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mercoledì 4 maggio 2016

"L'ultimo pediatra"?? I Cristiani di Aleppo e l’informazione unilaterale

Aleppo - La disinformazione continua. 

da Nabil Antaki, dei fratelli Maristi



Abbiamo chiesto al Dr. Nabil Antaki se le informazioni riportate da una settimana sulla situazione in Aleppo corrispondono a quello che accade lì.  Ecco la sua risposta:

A tal proposito, ultimamente mi rendo conto che i media continuano a mentire per omissione. Dall'inizio della guerra in Aleppo 4 anni fa, essi non riportano tutti i fatti nel loro complesso.
 Aleppo è bombardata quotidianamente dal 2012 da parte di gruppi terroristici che provocano morti e feriti. Nessuno se ne è mai curato; se non per felicitarsi per il "buon lavoro che fanno" [riferendosi alla dichiarazione di Laurent Fabius].  E' tempo che l'Occidente si svegli e smetta di sostenere i terroristi.
 Noi in Aleppo siamo disgustati dalla mancanza di imparzialità e obiettività dei mezzi di comunicazione.  Parlano solo di sofferenza e perdita di vite umane nella parte orientale della città, controllata da al-Nosra, gruppo terrorista affiliato ad al-Qaeda, che hanno sempre chiamano "ribelle", il che è un modo per renderlo più rispettabile. E passano sotto silenzio le perdite e la sofferenza quotidiana nei nostri distretti occidentali di Aleppo dovuti ai bombardamenti lanciati da questi terroristi. Non parlano neanche circa il blocco e i tagli totali di acqua ed elettricità che quelli infliggono a noi ...
 I media non dicono nulla dei bombardamenti continui e della carneficina che ha avuto luogo la scorsa settimana, nella parte occidentale della città [dove il dottor Nabil vive], dove nessun quartiere è stato risparmiato e dove ci sono ogni giorno decine di morti. Queste omissioni sono tanto più scioccanti in quanto questi nostri distretti rappresentano il 75% della superficie di Aleppo e hanno 1,5 milioni di persone - contro 300.000 nella parte orientale occupata dai gruppi terroristici.
 Questa informazione monca insinua che i terroristi che ci attaccano sono le vittime. Peggio ancora, i media hanno sviato la nostra richiesta "SAVE ALEPPO" suggerendo che questo appello chiedeva la cessazione delle ostilità da parte delle "forze di Assad". Il che è falso. Inoltre, non ci sono "forze di Assad": ci sono le forze dell'esercito regolare siriano a difesa dello Stato siriano.
Essi [i media tradizionali] potrebbero almeno avere la decenza di parlare della carneficina causata dagli attentati terroristici che hanno mietuto molte vittime. Come è successo di nuovo venerdì scorso, quando uno dei loro colpi ha colpito una moschea nell'ora della preghiera causando 15 morti e 50 feriti tra i civili. Gli attacchi e le perdite che soffriamo vengono presentati [dai media] in modo da lasciare il pubblico nell'incertezza su chi è il vero responsabile di questi crimini.
 Da tre giorni i media stanno accusando il "regime di Assad" e i russi di aver bombardato e distrutto un ospedale sostenuto dalla ONG Medici senza frontiere  ad est della città.  Essi sostengono che "l'ultimo pediatra di Aleppo" è stato ucciso nel bombardamento. Abbiamo ancora molti pediatri in Aleppo.  Ciò dimostra molto bene che, per i media, conta solo la parte orientale occupata dai ribelli, e che i tre quarti della città di Aleppo amministrati dallo stato siriano, dove praticano ancora molti pediatri, non contano.
 L'ospedale MSF menzionato non è nella lista degli ospedali siriani stabilita prima della guerra da parte del Dipartimento della Salute. Quindi, se c'è, è stato installato in un edificio dopo la guerra.  Io non credo che le forze governative o un aereo russo abbiano deliberatamente bombardato un ospedale. Non è nel loro interesse.
 Abbiamo constatato la stessa parzialità, quando il più grande ospedale di Aleppo  Al-Kindi , è stato colpito dai missili terroristici di al-Nosra e intenzionalmente bruciato nel 2013. I media non hanno prestato attenzione a questo atto criminale. Siamo disgustati e rivoltati da questa disinformazione in corso.
Nabil Antaki, 30 aprile 2016 

http://arretsurinfo.ch/alep-linformation-mensongere-continue-par-nabil-antaki/


  Il Vescovo di Aleppo Monsignor Jeanbart :
L’ULTIMO PEDIATRA? ...  Monsignor Jeanbart ha anche criticato l’informazione unilaterale: «Il governo sta cercando di liberare la città dopo che per mesi gli aleppini sono stati bombardati [dai ribelli]. Ovviamente è triste che un ospedale sia stato distrutto. Ma Medici senza frontiere ha dichiarato che l’ultimo pediatra è stato ucciso. Non è vero, ce ne sono molti altri dove più di un milione di persone vivono. Quando sentite parlare delle sofferenze di Aleppo, spesso si parla del regime che attacca i civili controllati dai ribelli. Ma è quasi sempre vero l’opposto. Non sto scusando il regime di Assad, ma non posso permettere che le menzogne continuino a informare il mondo. (…) Noi abbiamo più libertà di coloro che vivono nell’altra [metà di Aleppo]. Fino a quando non attacchi i soldati del governo, puoi anche criticare il governo e non ti succede niente. Ma se fossimo dall’altra parte, verremmo obbligati a convertirci all’islam e saremmo cittadini di serie B, senza diritti».

