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martedì 3 settembre 2019

"Sono il mercato di Aleppo. Ho resistito alla morte. La luce nasce dalle profondità delle tenebre."

L'immagine può contenere: 1 persona, spazio all'aperto
Testo di Leyla Antaki
(Traduzione dal francese di Gb.P. per OraproSiria)
Sono il Souk di Aleppo. Sono il vecchio souk. Racconto la storia di un Paese.
Sono il mercato di Aleppo, sono il vecchio mercato. Racconto la storia di un Paese, di una città, dei suoi abitanti, la storia di un tempo e un'era. Le mie mura custodiscono i sussurri dei commercianti e si odono nei miei vicoli gli andirivieni delle famiglie e dei visitatori. Sono di Aleppo e ad Aleppo sono rimasto. All'interno delle mie mura, la gente viveva, lavorava sodo e le serate si prolungavano. I miei hammam avevano un buon odore, si provava felicità e piacere. Le mie moschee e le mie chiese lodavano il loro Creatore. Intorno all'albero di cedro nei cortili delle mie case si ritrovavano quelli che si amavano.
Un giorno, qui è piombato lo spettro della guerra. La sua faccia nera, la sua violenza e ferocia.
I miei sono fuggiti, lasciando le loro bancarelle, lasciando i loro cuori e tesori. Le mie strade si sono svuotate, le mie case si sono chiuse. Io il Souk, sono rimasto solo e spaventato. Ho visto la morte in faccia. Hanno distrutto le mie pietre, hanno rubato i miei caravanserragli. Un silenzio mortale ha invaso questo luogo. Non permetterò loro di annientarmi. Non diventerò un pezzo da museo. Non voglio che voi parliate di me al passato. La vita resta più forte. Un giorno, l'odore di sapone e spezie profumerà i miei muri. Non pensate che l'odio possa prevalere. La luce scaturirà dalle profondità dell'oscurità. La vita rinasce, la vita riprende i suoi diritti. Ad ogni alba, scriveremo una nuova pagina della mia storia anche su pezzi di tessuto salvati da sotto le macerie.
Voglio vivere. Voglio amare. Voglio cantare. Voglio che voi torniate da me.
L'immagine può contenere: una o più persone e persone sedute
I Souk di Aleppo (continua)
Dove sono?
Oggi non è un giorno come gli altri
Oggi ho sentito qualcosa di strano
Appena ho sentito delle voci tra le mie pareti, ho pensato:
Sono tornati, i miei genitori, i miei amici, quelli che amo
Poi, ho sentito delle mani accarezzare le mie pareti, come una madre accarezza il suo bambino
Ho sentito tornare la vita e tutto rifioriva ai miei occhi
Ho visto la piscina di "Khan al Goumrok" e la sua piccola fontana che schizzava ...
Ho visto "Souk al Zerb" pieno di voci della gente di campagna che veniva a far compere
Ho visto un gruppo di donne uscire da "Hamam Al Nahassin" accompagnando una giovane ragazza che si sposerà domani
Ho visto "Souk al Atterine", "Souk al Abi", "Souk Al Nisswan" e "Souk al Dahab"
Da lontano, ho ascoltato la musica della troupe di "Darawichs" che veniva da "Bimarestan Al Arghouni"
Ho sentito l'odore del sapone, di olio, pistacchi e carne
Ho annusato l'odore di "Ejjé" e ho assaggiato la "Halawe Tahiniyé"
Ho visto questo mondo vivere ...
I turisti parlano inglese, tedesco, francese, giapponese... e i commercianti, con umorismo, che rispondono: oui, yes, bienvenido e altre parole ancora ...
Le regine, i presidenti e i grandi di questo mondo erano abbagliati dalla mia architettura, dalle mie porte e dalla decorazione delle mie pareti
Dei rumori, la vita ... I vecchi tempi sono tornati a cantare e ballare
Mio Dio, che spettacolo: la vista del commerciante che si aggrappa a una piccola fune per rientrare nel suo bazar pieno di merce
E la voce di questo cieco, in piedi all'angolo della strada, che grida: "Abou Fass per mal di testa e mal di denti"
E le macchine fotografiche che fotografano ogni angolo della mia strada
E quando il Muezzin ha chiamato alla preghiera, ho rivisto i commercianti chiudere i loro negozi con un velo leggero
Hanno ragione: tra le mie mura, la sicurezza e l'amore sono i maestri.
Ma tutto ciò era ai bei vecchi tempi prima che accadesse ciò che è accaduto
La voce che ho sentito è la tua voce, tu, l'eletta del mio cuore, tu figlia di Aleppo che hai osato venire, hai rischiato, hai camminato, sei caduta, sei salita nelle soffitte dei negozi, hai cercato tra le macerie e tirato fuori i tesori sepolti, ti sei sporcata, i tuoi vestiti hanno preso l'odore del tempo ...
La tua voce, figlia mia, il tuo tocco magico, il tuo sguardo di tenerezza, i tuoi delicati passi mi hanno risvegliato il cuore, aperto gli occhi e liberato la mia voce
E quando hai raccolto i pezzi di tessuto, l'hai trasformato in un'opera d'arte, un capolavoro
L'immagine può contenere: albero, pianta, tabella e spazio all'aperto
Oh oh
Dov'è la gente? dove sono gli altri? perché non tornano? Cosa stanno aspettando?
Tu lo sai, sono 6 anni che aspetto; la cosa più dura della vita è attendere
E mi dicevo:
Domani torneranno sicuramente
Domani, la mia vita tornerà
Domani la mia anima vivrà di nuovo
Figlia mia, tu che hai l'età delle mie pietre, con te, vorrei chiamarli
Metterei i miei migliori vestiti fatti con i resti di tessuti sepolti sotto le macerie, voglio urlare, voglio dire loro:
Tornate! Tornate indietro! Ritornate!
Ridatemi la mia anima
Leyla Antaki


Aleppo: alcune donne si mobilitano attorno a un laboratorio di cucito, Heartmade, per far rivivere l'anima del souk

