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venerdì 7 ottobre 2016

I bambini di Aleppo chiedono la pace





Mons. Georges Abou Khazen vuole dare risalto a un progetto che prende il via in questi giorni in tutta la Siria, e che coinvolge giovani cristiani e musulmani: “Stiamo promuovendo una campagna - racconta - che punta a raccogliere un milione di firme di ragazzi e ragazze siriani per la pace. L’iniziativa è sostenuta da enti, realtà, organizzazioni cristiane e musulmane e coinvolge tutto il Paese. Noi, con i giovani che frequentano la nostra chiesa ad Aleppo, li stiamo sensibilizzando sul tema, e loro rispondono realizzando disegni, opere e testi che raccontano come loro vedono la guerra, una testimonianza diretta dai loro occhi”. Queste opere, aggiunge, verranno presentate “agli organismi competenti delle Nazioni Unite e alla comunità internazionale”.
Ad Aleppo, conclude il prelato, “Il 6 ottobre è in calendario un grande incontro cui parteciperanno fra i 600 e i 700 bambini. Non solo cristiani, ma anche loro amici e conoscenti musulmani. In questo contesto rilanceremo il sostegno alla campagna di raccolta firme e distribuiremo alcuni piccoli regali, come la t-shirt per la pace”
http://www.asianews.it/notizie-it/Francescani:-in-Siria-%E2%80%9Czone-di-sicurezza-Onu.-Vicario-Aleppo:-dai-bambini-un-milione-di-firme-per-la-pace-38761.html










Anche nel giorno dell'iniziativa dei bambini a favore della pace, morti e feriti nei quartieri cristiani. Vescovo Audo: informazione occidentale manipolata

Agenzia Fides 7/10/2016

 Erano diverse centinaia i bambini e i ragazzi di Aleppo, cristiani e musulmani, che nella giornata di ieri, giovedì 6 ottobre, si sono radunati per chiedere con la preghiera e il canto che torni la pace in tutta la Siria. Il raduno si è svolto nell'ampio spazio davanti all'edificio dell'ex scuola francescana di Terrasanta. Analoghe manifestazioni si svolgeranno oggi nelle scuole di Damasco, Homs Yabroud, Tartus. 

Ad Aleppo, anche nel giorno dell'iniziativa dei bambini a favore della pace, colpi di artiglieria sono caduti in abbondanza anche sui quartieri controllati dal'esercito siriano, provocando morti e feriti.
 “Da settimane” riferisce all'Agenzia Fides Antoine Audo SJ, Vescovo caldeo di Aleppo, “siamo di nuovo in una situazione di terrore generale, anche se si cerca di mantenere aperte istituzioni pubbliche come l'università. Dai quartieri controllati dai ribelli arrivano ogni giorno colpi d'artiglieria con armi sofisticate, che seminano morte, anche se i ribelli non hanno gli aerei. Tra i soli cristiani, nelle ultime due settimane, ci sono stati più di venti morti. Ma di quello che succede da noi, i media occidentali non parlano. A noi che siamo qui, tutto il sistema mediatico globale appare manovrato da interessi geopolitici che manipolano l'informazione. Tutto diventa pretesto di propaganda. E si continua a nascondere il ruolo e le operazioni messe in atto da Paesi come la Turchia, il Qatar e l'Arabia Saudita”.

http://www.fides.org/it/news/60922-ASIA_SIRIA_I_bambini_di_Aleppo_chiedono_la_pace_Il_Vescovo_caldeo_informazione_occidentale_manipolata#.V_etLPmLSM8

mercoledì 27 luglio 2016

“Sono anni che noi Vescovi del Medio Oriente mettevamo in guardia quei poteri occidentali che pur di perseguire i propri interessi non esitavano ad appoggiare i gruppi jihadisti"