Missili e razzi lanciati dalla zona sotto il controllo dei ribelli ieri hanno colpito l’ospedale di Dabbi’t, centrando il reparto di ostetricia e uccidendo 17 bambini, oltre che donne e uomini.
    Padre Ibrahim, francescano:
BOMBE SUI CIVILI. ... «È il momento peggiore di Aleppo da sempre», spiega padre Ibrahim. «Abbiamo appena avuto la notizia che un ospedale è stato bombardato: si parla già di 17 vittime. Ma da mercoledì scorso a oggi le bombe cadono sulle moschee, sulle chiese, sulle case, in tutte le zone di Aleppo ovest».
È da anni che la situazione è questa, spiega il francescano, ma ora l’intensità degli attacchi è aumentata. Chi spara? «Sicuramente qui nella parte ovest, chi ci colpisce non è l’esercito, che ci difende, ma sono le milizie che non hanno accettato la pace». Si tratta «sicuramente» di un «bombardamento fondamentalista e terrorista: sono bombardamenti non contro obiettivi militari, protetti, ma contro obiettivi civili indifesi come scuole, chiese, ospedali. Un modo di terrorizzare la gente e usare questo terrore come carta da giocare nelle trattative».
STRUMENTALIZZAZIONI. Sui media internazionali è stata data la notizia che è stato colpito un ospedale pediatrico da missili russi o dell’esercito di Assad. È vera questa notizia? Cosa è accaduto? Padre Ibrahim ammette di non avere certezze sull’accaduto, di certo, sottolinea, «quando viene colpito un ospedale con bambini e donne ricoverate, questo non può essere che un crimine di guerra a cui siamo al cento per cento contrari». Quel che può dire il francescano è che si tratta di quella parte della città «dove ci sono i miliziani di al-Nusra (il nome locale di al Qaeda, ndr): si è detto che era un ospedale da campo dove curavano i terroristi feriti in azione di guerra». La Chiesa, prosegue, è contro ogni tipo di bombardamento su civili innocenti, «ma sappiamo che ci sono diverse strumentalizzazioni delle informazioni».

i Salesiani di Damasco donano il sangue per Aleppo
   Il vescovo di Aleppo, monsignor Audo:
... Eccellenza, qual è la situazione ad Aleppo? La settimana scorsa il bombardamento degli ospedali, ogni giorno nuovi attacchi...  «La situazione è drammatica: la città divisa in due, a ovest i governativi e a est i ribelli asserragliati nella città vecchia. L'80% della popolazione è senza lavoro. E i bombardamenti durano da mesi. Ma sull'ospedale vorrei dire una cosa: bisogna fare attenzione, i media occidentali parlano di Siria solo quando attacca l'esercito di Assad. Quando sparano i ribelli non ne parla nessuno. Venerdì scorso i gruppi armati dell'opposizione hanno bombardato una moschea facendo 250 fra morti e feriti. Ne avete sentito parlare?» 
Ci sono due pesi e due misure? «Certo: per l'Occidente Assad uccide i bambini e i pediatri, mentre i ribelli islamisti sono degli angeli» 
Chi paga per tutto questo? «I soldi vengono dall'Arabia Saudita, i miliziani sono armati e addestrati in Turchia».
Quindi la coalizione che combatte Isis in realtà finanzia la jihad?   «Esattamente. Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele, secondo un accordo ben orchestrato. Ma sono loro dietro tutto: hanno i loro interessi, che difendono tramite intermediari come la Turchia, l'Arabia, il Qatar»
Sono parole molto pesanti.  «Eppure sono rapporti geopolitici chiari. I nodi sono due: la volontà di Israele di sopravvivere e quella statunitense di imporre la propria supremazia economica. Questi obiettivi sono intrecciati e per raggiungerli si punta a dividere gli avversari. Guardi cosa hanno fatto con Saddam e cosa hanno provato a fare con Assad».

lunedì 2 maggio 2016

"Aleppo sta bruciando!" : il grido e l'affidamento dei Cristiani

Dichiarazione dall'Assemblea dei Vescovi Cattolici in Aleppo



"Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che con la sua grande misericordia ci ha generato in una speranza viva mediante la Risurrezione di Gesù Cristo dai morti". (1Pt 1,3).

          Con queste sante parole, ci rivolgiamo a voi figli amati, e con voi il nostro cuore emana dolore e sofferenza, per la violenza che la nostra amata città subisce, Aleppo, la città dei martiri, i cui abitanti rimasti con pazienza e dolore, non meritano se non tutto il bene. Perciò non lasciamoci vincere dalla tristezza e dalla disperazione, perché noi siamo figli della Risurrezione, figli della Speranza, crediamo fermamente che queste sofferenze non accadranno invano, ma, sull'esempio dei Santi e dei Martiri, le facciamo partecipi con la Passione di Cristo, perché diventino sofferenze santificate e santificanti, per la pace in Siria e la salvezza della nostra città. Questo è il significato più importante della nostra rimanenza in Aleppo.

Rivolgiamo il nostro grido alle coscienze di chi progetta e di chi esegue questa guerra, dicendo: per amor di Dio BASTA! Per misericordia degli uomini BASTA! Per il grido del sangue dei bambini e dei martiri che sale a Dio BASTA! Per le lacrime delle madri in lutto BASTA! Per i dolori dei feriti BASTA! Per i senza tetto BASTA! Per quelli che non sono più in grado di nutrire i loro figli BASTA! Non è giunta l'ora dei fatti e non delle parole? Della risurrezione e non della morte in tutte le sue forme?

Annunciamo con voi figli amati, il rinnovo della consacrazione della nostra città di Aleppo, al Cuore Immacolato di Maria, Lei che aveva chiesto nelle sue apparizioni a Fatima la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato per ottenere la pace.
Cogliamo l'occasione del mese Mariano, domandando a tutti voi di offrire le preghiere, e specialmente il Rosario, nelle nostre chiese per questa intenzione; convertiti a Dio, e supplicando l'intercessione di Maria Vergine, Regina della pace, mettiamo il nostro paese Siria e la nostra città Aleppo sotto la Sua protezione.

            Chiediamo l'eterno riposo ai martiri e la pronta guarigione ai feriti, e la Pace di Dio sia con tutti voi.

Aleppo, 30 Aprile 2016

L'Assemblea dei Vescovi Cattolici in Aleppo

 Parole di un fratello Marista che vive ad Aleppo

" Tessere una tela di misericordia... "

Vergognatevi mezzi di comunicazione...
non tessete che odio... la violenza e la morte...
Tacete voi mezzi di comunicazione che festeggiate l' 8 MAGGIO 2016 la vostra giornata mondiale...
Faccio tutti i giorni l'esperienza della vostra menzogna...
Io vivo ad Aleppo..
Sono sicuro che siete voi che ci fate la guerra... Siete voi a decidere il nostro futuro.. Voi decidete della nostra vita... voi decidete della nostra morte...
Voi create l'evento della guerra dissimulata in termini pacifici... democratici e umani...
State zitti... Fateci decidere il nostro destino...
State zitti, non vi verrà consegnato il nostro segreto... la nostra volontà di vivere...
State zitti... non manipolate le immagini del nostro quotidiano...
Noi siamo un popolo che sceglie di vivere e voi, siete dei mercanti di morte...
Noi siamo un popolo che sceglie di vivere in pace e voi siete delle macchine distributrici di guerra...
Noi siamo un popolo che sceglie di essere e voi, siete in cerca di maimón...
Noi siamo un popolo che sceglie la misericordia e voi, voi siete in cerca di sangue e di vendetta...
Noi siamo un popolo che ama un solo Dio e voi, voi siete degli adoratori degli dei...
Noi viviamo nella verità e voi non vivete che della menzogna...



