Traduci

Visualizzazione post con etichetta Agnes-Mariam de la Croix. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Agnes-Mariam de la Croix. Mostra tutti i post

mercoledì 2 gennaio 2013

"Difendo il mio popolo e la verità sulla Siria": si alzano le voci fuori dal coro

 La dissoluzione dello Stato Siriano, continua a ripetere la deputata cristiana  Maria Saadeh, sarebbe un disastro per tutto il Medio Oriente e per le comunità religiose minoritarie che ci vivono.

Non ci sta Maria Saadeh a vedere la sua Siria dipinta come l’impero del male assoluto, non smette mai di impegnarsi di correre dove può per portare la sua parola di verità sulla situazione siriana.
Maria Saadeh: Si precipita a Beirut per incontrare la delegazione di Assadakah, una porta aperta verso l’Europa, una porta che non si vuole far aprire. Con la sua auto percorre la strada, per lei pericolosa, che congiunge Damasco a Beirut. Mostra tutto il coraggio di una donna che ha fatto della difesa del proprio Paese il suo modus vivendi. Fallita la sua missione e quella di due parlamentari siriani a Roma per incontrare le istituzioni italiane, a causa del diniego dei visti da parte del Ministro Terzi, ora il tentativo è quello di passare per Bruxelles. Non è facile, l’omologazione e la mistificazioni politica e mediatica sulla Siria sono fortissime, la campagna di menzogne continua a diffondersi per bocca dei politici e nei palinsesti televisivi. Non accettano nessun confronto in Occidente, vogliono sentire una sola voce, quella dei potenti, quella degli Stati Uniti, di Israele, del Qatar e della Turchia. Pur smentita nei fatti, la macchina del fango sul regime di Bashar al Assad non si ferma. Ora le armi chimiche! Una bufala clamorosa, dimostrata dai fatti e dalle testimonianze dei giornalisti, quelli ancora liberi, che in Siria ci vanno e raccontano. Quelli che non si capacitano del fatto che la verità possa essere mistificata in modo cosi palese. Quelli i cui servizi vanno in terza serata, mentre nei TG trasmettono i twitt dei terroristi. Maria Saadeh non smette di raccontare: “A Damasco non ci sono problemi, gli attacchi sono stati respinti all’esterno della città, certo cominciano a sentirsi gli effetti della guerra ed anche delle sanzioni, il popolo soffre, ma all’Occidente questo non interessa”.
Come al solito pragmatica e concreta, lei non ha mai difeso aprioristicamente il regime di Assad, anzi ha sempre contestato il predominio assoluto del partito Baath, tuttavia: “Una cosa è costruire un sistema democratico, altra è abbattere lo Stato. Lo Stato va difeso come principio assoluto, bisogna lavorare dall’interno per costruire regole democratiche, partecipazione e libertà. Non possiamo sprecare questa occasione”. “Il partito Baath per anni ha pervaso il tessuto sociale Siriano, si è sostituito allo Stato, ha creduto di poter fare le veci delle istituzioni, ha coltivato dentro di sé fenomeni di corruzione pesante, questo è tutto vero, ma per cambiare dobbiamo accettare la logica del pluripartitismo, proporre riforme interne, superare la supremazia del partito unico. Non possiamo accettare che questo accada con un intervento esterno, io difenderò fino alla fine il mio Paese, ed allo stesso tempo combatterò per ottenere le riforme”. Maria Saadeh, deputata eletta al Parlamento, manifesta tutta la sua forza di donna impegnata, quando racconta della sua Siria. “La Siria deve mantenere la sua laicità, non può cadere in mano agli integralisti sponsorizzati dal Qatar e dall’Arabia Saudita, la forza della Siria è il pluralismo religioso e l’integrazione fra i suoi componenti. La strategia occidentale è tesa ad indebolire il nostro Paese, prima di tutto perché nonostante la vicinanza geografica a Israele, ci siamo sempre schierati a favore del popolo palestinese, poi perché non accettiamo che si precluda il dialogo aperto con l’Iran, ed ancora per il nostro impegno di contrasto nei confronti delle interferenze esterne in Medio Oriente, inoltre gli interessi dell’industria bellica sono sempre in agguato e non potete immaginare quante armi sono state messe in campo dalle lobby americane in questa guerra. Una Siria debole e divisa fa più comodo all’Occidente e a Israele. I paesi del Golfo coltivano l’idea di dividere il nostro Paese, per realizzare dei piccoli emirati, cosi riducendo la sua forza”. Ecco il perché di tanta tenacia nel delegittimare l’attuale governo siriano”.Non si ferma mai Maria Saadeh, racconterebbe per ore la sua verità, il suo modo di vedere, la sua soluzione alla crisi siriana. Perché si parla di bombe, di armi, di conflitti, ma non si leva mai la voce di chi sostiene che la crisi siriana si può risolvere con il dialogo. Fra persone che vogliono confrontarsi e che hanno a cuore l’integrità statale e laica della Siria, gli altri sono solo i signori della guerra. Non ascoltare la voce di Maria Saadeh, non consentirle di portare in Occidente la propria parola è un grave errore, è come voler chiudere la porta di fronte alla verità, per alcuni è come mettere la testa sotto la sabbia per non vedere. Lei non si arrende e noi neppure nel farci interpreti delle sue parole ogni volta che c’è uno spiraglio di libertà che lo consente.
http://www.assadakah.it/dettaglio-attivita203/Maria-Saadeh-Difendo-il-mio-popolo-e-la-verita-sulla-Siria