Agenzia Fides 27/7/2016

La vicenda di padre Jacques Hamel, l'anziano sacerdote francese sgozzato mentre celebrava la Messa, “appartiene alla grande storia del martirio cristiano, come quelle dei martiri recenti delle Chiese in Oriente”. Per questo “non merita di essere strumentalizzata, magari proprio da chi, fino a poco tempo fa, per seguire i propri interessi, pensava di giocare di sponda con i gruppi jihadisti a cui fanno riferimento anche i giovani terroristi che lo hanno ucciso”.
Così il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, guarda dalla città martire siriana al tragico evento consumatosi ieri mattina nella chiesa di Saint Etienne du Rouvray, vicino Rouen.
 “Lungo i secoli” rimarca il Vescovo francescano conversando con l'Agenzia Fides, “i cristiani hanno sempre visto nel martirio la confessione più alta della fede. Mentre piangevano i loro martiri, li hanno sempre celebrati come quelli che redimono tutti noi e salvano il mondo, perchè prendono su di sé le sofferenze ricevute nel nome di Gesù, e così applicano ai loro contemporanei la redenzione portata da Cristo”. 
Questa dinamica, cosi intima al mistero di salvezza, a giudizio di mons. Georges non può essere sfigurata da chi fomenta indignazione per incassare qualche tornaconto di natura politica. 
 “Sono anni” fa notare il Vicario apostolico di Aleppo “ che noi Vescovi del Medio Oriente mettevamo in guardia quei poteri occidentali che pur di perseguire i propri interessi non esitavano ad appoggiare i gruppi di invasati che perseguono l'ideologia jihadista. Adesso vedo circolare reazioni feroci, che identificano tutto l'islam con quei gruppi accecati da un'ideologia di odio e di morte che sembra diffondersi dovunque, per vie misteriose. Occorre essere semplici come colombe e astuti come serpenti, come insegna il Vangelo. Ma la furbizia non consiste nel farsi contaminare dal veleno del serpente”.

http://www.fides.org/it/news/60518-ASIA_SIRIA_Il_Vescovo_di_Aleppo_padre_Hamel_e_gli_altri_martiri_salvano_il_mondo_non_strumentalizziamo_le_loro_sofferenze#.V5jBKvmLSM8



Di email e sacerdoti uccisi

«Il modo migliore per aiutare la crescente capacità nucleare iraniana è aiutare il popolo siriano a rovesciare il regime di Bashar el Assad […] è la relazione strategica tra l’Iran e il regime di Assad in Siria che rende possibile a Teheran di minare la sicurezza israeliana. Quindi quel regime va distrutto. […] La rivolta popolare esplosa contro il regime è quel che ci vuole». Questa una mail di Hillary Clinton, quando era Segretario di Stato, pubblicata sulla newsletter Cognitive liberty e ripresa da Alberto Stabile sulla Repubblica del 27 luglio.

Nota a margine. Nel suo articolo, Stabile fa notare la discrepanza tra le posizioni assunte allora dalla Clinton e quelle di Obama. Il presidente Usa,infatti, ha voluto a tutti i costi negoziare con l’Iran sul nucleare, considerando tale accordo come l’unico strumento atto a evitare minacce a Israele evitando, anche nell’interesse di Tel Aviv, pericolosissime avventure militari. 
  Da notare, inoltre, l’uso strumentale che Hillary Clinton fa delle ragioni di sicurezza israeliane, per accreditarsi come paladina di Tel Aviv presso l’ambito ebraico.

Ma al di là delle divergenze nel dibattito interno Usa, val la pena sottolineare come per «distruggere» Assad è stata strumentalizzata (in realtà “sollecitata”) la «rivolta popolare» siriana. Formula che nasconde l’aiuto, diretto e indiretto e a vari livelli (armi, soldi e altro) alle diverse bande di tagliagole che da anni insanguinano la Siria per ottenere quel sospirato regime-change che ancora sfugge.
  In questa prospettiva si è massacrato un popolo (per lo più islamico). E per questo sono state generate diverse bande armate di assassini di marca jihadista, tra cui l’Isis, che, come prevedibile e previsto, ora fanno strage in Occidente.

Assassini che hanno ammazzato, tra l’altro, anche tanti sacerdoti e religiosi e fedeli siriani. Omicidi dei quali non è importato nulla a nessuno, in particolare ai tanti che oggi sui media si affannano a spiegare come il fiore del male dell’Isis sia necessaria conseguenza della dottrina islamica.
  Omicidi mirati ignorati, che la sorte e i giochi di potere hanno associato al martirio di padre Hamal, ucciso ieri in Francia dalle stesse mani.

martedì 12 luglio 2016

Testimonianze da Aleppo: «Strage di bambini mentre il mondo tace»

fra Firas Lutfi: «Un razzo è caduto in un Luna Park causando la morte di molti bambini che si divertivano durante la festa musulmana del sacrificio. L’ospedale davanti al nostro collegio non riusciva a soccorrere tempestivamente tutti i feriti e i mutilati, la maggior parte bambini. Ieri non siamo riusciti a dormire per tutta la notte. Spari e bombardamenti ininterrottamente. Una delle donne impegnate del mio convento ha perso la casa a causa di un missile che ha distrutto praticamente tutto. Abbiamo dovuto sospendere il campo estivo dei nostri ragazzi. Temiamo che questa escalation possa durare lungo tutto questo periodo. Anche il catechismo degli adulti che si tiene ogni lunedì dopo la messa delle ore 18.00 è stato sospeso fino a quando non sarà passato questo periodo di intensi bombardamenti. Insomma, tutto sembra ancora non risolto. Si parla di tregua, ma è un’idea abortita prima che sia stata concepita! Siamo comunque nelle mani del Signore. Pregate per noi affinché il Signore ci conceda la Pace, tanto attesa e sperata».
Associazione pro Terra Sancta 