  Ad Aleppo è giunta l'ora della ricostruzione, quella della città ma soprattutto quella dei suoi abitanti traumatizzati da 8 anni di guerra e distruzioni che hanno generato migliaia di vittime e sfollati. Consentire alle donne di riprendersi, di vivere degnamente dal proprio lavoro e di occupare un ruolo centrale nella città, è un elemento fondamentale per il futuro della società siriana.
Heartmade è un gruppo di undici donne guidate dalla fondatrice Leyla Antaki, membro dei Maristi Blu , partner dei Baroudeurs de l'Espoir e da Jessica Samman, stilista e designer. Lavorano in un laboratorio ad Aleppo e trasformano abiti o tessuti riciclati in pezzi unici.
I loro obiettivi sono nobili:
- Sviluppare la creatività delle donne che hanno subito il massimo della guerra e far emergere la loro visione della bellezza
- Offrire opportunità di lavoro
- Aumentare la consapevolezza del rispetto per l'ambiente combattendo contro i rifiuti tessili
- Produrre pezzi unici fatti a mano
- Risuscitare l'anima dei souk di Aleppo, distrutti da anni di combattimenti.
Questo progetto è iniziato a settembre 2017. Riunisce donne che realizzano abiti con scorte di tessuto riciclato ma anche pezzi trovati nelle rovine del souk, anima della città, ora completamente distrutto. Attualmente, 11 donne lavorano 5 giorni alla settimana, in un ambiente accogliente e per un salario dignitoso. Abiti, borse, pantaloni ... tutto è reinventato, in linea con la moda locale e internazionale, e impreziosito da ricami interamente fatti a mano. La produzione viene venduta a prezzi moderati in modo che la popolazione locale possa accedervi. Questo progetto dunque consente sia di sviluppare le capacità delle donne che lottano per trovare lavoro, sia di creare pezzi unici, interamente fatti a mano ed eco-responsabili. Ogni pezzo è creato con il cuore, la creatività e la volontà di dare libero sfogo all'espressione della bellezza.
L'immagine può contenere: strisce"Ogni pezzo di tessuto che trovo nel souk mi parla, ognuno di loro ha un proprietario che lo amava e io volevo attraverso questo lavoro rendere omaggio sia al souk che a quelli che vivevano lì": Leyla Antaki, fondatrice del progetto Heartmade.
Vengono anche realizzati anche pezzi più singolari e simbolici, come un patchwork di tessuti del souk che fa vedere una poesia scritta dalla fondatrice del progetto Leyla Antaki.
"Volevamo impegnarci nel rafforzare il legame sociale e valorizzare il lavoro delle donne che sono stati i pilastri durante questa guerra, dimostrando un coraggio esemplare per sostenere le loro famiglie." Diane Antakli, Presidente della ONG Baroudeurs de l'Espoir.
Leyla Antaki, fondatrice di Heartmade,
circondata da Diane Antakli e
Maria de la Bastida,
fondatrici dei Baroudeurs de l'Espoir
Questo laboratorio, istituito dai Maristi, è supportato oggi dai Baroudeurs de l'Espoir. Per quasi 5 anni la ONG ha assistito i Maristi nei programmi di emergenza medica, nella rieducazione dei bambini e nella distribuzione di cesti alimentari e sanitari. Solo nel 2018, grazie a questa collaborazione, 170 bambini sono tornati a scuola ad Aleppo, è stata messa in circolazione una biblioteca mobile e 675 sfollati hanno ricevuto e ancora ricevono due volte a settimana, cesti alimentari e per la salute.
Sostieni il progetto
A causa della guerra, molte fabbriche di abbigliamento sono state distrutte. Oggi, il progetto Heartmade ha bisogno di fondi per il proseguimento delle sue attività e la sostenibilità del laboratorio. Senza il sostegno finanziario, sarà impossibile pagare le sarte e continuare la produzione. È stato lanciato un appello a donazioni e sono state sollecitate alcune fondazioni, affinchè le ultime 4 frasi del testo di Leyla che fa parlare il souk di Aleppo possano ricevere una risposta: Io voglio vivere. Voglio amare. Voglio cantare. Voglio che torniate da me.
Informazioni sul Souk di Aleppo.
Il souk di Aleppo, o souk al-Madina, è un souk coperto situato nella Città Vecchia di Aleppo, classificato patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1986. È il più grande mercato coperto del mondo, con una lunghezza totale di circa 13 chilometri. La maggior parte del souk risale al 14° secolo. Durante la guerra civile siriana e la battaglia di Aleppo, gran parte del souk viene distrutto. Ora è vuoto e abbandonato. Quasi settecento botteghe non sono altro che ceneri, specialmente nel souk delle donne, nel souk dell'oro e delle spezie.

giovedì 1 agosto 2019

Lettera da Aleppo nel cuore dell'estate 2019

dai Maristi di Aleppo
trad. Maria Antonietta Carta
Questa è l'ultima 'Lettera da Aleppo' che gli autori, Nabil Antaki e Georges Sabeh, membri di un'associazione che soccorre sfollati e indigenti nella città di Aleppo dal 2012 fino a oggi, hanno inviato ad amici, conoscenti e sostenitori nel mondo intero, riunite poi a formare un diario che è stato pubblicato in Francia col titolo ''Les Lettres d'Alep'': una cronaca scritta dentro una città martoriata, dove molti hanno scelto di continuare a vivere e affrontare la guerra con le armi della solidarietà e della fratellanza.  
È una storia d' amore, di compassione e di coraggio, e anche una testimonianza sulla resilienza di una minoranza, tra le tante della Siria e una delle più antiche, quella cristiana minacciata, come le altre, nella sua sopravvivenza da chi per i suoi turpi interessi si è inventato uno falso scontro di civiltà. È un’opera sulla follia della guerra e sulla saggezza della coesistenza.
Io ho tradotto il libro in italiano e spero che presto possa essere pubblicato perché lo considero un documento prezioso sulla guerra in Siria.
Maria Antonietta Carta
A luglio, di solito fa molto caldo ad Aleppo. Prima della guerra, era il mese in cui molti giovani trascorrevano le vacanze fuori città: partenze giornaliere di gruppi di campeggiatori verso i luoghi di villeggiatura in montagna, Kassab, Marmarita o Mashta el Helou nella Valle dei cristiani. Chi conosce quelle zone sa che molti bambini e giovani facevano escursioni o campeggiavano nei villaggi e nelle campagne circostanti. Da due anni, le loro strade, rimaste deserte per almeno cinque anni a causa del conflitto, hanno visto tornare molti giovani. Invece, altri luoghi sono ancora inaccessibili: i villaggi popolati in maggioranza da cristiani della provincia di Idleb, Knayeh, Yacubieh e Ghassanieh, dove non resta che una piccolissima comunità di cristiani.

Sebbene una buona parte del Paese sia stata liberata e i media parlino ormai poco della Siria, nella provincia di Idlib e nelle zone del nord-est sussistono ancora focolai di grande tensione L'esercito siriano sta combattendo per liberare il distretto di Idlib in mano al Fronte di al-Nusra. Possiamo sperare che tutte queste regioni siano liberate presto? Noi desideriamo il ritorno della sovranità nazionale di tutti i territori occupati, ma intanto continuiamo a subire le conseguenze di un embargo e delle sanzioni occidentali che impediscono la ricostruzione del Paese e la ripresa economica. Il potere d'acquisto continua a diminuire e i Siriani diventano sempre più poveri.
Penso all’ultrasettantenne ex studente dei Maristi, che si ritrova senza risorse economiche: "I pochi risparmi che avevo sono esauriti. Non mi è rimasto niente. Non ero povero. Mi sono guadagnato da vivere. Ho cresciuto la mia famiglia in maniera dignitosa. Oggi sono povero! ". Povero ... Povertà ... Miseria ... Non mangiare a sufficienza. Non trovare lavoro. Le persone che hanno subìto le atrocità della guerra, continuano a pagare un prezzo troppo alto accettando di restare e resistere. Ascolto molti che rimpiangono di non essere andati via, soprattutto quando parenti o amici emigrati raccontano di essersi inseriti nei Paesi d’accoglienza.
E resta l’angoscia incessante per una possibile guerra che potrebbe incendiare l'intero Medio Oriente.
Alcune zone di Aleppo continuano a essere oggetto di bombardamenti che spesso causano vittime tra i civili, ma nonostante ciò Aleppo vuole rinascere dalle ceneri. I suoi abitanti fanno tutto il possibile per uscire dalla miseria, per "scegliere la vita". Non è facile. Incontriamo spesso madri vedove, divorziate o senza notizie dei mariti scomparsi. Hanno tre o quattro bambini. La guerra è passata nelle loro case, le ha costrette non soltanto a fuggire tante volte e a vivere in quartieri sconosciuti, ma anche alla più grande miseria. Non voglio redigere una lista nera dei drammi, che sono una realtà terribile.  

Nessuna descrizione della foto disponibile.
Si può tornare a camminare in alcune strade di Aleppo, vedere gente che fuma un narghilè in un caffè e osservare le parvenze di una vita normale. Anche una strada dei suk di Aleppo è stata completamente restaurata, mantenendo il vecchio stile, ma resta ancora molto da fare; soprattutto ricostruire l’uomo, la comunità, il senso di appartenenza e di cittadinanza; rieducarsi ai valori condivisi: aprirsi all'altro, rispettarsi nelle differenze, risolvere pacificamente le controversie e andare incontro ai più indigenti.