L'Inviato Vaticano : la Nazione siriana ha il diritto di decidere il proprio destino



TEHERAN - L'ambasciatore del Vaticano in Libano Mons. Gabriele Caccia ha sottolineato che il popolo siriano è l'unico che ha il diritto di determinare il proprio destino, e ha accolto con favore il piano dell'Iran in sei punti per risolvere la crisi in Siria.

"La decisione finale sul destino politico della Siria deve essere fatta dal popolo di quel paese e attraverso un percorso democratico," ha detto Mons. Caccia in un incontro con il suo omologo iraniano Qazanfar Roknabadi a Beirut Lunedi.Ha descritto i colloqui e la soluzione politica come l'unico modo per risolvere la crisi in Siria, e ha sottolineato il ruolo costruttivo dell'Iran nella regione e il sostegno del Vaticano al piano in sei punti di Teheran per risolvere i problemi in Siria.Mons. Caccia ha anche sottolineato che l'aiuto finanziario e in armi offerto da alcuni Stati stranieri per i ribelli armati in Siria è inaccettabile.Lo ha detto dopo che l'esercito siriano ha annunciato Lunedi di avere sventato un attacco massiccio da parte di un gran numero di terroristi che cercavano di entrare in Siria attraverso il confine con la Giordania, e anche confiscate missili di fabbricazione israeliana e armi dei ribelli armati.L'esercito siriano ha confiscato ai terroristi missili anticarro e diversi apparecchi senza fili che sono stati fabbricati in Israele, secondo le notizie riportate sul sito Jahineh .L'esercito siriano ha impedito ai ribelli armati di attraversare il confine della Siria attraverso la vicina Giordania.Il giornale Washington Post, citando attivisti dell'opposizione e funzionari statunitensi e stranieri, ha riferito che i funzionari dell'amministrazione Obama hanno sottolineato che l'amministrazione ha ampliato i contatti con le forze di opposizione militari per fornire le nazioni del Golfo Persico con valutazioni di credibilità dei ribelli e comando e controllo delle infrastrutture.Secondo il rapporto, il materiale è stato accumulato a Damasco, a Idlib, vicino al confine turco, e in Zabadani al confine libanese.Attivisti dell'opposizione che qualche mese fa avevano detto che i ribelli erano a corto di munizioni hanno riferito a maggio che il flusso di armi - la maggior parte acquistati sul mercato nero nei paesi limitrofi o da elementi in passato appartenenti alle forze armate siriane - è notevolmente aumentato a seguito della decisione di Arabia Saudita, Qatar e altri stati del Golfo Persico di fornire milioni di dollari nel finanziamento, ogni mese.
http://english.farsnews.com/newstext.php?nn=9107132143



Addio alle archeologie siriane

Nel caos della guerra civile, il patrimonio archeologico siriano sta scomparendo pezzo dopo pezzo oltreconfine, favorendo così fortune personali o finanziando il conflitto. "E' molto simile a quanto accaduto in Iraq", ha detto al Financial Times un uomo coinvolto nel contrabbando delle opere d'arte.
Così si finanziano i ribelli siriani