 Intervista al medico di Aleppo Nabil Antaki

Sibialiria, 11 luglio 2016
Decine e decine di morti, per metà bambini. Bambini che erano ammassati, con le loro famiglie, intorno a qualche bancarella di pasticcini o di bevande per festeggiare l' Eid al-Fitr che celebra la fine del Ramaḍan. I “ribelli”, asserragliati nella zona nord di Aleppo, circondati dall’esercito siriano, sapevano benissimo che i loro colpi di mortaio avrebbero provocato una strage di inermi civili; una strage efferata – complici i media di tutto il mondo – da addebitare all’aviazione di Assad , ottenendo così dall’Occidente una qualche No Fly Zone ed evitare la resa subita dai “ribelli” a Homs. 
La vendetta dell’opposizione armata contro i civili di Aleppo non si ferma. Jabat al Nusra (al Qaeda in Siria) e l’Esercito siriano libero hanno bersagliato in particolare il quartiere assiro, rileva Al Masdar news.
A tal riguardo abbiamo intervistato, via email, Nabil Antaki, medico dei Fratelli maristi, che vive e lavora ad Aleppo. Fra i primi sulla sua pagina Facebook ha documentato (anche con foto) la strage. Qui una sintesi dell’intervista.
Perché c’è silenzio sulla carneficina di civili in questi ultimi giorni, a opera dei gruppi armati dell’opposizione? 
Lo vediamo da quattro anni: i media tacciono su quel che accade nella parte di Aleppo che è sotto il controllo dello Stato siriano, e che è la parte più importante per estensione e numero di abitanti. Non parlano delle sofferenze subite dagli abitanti di Aleppo a causa della mancanza di acqua e del bombardamento quotidiano con i mortai, che piovono sui quartieri civili con morti e feriti. Al contrario, riportano copiosamente e spesso con esagerazione quel che accade nei quartieri Est della città sotto il controllo dei gruppi terroristi come Al Nusra. Per questi media e per i loro lettori o spettatori, Aleppo sono solo i quartieri Est.
Quali sono le motivazioni che hanno indotto un certo numero di civili a rimanere nelle aree Est di Aleppo, controllate dagli islamisti?
I civili che vivono nelle zone controllate dai terroristi non sono rimasti là per simpatia con i cosiddetti ribelli. Mezzo milione di aleppini è scappato dai quartieri Est fin dai primi giorni della loro occupazione da parte dei gruppi terroristi. Sono rimasti quelli che o non hanno i mezzi per andar via, e chi teme che quel che ha messo insieme con una vita di lavoro sia saccheggiato e occupato. Ci sono poi i civili che vivono nelle città prese da Daesh (Raqqa, bab, Menbei) : a loro non è consentito andar via (ostaggi o scudi umani ?) e devono, mi hanno raccontato quelli che sono riusciti ad andar via, pagare enormi somme per partire.
I gruppi armati nella parte Est di Aleppo sono dominati da Al Nusra ? In Occidente si parla tuttora di gruppi « moderati »
Sì, i terroristi che accerchiano Aleppo, la nostra Aleppo fanno parte di Al Nusra e di gruppi affiliati (stessa ideologia, stessi atti barbari), come Ahrar Al Sham o jaish al Islam.  
Potrebbero questi gruppi islamisti accettare di essere evacuati come a Homs, dove i ribelli hanno accettato di evacuare sotto la protezione della Croce Rossa Internazionale?
Le due situazioni non sono paragonabili. A Homs occupavano un’area piccola, una specie di fortino al centro della città. Ad Aleppo, non solo interi quartieri ma anche una vasta area intorno alla città la cui perdita significherebbe un’irrimediabile sconfitta militare. E questo organizzazioni come Al Nusra, Ahrar Al Sham o Jaysh Al Islam  non se lo possono permettere. Questa opposizione armata è composta al 90% da terroristi islamisti che non vogliono negoziare né prender parte a un governo di transizione. Vogliono rovesciare il governo e instaurare un regime islamico. Bombardando i civili, vogliono creare terrore. 
La rinnovata richiesta di « corridoi umanitari » non è per caso un escamotage ? 
Sì. Ogni volta che i gruppi armati o i loro alleati occidentali vogliono sabotare i negoziati, invocano i corridoi umanitari. 
Che cosa vuol dire il «governo di unità nazionale» di cui si parla?
Un governo di unità nazionale vuol dire rappresentanti del governo attuale (soprattutto il partito Baath), e rappresentanti della maggioranza silenziosa che vive in Siria, subisce la guerra, è contro i terroristi senza necessariamente essere fan del governo, e infine gli oppositori democratici, veramente democratici.
  
