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martedì 23 agosto 2016

L'unico ospedale al lavoro a sud ed est di Aleppo ...: quello del Monastero!

Monastero di Qara, 20 agosto 2016

Giovedi 11 agosto 2016 la squadra di assistenza umanitaria del Monastero di Saint-Jacques il Mutilato a Qara (MSJM) ha trasportato le scorte di aiuti umanitari da Homs fino ai sobborghi di Aleppo per gli sfollati (IDP) che erano fuggiti dalla periferia sud-occidentale di Aleppo alla periferia sud-est della città. Il convoglio ha portato acqua pulita e 1.000 confezioni di cibo d'emergenza offerto da DORCAS Intl.  MSJM ha anche portato vestiti e forniture mediche per l'Hospitainer (ospedale mobile) installato nel campo di Al-Nayrab.
Il convoglio di tre camion è andato a Homs, Al Mishrafe, Salamiyye, Isriya, Khanasar, Al-Safirah, Al-Nayrab. Questa missione comportava diverse sfide, soprattutto la sicurezza. Ma dopo aver valutato con il nostro agente sul terreno ad Aleppo, signor Amjad Jisri, la possibilità di dare un aiuto d'urgenza ha superato le preoccupazioni per la sicurezza.

La situazione di emergenza: Mentre gli sfollati che inondano il centro di Aleppo hanno ricevuto assistenza da agenzie delle Nazioni Unite e dalle ONG con una buona scorta di prodotti alimentari e non alimentari, gli sfollati da Aleppo alla periferia (rif Halab) sono stati privati ​​di tutto. Infatti, a causa dell'assedio, le agenzie delle Nazioni Unite e le ONG non sono state in grado di attraversare dal centro di Aleppo verso la campagna e nessuno ha osato avventurarsi nei sobborghi di Aleppo dichiarati zona la guerra, nè sono venute da Homs e altrove. Questo è il motivo per cui il nostro team di MSJM sentiva che era nostro dovere di muoverci rapidamente e senza ritardi, vista l'emergenza umanitaria. Con l'aiuto di alcuni dei nostri partner, come la Mezzaluna Rossa di Al-Safirah e Al-Nayrab abbiamo potuto subito entrare in contatto diretto con il punto di distribuzione / raccolta degli sfollati.

Il nostro primo punto di distribuzione era nella scuola nazionale di Al-Safirah, dove abbiamo iniziato a distribuire i nostri pacchi alimentari a circa 150 sfollati dalla zona 1070 (il complesso residenziale a sud-ovest di Aleppo che è stato recentemente attaccato) e Hamadaniya. Abbiamo notato che i bambini della zona 1070 che abbiamo potuto osservare avevano del sangue secco sulla pelle e piaghe, il che significa che non hanno mai avuto la possibilità di essere assistiti da un team di medici.

Continuando la distribuzione: ci siamo trasferiti rapidamente al campo di Al-Nayrab per riparare l'ospedale mobile con l'installazione di un nuovo generatore e portare viveri, un sistema di alimentazione di emergenza, dieci nuovi letti. A causa dell'afflusso di sfollati, il campo di Al-Nayrab era molto più affollato. E abbiamo visto che essi hanno subito perdite reali, come i civili presi di mira da cecchini e raggiunti in diverse parti del corpo.

In terzo luogo, siamo passati a Djibrine, un campo per i vecchi e nuovi sfollati. Mahmoud Amer è il presidente della squadra di emergenza per Jibreen. Abbiamo notato che la maggior parte delle persone è analfabeta, non in grado di leggere, scrivere, o anche precisare il loro nome. Così si è dovuto intingere nell'inchiostro le dita delle persone per le liste di distribuzione iniziali. Parlavano una forma insolita di arabo. A Jibreen il nostro gruppo ha visitato le loro case e ha visto che vivono privi di tutto : i bambini dormono sul pavimento, sono senza scarpe, in situazioni di indigenza totale.