 MADRE MARIE-AGNES  DENUNCIA: RIBELLI HANNO DECAPITATO UN CRISTIANO E DATO I PEZZI AI CANI

Si era appena sposato e sua moglie stava per partorire, ma questo non ha salvato Andrei Arbashe, un giovane cristiano, all'inizio di questo mese, da un destino orribile ...per mano di ribelli che combattono il regime del presidente Bashar al-Assad .
"Lo hanno decapitato, tagliato a pezzi e dato in pasto ai cani", ha detto Agnès-Mariam de la Croix, madre superiora del Monastero di San Giacomo il mutilato tra Damasco e Homs.
Dimenticate la narrativa consueta sulla primavera araba in merito a masse calpestate che affrontano le forze del male: il conflitto siriano sembra essere entrato in una fase più tenebrosa, in cui i ribelli stanno commettendo atrocità contro civili innocenti. Non è di buon auspicio per la pace.
Le persone che hanno fatto a pezzi Arbashe non sembra avessero bisogno di molto più di questo motivo: suo fratello era stato sentito lamentarsi che i ribelli si comportano come banditi ...
Conclude Madre Marie-Agnes : « Il sostegno dell’Occidente agli insorti islamisti è uno scandalo al mondo libero e democratico ».

sabato 29 dicembre 2012

Te Deum laudamus 1: Per quelle voci che domandano la vera libertà per la Siria

La guerra in Siria: l'informazione , il Papa, gli interessi globali



Il conflitto continua senza sosta e le parole del Papa, o di chiunque voglia la pace, sono inascoltate da media e governi

La Perfetta Letizia 29/12/12

di Patrizio Ricci

Tutti sanno qual è il vero bisogno dei siriani, ma tutti ci girano intorno, anche in Italia. Tutti tranne uno: il Papa. Il Pontefice è una delle poche voci che ha esortato sempre, nei suoi interventi pubblici, la riconciliazione, il negoziato, la transizione politica pacifica. Il giorno di Natale, dopo il messaggio Urbi et Orbi, Benedetto XVI ha detto queste testuali parole: “Sì, la pace germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti. Ancora una volta faccio appello perché cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto".
Nel mondo, al di fuori del Papa, dei Patriarcati siriani e del movimento Mussalaha, nessuno ha abbracciato la scomoda via della pace. Ma queste voci sono tuttora inascoltate: i media continuano a darci conto della guerra civile con la malcelata convinzione che un intervento internazionale ‘stile Libia’ riporti pace, concordia e giustizia. Anche i governi, che hanno chiuso le loro sedi diplomatiche ed espulso gli ambasciatori, hanno sposato le linee più intransigenti della ribellione armata e non hanno trovato di meglio che decretare un embargo durissimo che colpisce soprattutto la popolazione. “L’unico colpevole di tutto quello che succede - ci ripetono - è Assad”. La vulgata generale ha accettato ormai questa ‘verità’ e non ha il tempo né la voglia di cambiare idea né prospettare nuove soluzioni. 

.... LEGGI TUTTO SU:
 
 
 
MADRE MARIE AGNES: " La maggioranza del popolo siriano chiede riforme, ma dentro la pace civile!"
 
 


giovedì 29 novembre 2012

“Non c'è una guerra civile in Siria, ci sono tentativi di renderla una guerra civile, c'è una pressione per trasformare il conflitto in un conflitto settario, abbiamo vissuto questa esperienza in Libano, si è visto in Iraq e ora lo vediamo in Siria. "

54 morti e 129 feriti causati da due autobombe e due ordigni arigianali, nel quartiere a prevalenza cristiano di Jaramana di Damasco , il 28/11/2012


Primavera siriana? No, grazie La rivolta è solo un'illusione

Buongiorno cari amici,
era tanto che non vi scrivevo. Avevo deciso di non farlo più. Sapete perché? Perché ormai l'Occidente, Italia compresa, non vuole più ascoltare la nostra storia, non vuole più guardare l'altra faccia della verità.
Ma quello che è successo oggi nella zona di Damasco in cui abito mi spinge a scrivervi un paio righe......
 