Messaggio di fra Ibrahim Alsabagh ad una amica:


"Amica mia, ho appena saputo che le bombe hanno ucciso due dei nostri amici: un ragazzo e un bambino. Il piccolino chiamava Said. I missili degli jihadisti non ci danno tregua. Ci sono morti ovunque, non riusciamo a raggiungere tutti. Tante famiglie se ne stanno andando, fuggono lungo la costa. So che noi frati dobbiamo rimanere per aiutare la nostra gente e so che la nostra amicizia è più forte della morte. Ce lo ha insegnato Gesù e per questo non scappiamo. Oggi però non riesco a sorridere, oggi non ce la faccio" 


Padre Ibrahim, Aleppo. 2 maggio 2016

sabato 26 marzo 2016

Cos'è questa Speranza che voi proclamate?

Ai nostri lettori e amici auguriamo buona e Santa Pasqua, 
riproponendo la lettera dei fratelli Maristi di Aleppo


La forza invincibile della compagnia di Gesù è la vittoria possibile oggi, in ogni circostanza.
"Oggi è la festa della nostra Speranza" 
( papa Francesco, omelia della veglia pasquale)
Christus vincit!

“Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile. Alla potenza del Signore risorto  affidiamo i colloqui in corso, affinché con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino”. (Papa Francesco Urbi et Orbi Pasqua 2016)


Lettera da Aleppo n° 25
dai Maristi Blu,
13 marzo 2016


Fa bel tempo in questa domenica mattina di marzo, un cielo blu, un sole radioso che riscalda: il cessate il fuoco entrato in vigore da due settimane ha spinto la gente all'ottimismo .
Nei primi giorni esso è stato rispettato: il cinguettio degli uccelli al risveglio ha sostituito il rumore delle bombe. L' elettricità e l'acqua sono ritornate per due giorni, dopo un'interruzione totale di parecchi mesi. Gli abitanti di Aleppo hanno trascorso notti bianche a fare il bucato, farsi un bagno, a riempire i serbatoi di acqua per la paura che l'approvvigionamento di acqua e di elettricità sia solo temporaneo come già è successo più volte nel passato . Purtroppo la ripresa non è durata che pochi giorni. Poi i cecchini hanno ripreso il loro sporco lavoro uccidendo civili innocenti . Poi i colpi di mortaio hanno ricominciato a piovere su alcuni quartieri, il gruppo terrorista che tiene la parte est della città non essendo interessato alla tregua. L'approvvigionamento di acqua e di elettricità è stato di nuovo interrotto. Anche se dovrebbe essere ripristinato, gli aleppini sanno che il regime di razionamento ricomincerà, l'acqua verrà erogata un giorno alla settimana e l'elettricità due ore al giorno. Malgrado tutto, questa mattina, tutti hanno il sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore.

In questi ultimi tempi, gli avvenimenti si sono susseguiti: l'esodo dei Siriani a centinaia di migliaia verso l'Europa che causa tensioni tra i paesi europei e tra gli abitanti di uno stesso paese; l'offensiva dell'armata siriana nel governatorato di Aleppo per liberare la nostra città assediata da tre anni e mezzo dal gruppo terrorista al Nusra; il cessate il fuoco proclamato, ma non sempre rispettato, in vigore da 15 giorni: esso riguarda lo Stato siriano e un centinaio di gruppi ribelli ma non i due principali considerati unanimemente come terroristi; il taglio dell'unica strada ( attaccata dai gruppi armati ) che collega Aleppo al resto del paese per la durata di otto giorni ha avuto come conseguenza l'interruzione dell'approvvigionamento della città dei prodotti essenziali, e ciò a pochi giorni dal triste quinto anniversario dell'inizio della guerra in Siria.

Questo è l'inizio della fine dell'incubo? Il cessate il fuoco è il preludio a una soluzione politica prossima? I paesi occidentali, sommersi dai milioni di rifugiati, hanno deciso di accelerare la soluzione politica per fermare il flusso migratorio? Ci lasceranno finalmente vivere di nuovo in pace tra noi, siriani, come l'abbiamo fatto per secoli? Bisogna essere ottimisti e sperare, o realisti e aspettare? Queste domande, per il momento senza risposte, i siriani in generale e gli aleppini in particolare se le pongono per tutto il giorno.

Nel frattempo, noi, i Maristi blu, continuiamo il nostro lavoro di solidarietà con le famiglie sfollate e/o senza risorse. Rami, uno dei nostri volontari, mi domandava l'altro giorno: “ perché voi insistete a dire che noi siamo un'associazione di solidarietà e non un organismo umanitario?” La risposta è ovvia. Per noi, Maristi blu, i beneficiari non sono dei numeri su degli elenchi; essi non sono esseri virtuali da sfamare, da accogliere e da curare; essi hanno un nome. Dietro ad ogni nome, c'è un volto, c'è una persona umana con il suo passato, spesso infelice o in lutto, con i suoi drammi, le sue sofferenze, i suoi sogni spezzati, il suo futuro ipotecato; una persona che ha anche dei desideri e dei progetti. Noi vogliamo stabilire con loro un rapporto che permetta ad essi di mantenere, nonostante tutto, la loro dignità, la loro umanità ed una certa speranza.

La famiglia di S.B. non è un numero. Ha ricevuto, un mese fa, una granata nel suo appartamento; Soubhi ha avuto una frattura del cranio e del braccio ed ha perduto il suo naso. Sua moglie Gina ha perduto gli occhi e le palpebre e tutte le ossa del viso: questo non è che un magma di carne bruciata; e il loro figlio è stato ucciso sul colpo.

La famiglia H.R. non è solamente una “beneficiaria”. Essa ha un passato doloroso, un presente troppo difficile e un avvenire incerto. La mamma Lina e i suoi nove figli, sfollati e sistemati in una carcassa di palazzo, dentro una camera senza muri e senza sanitari, sono delle persone umane. Il marito è scomparso da mesi. Per sopravvivere, i figli più grandi raccolgono la plastica e il cartone per venderli per il riciclaggio e i più piccoli raccolgono il pane dai bidoni della spazzatura per seccarlo e venderlo come alimento per il bestiame.