Dopo, volevamo fornire i rimanenti 300 pacchi alla Mezzaluna Rossa in Al-Safirah, ma questa volta in un'altra scuola. Ma poiché nuovi sfollati sono arrivati ​​dalla zona 1070 e Ramusa, e poiché era tardi abbiamo dovuto partire. Così abbiamo lasciato i nostri 300 pacchi dietro la promessa del responsabile che la prova di consegna sarebbe arrivata entro 24 ore tramite corriere. Alle 18.30 così abbiamo lasciato Jibreen e dopo aver percorso circa 40 km sulla strada di Isriya, abbiamo ricevuto una telefonata che ci informava che la strada era stata tagliata dai terroristi, lo Stato islamico aveva preso il controllo di una parte della strada dalle colline circostanti. Abbiamo dovuto girare indietro e tornare di notte ad Aleppo, senza nessun albergo o posto. 
Fra Raffaele e il nostro autista Abu Ali sono stati ospitati nell' ospedale di Al-Nayrab. La gente di Al-Nayrab ha aperto per noi la casa di una donna che ci ha accolti per la notte (erano le 11 e siamo stati trattati così gentilmente, come dei re, preparando un pasto per noi come se fossero le 9 di mattina! Abbiamo dormito sul pavimento, come la gente del posto). Al mattino, abbiamo sentito che questa parte del Khanassir era sicuro, e abbiamo proceduto a una distribuzione prima di partire. Non sapevamo come la situazione si sarebbe evoluta.
In quel momento abbiamo sentito le bombe e bombardamenti tutto intorno, fumo e agitazione, esplosioni, si trattava di una situazione di pericolo in tutto il luogo. Quindi posso dire che il nostro team è stato coraggioso e totalmente dedicato ad assistere le esigenze fondamentali della vita di questa popolazione emarginata.


Ciò che c'era nei pacchi alimentari :

I 1000 pacchi alimentari sono stati riempiti con grissini secchi (di Kaak), cracker, Halawa ( burro di sesamo dolce), carne in scatola e tonno, formaggio, marmellata, con piatti preparati con i fagioli e hommous. Tutti i destinatari sono stati molto contenti e i nostri partner nella regione vogliono farci tornare.


Valutazione: Anche se siamo venuti con un sacco di aiuti, non siamo riusciti a fornire aiuti per tutti. Così abbiamo fatto una valutazione sulla situazione degli sfollati. Sulla mappa la stella rossa è l'Ospedale mobile, le stelle blu sono i luoghi in cui abbiamo distribuito gli ultimi pacchi alimentari , e le stelle verdi sono luoghi in cui abbiamo fatto valutazioni direttamente con i team o tramite i rapporti dei nostri partner. Oggi, in questi luoghi oltre 7.500 famiglie sono distribuite nelle scuole o in altre strutture, prive ​​di molti beni di base.
La situazione medica è molto difficile, perché l'ospedale mobile e un mal fornito Centro della Mezzaluna Rossa sono gli unici riferimenti medici in tutta questa regione, con 400.000 o 500.000 persone.
Venerdì 12, dopo aver completato con successo la distribuzione, siamo tornati per la stessa via, con una certa apprensione per la situazione in Khanassir, ma grazie a Dio tutto era normale.
Quello che abbiamo scoperto è che queste persone non hanno gli elementi basilari di sopravvivenza: 1 emergenza cibo ; 2. non hanno cucina, sono senza elettricità, senza fuoco, senza utensili da cucina ; fino che questi siano forniti, la cosa migliore è procurare per loro ciò che noi chiamiamo "pacchi di cibo di emergenza e l'acqua."
Ora il nostro prossimo convoglio sarà per 500 famiglie. Abbiamo ricevuto un'offerta di finanziamenti da una ONG americana chiamata "Preemptive Love Coalition". In questi pacchi, noi aggiungeremo il latte con alcuni oggetti non alimentari, come i prodotti sanitari per le signore, candele e sapone.
Quindi, ciò che è più importante per queste persone sono pacchi di emergenza alimentare e di emergenza non alimentare. Lo shampoo non è necessario, basta il normale sapone. Asciugamani e assorbenti igienici. Alcuni farmaci sono assolutamente indispensabili per le malattie croniche. Chiederemo alle agenzie delle Nazioni Unite con cui lavoriamo di aiutarci a mettere in atto una buona soluzione per i servizi medici che mancano in queste zone.
Abbiamo visto bambini che dormono sul pavimento. Ma perché la stagione è buona, non chiediamo materassi . Ma se vi fossero materassi, naturalmente sono i benvenuti. Queste popolazioni provengono ​​dalla zona 1070 e da Hamidaniya. 
Alcune famiglie hanno fino a 12-14 bambini, a volte con più mogli a causa della pratica della poligamia. 