Il Papa nel suo messaggio ha detto che la pace è possibile… ma come? Quali sono le condizioni della pace, che il Papa non ha esplicitato?
Credo che il pontefice abbia enunciato un principio generale. Non penso che abbia informazioni non divulgate che lo inducano a parlare di una pace possibile. Penso che sia indispensabile sradicare i terroristi e tagliare i legami che hanno all’estero. I piromani devono diventare pompieri perché una soluzione politica possa vedere la luce del giorno. La Turchia deve smettere il suo sostegno ai terroristi e impedire il loro passaggio in Siria, Qatar e Arabia saudita devono cessare di elargire denaro e mezzi. I governi occidentali devono collaborare con l’esercito siriano (e l’aviazione russa) per combatterli sul campo. Una volta sbaragliati i terroristi, si potrà avviare un processo democratico. Visto che il conflitto è stato determinato dall’esterno, una soluzione politica non può essere realizzata senza la collaborazione di chi ha messo la Siria a ferro e fuoco. E occorre abolire le sanzioni che da cinque anni stanno affamando la popolazione siriana. Ma non credo a una soluzione militare a favore del governo; gli occidentali non lo permetterebbero. E non vedo per ora l’inizio di una soluzione negoziale. Con la Brexit e le elezioni statunitensi, gli occidentali sono occupati. Temo che la tragedia in Siria diventerà infinita…dura già da cinque anni.  
C’è perfino lo scenario della partition della Siria…
…sarebbe uno scenario ottimo per Israele: l’intera regione divisa in Stati confessionali ed etnici. Ma sembra poco possibile perché la Turchia non permetterebbe la creazione di uno Stato kurdo ai suoi confini meridionali, uno Stato che si unirebbe con il Kurdistan iracheno. La Siria era il paese più stabile della regione e coloro i quali ha pianificato questa guerra hanno scatenato un processo del quale nemmeno loro conoscono la fine: l’impantanarsi nel caos? La divisione? Uno Stato islamista?


Mons. Abou Khazen: il fronte è altrove, si tratta di attacchi sferrati dai ribelli verso i quartieri governativi “per spirito di vendetta”. Il vicariato ferma le attività e i campi estivi per i ragazzi; resta aperta solo la chiesa per la preghiera e le funzioni. 

AsiaNews, 12 luglio 2016

Ormai non si tratta più di una guerra, ma di un terribile “spargimento di sangue” nel contesto di una escalation di violenze “che fa davvero paura”; in città non vi è uno scontro fra due fazioni in lotta, fra due eserciti ma “si assiste solo al bombardamento di civili inermi”. È quanto racconta ad AsiaNews mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo dei Latini, una realtà segnata da anni di guerre e violenze e da qualche tempo diventata l’epicentro del conflitto siriano.
Per tutta la giornata di ieri dal quartiere est in mano ai ribelli sono partiti missili e razzi che hanno colpito in vari punti la zona occidentale, controllata dall’esercito governativo. “Oggi è un po’ più tranquillo - aggiunge il prelato - ma è una situazione di calma apparente. Non vi sono accordi, non vi sono trattative fra le parti e vi saranno presto nuovi bombardamenti”. 
Raggiunto da AsiaNews il vicario apostolico di Aleppo parla di “pesanti bombardamenti” che si sono susseguiti “per tutta la giornata di ieri”. I missili “hanno colpito anche il nostro centro pastorale” aggiunge, per fortuna “senza fare vittime, come purtroppo è avvenuto da altre parti”. Per motivi di sicurezza, sottolinea mons. Georges, il vicariato “ha sospeso tutte le attività in programma, a partire dai momenti di gioco e di svago per i ragazze”. Resta aperta, precisa il prelato, “solo la chiesa perché i fedeli possano entrare e pregare o partecipare alle funzioni. Tutto il resto, al momento, è fermo”. “Purtroppo - conclude il vicario di Aleppo - qui non siamo di fronte ad uno scontro fra due eserciti, perché il fronte è da un’altra parte. Qui si tratta di attacchi contro civili inermi per puro spirito di vendetta, con armi sempre più sofisticate”. 