Due mesi fa, il programma "Pueblo de Dios" della televisione spagnola ha presentato in due puntate l'azione e la missione dei Maristi Blu. La troupe televisiva aveva trascorso una settimana con noi. Il primo servizio era intitolato "The Heroes of Silence". Siamo davvero "Eroi"? Che silenzio è? A quasi tre anni dalla fine dei combattimenti nella città di Aleppo, la nostra missione è sempre più effettiva. Al servizio della popolazione e in particolare delle persone più vulnerabili. Continuiamo ad aiutare gli sfollati. Paghiamo gli affitti per centinaia di famiglie che non sono state in grado di tornare a casa e secondo le nostre possibilità aiutiamo a curarsi gratuitamente i più poveri nei migliori ospedali della città.
Il nostro centro di educazione per adulti, il MIT, continua a offrire formazione, apprendimento e supporto psicologico. Al fine di creare opportunità di lavoro e incoraggiare i giovani a rimanere nel Paese, il programma "Come avviare il proprio microprogetto" continua a formare decine di giovani e sostenere finanziariamente quelli selezionati dalla nostra giuria.
L'anno scolastico dei progetti educativi per bambini dai 3 ai 7 anni (Imparare a crescere e Io Voglio Imparare) è finito, e sono state organizzate le attività estive dei mesi di giugno e luglio. Le registrazioni per il prossimo anno annunciano una domanda crescente che non possiamo ancora soddisfare dato lo spazio limitato.
L'immagine può contenere: una o più persone, cielo, spazio all'aperto e natura


Continuiamo ad animare il campo di sfollati "SHAHBA", a 25 chilometri da Aleppo. Ci andiamo più volte alla settimana per occuparci dell'educazione e dell'istruzione di bambini e adolescenti, per l'accompagnamento delle madri e per la distribuzione di alimenti e prodotti per l'igiene. Di recente, abbiamo avviato un programma medico con visita regolare di un ginecologo e un internista e la fornitura gratuita dei farmaci necessari.
I giovani sfollati del campo hanno partecipato a sessioni di formazione professionale di cinque mesi (corsi di trucco e cucito per ragazze, tinteggiatura di edifici e acconciatura per ragazzi). I partecipanti hanno poi ricevuto un attestato di frequenza e uno strumento di lavoro corrispondente alla professione appresa. Speriamo di continuare a formare i giovani nelle professioni del futuro.
La nostra biblioteca mobile per il campo si arricchisce continuamente. Incoraggiamo tutti i bambini, anche se non sanno leggere, a prendere in prestito libri. Il libro diventa un amico, una fonte di ispirazione e immaginazione; un'opportunità per imparare più velocemente. I coordinatori sfruttano lo schermo installato nella biblioteca per svolgere attività educative, proiettando film o offrendo giochi di cultura generale.
Nel campo, in occasione della fine del Ramadan, abbiamo organizzato una grande festa per famiglie sfollate, una fiera per bambini e la distribuzione di vestiti nuovi per tutti.

Heartmade, per il riciclo di tessuti e abiti, avrà un nuovo look e un nuovo negozio che abbiamo affittato. È situato in una via più commerciale. Le decorazioni saranno finite presto e speriamo di aprire intorno al 15 agosto.
Il team Seeds prepara un nuovo piano d'azione per il prossimo anno. Amplieremo lo spazio della nostra tenda per accogliere altri bambini e giovani, con un supporto psicologico sempre più avanzato.

Diversi amici sono venuti per trascorrere dei bei momenti con noi. Hanno preso parte a molte attività educative: Sumaya Hallak per la musica, Diane Antakli dei Baroudeurs de l’Espoir  e Veronica Hurtubia per una seconda sessione di Resilience Training.
Gli incontri di formazione e sviluppo dedicati alle donne hanno molto successo. Le donne del progetto "Taglio e cucito" hanno terminato la settima sessione di apprendimento e sono molto soddisfatte.
"Goccia di Latte" continua a servire 3.000 bambini che ricevono regolarmente la loro razione di latte mensile.

Quest'estate, e per la prima volta, stiamo organizzando un soggiorno di una settimana in Libano per l'intero team di volontari Maristi Blu. 
I Fratelli Maristi hanno una casa estiva a Faraya (Libano) e saremo presenti dal 5 al 12 agosto per un momento di convivialità e riposo ... Un tempo di spiritualità, scoperta del Libano e, per alcuni, un tempo per ritrovare parenti che non vedono da anni.

Infine, condivido con voi questo testo di Jean d'Ormesson, dal suo libro "Un osanna infinito".
"I cristiani non hanno il diritto di lamentarsi e non si lamentano. Non solo non gli può essere proibito di credere in un Dio creatore del cielo e della terra, ma sono abbastanza fortunati da avere come modello, sotto i loro occhi, un personaggio la cui esistenza e posto nella nostra storia non si può contestare: Gesù. Almeno è permesso ammirarlo e amarlo senza porsi troppe domande sulla sua realtà. Se c’è qualcuno che ha lasciato una traccia sorprendente nelle menti degli uomini, è certo Gesù Cristo. "
  Buone vacanze. Ristoriamoci con la Creazione .

Fr. Georges SABE, per i Maristi Blu

martedì 12 marzo 2019

Lettera di Aleppo n. 35 dai Maristi Blu: veramente arrabbiati!