GRAZIE DORCAS INTERNATIONALIS per i pacchi di emergenza alimentare: una straordinaria iniziativa! GRAZIE OCHA, UNFPA, DORCAS & CORDAID per le apparecchiature mediche PER il nostro OSPEDALE MOBILE di Al-Nayrab!
    ( trad. OpS) 

domenica 3 marzo 2013

Quelle bandiere di Al-Qaeda sotto le mura del nostro monastero.....


Qara, 1 marzo 2013  

All'inizio del 2013 la pace in Siria è stata molto vicina. Tutti sembravano rendersi conto che le forze straniere in Siria hanno attuato un terribile gioco. Tutti sembravano d'accordo per fermare questo e per cercare una soluzione politica. E, d'un tratto, in Siria ora ci sono terroristi più pesantemente armati e anche i più fanatici del gruppo di Qara sono qui raccolti... L’altra notte li abbiamo visti dal nostro tetto con la loro bandiera nera. E mentre tutto il mondo guarda al Papa, i trafficanti di armi si radunano a Roma  per decidere di dare più armi ai ribelli siriani . Il mondo intero adesso è impazzito?


Cari amici,

Domenica, 24 febbraio 2013, la seconda Domenica di Quaresima è la Domenica delle reliquie.  Dal momento che il sacerdote bizantino Abouna Georges ancora una volta non può venire, si celebra la liturgia latina con canti bizantini,  come di consueto. Dato che durante la Quaresima non si  guardano DVD o la TV,  questa sera siamo tutti intenti alla "lectio divina", finito di leggere la Scrittura ci raduniamo a pregare. E' un modo in cui tutti possono partecipare. Strano è che “la rinuncia" diventi il contributo più prezioso. Durante la Quaresima ascoltiamo durante il pranzo alcune letture bibliche dall'Ufficio o  altri testi interessanti.
Mentre allunghiamo lo sguardo verso la fine della guerra, la sicurezza per il monastero non è migliorata. Possiamo ora e anche più tardi vedere dal tetto della nostra torre romana gli uomini di Al-Nousra (Al Qaeda), con una mitragliatrice nel loro SUV e una bandiera nera. Sono proprio lungo la strada per il monastero. Preparano un attacco o un suicidio? Noi siamo, per così dire faccia a faccia con loro, per fortuna da un’altezza di 45 metri. Per noi non è ancora venuto il tempo di partire. 





Nel frattempo ci godiamo qualche giorno di un sole estivo quasi raggiante durante il giorno, ma con un vento freddo. Che meravigliosa vista e che sensazione al mattino, quando è tranquillo. Sopra potete vedere il cielo con alcune nuvole bianche, da un lato, si innalzano le montagne con le cime ancora con un po' di neve, come una porzione di crema fresca; d'altra parte, il villaggio di Qara, inondato dalla luce. Si ha l'impressione di essere arrivati nel paradiso della più bella vacanza. Nel pomeriggio, poi, improvvisamente il vento soffia forte e arrivano anche i temporali, dove tutto è incerto e viene trascinato via.



