Pubblichiamo un po' in ritardo un articolo di AsiaNews che riteniamo tutt'ora interessante per sollecitare l'attenzione di molti sugli eventi in Siria
09/01/2012 11:17
di Fady Noun
Monastero di San Giacomo, Qara |
Una religiosa carmelitana, attiva nel Paese in opere umanitarie, madre Agnès-Mariam de la Croix, respinge ogni violenza, sia che provenga dal regime siriano o dagli insorti. “Se continua così, temo il peggio”. Intanto la Lega araba ha deciso ieri al Cairo di continuare e rafforzare la missione degli osservatori, mentre ogni giorno si segnalano morti e scontri fra gruppi armati.
Beirut (AsiaNews) – La Lega araba ha deciso che la missione dei 67 osservatori mandati in Siria continuerà. Ahmed al-Dabi, il capo della missione, ha presentato ieri ai ministri degli esteri della Lega riuniti al Cairo le sue osservazioni; non ancora un rapporto finale. Al-Dabi ha indicato che le autorità siriane hanno cooperato, anche se non pienamente, alla missione degli osservatori. I rappresentanti dell’Arabia saudita e dal Qatar hanno chiesto il ritiro della missione e maggior pressione sul regime di Damasco. La Lega alla fine ha deciso di mantenere la missione, rafforzandola sia sul piano logistico che finanziario. La Lega si è anche appellata ''al governo siriano e a tutti i gruppi armati affinché fermino immediatamente tutti gli atti di violenza''. In una bozza della dichiarazione conclusiva c'è un'esortazione-critica anche all'opposizione a cooperare con la missione. Gli inviati della Lega araba si sentono ''molestati'' non solo dal regime, ma anche dai suoi avversari i quali puntano ad un fallimento degli osservatori. Intanto emergoo sempre più evidenze di una lotta armata fra due fazioni, quella dell'esercito regolare e quella dei disertori. In questa situazione vi sono diverse vittime, fra cui la verità e la popolazione siriana, costretta ad assistere a un conflitto che si consuma sulla propria testa. Anche i cristiani - spesso timidi nel denunciare le violenze di Assad e timorosi di un futuro in mano all'islam integralista, rimangono vittime della polarizzazione. E' quanto denuncia la suora carmelitana madre Agnès-Mariam de la Croix, in un dialogo con l'esperto giornalista Fady Noun, che pubblichiamo di seguito.
La primavera araba è un fenomeno complesso. E’ allo stesso tempo rivoluzione sociale, cambiamento demografico e culturale, rivolta contro le dittature e guerra mediatica. Su questo piano, la partita che si gioca in questo momento in Siria è assolutamente squilibrata, e il regime siriano ne è ben cosciente. Su un piano ufficiale, siamo in presenza di un sistema di comunicazione sclerotizzato che si basa sulla sola propaganda. Dall’altra parte abbiamo un sistema sofisticato, posto in opera in fretta ma con efficacia, non senza aiuto dall’estero; un sistema di collegamenti mediatici che amplificano, funzionano in circolo e si basano sui telefoni cellulari, i siti sociali e le reti satellitari. Senza tener conto, beninteso delle reti diplomatiche e politiche delle potenze occidentali, dei Paesi del Golfo, della Turchia e dell’Onu.
Sola dimenticata, la popolazione civile di questo Paese di 23 milioni di abitanti. Una maggioranza silenziosa che, come sempre, non si colloca in nessun campo, ma assiste passivamente, impotente, alle minoranze attive che giocano sul suo destino, facendole violenza. Si tratta di un’insurrezione armata? La popolazione serve da scudo umano fra gli antagonisti. Le crudeltà a cui è sottoposta diventano di giorno in giorno più intollerabili. Le sanzioni? E’ lei che ne soffre per prima. Non c’è già più carburante per riscaldarsi e l’inverno è rigoroso. L’isolamento internazionale? E’ il settore dei servizi turistici che è colpito con violenza, e con esso migliaia di impieghi perduti.