sabato 7 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”: 8 maggio 2016 giornata mondiale di preghiera per Aleppo


Pray for Aleppo   08/05/2016
صلِّ من أجل حلب 
Prions pour Aleppe 
Preghiamo per Aleppo 
Carissimi amici, La situazione ad Aleppo in questi ultimi tre giorni e' un poco piu' calma. Ho visitato i feriti e le case distrutte negli ultimi attacchi: che pena e dolore!  
Abbiamo indetto Domenica una giornata di preghiera per Aleppo e per la pace in Siria 
Per favore, unitevi a noi. 
Saluti da Aleppo.
+Georges Abou-Khazen


“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (MT 5,9).
Un invito a tutti i giovani del mondo e del mondo salesiano a partecipare alla giornata di preghiera per la città di ALEPPO, l’8 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”.
Preghiamo per tutti i bambini, i giovani e gli anziani, sui quali si aggira l'ombra della morte:

O Regina della Pace, prega per noi.

O Principe della Pace, dona a noi la Pace.

giovedì 28 aprile 2016

La voce dei Pastori di Aleppo: rassegna stampa

Offriamo una rassegna stampa, che via via integreremo, attraverso cui i nostri lettori possono documentarsi per conoscere gli interventi dei Pastori della Chiesa di Aleppo nelle conferenze, interviste, incontri pubblici che ci hanno commosso e che ascolteremo ancora in questi giorni


Il vicario apostolico di Aleppo sgrida Europa, Usa e Onu:  «Non ci fidiamo più di voi»   Monsignor Abou Khazen a Milano critica tutti gli errori di visione delle istituzioni occidentali sulla guerra in Siria, dai “ribelli” alle sanzioni fino ai rifugiati

http://www.tempi.it/siria-vicario-apostolico-aleppo-sgrida-europa-usa-onu-non-ci-fidiamo-piu-di-voi#.VyHkM_mLSM8




Il vescovo di Aleppo 
piange sulle rovine della Siria
Il vicario apostolico mons. Abou Khazen parla nella sede della Regione a Milano, ma lo stesso racconta praticamente in presa diretta il dramma che si sta consumando in queste ore nella sua Aleppo.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-vescovo-di-aleppo-piange-sulle-rovine-della-siria-15983.htm


Roma, 27 aprile 2016 - Intervista a Mons. Abou Khazen,  in occasione dell'incontro "Aleppo, crocevia dell'umanità" tenutosi all'Auditorium Pontificia Università Urbaniana

“Aiutateci a trovare una soluzione non armata”

https://www.youtube.com/watch?v=rWSF4PFJ8vY


Pace, la virtù del compromesso
di Giorgio Vittadini
 “I musulmani che ci incontrano ad Aleppo vedono una diversità umana e ne sono colpiti: “Voi siete diversi”.

http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2016/5/6/Pace-la-virtu-del-compromesso/701980/


Il vescovo di Aleppo: «Fermate l'esodo atroce».
   
Intervista a mons Antoine Audo
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/Basta-egoismi-la-Siria-muore-Il-mondo-fermi-un-esodo-atroce-.aspx

"Dietro i jihadisti in Siria ci sono i turchi e i sauditi"

Il vescovo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, accusa l'Occidente: "Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele"


E' giunta l'ora di rimuovere le sanzioni alla Siria

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-giunta-lora-di-rimuovere-le-sanzioni-alla-siria-15994.htm

lunedì 25 aprile 2016

Aleppo, è la fine? Incontri pubblici con i Pastori della Chiesa di Aleppo in Italia