Da diversi mesi non ci sono più combattimenti in Siria. Tutti i commentatori ritengono che la guerra sia finita e che lo Stato siriano l'abbia vinta. Isis (lo stato islamico) è stato sconfitto e resta solo una piccola sacca di territorio sotto il suo controllo all'estremo est della Siria. Lo Stato siriano controlla ora il 70 % del territorio di cui quasi tutte le grandi città.
Eppure la pace non è all'orizzonte.
Da un lato, tutti i gruppi armati ribelli sono ora raggruppati nella provincia di Idlib. Al Nusra, ramo di Al Qaeda, riconosciuta come gruppo terroristico da parte delle Nazioni Unite e della comunità internazionale, sta eliminando con le armi o fagocitando tutti gli altri gruppi, islamici come lei. Da mesi l'esercito siriano vuole lanciare un'offensiva per liberare quest'ultima provincia dalle mani dei terroristi, di cui 30.000 sono stranieri, ma le potenze occidentali, con l'intermediazione della Russia e della Turchia, lo impediscono; ragione invocata: rischio di crisi umanitaria grave; la ragione vera, per ammissione stessa di alcuni leader occidentali: che cosa fare di tutti questi terroristi stranieri che vorrebbero fuggire verso l'Europa se partisse l'offensiva, e potrebbero poi terrorizzare gli europei dopo aver seminato il terrore in Siria? Siamo ARRABBIATI di fronte a un tale cinismo.
D' altra parte, un'altra guerra si svolge sul nostro territorio, quella che oppone la Turchia e la milizia curda. La prima ha invaso il nord-Ovest della Siria con il pretesto di combattere i terroristi curdi provocando l'esodo di 140.000 persone dalla regione di Afrin. La seconda, sostenuta dall'esercito americano, ha approfittato della guerra in Siria per prendere il controllo della Regione Nord-Orientale della Siria al fine di creare una regione autonoma. La Turchia, ovviamente, non ci sente da questo orecchio e non vuole affatto una regione autonoma curda in Siria che incoraggi i curdi della Turchia a fare lo stesso.
Infine, gli americani, che hanno stabilito illegalmente 2 basi militari in un paese sovrano, vorrebbero ritirarsi secondo la decisione del Presidente Trump. Ma la sua amministrazione e il congresso non sono d'accordo e stanno cercando di sabotare questa decisione. Per fare una buona figura, il ministro degli esteri degli Stati Uniti ha dichiarato che gli americani si ritireranno solo se la Turchia darà garanzie di non attaccare i curdi. Questo ha messo in collera Erdogan che vuole fare la guerra ai curdi come vuole.
Esempio di questo guazzabuglio: la città siriana Menbij è occupata dalle milizie curde, pattugliata da unità americane, sorvegliata da truppe turche installate a 5 km a nord e dall'esercito siriano a 15 km a sud.
Certo che siamo ARRABBIATI: contro la presenza degli Stati Uniti e della Turchia installati illegalmente in un paese sovrano, contro questa guerra turco-curda che impedisce l'instaurazione della pace tanto desiderata dai siriani, contro il cinismo dei governi che impediscono la liberazione di Idlib per non dover risolvere il problema dei loro cittadini terroristi. Scusate, cari amici e amiche per questa introduzione che è abbastanza lunga quando l'avrei voluta breve. Ma dovevo spiegare perchè, ora che la guerra iniziale è quasi finita, non abbiamo ancora la pace. Ora sapete che le grandi potenze mondiali e regionali fanno la politica (e la guerra) secondo i loro interessi senza preoccuparsi dei paesi che invadono e dell'interesse dei loro popoli. Siamo ARRABBIATI e, allo stesso tempo, impazienti di vedere gli invasori tornarsene a casa loro.
Questo stato di "né guerra né pace" impedisce la ricostruzione del paese, i potenziali investitori vogliono investire solo una volta che la pace sia stata instaurata. Di conseguenza, l'economia è ferma, la povertà e la disoccupazione sono impressionanti, il costo della vita raggiunge picchi vertiginosi e la gente continua a soffrire. I ricchi hanno esaurito i loro risparmi, la classe media è stata dissanguata e i poveri sono diventati ancora più poveri. Siamo ARRABBIATI con le sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti contro la Siria, che non fanno altro che aggravare la situazione umanitaria senza avere alcun impatto sulla fine delle ostilità e sull'instaurazione della Pace.
L' esodo dei siriani, soprattutto i cristiani, continua, anche più che durante le ore buie della guerra. Il Nunzio Apostolico in Siria, Monsignor Zenari, ha annunciato, durante un congresso in Ungheria, che i cristiani rappresentano solo il 2 % della popolazione, vale a dire mezzo milione per una popolazione di 23 milioni di cittadini. Lo sapevamo, ma è la prima volta che questa cifra viene annunciata in pubblico. La mia città, Aleppo, che contava tra i 150.000 e i 200.000 cristiani nel 2011 prima della guerra, ora ne conta solo tra 25.000 e 30.000. la Siria, culla del cristianesimo, si spopola dei suoi cristiani. Negli anni precedenti, i siriani fuggivano a causa della guerra, dei suoi rischi e delle sue sofferenze e anche per garantire un futuro stabile e migliore ai loro figli. Dopo la fine delle ostilità però continuano ad andarsene, sia per evitare che vengano arruolati nell'esercito come riservisti mentre sono già padri di famiglia, sia a causa della crisi economica e delle sue conseguenze: la disoccupazione e la povertà.
Durante i duri anni della guerra, i nostri programmi di soccorso miravano a nutrire, vestire, curare e alloggiare gli sfollati e le famiglie in necessità. Insieme ad altre associazioni locali abbiamo contribuito alla sopravvivenza della popolazione, sostenuti in questo da organizzazioni e associazioni internazionali. Adesso, riteniamo che la priorità sia fornire lavoro alle persone per aiutarle a vivere dignitosamente del frutto del loro lavoro e diventare indipendenti dagli aiuti ricevuti per 7 anni. E poi, se uno ha un buon sostentamento pensa meno a lasciare il paese. Per questo noi, i Maristi blu, abbiamo creato, più di 2 anni fa, il programma dei micro-progetti. Abbiamo già organizzato 12 sessioni di apprendimento durante le quali insegniamo, in 48 ore, distribuite su 3 settimane, a 20 giovani (e meno giovani) adulti "come creare il proprio business" e finanziamo i migliori progetti, quelli che riteniamo fattibili, redditizi e sostenibili. In 2 anni abbiamo finanziato un centinaio di micro-progetti e, in tal modo, aiutato circa 200 famiglie che possono vivere dignitosamente.
Purtroppo, le nostre risorse sono diminuite di molto. Con la fine dei combattimenti, le donazioni private sono diminuite notevolmente. E le associazioni di beneficenza internazionali rifiutano, per la maggior parte, di finanziare programmi di sviluppo e alcune propongono di finanziare ancora programmi di soccorso. Come se si volesse che la gente rimanga nel bisogno, nell'accattonaggio e nella dipendenza piuttosto che ritrovare la dignità e la speranza. Che dire delle associazioni cristiane? Molte hanno adottato lo stesso atteggiamento: sì all'aiuto alimentare, all'assistenza medica, al restauro delle case e delle chiese, alla pastorale. No, ai progetti di sviluppo, ai progetti che danno lavoro alle persone. Eppure papa Francesco ha esortato più di una volta i cristiani della Siria a non lasciare la terra dei loro antenati, la terra delle loro radici cristiane. Ma l'esodo continua; presto saremo rimasti solo una manciata per riempire belle chiese restaurate ma vuote. E voi vorreste che noi non fossimo ARRABBIATI?! Ci battiamo ogni giorno contro queste politiche assurde e ingiuste ma forse un giorno anche noi incroceremo le braccia e andremo a raggiungere le folle in esilio!!!
Noi proseguiamo con gli altri progetti sempre con lo stesso entusiasmo, amore e solidarietà con i più poveri e gli sfollati. Come sapete, abbiamo la responsabilità delle 125 famiglie curde sfollate, cacciate da Afrin dai turchi e installate in un campo di tende in totale isolamento, il campo Shahba. Questo campo è situato a 3 km dalle linee del fronte in una regione circondata dai gruppi ribelli armati. Oltre alla distribuzione regolare degli alimenti e dei prodotti sanitari, dei fornelli a gas, dei thermos, delle coperte ecc., le nostre squadre si occupano dei bambini piccoli, dei più grandi, degli e delle adolescenti e delle donne per dare, per quanto possibile, l'istruzione, l'educazione e lo sviluppo umano.
Il nostro nuovo progetto "Bamboo" si occupa degli adolescenti di Aleppo che hanno sofferto per la guerra. Attraverso attività educative e un monitoraggio personale fornito dai membri del nostro Progetto di Seminario di supporto psicologico, stiamo cercando di curare le ferite della guerra ed aiutarli a trovare un equilibrio e uno sviluppo. I nostri altri progetti educativi, "Imparare a crescere" e "Voglio imparare" perseguono l'educazione dei bambini dai 3 ai 6 anni di famiglie sfollate o indigenti.  "La goccia di latte" distribuisce latte a 3.000 bambini ogni mese, con tuttavia molte difficoltà per trovare sul mercato il latte speciale per lattanti. Continuiamo ad aiutare 300 famiglie sfollate ad alloggiare pagando i loro affitti e ad aiutare i malati nel bisogno di farsi trattare e/o operare. Le nostre sessioni di Sviluppo della donna sono apprezzate dalle partecipanti. Il nostro progetto Heartmade per il riciclaggio dei vestiti va di bene in meglio.
Recentemente abbiamo ricevuto la visita del fratello Juan Carlos, il provinciale della provincia mediterranea dei Fratelli Maristi da cui dipende la comunità di Aleppo, accompagnato da Koki, un responsabile marista laico e impegnato. Hanno vissuto con noi 4 giornate molto intense, hanno condiviso tutte le nostre attività, hanno apprezzato la nostra missione e il nostro spirito e ci hanno offerto il loro apporto e il loro supporto e quello di tutti i Maristi della provincia.
Abbiamo appena aperto un account su Instagram: maristesbleus. Potete tramite le foto seguire e condividere in solidarietà i nostri vari programmi.
Il nostro libro "le lettere di Aleppo" non sta andando come il pane, ma si vende abbastanza bene. Racconta il nostro vissuto e la nostra testimonianza durante gli anni di guerra e racconta la nostra risposta, attraverso la nostra associazione Maristi blu, alla sofferenza, alla miseria e alle sofferenze dei nostri connazionali. Invitiamo i nostri amici a procurarselo a diffonderlo intorno. Lo potete fare direttamente presso l'editore Harmattan o ordinarlo presso la vostra libreria o online. [ N.D.T.: la nostra amica Maria Antonietta Carta sta lavorando alla versione italiana del libro e speriamo che esso sarà pubblicato in Italia entro l'anno. Contiamo ugualmente sul vostro aiuto alla diffusione].  
Presto sarà il 15 marzo 2019: saranno già 8 anni dall'inizio di questa guerra iniqua, assurda e atroce che ha distrutto il nostro Paese, ha ucciso 400.000 persone, ha spinto all'esilio un milione di cittadini , ha fatto 4 milioni di profughi nei paesi vicini e 8 milioni di sfollati interni che non vivono più nella loro casa.
ARRABBIATI, sì, lo siamo! Ma manteniamo comunque la speranza di vedere la guerra finire e la Speranza di vedere la Pace finalmente instaurata.
Aleppo, 18 febbraio 2019
Nabil Antaki, per i Maristi Blu
trad. Italiana di Gb.P.