M.K., vedova, madre di cinque figli, due volte sfollata, il marito ucciso da un cecchino all'inizio della guerra, una delle sue due figlie morta un anno fa a seguito dell'esplosione di una granata, un figlio studente in medicina che cerca faticosamente di studiare nella cantina in cui abitano. M. o sua figlia vengono a piedi tutti i giorni a casa nostra (due ore per andata e ritorno ) per prendere un pasto caldo per la famiglia. Forse che M. è solo un numero sulla lista dei beneficiari del pasto di mezzogiorno? Non ha forse bisogno che la si guardi con amore, che la si ascolti con rispetto e che la si accompagni con discrezione?

Questi sono alcuni esempi, tra molti altri, dei drammi vissuti dalle famiglie sfollate e/o senza risorse che sono supportate dai Maristi blu.

I nostri diversi progetti continuano e si sviluppano

Abbiamo creato un nuovo “ Paniere” per 244 nuove famiglie che abbiamo accettato di prendere in carico su richiesta di un'associazione che non ha più i mezzi per proseguire la sua attività. In totale sono 800 famiglie sfollate che ricevono un aiuto mensile: un cesto alimentare sostanzioso, un cesto sanitario completo, e recentemente il costo per un abbonamento mensile a “1 AMPERE” presso i generatori privati che sono spuntati ovunque in città per supplire l'elettricità “ufficiale” che non è più fornita. Per Pasqua, ogni famiglia riceverà un buono per l'acquisto di un chilo di carne, genere diventato talmente costoso che le nostre famiglie non possono pagarlo.

I Maristi blu per l'alloggio degli sfollati” prosegue il suo aiuto per ospitare le famiglie in piccoli appartamenti: 150 famiglie sono già state soccorse, alcune da tre anni.
Vestiti, materassi, coperte, taniche di acqua e utensili da cucina sono forniti su richiesta quando c'è un bisogno. Un pasto caldo è distribuito tutti i mezzogiorno a 550 persone.

L'interruzione totale dell'approvvigionamento di acqua ci ha spinto a comprare un quarto furgone. Dotati di un serbatoio, di un piccolo generatore, di una pompa e un tubo, fanno il pieno del loro serbatoio di acqua alle centinaia di pozzi artesiani un po' ovunque in città e poi vanno a percorrere la città per riempire i serbatoi di 250 a 500 litri che abbiamo fornito alle nostre famiglie, Questo progetto, “Ho sete” è molto apprezzato dalle famiglie.

La disoccupazione, l'aumento vertiginoso del costo della vita e gli spostamenti fanno sì che la maggior parte degli aleppini non abbia più i mezzi per curarsi. Con il progetto medico dei Maristi blu aiutiamo le famiglie a comperare una ricetta, a pagare il costo delle radiografie o degli esami di laboratorio, a pagare le spese dell'ospedalizzazione per un trattamento o per una operazione chirurgica: un centinaio di cure mediche sono finanziate ogni mese da noi.

Il nostro programma “Civili feriti di guerra”, grazie al volontariato di medici e chirurghi e alla cooperazione delle suore di San Giuseppe dell'Apparizione, continua a curare gratis i civili feriti di guerra nell'ospedale Saint Louis.

Il nostro progetto “ Goccia di latte”, distribuisce ogni mese del latte in polvere a 2700 bambini da 1 a 10 anni e del latte per neonati a 275 bebè di meno di un anno che non sono allattati al seno dalle loro mamme. Presto inizieremo un nuovo progetto “I Maristi blu per l'eliminazione dell'analfabetismo”. Di fatto, avevamo constatato che gli adulti di molte famiglie sfollate non sapevano né leggere né scrivere, Questo progetto permetterà loro di sfruttare questo periodo di guerra, di disoccupazione, di vuoto, per il proprio sviluppo.
“Imparare a crescere” per i bambini da tre a sei anni; “ Voglio imparare” per i bambini da 6 a 13 anni e Skill School per gli adolescenti, proseguono il loro percorso con un numero sempre maggiore di richieste di iscrizione da parte dei genitori o dei giovani.

Quanto al nostro centro di formazione, il MIT,  i suoi seminari sono molto apprezzati. Purtroppo non possiamo accettare che 20 candidati su 50- 60 richieste di iscrizione per ogni workshop. Ne facciamo due al mese, della durata di tre giorni, destinati a giovani adulti da venti a quarant'anni per consentire loro di acquisire delle conoscenze e su vari argomenti, come, recentemente, “ come realizzare un PowerPoint ... Come utilizzare il programma Excel ... Come valutare il rendimento di un progetto” , eccetera.

La nostra equipe di direzione, i nostri 50 volontari, i nostri dipendenti, i medici, in breve tutti i Maristi blu lavorano alacremente perché tutti questi progetti siano pensati, pianificati, guidati ed eseguiti nel miglior modo possibile: in una maniera Marista. Vale a dire: conoscere “ i beneficiari”, trattarli sempre con rispetto e amore, ascoltarli nel bisogno ed essere per loro una fonte di speranza. Noi vi dobbiamo molto, cari amici, che ci sostenete con i vostri messaggi di solidarietà, le vostre preghiere e le vostre donazioni.

Presto festeggeremo la Pasqua, la festa della resurrezione, la festa della Speranza. Rami, ancora lui, mi ha interrogato dicendomi: che cos'è questa speranza che voi proclamate mentre noi viviamo da cinque anni nel buio più completo? Gli ho risposto: per noi, i Maristi blu,
“ Sperare è rimanere attaccato quando tutto trema
è accettare il rischio quando tutto è consegnato.
È proporre una presenza quando tutto è non-senso.
Sperare è rimanere abitato dall'amore,
nutrito dalla tenerezza,
animato dalla pace.
Sperare è andare avanti quando tutto sembra bloccato
quando tutto sembra finito
quando tutto è condannato.
È vivere al limite, alla frontiera, all'estremo
di una scelta essenziale:
“ Non temere niente,
Io ti porto nel palmo della mia mano
Io faccio di te il mio amico”.

Sperare è dire Magnificat
Tu sei nella mia vita
e io sono nella tua
un eterno poema di Amore.
È la Speranza che ci aiuta a superarci nel dono e nella dedizione, ad amare di più di quanto potessimo immaginare, a credere con tutto il nostro cuore e non solamente con tutta la nostra ragione.