“Quando ti viene a mancare quasi tutto, capisci di più cosa è l’essenziale, ciò che tiene in piedi l’esistenza”. 
Questa è la voce che ci giunge da Città come Aleppo, da sempre luogo di convivenza tra culture e fedi religiose differenti.
Come in tutta la Siria, la diversità non è mai stata un’obiezione o un ostacolo insormontabile, ma piuttosto una condizione con cui misurarsi per costruire una società plurale. Forse è questo che le nostre società hanno bisogno di conoscere e sapere.
Nella immane tragedia della Siria continuano i gesti di condivisione e aiuto reciproco spuntati come piccoli miracoli nella devastazione che ha colpito la città di Aleppo, come la mensa organizzata da alcune congregazioni religiose (gesuiti, maristi, suore di Madre Teresa e francescane) che ogni giorno procurano il pranzo a oltre diecimila persone, e che viene sostenuta anche con il contributo economico di benefattori musulmani. Un segno di fraternità che tiene accesa la speranza di poter continuare a vivere insieme.
Sono i semi di ricostruzione sotto la coltre di desolazione e ingiustizia che i potenti diffondono. Sono ponti col mondo umano ora distrutto che li precedeva. Sono anche ponti verso il futuro dove questo presente sofferente ma risorto potrà emergere”. (CMC di MI)
Incontro-testimonianza con mons Georges Abou Khazen, Vicario apostolico di Aleppo dei Latini:
* martedì 26 aprile 2016 ore 21.00 Auditorium Giorgio Gaber – Grattacielo Pirelli, Piazza Duca D’Aosta 3,  Milano
* mercoledì 27 aprile 2016, ore 19.30
Auditorium Pontificia Università Urbaniana,  Via Urbano VIII 16, Roma



Monsignor Antoine Audo vescovo di Aleppo,
mercoledi’ 27 aprile  sara’ a Carpi dove alle 16 parlera’ al clero, ai diaconi ed ai religiosi della diocesi nella chiesa di San Bernardino da Siena. 
Alle 17.30, il presule incontrerà le autorità cittadine e la stampa locale nella sala del Consiglio comunale. Alle 19 monsignor Audo celebrera’ la santa messa alle ore 19.00 nella parrocchia Quartirolo, cui seguira’ una cena di beneficenza a sostegno dei cristiani di Siria.
Nella mattinata di giovedi’ 28 febbraio, il vescovo siriano sara’ invece a Ferrara, ospite dell’arcivescovo monsignor Luigi Negri, dove incontrerà il clero diocesano nel seminario arcivescovile. 
Venerdi’ 29 monsignor Audo sara’ a Roma dove la sera alle ore 20 prendera’ parte all’evento organizzato da Acs, durante il quale la Fondazione pontificia illuminera’ di rosso Fontana di Trevi in ricordo del sangue versato dai martiri cristiani. Il vescovo caldeo di Aleppo offrira’ la sua testimonianza davanti alla fontana imporporata. 
Sabato 30 aprile alle 14.30 il presule partecipera’ ad un incontro organizzato da Acs e Regione Lombardia a Milano presso la Cripta del Santo Sepolcro. 
Alle 19 monsignor Audo si spostera’ poi a Bergamo, dove celebrera’ una messa nella chiesa giubilare di San Bartolomeo. La celebrazione sara’ preceduta dalla conferenza ‘Le persecuzioni dei cristiani nel mondo di oggi’, tenuta dal presidente di Acs-Italia Alfredo Mantovano. L’evento si terra’ nella Sala Conferenze del Centro culturale San Bartolomeo, in Largo Bortolo Belotti 1. 
Domenica Primo maggio il vescovo di Aleppo offrira’ la propria testimonianza nel santuario San Pietro Martire di Seveso, dove celebrera’ la messa in occasione della festa patronale dei SS. Gervasio e Protasio.  (DIRE

 25 aprile , giorno orribile di strage di civili in Aleppo per attacchi indiscriminati con missili e bombole di gas dei militanti islamisti.

La maggior parte delle vittime (18 MORTI , 106 FERITI)  si trovavano nel quartiere prevalentemente cristiano di Sulaimaniya. 
Nei giorni scorsi, i missili dei miliziani sono stati lanciati contro i distretti  governativi di Ashrafīyah, Nile Street, Mokambo e Al-Khalidiyah, con 17 civili morti e altri 97 feriti, oltre a danni immensi alle case. 

L'Agenzia Fides riferisce che ieri, durante la Messa per la celebrazione ortodossa delle Palme,  milizie islamiste legate al gruppo qaidista Jabhat al Nusra hanno sferrato un attacco a colpi di mortaio sulla città siriana a maggioranza cristiana di Sqelbiya, nella provincia centrale di Hama, provocando la morte di almeno quattro civili.  Alle vittime vanno aggiunti almeno quindici feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. L'attacco è avvenuto con il lancio fitto di colpi di mortaio, caduti a pioggia sui quartieri residenziali. La città, sotto il controllo dell'esercito governativo, già in passato aveva subito attacchi da parte dei miliziani jihadisti, che hanno provato più volte a prenderne il controllo, senza mai riuscirci.

venerdì 4 marzo 2016

Mons. Khazen: "effetti positivi della tregua in atto, ma basta connivenze straniere con l’Isis, lasciate liberi i siriani di decidere per loro stessi”

piazza Hamdiya trasformata in cimitero per mancanza di spazio ora soprannominata dai locali Piazza dei martiri