sabato 29 dicembre 2018

Regalo di Natale: una lettera ai Maristi Blu da una famiglia sfollata


Ai Maristi di Aleppo.

In occasione delle Feste, vorrei augurare a voi e alle vostre famiglie un Natale felice e benedetto e un nuovo anno pieno di salute e di gioia.
Vorrei esprimervi la mia gratitudine e ringraziarvi per tutto quello che ci avete donato durante questi ultimi anni. Siete stati, e lo sarete per sempre, l'esempio dell' amicizia sincera e dell'amore per gli altri.
Voi ci avete mostrato, a noi e a tutti quanti, che siete veri fratelli e che non fate distinzioni circa la religione o la confessione.
Siamo orgogliosi della vostra amicizia e grati di vivere con voi sotto lo stesso cielo; sentimenti che abbiamo ereditato dai nostri padri e dai nostri antenati e che consegneremo ai nostri figli perché voi meritate il nostro rispetto e il nostro amore.

Sia benedetta la vostra affiliazione, voi 'i Maristi', a Maria; perché la Vergine Maria ha messo al mondo il Signore dell'Amore e della Pace, il nostro Signore Issa (NDT: Gesù si chiama Issa tra i musulmani) pace su di lui.
Come siamo orgogliosi di aver fatto parte di questa fraternità marista negli ultimi anni, noi vogliamo restare, se Dio vorrà, i vostri fratelli maristi musulmani. È così che abbiamo vissuto e continueremo a vivere fino alla nostra morte.

Miei cari fratelli Maristi, ogni tragedia ha due facce. Il lato oscuro della tragedia siriana era la guerra, le sofferenze e la tristezza. Ma la faccia luminosa, eravate voi, tutti voi senza eccezioni.
Il vostro comportamento, la vostra compassione e il vostro sorriso ci hanno restituito la speranza e hanno portato la gioia ai nostri figli. Grazie a voi, due dei miei figli sono ora all'università e gli altri tre seguono il percorso dei loro fratelli più grandi.
Con il vostro amore e la vostra umanità, siete stati al nostro fianco durante il più grande calvario che abbiamo vissuto: la grave malattia che ha portato via la mia sposa che, fino alla fine, vi è stata riconoscente, particolarmente al Dottor Nabil Antaki, così umano e così saggio.

Se, come al solito, con la vostra modestia, dite che tutto l'aiuto fornito e distribuito non viene da voi, vi risponderei comunque che l'amore siete voi, il sorriso siete voi, le buone maniere siete voi, il rispetto per gli altri siete voi. Avete distribuito l'aiuto, in parte fornito da altri, nel migliore dei modi. Ci avete insegnato una lezione meravigliosa: che il dono si fa con il sorriso e con il rispetto dell'altro.

Se voi, i Maristi, avete dovuto fermare il programma di distribuzione dei panieri alimentari, vi assicuro che resterete comunque nei nostri cuori fino alla fine dei nostri giorni e che racconteremo ai nostri figli e nipoti del vostro comportamento e della vostra solidarietà con noi affinché il vostro ricordo rimanga eternamente una fiamma che irradia.

Auguro a voi tutti un buon Natale e un felice anno nuovo. Trasmettete i miei auguri e i miei ringraziamenti anche a tutti i vostri collaboratori e donatori in Siria o all'estero.
Spero che questa lettera tocchi i vostri cuori perché essa esce dal mio. 

Vostro fratello Salah S.
Aleppo, il 21 dicembre 2018

venerdì 27 luglio 2018

Ad Aleppo la ripresa fa anche up-cycling e si chiama Heart made!



Storie siriane 2018 (2)


raccolte da 

Marinella Correggia











L'upcycling o riuso creativo è l’utilizzo di materiali di scarto, destinati a essere gettati, per creare nuovi oggetti dal valore maggiore del materiale originale.
E una specie di upcycling tessile appare fra le storie della ricostruzione in Siria, nello specifico la ricostruzione dell'economia e del tessuto lavorativo e sociale nella città di Aleppo. Malgrado un periodico ritorno alla violenza nei quartieri periferici colpiti da ordigni lanciati da gruppi armati arroccati a ovest della città, ad Aleppo la vita quotidiana (acqua, elettricità, disponibilità di beni essenziali) è migliorata molto dopo anni terribili; ma la situazione economica è difficilissima, con un tasso di disoccupazione molto alto, il costo della vita elevato e i salari molto bassi. La maggioranza delle famiglie ha tuttora bisogno di aiuti materiali, come scrive nella sua Lettera da Aleppo n.33 il dottor Nabil Antaki, volontario dei Maristi blu.

In questa tipica situazione di post-guerra, ecco un progetto dalla bella valenza sociale ed ecologica appunto basato sul riutilizzo tessile.




Leyla Antaki, volontaria dei Maristi blu, spiega il progetto Heart Made ad Aleppo:  «Questo progetto di trasformazione di abiti fuori moda in pezzi unici, ideato insieme ad alcune delle nostre giovani volontarie, ha diversi obiettivi. Il primo è dare lavoro a donne sfollate o comunque in stato di bisogno. Sono dieci le donne che ci lavorano, mettendo in pratica quanto appreso nei corsi di taglio e cucito. Ma l'altro scopo è educativo: recuperare tessuti contro lo spreco. Dunque, ricorriamo a stock di magazzino rimasti invenduti nel tempo e li trasformiamo dando loro una seconda vita. I modelli li prendiamo su internet, adattandoli poi ai gusti locali. E con i ritagli, le maniche, i jeans dei pantaloni facciamo borse grandi e piccole, sacchetti che decoriamo. In sintesi si tratta di evitare le spreco tessile, imparare la perfezione nel lavoro e realizzare cose belle. Le donne cuciono cinque giorni a settimana in un ambiente familiare, negli spazi dei Maristi. Abbiamo preso in affitto un negozietto in città per vendere i nostri articoli affinché il progetto diventi autosufficiente. I nostri prezzi sono molto contenuti.»