La Speranza vuol dire che Gesù che si è incarnato e morto sulla croce per noi, è risuscitato, ed Egli vive in noi.

Dopo la sua resurrezione, Gesù mandò a dire ai suoi discepoli che lo attendessero in Galilea. I discepoli erano tristi e disperati perché Gesù era morto. Essi avevano perduto ogni speranza. Il loro appuntamento in Galilea, con Gesù resuscitato, ha dato loro la Speranza. Hanno saputo che dopo la morte c'è la resurrezione, e dopo le tenebre ci sarà la luce”.

Buona Pasqua!
Nabil Antaki
per i Maristi Blu

E' possibile sostenere uno dei progetti dei Maristi Blu di Aleppo inviando il contributo a  AIULAS-Aiutiamo la Siria :  http://www.aiulas.org/i-nostri-progetti-1/gasolio-per-aleppo/

domenica 13 dicembre 2015

"Un domani che non arriva. Noi osiamo essere insieme fino in fondo": da Aleppo i Maristi

Con la benedizione del Signore, è stata aperta la Porta santa ad Aleppo, nella Chiesa di S. Francesco D`Assisi. Il Celebrante era Mons. George Abou Khazen con la presenza dei vescovi dei vari Riti orientali e con la presenza di un numero elevato di Sacerdoti che hanno poi partecipato alla santa Messa.  Abbiamo iniziato nella Cappella maronita poi siamo arrivati alla Chiesa latina in processione fra i canti e gli inni di lode.   All`entrare dalla porta, i partecipanti hanno riempito la chiesa che si vestiva dei colori di viola e di bianco.

Nella sua Omelia, Mons. George ha illuminato i presenti con il significato del Giubileo e ha spiegato il Logo del Giubileo appeso nella Chiesa, sotto lo sguardo di tutti.

Nonostante che Aleppo viva in questi giorni dei momenti assai difficili a causa dei lanci di missili sulle abitazioni, la Celebrazione ha dato una grande consolazione nei cuori che si manifestava nel brillio negli occhi di tutti, iniziando dai vescovi fino a tutti i laici.
La nostra festa è grande e così anche la nostra gioia perché il Nostro è un Padre misericordioso che elargisce il suo perdono a tutti.


Dai Maristi: 

Questa mattina fa freddo ad Aleppo, un freddo quasi glaciale e noi non possiamo riscaldarci per la mancanza di gasolio… Siamo completamente senza elettricità da più di 50 giorni. Fortunatamente l’acqua, severamente razionata, è tornata dopo un’interruzione di diverse settimane. L’unica strada che collega la città al mondo intero è stata riaperta dopo un blocco di 13 giorni.
Ieri pomeriggio, A.H., un bambino di 9 anni è venuto da noi. Ha impiegato più di un’ora per arrivare. E’ il decimo di una famiglia con 12 figli. Voleva del pane. Sua madre l’ha mandato perché noi gliene dessimo. Non cessava di ripetere: “Spero di non restare deluso”. Non lo sarà. Ritornerà felice. Come lui molti bambini vivono in una situazione precaria: freddo, fame, salute minacciata, insicurezza….
Il 20 novembre il mondo intero ha celebrato la Giornata internazionale dei diritti del bambino. I bambini di Aleppo, come molti bambini del mondo, soffrono le atrocità della guerra nel momento in cui i grandi di questo mondo cercano i loro interessi. Che dire? Che fare? Come sostenere tanti e tanti bambini nella miseria? Come offrire a questi bambini un appoggio psicologico, umano e spirituale che permetta loro di vivere pienamente la loro infanzia?
Abbiamo scelto di assicurare loro un’educazione di qualità, un’educazione nell’autentica tradizione marista, un’educazione che secondo l’auspicio del nostro fondatore san Marcellino Champagnat, fa del bambino nel futuro “un virtuoso cittadino e un buon credente”.
Mentre discutevo, una giovane volontaria mi pone una domanda: “Perché sto perdendo i migliori anni della mia vita? Perché non sono come tutti i giovani del mondo? Perché non ho il diritto di vivere pienamente la mia giovinezza? E’ questa la volontà di Dio? Perché non risponde alle nostre preghiere e alle nostre suppliche? Malgrado tutta la nostra fiducia in Lui, non vediamo la fine di questo tunnel…”
Che risposta dare, a lei e a tanti giovani? Ascoltarli, sostenerli, cercare di balbettare delle parole di fiducia e di fede. Non è sempre facile!
I nostri giovani vivono angosciati…cercano di partire…di lasciare questo inferno senza scampo…I genitori vengono a chiedere consiglio…Cosa dire? Che risposta dare quando il quadro appare sempre più minaccioso e angosciante. Nel cielo di Aleppo, come nel cielo di tutta la Siria, terra di pace e civilizzazione, le grandi potenze si affrontano…Uomini di ogni razza e nazione, armi, aerei…Il nostro paese è diventato una terra e un cielo di scontri.
I genitori sono anch’essi tormentati. Molte delle loro famiglie o dei loro amici si sono già stabiliti altrove, in un altro paese, in un’altra città siriana. Quale futuro li aspetta?
Alcuni amici mi domandano talvolta” Tu, Frère, vuoi restare, non hai voglia di lasciare, partire, andare a vivere in un’altra comunità altrove, lontano da questa situazione drammatica?”
La mia risposta è molto semplice :
” Per noi Maristi blu,
Vivere ad Aleppo è accettare il rischio di attendere…
Attendere la pace, Attendere il ritorno alla vita
Attendere la nascita della civiltà dell’amore…
In questo tempo di attesa, in questo tempo dell’Avvento, per noi tutto assomiglia all’attesa di più di 2000 anni fa.
Un’attesa piena di domande.
Un domani che non arriva.
Noi osiamo essere insieme fino in fondo.”
E’ vero che molte famiglie attorno a noi partono, sono erranti come la coppia e il loro figlio di 2000 anni fa. Essi andavano per le vie del mondo alla ricerca di non si sa quale paese sicuro. Lungo la loro strada scoprono che la sola certezza che potevano vivere è la loro fede in Dio”.
Al giovane che un giorno mi ha chiesto: “Frère, stiamo vivendo la fine dei tempi?” io ho risposto ”spero che stiamo vivendo la fine dei tempi dell’odio”.


Parlare della paura è parlare di Aleppo o di qualunque altra città della Siria…
Parlare della paura è parlare di uomini e donne angosciati ad ogni sorgere del giorno
Noi abbiamo scelto di restare accanto al popolo siriano che soffre, di servirlo, di testimoniargli l’amore di Dio, di essere dei testimoni della luce in un tempo di oscurità, testimoni della pace in un tempo di violenza inaudita.