ZENIT, 4 marzo 2016
di Federico Cenci


Si sarebbe dovuto tenere questa settimana un tour in Italia di mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo dei latini. Il presule avrebbe partecipato ad una celebrazione quaresimale e ad una serie di conferenze per raccontare il dramma che si sta consumando in Siria, sulla pelle dei suoi abitanti, specie delle minoranze religiose come i cristiani.  Tuttavia, proprio l’improvviso rinfocolarsi di questo dramma ha costretto mons. Abou Khazen a rinunciare al suo viaggio in Italia. Per telefono egli ha annunciato che doveva annullare gli appuntamenti  perché “Aleppo non ha vie percorribili in questo momento”, in quanto “l’unica strada che collega la città al Sud è stata liberata dall’esercito regolare, ma altre sono ancora in mano alle milizie armate”. Mons. Abou Khazen ha inoltre spiegato che Aleppo è “tagliata fuori dai rifornimenti”, pertanto non possono arrivare aiuti. A qualche giorno di distanza, ZENIT lo ha contattato per sapere come si sta evolvendo la situazione e quali sono le speranze del popolo siriano riguardo i negoziati di pace che riprenderanno il 9 marzo a Ginevra.
Eccellenza, cosa sta accadendo in queste ore ad Aleppo?   In queste ore ad Aleppo la situazione è meno difficile e meno grave di qualche giorno fa. L’esercito regolare è riuscito a rompere l’assedio e liberare l’unica strada che collega Aleppo alle altre zone della Siria, che l’Isis ed al-Nusra avevano in parte occupato. Quindi ora i rifornimenti, i viveri, il carburante, ecc. stanno arrivando in città. Ma siamo ancora da sei mesi  senza elettricità e da circa due mesi anche senza acqua. E in questi giorni i bombardamenti sui quartieri civili sono diminuiti notevolmente.
Quindi la tregua scattata sabato scorso sta producendo effetti positivi?   La tregua scattata sabato scorso sta producendo effetti molto positivi: ha fermato i fiumi di sangue e risparmiato morte, distruzioni e tanto dolore e sofferenze. Sta inoltre incoraggiando il processo di riconciliazione tra i siriani in varie parti della Siria, oltre ad aver dato una bella spinta ai negoziati programmati. Questa tregua sta permettendo che gli aiuti umanitari arrivino nelle zone assediate. Speriamo solo che il cessate il fuoco duri.
Ritiene, come ha recentemente detto il presidente Bashar al-Assad, che la catastrofe umanitaria in Siria sia dovuta, oltre che alla guerra, anche all’embargo imposto dai Paesi occidentali?      L’abbiamo detto dall’inizio che l’embargo imposto dai Paesi occidentali è un crimine! Tale metodo non aiuta mai, come sempre chi ne soffre e ne paga le conseguenze è solo il popolo. Tutto il popolo, ma in modo speciale i più poveri e deboli: andiamo mendicando per aiutare la popolazione e la gente che soffre la fame, mentre a causa dell’embargo centinaia di migliaia di siriani che lavorano all’estero non possono trasferire una piastra alle loro famiglie in Siria. Migliaia di studenti siriani che si specializzano all’estero devono interrompere i loro studi perché le loro famiglie non possono inviargli il denaro necessario, né il Governo pagare la borsa di studio per molti di loro. La gente soffre il freddo – ad Aleppo d’inverno si arriva a temperature al di sotto degli zero gradi – senza che si possano avere né gasolio né gas per riscaldarsi. Per non parlare della mancanza di medicine, macchinari necessari per gli ospedali, pezzi di ricambio, etc… Mi chiedo, al di là di aver prodotto questi disastri, l’embargo è forse riuscito a portare la pace e risolvere il conflitto?
È cambiato qualcosa negli ultimi cinque mesi, da quando è iniziato l’intervento russo?    In questi  ultimi cinque mesi, da quando l’intervento russo è iniziato, molte cose sono cambiate. Nei 18 mesi di intervento della cosiddetta coalizione internazionale anti Isis (condotto dagli Stati Uniti e dai loro alleati, ndr), i terroristi avevano occupato il 50% dei territori occupati. In questi ultimi 5 mesi di intervento russo, l’Isis ha perso il 20% di territorio che occupava, e anche gli altri gruppi jihadisti – ad esempio al-Nusra – perdono posizioni. L’esercito regolare è riuscito ad avanzare e a liberare molti villaggi e cittadine, permettendo così ai profughi di tornare. Soprattutto, è riuscito a fare riaprire gli edifici scolastici in questi posti e far tornare i ragazzi alla scuola dopo qualche anno di abbandono. E poi ricordo che alla Russia dobbiamo riconoscere di essersi impegnata in modo particolare per i negoziati e per la tregua.
Lei ha parlato in passato di quella in Siria come di una “guerra per procura”. Quali Paesi sarebbero coinvolti? E a quale scopo?    Il mio non è un giudizio temerario. Sono i fatti a dimostrare questa affermazione e ormai anche tutti i mass-media lo confermano. Così come lo confessano i Paesi stessi coinvolti, a partire dagli Usa, passando per alcuni Paesi europei, la Turchia, l’Arabia Saudita, il Qatar…
A quali fatti fa riferimento?   Ciò che affermo lo si può dedurre facilmente analizzando alcuni aspetti di questa guerra: come è stato possibile che decine di migliaia di combattenti stranieri riuscissero a varcare i confini per arrivare in Siria? Chi li ha armati ed addestrati? Come ho detto prima, durante l’intervento della cosiddetta coalizione internazionale anti Isis, con a capo gli Usa, l’Isis ha occupato il 50% della Siria, ossia la metà del territorio! E aggiungo: chi sta acquistando il petrolio dall’Isis a costi ridottissimi? Chi sta comprando i tesori archeologici rubati dall’Isis in Iraq e in Siria? Gli unici che combattono l’Isis sul territorio sono i curdi e l’esercito regolare siriano. Ebbene, la Turchia sta bombardando i curdi e gli Usa non ne vogliono sapere dell’esercito regolare…
Il 9 marzo a Ginevra riprenderanno i colloqui di pace per la Siria. Qual è la vostra speranza?   Abbiamo una forte speranza. Speranza che finalmente vengano lasciati liberi i siriani di negoziare e di decidere per loro stessi, senza imporre gli interessi delle potenze regionali straniere. Questa è la condizione affinché i colloqui siano proficui. I siriani sono ormai stanchi di questa assurda guerra, più stanchi ancora dei tanti combattenti stranieri giunti in Siria per creare scompiglio e per imporre la sharia.
Secondo Lei i cristiani siriani sono destinati a un futuro lontano dalla loro terra?  Purtroppo già molti cristiani hanno lasciato la Siria e l’Iraq per cercare un futuro altrove, lontano dalla loro terra. Altri sono invece decisi a rimanere nonostante tutto. Il nostro futuro sta nelle mani del Buon Dio, che nell’Antico Testamento ha realizzato il suo piano salvifico per mezzo del Piccolo Resto rimasto o tornato dall’esilio. La Siria è l’Antiochia da dove, dopo Gerusalemme, è partito l’annuncio della Buona Novella e dove i discepoli di Gesù sono stati chiamati cristiani per la prima volta. E non credo che questo nome e questi discepoli spariranno. Continueremo a dare testimonianza in Oriente. San Paolo si è convertito alle porte di Damasco ed il Signore è capace di mandare altri Paolo.