Auguriamo che il marchio Heart Made ottenga tutto il successo di vendite che merita.

martedì 10 luglio 2018

Lettera di Aleppo n. 33: la Siria dimenticata


 Aleppo, 1 luglio 2018
Le notizie dalla Siria sono state accantonate dall'attualità. Il trasferimento dell'ambasciata americana a Gerusalemme, la tragedia dei migranti, le elezioni in alcuni paesi europei, il vertice Trump/Kim-Jong-Un, e la coppa del mondo di calcio sono state, dopo la nostra ultima lettera, la notizia in evidenza per i giornali e i media. Tuttavia, la situazione in Siria continua ad essere molto preoccupante e noi viviamo su un barile di dinamite. Gli interventi o la presenza di alcuni Paesi sul terreno rendono la situazione molto complessa, il futuro incerto, i negoziati compromessi e aumentano il rischio di una conflagrazione regionale. Gli Stati Uniti con due basi militari e la Francia, illegalmente installati sul territorio di uno Stato sovrano, sono presenti a nord-Est per sostenere le forze curde che occupano buona parte del territorio. Dall'altra parte, alla fine del gennaio 2018 la Turchia ha invaso il nord-Ovest della Siria per cacciare i gruppi armati curdi ed ora occupa tutta la regione di Afrin. Infine, Israele esegue in totale impunità incursioni aeree sul territorio siriano e sostiene i jihadisti del sud della Siria. Lo stato siriano ha appena lanciato un'offensiva per cacciare gli ultimi gruppi armati ribelli dal sud della Siria, della Regione di Dara'a.
In seguito all'invasione turca della regione di Afrin, 27.000 famiglie composte da 137.000 persone sono fuggite dalle loro città e villaggi. Non hanno portato niente con sè: solo i vestiti che indossavano. Hanno perso tutto: la loro casa, il loro trattore, il loro bestiame, la loro auto... si sono insediati in 11 villaggi e in diversi accampamenti di tende, tra cui «il Campo Shahba», intorno alla piccola città di Tel-Rifaat a 25 km. da Aleppo. Noi, i Maristi blu, non potevamo rimanere indifferenti alle sofferenze di questi nuovi sfollati; abbiamo sentito il loro appello al soccorso (il nostro gruppo non si chiamava forse "L' Orecchio di Dio" prima che diventassimo i Maristi Blu?). Dopo un periodo di esitazione e di riflessione, temendo per la vita dei nostri volontari, (le forze turche sono a 4-5 km. da Tel-Rifaat), abbiamo deciso di agire: di andare loro incontro, di provare a provvedere ai loro bisogni, di occuparci dei loro figli non scolarizzati, di farci solidali con queste famiglie. E così abbiamo iniziato il progetto e l'avventura "Campo Shahba".
Con la collaborazione della Mezzaluna Rossa Siriana abbiamo preso in carico le 650 famiglie del villaggio di Kafar Nasseh e soprattutto il Campo Shahba, un campo di 107 tende per 107 famiglie, situato in una pianura nel deserto:
450 bambini che aspettano con impazienza e tanta gioia le nostre visite del mercoledì e della domenica, che ci aspettano all'ingresso del campo e che si riuniscono, in 2 minuti, intorno a noi e ai nostri volontari che li fanno giocare al pallone, disegnare e colorare, ballare, che li educano all'igiene e insegnano loro le basi della scrittura e del calcolo;
110 madri o nonne sono diventate le amiche delle nostre dame volontarie che le riuniscono per ascoltarle, condividere, e consigliarle;
107 famiglie che ci aspettano per avere pacchi alimentari e sanitari, fornelli a gas per la cucina, thermos per conservare l'acqua potabile, pastiglie per sterilizzare l'acqua, ciabatte, vestiti....
Tutto si fa all'aperto, sotto un sole cocente, con 38-40 gradi all'ombra. Abbiamo appena installato una grande tenda, che funge da spazio organizzativo per gli incontri con i bambini e le donne, almeno all'ombra.
Ci andiamo almeno 2 volte a settimana; un'ora e mezza di tragitto e molteplici check-points da attraversare; i 15-20 volontari ad ogni visita sono attesi con il sorriso e la gioia, tanta gratitudine e anche molta attesa. Gli sfollati sono disperati: vogliono tornare a casa o andare ad Aleppo, ma le 2 opzioni sono loro vietate.
Ad Aleppo, la situazione di sicurezza era molto buona dopo l'evacuazione dei gruppi armati e la liberazione di Aleppo dai terroristi di al Nusra. Tuttavia, i mortai lanciati dai ribelli installati ad ovest di Aleppo continuano a cadere quotidianamente su alcuni quartieri periferici. Il 27 giugno abbiamo vissuto la giornata peggiore da 18 mesi: molte granate sono cadute su Aleppo, nei quartieri residenziali, facendo molti morti e feriti. Le schegge hanno persino raggiunto i nostri locali. Uno dei nostri volontari ci ha quasi lasciato la vita.
La vita quotidiana migliora progressivamente con il ripristino dell'erogazione di acqua ed elettricità, anche se razionate, la disponibilità sul mercato di prodotti e merci. Per contro, la situazione economica è ai livelli infimi; il tasso di disoccupazione è molto elevato, il costo della vita è altissimo, i salari sono talmente bassi da non permettere ad una famiglia di vivere degnamente, e gli aleppini, che hanno i mezzi per investire e che erano fuggiti dal paese, non sono tornati. La maggior parte delle famiglie di Aleppo ha sempre bisogno di essere aiutata per vivere e sopravvivere.
Noi Maristi Blu, abbiamo mantenuto la distribuzione dei panieri alimentari e sanitari alle famiglie che abbiamo in carico, ma riteniamo che dopo 6 anni di aiuto queste distribuzioni, un giorno, dovranno fermarsi. Crediamo che la priorità delle priorità sia trovare un lavoro ad ogni persona aiutata. Lavorando, potrà farsi carico dei propri bisogni; essere finalmente indipendente dagli aiuti ricevuti per anni; vivere dignitosamente del proprio lavoro e non pensare più di lasciare il Paese.
Così abbiamo creato il nostro programma "i micro-progetti": Abbiamo già organizzato 7 sessioni di formazione con 16-20 adulti per sessione. Gli esperti insegnano in 48 ore "come creare il proprio progetto". Alla fine delle sessioni, i candidati presentano i loro progetti alla giuria che li valuta, fornisce i consigli necessari e sceglie i migliori progetti in termini di fattibilità, redditività e sostenibilità per essere finanziati da noi. Da un anno e mezzo abbiamo già finanziato 50 progetti e permesso a più di 90 famiglie di vivere del loro lavoro.
Il nostro progetto "Heart Made", dove le donne trasformano abiti fuori moda in pezzi unici molto apprezzati, dà lavoro a 11 madri di famiglia.
Il nostro altro progetto "Marie" per la confezione di indumenti di cotone per neonati fa vivere 24 famiglie.
Vi avevamo annunciato, nell'ultima lettera, la prossima pubblicazione della nostra opera, "Le Lettere di Aleppo". Si tratta di una raccolta di tutte le nostre lettere scritte dall'inizio della guerra da frère Georges e me, arricchito di estratti d'interviste, di articoli di stampa e testi scritti dall' uno o dall'altro. La nostra opera è stata finalmente pubblicata dalle edizioni "L'Harmattan". Potete acquistarlo o ordinarlo nelle librerie o online sui siti della FNAC, Amazon o l'Harmattan. Vi invitiamo ad acquistarlo, a leggerlo o a regalarlo; ci auguriamo che la nostra testimonianza possa raggiungere il maggior numero di persone possibile; il giornale "La Croix" l'ha appena selezionato tra i quattro libri, sul Medio Oriente, che bisogna assolutamente leggere quest'estate (La Croix, supplemento di giovedì 28 giugno).
Tutti i nostri progetti continuano grazie alla vostra solidarietà e ai vostri doni. L'aiuto all'alloggio delle famiglie sfollate, la distribuzione dei panieri alimentari e sanitari, la distribuzione mensile di latte a 3000 lattanti e bambini di età inferiore ai 11 anni.... e soprattutto il nostro programma medico che con il progetto "Camp Shahba" e il programma "Micro-progetti" citati in precedenza, è uno dei 3 programmi prioritari dei Maristi Blu. Sì, la gente ha bisogno di sostegno finanziario per le cure mediche o i loro interventi chirurgici e il nostro dovere è di aiutarli.
Riguardo poi ai nostri progetti educativi, alcuni sono in pausa estiva come "Imparare a crescere" e "Voglio imparare" per i bambini dai 3 ai 7 anni.
Il "MIT" (per la formazione degli adulti), "Skill school" (per l'accompagnamento degli adolescenti), "L' eradicazione dell'analfabetismo", l'insegnamento del cucito (taglio e cucito) e delle lingue (Progetto Speranza), proseguono i loro compiti pedagogici. Abbiamo appena concluso un ciclo di sessioni di 4 mesi per la "formazione e lo sviluppo della donna". 80 donne di età superiore ai 30 anni e 80 ragazze di età inferiore ai 30 anni, ne hanno beneficiato. Dopo una pausa in luglio e agosto, speriamo che il ciclo riprenda con altri beneficiari. Nel frattempo organizziamo incontri di formazione e di accompagnamento per le ragazze che hanno tra i 12 e i 15 anni.
Ecco, in breve, le nostre notizie. Proseguiamo la nostra missione, che consiste nel "vivere la solidarietà con i più poveri per alleviarne le sofferenze, sviluppare l'umano e seminare la speranza. "
Spero che questa "lettera di Aleppo n. 33" vi troverà, cari amici, in buona salute e vi auguro buone vacanze estive.
Nabil Antaki, per i Maristi Blu