Le nostre attività continuano…
I Panieri alimentari sono distribuiti ogni mese senza interruzione.
In occasione delle varie feste (Aid Al Adha e Natale), abbiamo anche distribuito scarpe e vestiti a tutti gli adulti e a tutti i bambini delle famiglie di cui ci occupiamo.
Il nostro progetto “goccia di latte” prosegue. Consiste nella distribuzione a tutti i bambini al di sotto dei 10 anni di età di latte in polvere o latte per i neonati.
Rispondiamo positivamente a ogni domanda di aiuto per l’ affitto. Il nostro progetto aiuta completamente più di 100 famiglie sfollate.
Attraverso il nostro programma di aiuto sanitario, offriamo sostegno molti malati che si sono rivolti a noi per un trattamento medico o per operazioni chirurgiche.
Il progetto “Feriti civili di guerra” continua a salvare la vita di numerose persone ferite dalle esplosioni dei colpi di mortai che cadono quotidianamente sui quartieri di Aleppo.
Il nostro centro di formazione, il M.I.T., che riscuote molto successo ha lanciato il suo nuovo programma per i prossimi due mesi.
I tre progetti educativi e di sviluppo “Voglio imparare” “Imparare a crescere” e “Skill School” stanno per giungere alla fine del primo semestre con molte attività che rispondono ai bisogni dei bambini o degli adolescenti.


Vorrei terminare la mia lettera con queste parole dell’Abbé Pierre:
Io continuerò a credere, anche se tutti perdono la speranza.
Io continuerò ad amare, anche se gli altri distillano odio.
Io continuerò a costruire, anche se gli altri distruggono.
Io continuerò a parlare di pace, anche nel bel mezzo di una guerra.
Io continuerò a illuminare, anche in mezzo alle tenebre.
Io continuerò a seminare, anche se gli altri calpestano il raccolto.
E io continuerò a gridare, anche se gli altri tacciono.
E io disegnerò sorrisi sui volti in lacrime.
E porterò sollievo, quando si vedrà il dolore.
E offrirò motivi di gioia dove c'è solo tristezza.
Inviterò a camminare colui che ha deciso di fermarsi ...
E tenderò le braccia a coloro che si sentono esausti. "
(Abbé Pierre)


Buon cammino verso Natale!
Con voi, noi scegliamo la vita.


Per i Maristi Blu
Fr. Georges Sabe

giovedì 17 settembre 2015

Banalizzazione dell'orrore: lettera dai Maristi di Aleppo. Testimonianza di mons Audo: "Interessi internazionali dietro la distruzione della Siria"

Aleppo ha passato un giorno e una notte d'inferno ieri
con un bombardamento continuo  dei quartieri popolari
dai gruppi armati di al Nusra.

Bilancio: 33 morti tra cui 17 bambini,
159 feriti gravi

Aleppo - 8 settembre 2015 - 
Lettera n° 23


Se non vi scriviamo con la solita frequenza le nostre lettere da Aleppo, anche se voi, amici nostri, continuate a chiederci notizie, è perché pensiamo che la ripetizione della denuncia dei crimini commessi e delle sofferenze patite dai siriani, rischia di diventare una banalità. Abbiamo paura che, a forza di leggere le atrocità che vengono commesse in Siria, voi perdiate la capacità di indignarvi, rassegnandovi ad accettare l'inaccettabile, e in questo modo noi diventiamo un po’ responsabili della banalizzazione dell'orrore. Tuttavia, non possiamo non raccontare e condividere con voi le sofferenze del nostro popolo. 

Aleppo manca di acqua e gli abitanti hanno sofferto molta sete e molto caldo quest’estate. Non era a causa della siccità o dell'abbassamento del livello dell'acqua nell'Eufrate. La stazione di pompaggio esiste e non è stata distrutta. I depositi d’acqua sono pieni. L'acqua che vi si trova viene dispersa quotidianamente nella natura piuttosto che essere pompata nelle condotte d’acqua della città. Siamo stati lasciati alla mercé di bande armate che hanno deciso di lasciarci senza acqua (con 40 gradi all'ombra) durante molte settimane. Le file di attesa sono molto lunghe davanti ai rubinetti alimentati dai pozzi che normalmente si trovano nei giardini pubblici, le chiese e le moschee, per potere riempire bidoni, bottiglie e secchi. Per regolare questo problema, le autorità non hanno trovato altra soluzione che decidere di trivellare 80 pozzi che, assieme ai pozzi esistenti, avrebbero potuto fornire la quantità minima di acqua per una popolazione di 2 milioni di abitanti. Aleppo è diventata un gruviera per l’enorme quantità di pozzi e gli Aleppini cominciano a dimenticare che cos’è l'acqua corrente poiché devono andare ai pozzi per cercare l'acqua. Un anno fa, per questo crimine, molti di voi avevano protestato ed i vostri media ne avevano parlato. Oggi, con la ripetizione continua di questo crimine, nessuno ne parla più, non fa più notizia. 

Aleppo manca di elettricità, non ci viene più fornita. Quando siamo fortunati l’abbiamo per un’ora al giorno. Due anni fa, quando l’avevamo per 4 ore al giorno, avevate protestato contro i gruppi armati alleati dei vostri governi che interrompevano intenzionalmente la fornitura dell’elettricità. Da allora le cose sono peggiorate, ma non se ne parla più, perché questo è diventato un tema banale ed ordinario. 

Un anno fa, quando i barbari hanno cominciato a distruggere i siti archeologici in Iraq e in Siria, patrimonio dell'umanità e memoria della nostra storia, ci sono state delle proteste. Da allora “costoro” continuano a distruggere i tesori della Siria; i due principali templi di Palmira, gioielli del deserto siriano sono stati gli ultimi ad essere distrutti. “Questa gente” vuole eliminare tutto ciò che ricorda la storia multimillenaria del paese. Vuole che la Storia sia fatta solo da loro e nessuno osa dire niente. Anche questo è diventato banale. 

Sgozzano degli esseri umani. Avete protestato un anno fa quando hanno sgozzato alcuni occidentali. Purtroppo non erano i primi! Centinaia di siriani erano già state vittime di questa barbarie. Molto altri hanno subito la stessa sorte; l'ultimo, in ordine di tempo, è stato il direttore archeologico della zona di Palmira, uno scienziato di 82 anni, ma le proteste sono state poche. Banalizzazione! Sgozzare un essere umano come si sgozza una pecora! 