Naturalmente, viviamo questi giorni colpiti dalla notizia che ha sorpreso il mondo delle dimissioni di Papa Benedetto XVI. Si sentono tutti i tipi di commenti. Che cosa grande è questo Papa! E le sue dimissioni chiariscono che c'è Qualcuno più grande di lui. Le più forti riflessioni, tuttavia, provengono proprio dal giovane teologo Joseph Ratzinger. L'anno dopo la violenta rivolta del maggio 1968, disse che “stiamo vivendo una situazione simile a quella dopo la Rivoluzione francese, che ha segnato la fine del Medioevo e l'inizio del tempo moderno”. Papa Pio VI fu prelevato dai soldati francesi nel 1799 e morì in esilio. I beni della Chiesa furono confiscati e gli ordini religiosi soppressi. La Chiesa continuerà,  dice J. Ratzinger, come una minoranza, semplice, povera e bisognosa. Lei perderà i suoi privilegi sociali e le enormi proprietà. Da questi catarsi dolorosa sorgerà una Chiesa spirituale che avrà al centro  l'esperienza della fede. E 44 anni dopo, il 2 febbraio 2013, egli dice, tuttavia, come Benedetto XVI, a 190 studenti provenienti da vari Seminari romani: "... l'albero della Chiesa non sta morendo, ma è in costante crescita, nonostante le gravi battute d'arresto .. . Il futuro appartiene a noi. Se un pessimismo falso dice che il cristianesimo ha fatto il suo tempo, beh, si ricomincia ... ".

 In questo tempo di attesa, abbiamo deciso di rispondere alla richiesta del cardinale Bertone di pregare di più per la Chiesa e il nuovo Papa. Abbiamo un programma specifico che ogni giorno prevede tempi di silenzio, di preghiera e di culto, più intensi dal Venerdì alle preghiere di Pasqua. Il giorno allora si svolge così: 2 ore di preghiera al mattino e 2 ore nel pomeriggio, accanto a una lettura spirituale e quattro ore di lavoro ordinario. Il pranzo sarà consumato in cella. Giovedi si comincia: con una giornata tranquilla, un giorno di digiuno e  una giornata di preghiera e di culto. Poi c'è sempre un giorno di silenzio, il digiuno, la preghiera e l'amorosa adorazione. Anche se in Quaresima non guardiamo la TV o film , abbiamo tutte le notizie sulla pubblica ultima udienza del Mercoledì del Papa, che è stata massicciamente partecipata. Egli ha tenuto un discorso pieno di speranza. Ringrazia tutti e dice che si rende conto che si tratta di una decisione difficile rinunciare all'esercizio del suo ufficio, ma che le sue forze sono diminuite. Egli dice che la nave della Chiesa è di Dio e non affonderà, e lui ha sempre saputo che la Chiesa non era sua, ma la Chiesa è di Dio. Egli aggiunge che non tornerà a una vita privata, ma che egli rimane nella vita della Chiesa, nella preghiera e nel pensiero.

 Il nostro sito Internet è stato piratato da mesi e  siamo bloccati: il video, povero e bellissimo (30 '), che i frati avevano già preparato per il Natale, non è installato.
Sulla situazione in Siria io do questo messaggio:


Da due anni la Siria è nell'occhio di un uragano. Morte e distruzione non sono causati da una forza cieca della natura, ma da un disastro morale, da dominatori del mondo e  potenze mondiali che in Siria vogliono insediare i propri interessi. Per loro la vita del popolo siriano e la sovranità di questo Paese non ha nessun valore. I loro interessi sono di primaria importanza. Terribili attentati perpetrati dai terroristi, con decine di morti e feriti , e dalla stampa occidentale  elencati con compiacenza.  Non è nostro compito attraversare la Siria per interrompere gli attacchi terroristici e impedire di crollare nel caos che permetterà che ciascuno persegua i propri interessi.  Ma questa è una negazione radicale dei fondamenti della solidarietà e della pace: Robert Schuman, padre dell'Europa, ha costruito l'Unione Europea non solo per i suoi stessi Paesi, ma l’ ha anche intesa come un servizio a tutta la famiglia umana.

Anche tu puoi aiutare a smascherare questa follia e fermarla.

Nel frattempo i terroristi si radunano nel nostro villaggio di Qara. Sul tetto della torre romana del nostro monastero Mar Yakub, noi vediamo gruppi  di Al-Nousra con bandiere nere:  sembrano andare altrove per perpetrare attacchi.