PER SOSTENERE IL PROGETTO 'EMERGENZA SFOLLATI DI AFRIN' , la ONLUS ITALIANA AIULAS IN COLLABORAZIONE CON I MARISTI BLU DI ALEPPO promuove una raccolta di fondi destinati all'acquisto di beni di prima necessità per le famiglie sfollate da Afrin che vivono nel Campo Shahba . Qui il link per tutti i dettagli su come inviare un contributo :
https://www.aiulas.org/i-nostri-progetti/emergenza-sfollati-di-afrin/

venerdì 9 marzo 2018

Maristi di Aleppo: La volontà di vivere del popolo siriano


Lettera da Aleppo n. 32 ( 4 marzo 2018)
Stavate aspettando la nostra lettera.
Oltre alle notizie dei diversi progetti dei Maristi Blu, volevate essere informati della situazione della città di Aleppo, quella di Afrin e soprattutto di quello che sta accadendo a Damasco e nel resto del Paese.
Aleppo è stata liberata nel dicembre 2016 e da allora i bombardamenti sono finiti, le strade interrotte sono state riaperte, le forniture di acqua sono tornate quasi regolarmente in tutte le case, l’elettricità continua ad essere razionata. Alcuni sfollati interni cercano di tornare nelle loro case nei quartieri orientali della città. I piccoli commercianti stanno cercando di riaprire il loro negozio. Le macerie sono state raccolte in diversi quartieri. Ci rendiamo conto, adesso, della desolazione della popolazione che viveva sotto l’autorità degli elementi armati come il “Fronte al-Nusra” o “Daesh (Stato islamico)”. Le scuole e le università operano normalmente. La situazione ad Aleppo si sta avvicinando alla normalità, fatta eccezione per la catastrofica situazione economica e il ritorno definitivo degli sfollati dall’estero. Purtroppo, per migliaia di famiglie emigrate il ritorno non è ancora previsto. Mentre leggete questa lettera, altre famiglie continuano a partire. Bisogna aspettare che la guerra finisca in tutta la Siria? Quale futuro ci è riservato?
Diversi focolai di guerra persistono nel paese.
Prima di tutto, vorrei fare il punto della situazione ad Afrin, città nella Siria nordoccidentale la cui maggioranza di abitanti è curda, al confine con la Turchia. Alcuni mesi fa, il presidente turco ha deciso di intraprendere una guerra contro i curdi. Il suo esercito ha invaso il territorio siriano e con incursioni aeree estremamente letali e un’offensiva sul terreno, occupa un centinaio di villaggi intorno ad Afrin e circonda la città. Non possiamo dimenticare che questo territorio fa parte della provincia di Aleppo e che gli abitanti di questa regione, certamente di etnia curda, sono cittadini siriani.
A Damasco, la situazione è molto grave. Da diversi anni, gli elementi armati del “Fronte al-Nusra” e altre milizie occupano la campagna di Damasco, la Ghouta. Questi jihadisti hanno continuato a bombardare i quartieri di Damasco, uccidendo civili e causando distruzione.
Dopo la liberazione di Homs, di Aleppo, di Deir el Zor, l’esercito siriano ha deciso di liberare questa enclave. Questa guerra di liberazione ha certamente causato morti, feriti e sofferenze tra la popolazione civile tenuta in ostaggio dai jihadisti e ne siamo profondamente dispiaciuti. Ma non dobbiamo dimenticare che le incursioni aeree dell’esercito americano che hanno facilitato la liberazione di Mosul e di Raqqa hanno causato molte più vittime civili. E come al solito, ogni volta che iniziano battaglie di liberazione, i media occidentali iniziano a parlare di crisi umanitarie, attacchi chimici, per preparare l’opinione mondiale a un possibile intervento militare contro il governo siriano. Offrono un quadro molto di parte di ciò che sta accadendo. Sui social network, scorrono immagini spesso fabbricate, o copiate da altre guerre, immagini che mostrano solo bambini e civili e mai elementi armati, i veri bersagli dell’offensiva. Con voi, mi chiedo perché non si parla dei massacri causati dai bombardamenti sui quartieri civili di Damasco come “Bab Touma” o “Kassa’a”? Perché i media occidentali e i loro governi non raccontano il dramma quotidiano del popolo di Damasco?
Il nostro cauto ottimismo di alcuni mesi fa circa la fine della guerra e il ristabilimento di una vera pace si è trasformato in un pessimismo crescente, tanto la situazione in Siria è diventata un’impasse inesauribile. Con l’esercito turco a nord-ovest, l’esercito americano, che sostiene le milizie curde, nel nord-est, le incursioni israeliane a sud e la situazione a Damasco e Ghouta, non c’è molto da essere ottimisti.
Fortunatamente, ci sono persone serie e oneste tra i giornalisti che rischiano la vita e vengono a osservare la realtà sul terreno. Uno di loro, Ivan, del Diario de Navarra, ha trascorso più di una settimana tra Damasco e Aleppo. Ha sperimentato quello che è la guerra, la paura, l’angoscia di una popolazione e ha constatato distruzioni inimmaginabili.
Se mi soffermo all’inizio della lettera sulla situazione di guerra, non è affatto per mostrare un volto di morte e paura, al contrario! Voglio parlare della volontà di vivere del popolo siriano. Vogliamo vivere! vivere con dignità! Vivere in ​​pace.. vivere liberi da ogni costrizione! Vivere lontano dalla sofferenza!
Oggi, noi Maristi Blu , abbiamo ricevuto un bambino di 5 anni, M. che ha la faccia, le mani, i piedi completamente bruciati.
La sua faccia sfigurata mi perseguita. Non ho parole. Ho solo la forza di denunciare una guerra che dura da troppo tempo! Basta ! Basta dicono i nostri amici spagnoli. Kafa, diciamo noi nella nostra lingua araba.
Fortunatamente, ci sono dei "soli" che vengono a riscaldare le nostre vite e illuminano le nostre giornate piuttosto cupe. Uno di questi è Soumaya Hallak. Svizzera d’origine aleppina, soprano, nipote di un grande poeta aleppino, è venuta a trascorrere 8 giorni con noi e per noi. Accompagnata da Marie-Laure, regista, e da Sawsan e Rand, due giovani ragazze di Damasco studentesse al conservatorio, Soumaya ha animato ogni mattina e pomeriggio in laboratori di canto, di danza e di terapia per i traumi di guerra tutti i nostri gruppi: per i bambini dell' “Imparare a crescere” e “Io voglio imparare”, per i ragazzi dello “Skill School”, per le donne del progetto “Women’s Development” e per gli istruttori. Soumaya ci ha portato gioia e un po‘ di felicità. Ha promesso di tornare ad aprile e/o in estate.