“Costoro” hanno rapito centinaia di cristiani e di Yezidis in Iraq. Questo è accaduto quasi un anno fa. Vi siete indignati ed i vostri dirigenti hanno protestato facendo delle dichiarazioni altisonanti è stata una bolla di sapone. In seguito “questa gente” ha rapito centinaia di cristiani assiri da Hassake e altri da Quariatayn al centro della Siria. Nessuno ha protestato. Questo è diventato normale, banale, non colpisce più; ed allora, direte, se dovessimo indignarci anche perché vendono le donne come schiave ecc, ecc le nostre lamentele non finirebbero più. 

La Siria si svuota del suo popolo, soprattutto dei suoi cristiani. Sono diventati i “profughi” che vi danno tanto fastidio. Fareste bene ad ascoltarli mentre raccontano le loro sofferenze ed i pericoli che affrontano per passare clandestinamente in Europa. Ma, non hanno che da rimanere a casa loro, qualcuno dirà! Ma a casa loro c’è l'inferno, c’è il caos, c’è la morte. Non sono dei migranti come amate chiamarli per alleggerire la vostra coscienza, sono dei profughi; e poi, se i rifugiati vi disturbano così tanto, la prossima volta, prima di scatenare una guerra a casa loro, pensateci bene! Nel frattempo, fermate quella che avete scatenato in Siria e vedrete che il flusso dei profughi che vi disturba si prosciugherà perché le persone preferiscono restare a casa loro e conservare la loro dignità. Non dobbiamo dimenticare le migliaia di profughi che sono morti annegati o asfissiati. Vi siete indignati solamente quando i vostri media vi hanno mostrato l'immagine straziante del piccolo Aylan su una spiaggia turca. Bisognava farlo prima, e anche adesso, dopo questo dramma. Ma, morire in mare, questo è diventato talmente banale! 

Davanti a tante miserie, sofferenze, morti, distruzioni e drammi, noi Maristi Blu, non potevamo restare a braccia conserte. Noi denunciamo, attiriamo l'attenzione, rifiutiamo ciò che non si può accettare, protestiamo, informiamo ed agiamo. Alcune delle famiglie profughe che aiutavamo e le famiglie di alcuni volontari sono fuggiti dalla Siria per l'Europa con mezzi illegali passando in maniera clandestina le frontiere o solcando il mediterraneo. Quando vengono a chiedere consiglio noi non abbiamo lezioni da dare né rimproveri da fare. È già un eroismo avere resistito durante quattro anni e mezzo in questa situazione. Tutt’al più, preghiamo affinché arrivino sani e salvi senza soffrire troppo.


Di fronte alla crisi dell'acqua, abbiamo lanciato un SOS sei settimane fa. Tre associazioni occidentali amiche hanno risposto generosamente alla nostra chiamata. Abbiamo potuto acquistare 3 camioncini che abbiamo attrezzato di serbatoi da 1000 a 2000 litri di acqua, di una pompa e di un piccolo generatore. Abbiamo acquistato anche dei serbatoi di 250 litri che abbiamo sistemato presso le famiglie rifugiate. Abbiamo iniziato così un nuovo programma “Ho Sete”. Noi riempiamo parecchie volte al giorno i serbatoi dei camioncini attingendo dai pozzi artesiani di una chiesa ed andiamo a riempire i depositi delle famiglie rifugiate o dei nostri volontari.
Il progetto “goccia di latte” che consiste nel distribuire a tutti i bambini con meno di 10 anni del latte in polvere o del latte per lattanti ha ormai 5 mesi di vita. I genitori sono molto riconoscenti per questa iniziativa e così i bambini possono crescere normalmente nonostante la guerra.
Continuiamo ad aiutare le famiglie dei profughi che non hanno nulla per sopravvivere, grazie ai “cesti alimentari” mensili che distribuiamo assieme ai vestiti. Aiutiamo anche le famiglie costrette a fuggire a trovare un alloggio. Partecipiamo alle spese delle operazioni chirurgiche o dei ricoveri in ospedale per coloro che non hanno i mezzi per farlo. Continuiamo a distribuire a mezzogiorno dei pasti caldi.
Il nostro programma dei “Feriti di Guerra” prosegue. Cura gratuitamente e salva della morte i feriti gravi colpiti dalle granate o dai proiettili e questo avviene nel miglior ospedale privato di Aleppo. 
La fine dell'anno scolastico non ha segnato l'arresto delle nostre attività pedagogiche. Quest’estate, come ogni estate, abbiamo organizzato parecchie “campi estivi” per i bambini dei nostri differenti progetti, in particolare per quelli di “imparare a crescere” e “voglio imparare”. “Magic Bus 1”, “Magic Bus 2” e “I love Summer” hanno fatto la gioia dei bambini che hanno trascorso alcune settimane di felicità e di gioia dimenticando la guerra e gli stenti. “Skill School” ha proseguito le sue attività con gli adolescenti che hanno approfittato delle vacanze scolastiche per vivere dei momenti molto belli.
Il nostro “M.I.T” funziona bene e malgrado la guerra e soprattutto il caldo torrido di quest’estate, le domande di partecipazione sono state più del solito. 

Oggi un giornalista canadese mi ha chiesto, durante un'intervista radiofonica, ciò che avrei desiderato dire ad un cittadino europeo o americano. Voglio condividere con voi la risposta che gli ho dato: “Innanzitutto non perdete la vostra capacità di sdegno davanti al dramma della Siria e le sofferenze del popolo siriano, denunciate gli atti barbarici, non abituatevi all'orrore, evitate che la ripetizione delle denunce faccia dimenticare i fatti. Dichiarate la vostra solidarietà con le persone che hanno fame e sete che sono malati o feriti, rifugiati o profughi, sulle strade o in mezzo al mare. Considerate i profughi come degli esseri umani che fuggono la guerra e la morte e non dei migranti che vengono da voi per vivere meglio. Siate generosi di cuore ed ospitali.  
Poi, informate, lottate contro la disinformazione praticata da certi media, fate pressione sui vostri governanti ed i vostri responsabili affinché cambino la loro politica per arrivare ad una soluzione del dramma siriano e salvare ciò che può essere ancora salvato. Poi, e solamente poi, date generosamente per aiutare e soccorrere”. 