sabato 27 febbraio 2016

Il Vescovo di Aleppo ci comunica: "Qui siamo chiusi fuori dal mondo e presto senza risorse per sopravvivere"


MONSIGNOR ABOU KHAZEN , Vicario apostolico di Aleppo, era atteso in Italia il 1° marzo per il quaresimale di una Parrocchia di Imola e per la Conferenza  Stampa in Roma il 3 marzo.  
Oggi ha annullato gli impegni , comunicandoci per telefono questo messaggio:




"Aleppo non ha vie di uscita percorribili in questo momento. Alcuni villaggi lungo l'unica strada che collega Aleppo al sud sono stati liberati dall'esercito siriano, ma altri sono ancora in mano alle milizie armate.  
Aleppo è tagliata fuori dai rifornimenti : ciò significa che non possiamo ricevere cibo, soccorsi e soprattutto gasolio, il che ci priva della possibilità di far funzionare i generatori... Non potremo riscaldarci, attingere acqua ai pozzi che abbiamo scavato in alternativa al taglio dell'acqua cui siamo sottoposti da mesi dai ribelli,  e che non avremo energia elettrica di alcun tipo e resteremo al buio..  
 Vi prego di annullare gli appuntamenti, di scusarmi e di pregare per noi! Per noi la vostra preghiera è molto importante! Sapere che non siamo dimenticati!  
Grazie per la vostra solidarietà e per tutto ciò che fate per noi. A rivederci quando Dio vorrà!"