Il progetto “Educazione e sviluppo della donna” è fonte di gioia e orgoglio per noi. Trenta donne di oltre 30 anni e altrettante ragazze più giovani partecipano due volte alla settimana a workshop interattivi su argomenti che le riguardano come gestire un budget familiare, riciclare il cibo, i matrimoni precoci, igiene e malattie ginecologiche, ecc … Le partecipanti provengono da diversi retroterra culturali. Hanno stabilito relazioni molto fraterne tra loro. Tutte sono presenti in tutti i workshop, e nessuna manca all’appuntamento tanto sono felici di parteciparvi. Il ciclo è di 2 mesi. Poi riprende con altre partecipanti.
Con i progetti “MIT” e “Job”, partecipiamo alla ricostruzione dell’Uomo, delle famiglie e del paese. Oltre ai workshop di 3 giorni organizzati da oltre 4 anni, abbiamo iniziato la scorsa settimana la quinta sessione del tema “Come creare il tuo mini-progetto”. Venti adulti trascorreranno 42 ore imparando e applicando al proprio progetto gli elementi di base per la valutazione di costo, redditività, marketing … per presentare il loro progetto ben studiato alla giuria. Noi, i Maristi Blu, finanziamo i migliori progetti in termini di fattibilità, redditività, sostenibilità e creazione di posti di lavoro. In tal modo, stiamo aiutando le famiglie a vivere con dignità, indipendenti dagli aiuti ricevuti durante gli anni della guerra, e stiamo creando posti di lavoro di cui il paese ha così tanto bisogno, data l’attuale recessione economica.
Una delle nostre più grandi soddisfazioni è il completamento del nostro programma “Civili feriti di guerra”.*
Ieri c'è stata festa presso i Maristi Blu. In effetti, abbiamo avuto la quarta cerimonia di consegna dei diplomi, questa volta a 10 donne che hanno partecipato per 4 mesi alle sessioni del nostro progetto “Taglio e Cucito” . Hanno acquisito competenze sufficienti per entrare nel mercato del lavoro e anche per le esigenze famigliari.
Il nostro progetto di riciclaggio dell’abbigliamento “Heart Made” fa miracoli. Ha fornito lavoro a undici persone. E i prodotti che escono dall’atelier sono davvero belli e vengono venduti in un negozio del centro, che permetterà al progetto di autofinanziarsi.
I nostri programmi di soccorso continuano come al solito.
I Maristi Blu per gli sfollati” distribuisce pacchi cibo, prodotti igienici e denaro (regalo di Caritas-Polonia) ogni mese a più di 1.000 famiglie sfollate e indigenti. Le famiglie sfollate vengono anche aiutate a pagare l’affitto per il loro appartamento. In occasione del Natale, tutte le persone delle nostre famiglie (oltre 4000) hanno ricevuto nuovi vestiti e scarpe. Per Pasqua, riceveranno carne e un cesto di frutta.*
Il programma medico aiuta a finanziare 150 procedure mediche al mese: operazioni chirurgiche, ospedalizzazione, prescrizioni, laboratori e radioterapie che i malati impoveriti dalla guerra non possono pagare.
Goccia di latte” contribuisce alla crescita fisica e mentale di circa 3.000 bambini di età inferiore ai 11 anni fornendo loro latte ogni mese.
Anche i progetti educativi sono tra i 'soli' del nostro firmamento. La felicità dei bambini di “Imparare a crescere” e “Voglio imparare” è eguagliata solo da quella dei loro 24 istruttori. I piccoli stanno attualmente preparando la festa della mamma, che si celebra da noi il 21 marzo. Skill School realizza progetti molto interessanti per adolescenti, tra cui diversi programmi di solidarietà durante la Quaresima. Grazie alla loro diligenza e allo sforzo degli educatori, e come parte del progetto “Eradicazione dell’analfabetismo” , molti adulti analfabeti sono ora in grado di leggere un testo. Altri adulti, uomini e donne, sono già al quarto livello di apprendimento dell’inglese come parte del progetto “Hope”. Essi sono orgogliosi di aiutare i loro figli nei loro studi e di tenere una conversazione.
Prima di chiudere, vorrei annunciare una grande notizia. Su richiesta di molti dei nostri amici, pubblicheremo molto presto un libro co-scritto da Nabil Antaki e da me. Il nostro libro “Le Lettere di Aleppo”, pubblicato da Harmattan, è una raccolta di tutte le lettere che abbiamo scritto durante gli anni della guerra arricchite con estratti di interviste e testi. Attualmente è in stampa e sarà presto disponibile nelle librerie. In “Le lettere di Aleppo” dipingiamo un quadro della situazione e raccontiamo la sofferenza degli sfollati, la miseria dei poveri, l’angoscia degli abitanti e l’atrocità della guerra; e descriviamo anche la nostra risposta a questi drammi attraverso la compassione, l’accompagnamento, la solidarietà e il dono di sè attraverso i “Maristi Blu”.
Ci stiamo avvicinando a Pasqua, il tempo di celebrare la morte e la risurrezione di Cristo.
Siamo tutti invitati a pregare il Signore della vita perchè ci doni “la sua PACE”; una Pace di giustizia e di perdono; una Pace che accetta l’altro così com’è; una Pace che tende la mano; una Pace che rifiuta la violenza; una Pace che si traduce in gesti di misericordia; una Pace che tocca il cuore di pietra degli uomini per trasformarlo in un cuore di carne; una Pace che annuncia una civiltà dell’amore; una Pace che realizza la volontà di Dio sulla nostra terra.
Vi auguriamo di vivere questa Pace e irradiarla, tramite voi, nel nostro mondo.
Aleppo il 4 marzo 2018
M.Georges Sabé. Per i Maristi Blu


Per contribuire al Progetto dei Maristi "Pranzo di Pasqua ad Aleppo" , l'Associazione AIULAS sta raccogliendo i contributi
https://www.aiulas.org/i-nostri-progetti/pranzo-di-pasqua-ad-aleppo/