la fine dei tempi dell’odio”.
Parlare della paura è parlare di Aleppo o di qualunque altra città della Siria…
Parlare della paura è parlare di uomini e donne angosciati ad ogni sorgere del giorno
Noi abbiamo scelto di restare accanto al popolo siriano che soffre, di servirlo, di testimoniargli l’amore di Dio, di essere dei testimoni della luce in un tempo di oscurità, testimoni della pace in un tempo di violenza inaudita.
Le nostre attività continuano…
I Panieri alimentari sono distribuiti ogni mese senza interruzione.
In occasione delle varie feste (Aid Al Adha e Natale), abbiamo anche distribuito scarpe e vestiti a tutti gli adulti e a tutti i bambini delle famiglie di cui ci occupiamo.
Il nostro progetto “goccia di latte” prosegue. Consiste nella distribuzione a tutti i bambini al di sotto dei 10 anni di età di latte in polvere o latte per i neonati.
Rispondiamo positivamente a ogni domanda di aiuto per l’ affitto. Il nostro progetto aiuta completamente più di 100 famiglie sfollate.
Attraverso il nostro programma di aiuto sanitario, offriamo sostegno molti malati che si sono rivolti a noi per un trattamento medico o per operazioni chirurgiche.
Il progetto “Feriti civili di guerra” continua a salvare la vita di numerose persone ferite dalle esplosioni dei colpi di mortai che cadono quotidianamente sui quartieri di Aleppo.
Il nostro centro di formazione, il M.I.T., che riscuote molto successo ha lanciato il suo nuovo programma per i prossimi due mesi.
I tre progetti educativi e di sviluppo “Voglio imparare” “Imparare a crescere” e “Skill School” stanno per giungere alla fine del primo semestre con molte attività che rispondono ai bisogni dei bambini o degli adolescenti.
Vorrei terminare la mia lettera con queste parole dell’Abbé Pierre:
Io
continuerò a credere, anche se tutti perdono la speranza.
Io continuerò ad amare, anche se gli altri distillano odio.
Io continuerò a costruire, anche se gli altri distruggono.
Io continuerò a parlare di pace, anche nel bel mezzo di una guerra.
Io continuerò a illuminare, anche in mezzo alle tenebre.
Io continuerò a seminare, anche se gli altri calpestano il raccolto.
E io continuerò a gridare, anche se gli altri tacciono.
E io disegnerò sorrisi sui volti in lacrime.
E porterò sollievo, quando si vedrà il dolore.
E offrirò motivi di gioia dove c'è solo tristezza.
Inviterò a camminare colui che ha deciso di fermarsi ...
E tenderò le braccia a coloro che si sentono esausti. "
(Abbé Pierre)
Io continuerò ad amare, anche se gli altri distillano odio.
Io continuerò a costruire, anche se gli altri distruggono.
Io continuerò a parlare di pace, anche nel bel mezzo di una guerra.
Io continuerò a illuminare, anche in mezzo alle tenebre.
Io continuerò a seminare, anche se gli altri calpestano il raccolto.
E io continuerò a gridare, anche se gli altri tacciono.
E io disegnerò sorrisi sui volti in lacrime.
E porterò sollievo, quando si vedrà il dolore.
E offrirò motivi di gioia dove c'è solo tristezza.
Inviterò a camminare colui che ha deciso di fermarsi ...
E tenderò le braccia a coloro che si sentono esausti. "
(Abbé Pierre)
Buon
cammino verso Natale!
Con voi, noi scegliamo la vita.
Con voi, noi scegliamo la vita.
Per
i Maristi Blu
Fr.
Georges Sabe