I popoli che fanno spade, possono anche fare vomeri. Le persone che possono distruggere un Paese lo possono anche costruire. Nel prossimo futuro, il popolo siriano sarà lasciato dietro alle spalle, sanguinante come uno  gravemente ferito lungo la strada. Tu girerai l’angolo ? O sarai quello straniero, che si fa  "prossimo" per il popolo siriano che soffre?

Cominciamo la ricostruzione della Siria! Siate creativi e generosi. Se avete una  famiglia, parenti o amici in Siria, cercate di aiutarli. E perché non organizzare fraternità  tra la vostra città o paese, con una città o villaggio in Siria? Perché non entrare in fraternità spirituale tra la vostra parrocchia, la comunità religiosa, la vostra abbazia ... con una parrocchia o comunità religiosa o associazione cristiana in Siria?

 E’ immediatamente dare nuova vitalità alla vostra vita. 
In questo modo, un parroco francese ha già intrapreso la  fraternizzazione con la nostra comunità, e noi con loro, per la gioia di entrambi.
Sei religioso? Prega tutti i giorni che in Siria una pace duratura possa presto prevalere.
Vuoi con un gesto concreto dare un contributo? 
Vuoi sostenerci finanziariamente?, allora lavoreremo con il sacerdote bizantino in Qara, Georges Louis, e i cristiani della diocesi di Homs, per aiutare i bisognosi, di tutte le differenti confessioni, come abbiamo sempre fatto fino ad ora. 
Vi ringrazio,


Pater Daniël Maes o.praem., Mar Yakub, Qâra, Syrië 


martedì 27 novembre 2012

Una preghiera al giorno per la Siria

  Nunzio a Damasco: Non c'è "primavera araba" in Siria. Non dimenticate i siriani e pregate per loro

AsiaNews, 27/11/2012


 "Le violenze in Siria rischiano di diventare un conflitto dimenticato. All'inizio i morti facevano notizia. Ora le vittime aumentano di giorno in giorno, si parla anche di centinaia di uccisi, ma nessuno dice nulla, è ormai una routine. Come tutte le guerre anche per quella siriana ci sarà l'oblio".
Con questa drammatica confessione mons. Mario Zenari, nunzio vaticano in Siria, descrive ad AsiaNews il dramma della popolazione di Damasco, l'ultima città in ordine di tempo ad essere entrata ufficialmente in guerra. "A causa dell'embargo - spiega - è difficile far giungere aiuti umanitari, ma nell'imminente periodo di Avvento invito tutti a pregare per la Siria, a dedicare un momento della giornata alle sofferenze di questa gente. Non lasciamo che il dolore patito dai siriani venga dimenticato".

Il prelato racconta che dagli inizi di novembre "la situazione umanitaria è un inferno, che ha coinvolto anche la capitale, trasformatasi in una città blindata". Il dramma è acuto soprattutto nei quartieri periferici: Darayya, Qudssaya, Irbin. Qui si combatte giorno e notte, le bombe hanno polverizzato anche le poche case rimaste in piedi. Ieri, 76 persone sono morte sotto i bombardamenti. Fra essi anche 10 bambini colpiti da una bomba a grappolo mentre giocavano in un campo da calcio situato in un quartiere meridionale della capitale.

"Diversi miei impiegati - afferma mons. Zenari - vivono ormai nella sede della nunziatura, perché non possono rientrare nelle loro case, altri non hanno più un tetto e passano la notte negli scantinati, o in rifugi di fortuna. Le parrocchie si sono trasformate in dormitori. I conventi tentano di offrire a tutti ospitalità, anche in giardino". "Ma ora - continua il nunzio - con l'arrivo dell'inverno gli sfollati rischiano di morire di stenti e di freddo. Ogni giorno ricevo telefonate da parte di religiosi e sacerdoti che mi chiedono: Cosa possiamo fare per questa gente?. La Chiesa ha messo ogni suo spazio a disposizione, dalle stanze degli uffici, ai magazzini agli stessi luoghi di culto. Tuttavia senza aiuti esterni e l'ipotesi di un cessate il fuoco anche tali sforzi rischiano di essere una piccola goccia nel mare".

