di Riccardo Cascioli
21-02-2012
Fra' Pizzaballa |
E’ vero che è in atto una fuga dei cristiani?
Il numero dei cristiani è generalmente in calo in tutto il Medio oriente, quindi anche in Siria. Ovviamente questa situazione di paura sta incentivando la fuga. Ma non tutti, è soprattutto il ceto medio a cercare altrove prospettive per il futuro, soprattutto i giovani.
In Italia e in Europa i media tendono a semplificare il conflitto siriano, come la repressione di Assad contro un movimento che invoca democrazia e libertà. Ma davvero si può semplificare in questo modo?
No, la situazione è molto più complessa. Certamente Assad ha delle responsabilità oggettive, il suo regime è chiaramente oppressivo. Ma il movimento interno di opposizione è molto frastagliato, si va da movimenti laici a gruppi fondamentalisti. C’è sì da parte di alcuni anche un desiderio di maggiore libertà, ma c’è anche un aspetto religioso-sociale: i sunniti, che sono la stragrande maggioranza della popolazione, sono contro gli sciiti. Il regime di Assad, seppure laico, è composto dagli alawiti, che sono una minoranza derivata dagli sciiti.
Poi ci sono le implicazioni internazionali…
La Siria è un po’ la cartina di tornasole della situazione in Medio Oriente, sono coinvolti i paesi vicini e le grandi potenze. C’è di mezzo l’Iran, l’Hezbollah, Israele al confine sud, gli Emirati arabi. E anche Russia e Cina che hanno i loro agganci. La Siria è un po’ il crocevia dove tutti questi interessi si incontrano e si scontrano.
Il numero dei cristiani è generalmente in calo in tutto il Medio oriente, quindi anche in Siria. Ovviamente questa situazione di paura sta incentivando la fuga. Ma non tutti, è soprattutto il ceto medio a cercare altrove prospettive per il futuro, soprattutto i giovani.
In Italia e in Europa i media tendono a semplificare il conflitto siriano, come la repressione di Assad contro un movimento che invoca democrazia e libertà. Ma davvero si può semplificare in questo modo?
No, la situazione è molto più complessa. Certamente Assad ha delle responsabilità oggettive, il suo regime è chiaramente oppressivo. Ma il movimento interno di opposizione è molto frastagliato, si va da movimenti laici a gruppi fondamentalisti. C’è sì da parte di alcuni anche un desiderio di maggiore libertà, ma c’è anche un aspetto religioso-sociale: i sunniti, che sono la stragrande maggioranza della popolazione, sono contro gli sciiti. Il regime di Assad, seppure laico, è composto dagli alawiti, che sono una minoranza derivata dagli sciiti.
Poi ci sono le implicazioni internazionali…
La Siria è un po’ la cartina di tornasole della situazione in Medio Oriente, sono coinvolti i paesi vicini e le grandi potenze. C’è di mezzo l’Iran, l’Hezbollah, Israele al confine sud, gli Emirati arabi. E anche Russia e Cina che hanno i loro agganci. La Siria è un po’ il crocevia dove tutti questi interessi si incontrano e si scontrano.