Vi lascio trasmettendovi i saluti ed i ringraziamenti di tutta l’equipe dei “Maristi Blu”. 
Nabil Antaki , a nome dei Maristi Blu
Aleppo, settembre 2015 




Mons. Audo: "Interessi internazionali dietro la distruzione della Siria"

La drammatica testimonianza dell'arcivescovo caldeo di Aleppo, che accusa in particolare la Turchia di foraggiare i terroristi. E ai cristiani siriani dice: "Non abbandonate il Paese"

ZENIT,   
“L’Europa non si può accontentare di fornire o di proclamare accoglienza ai profughi, perché la maggior parte di loro vuole rimanere nella propria terra”. Parole che Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, ha pronunciato stamattina aprendo la conferenza “Cristiani di Siria: aiutateci a rimanere”, organizzata da Acs presso l’Associazione Stampa Estera. Parole che sintetizzano il messaggio lanciato da mons. Antoine Audo, arcivescovo caldeo di Aleppo, invitato a raccontare la situazione che si vive nel suo Paese devastato dalla guerra.
Era il 2011, quando i primi vagiti di questo devastante conflitto suggerivano ai cristiani siriani una sinistra premonizione: “Speriamo di non fare la fine dei cristiani dell’Iraq (fuggiti in massa dal proprio Paese dopo la guerra del 2003, ndr)”. Oggi, a quattro anni di distanza, quei pensieri sembrano aver trovato riscontro. Aleppo, che prima della guerra contava 150mila cristiani, oggi, anche se è impossibile raccogliere stime precise, ne ha circa 50mila.
Una situazione, quella di Aleppo, resa oltremodo difficile dai disagi che si registrano da qualche tempo. “Da più di un mese o due, siamo senza acqua e senza elettricità, in una città di 2milioni e mezzo di abitanti”. spiega mons. Audo. Che aggiunge: “Soprattutto con il grande caldo di quest’estate, capita giorno e notte di vedere nelle strade giovani e bambini con bottiglie vuote in mano, intenti a cercare un po’ d’acqua”.
Ancor peggio, quando i giovani vengono avvistati per la città con i mitra in mano. Di bande armate ne imperversano tante. L’arcivescovo caldeo spiega che Aleppo è oggi divisa in due parti: una in mano all’esercito regolare e l’altra, specie la parte vecchia, “sotto il dominio dei terroristi”. Questi ultimi sono di difficile identificazione ma, secondo mons. Audo, si tratta più probabilmente di al-Nusra che non dell’Isis.
Sono “almeno cinque i punti” della città da cui partono gli attacchi verso i cristiani, aggiunge l’arcivescovo. Che non lesina accuse precise nei confronti di Paesi stranieri. Egli individua il motivo della drammaticità che vive Aleppo nella vicinanza con il confine turco, poiché “tutti gli attacchi giungono dalla Turchia, che accoglie, addestra e rifornisce d’armi gruppi armati che stanno distruggendo la nostra regione”.
Gruppi armati che aderiscono a una jihad sul suolo siriano, ma che provengono da altrove. Del resto, ci tiene ad aggiungere mons. Audo, “nella tradizione profonda della Siria non c’è la persecuzione religiosa”, giacché da sempre il pluralismo confessionale è una peculiarità di questo “bel Paese in cui c’è tutto per vivere”. O almeno, in cui regnava la pace fin quando era interamente governato dal regime di Bashar al-Assad.  Per i cristiani, quei tempi sono  un rimpianto. “Non esistono due cristiani che possono affermare il contrario…”, chiosa l’arcivescovo.
Sollecitato da una domanda di ZENIT sul peso che su questa crisi ha l’embargo  imposto al Governo siriano dai Paesi occidentali, mons. Audo afferma inoltre che “questa guerra ha lo scopo di distruggere e poi dividere la Siria per interessi regionali e internazionali”.   Si tratta - precisa l’arcivescovo - “del commercio di armi e di interessi strategici”. Quegli stessi interessi strategici che hanno portato “alla distruzione dell’Iraq e della Libia in passato e dello Yemen in questi giorni”.
E per completare la rovina di un Paese, l’esodo di massa dei suoi abitanti diventa funzionale. È per questo che mons. Audo parla del suo impegno, come pastore, a convincere i cristiani a non abbandonare la Siria: “Come vescovo caldeo, conosco l’esperienza degli immigrati cristiani che dall’Iraq sono arrivati in Siria. È un’esperienza di morte, è un’esperienza di fine della presenza cristiana. Quindi oggi faccio di tutto per far rimanere la gente qui, ma capisco chi fugge perché non vede davanti a sé altra scelta…”. La mancanza di fiducia nel futuro - aggiunge il presule - è dovuta alle responsabilità della comunità internazionale, che da cinque anni abdica a una soluzione politica e dimostra invece - ribadisce mons. Audo - “determinazione” a continuare la guerra “fino alla distruzione della Siria”.
In questo scenario, giocano un ruolo importante i media. Lo ha ricordato, a conclusione della conferenza, Alfredo Mantovano, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia: “Sembra, guardando i tg, che esista soltanto un problema al confine tra Serbia ed Ungheria. Ma c’è lì quel problema perché, a monte, solo con riferimento alla Siria, più di 10milioni di persone non hanno più la casa e sono state costrette a fuggire dal proprio Paese”.   Le cause di questa diaspora, le ha spiegate mons. Audo.
http://www.zenit.org/it/articles/mons-audo-interessi-internazionali-dietro-la-distruzione-della-siria 




da Radio Vaticana - Intervista a mons Audo
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D. – La Francia però ha annunciato incursioni aeree e bombardamenti. Come vi ponete di fronte a questo?
R. – Penso che questa non sarà la soluzione. Credo sia una strategia militare per guadagnare tempo e portare la violenza in tutta la regione, per generare divisioni e, forse, vendere armi e fare progetti economici.
D. – Restare è più importante che assicurarsi la sicurezza all’estero?
R. – Per me, come vescovo della chiesa cattolica caldea, è una questione di vita o di morte. Le chiese orientali devono fare tutto il possibile per assicurare la loro presenza, che è molto importante per la storia della Chiesa universale. 
È fondamentale nel contesto arabo e musulmano una chiesa capace di dialogare, di vivere con gli altri con dignità e rispetto. Noi, come orientali, vogliamo vivere nel nostro Paese, che ha una bella storia e non abbiamo desiderio di andare in Occidente. 
L'Occidente non è meglio della nostra terra, che noi lasciamo solo per ragioni di sicurezza e di povertà.
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