Mons. Zenari confessa che la domanda più ricorrente fra i siriani è: "Quanto durerà questa guerra?". Dagli ultimi tentativi in giugno di Kofi Annan per un cessate il fuoco, il conflitto non è un più un'emergenza temporanea; esso si è trasformato in una realtà quotidiana che appare senza fine. "Questa precarietà - sottolinea il nunzio - uccide la speranza di tornare alla normalità, che si somma al dolore per i propri cari uccisi".
Tornato di recente da un viaggio in Italia, il prelato ha assistito in poco tempo al peggioramento della guerra: "Ora la popolazione versa in condizioni ancora più drammatiche di qualche mese fa.
Al dolore per i bombardamenti, le vendette fra gruppi politici e religiosi, si è aggiunta anche la criminalità locale, che non sta con nessuno. Nel Paese, vi sono centinaia di rapimenti che falcidiano le famiglie, non solo quelle ricche, ma ormai anche quelle più povere. Questi delinquenti per loro stessa ammissione non sostengono nessuna fazione politica o militare. Essi sfruttano il clima di instabilità per fare i propri interessi. I media purtroppo non ne parlano, ma molte famiglie, anche qui a Damasco sono toccate da questa piaga, che ha reso ancora più dolorosa la loro vita".

Il diplomatico spiega che vi sono due tipi di sequestro. Il primo è politico e serve ai gruppi dei due schieramenti per chiedere la liberazione di prigionieri. Il secondo è invece a sfondo di riscatto.
Quest'ultimo è molto diffuso e costringe la popolazione a fare anche delle collette pubbliche per liberare i propri cari, che spesso rischiano comunque di essere uccisi nell'indifferenza generale. Il Nunzio racconta che la Chiesa è attiva anche in questo campo e in tutte le parrocchie dove avvengono questi casi sono stati creati dei comitati per mediare con i rapitori. "Essa - afferma - è l'unica vera istituzione rimasta integra nel Paese, dove qualsiasi organo statale e privato si sta sfaldando. Tutti si rivolgono a lei: cristiani, musulmani, alauiti e sunniti. Ecclesiastici, sacerdoti, religiosi e religiose tentano spesso a rischio della vita di portare riconciliazione e perdono anche dove sembra impossibile".

Secondo il prelato, bisogna evitare che questa guerra cada nell'oblio. L'Occidente ha il dovere di informarsi, di cercare di comprendere questa situazione, anche se i media e i governi sono inclini a facili risposte. Mons. Zenari precisa che in Siria non è in atto una Primavera araba come in altri Paesi del Medio oriente, ad esempio la Tunisia, l'Egitto, lo Yemen, la Libia. Dopo un anno di scontri e manifestazioni, in questa guerra sono entrati troppi fattori esterni. La popolazione non ha più voce ed ha un unico desiderio: ritornare a vivere.
http://www.asianews.it/notizie-it/Nunzio-a-Damasco:-Non-dimenticate-i-siriani-e-pregate-per-loro-26463.html


27 novembre, memoria di San Giacomo il Mutilato: la commossa testimonianza dei Monaci di Mar Yacub

http://www.maryakub.org/vie.html
 
"Nel nostro piccolo monastero di San Giacomo vivono  monaci e monache provenienti da 8 nazioni - e non uno solo di noi è tornato a casa, ma abbiamo liberamente deciso di stare qui a rischio della nostra vita. Perché, credete che abbiamo la venerazione di Bashar Assad? No, amici, noi non abbiamo scelto questo conflitto, e non abbiamo neppure un grande amore per la politica, ma noi siamo qui in Siria a soffrire con il popolo siriano, per aiutarlo a raggiungere il dialogo, per portare quell'interna musallaha, riconciliazione - che è l'unica via per la pace. "Siate servitori della riconciliazione e di pace!" con queste e molte altre parole buone il nostro caro Papa ha incoraggiato tutti i popoli del Medio Oriente nel suo recente viaggio in Libano, e ancora ieri. Le potenze mondiali  vogliono fomentare la guerra in Siria, non c'è che dire - e noi dobbiamo fermarla! Nel nome adorabile di Gesù, imploriamo la pace per tutti!"