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/primavera-siriana-no-grazie-rivolta-solo-unillusione-860249.html


Le auto-bombe di Jaramana spargono il terrore tra i cristiani

 
Agenzia Fides 29/11/2012  Tra le vittime dell'attentato perpetrato ieri mattina nel sobborgo damasceno di Jaramana ci sono otto cristiani, greco-cattolici e greco-ortodossi. Lo conferma all'Agenzia Fides padre Nicolas Haddad, del monastero greco cattolico di San Germano, appartenente alla Società missionaria di San Paolo. La strage, realizzata con due auto-bomba fatte esplodere di prima mattina, ha causato la morte di più di 50 persone, in maggioranza musulmani e drusi. “Tra di loro” racconta padre Nicolas “c'erano molti giovani e molti studenti. L'attentato era stato preparato per uccidere più gente possibile: quando è esplosa la prima auto-bomba, la gente si è avvicinata, e solo allora è esplosa la seconda. Tra i più di cento feriti, i cristiani sono almeno dieci”.----
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40450&lan=ita





Saydnaya


Gridiamo: mussalaha!


"Dieci punti per la pace e la riconciliazione in Siria"

di Madre Agnès Mariam


1. Sostenere la risoluzione dei conflitti attraverso il negoziato e l'attuazione di un processo democratico.

2. Arrestare il flusso di armi in Siria.

3. Stigmatizzare metodi di guerra che sono contro la Convenzione di Ginevra.

4. Frenare le interferenze straniere nel conflitto siriano.

5. Fornire informazioni veritiere sul conflitto in Siria.

6. Supporto ai nuovi partiti politici che si moltiplicano e danno una forma nuova nel panorama politico in Siria.

7. Cessare le sanzioni che  stanno solo danneggiando  la popolazione civile.

8. Equa distribuzione degli aiuti umanitari.

9. Appello all' imparzialità tra le ONG che lavorano nel conflitto siriano.

10. Sostenere un nuovo stato che  garantirà parità di cittadinanza e la libertà religiosa per tutti i gruppi religiosi ed etnici.
 
Magazine Kairos cattolica Journal Vol. 23 N. 21 novembre 2012 www.cam.org.au / kairos

lunedì 29 ottobre 2012

ORA PRO SIRIA INTERVISTA MADRE AGNES-MARIAM DE LA CROIX - 2° parte

PER LA SIRIA SONO POSSIBILI DUE SOLE SCELTE: O LA RICONCILIAZIONE O UNA TRAGEDIA SENZA FINE

Il seguito dell'intervista di ORA PRO SIRIA  a Madre Agnès-Mariam de la Croix  




Prima parte qui:
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/10/una-voce-dalle-chiese-dellapocalisse.html


4 L'iniziativa stessa di Mussalaha sembra ad alcuni che corra il rischio di fiancheggiare Assad; ad altri invece un ingenuo tentativo senza possibilità di incidenza reale.
Assad non è il punto di riferimento della Chiesa o suoi pastori. Il punto di riferimento della Chiesa è l'uomo. La Chiesa non pensa ad Assad sostenendo la riconciliazione. La Chiesa pensa alla situazione tragica di una popolazione civile presa in ostaggio di una lotta selvaggia  non preparata. La comunità internazionale (Stati Uniti, Unione Europea e Brics) afferma che la soluzione in Siria "può essere solo politica." Come parte di questa soluzione e per prepararla la Chiesa propone la Riconciliazione di cui essa ha il segreto spirituale.
 Questo non è un complotto pro-Assad, è una  via per superare la violenza e dare voce al popolo siriano che, per scegliere, ha bisogno di un minimo di sicurezza e stabilità dopo aver assicurato la coesione del suo tessuto sociale gravemente colpito da tentativi di settarie frammentazioni  alimentate da sanguinosi attacchi da entrambe le parti.

La Riconciliazione è la più grande forza al mondo. Guardiamo  Gandhi e il suo movimento della non-violenza, ha sconfitto la più grande potenza coloniale del mondo. Guardiamo Nelson Mandela e la sua azione non violenta, che ha messo fine alla terribile legge dell'apartheid.

Credo che la Riconciliazione è un colpo  grande a coloro che hanno in mente di instaurare un proprio regime con ferro e fuoco senza tener conto  della maggioranza silenziosa che essi sequestrano attraverso il taglio delle strade di accesso nel Paese e che essi destabilizzano  invadendo i  quartieri residenziali. La maggior parte del popolo siriano, ad  iniziare  dall'opposizione che opera  all'interno del paese, ha chiesto una soluzione pacifica, senza l'intervento straniero.

5 Che rapporti avete con l' “opposizione democratica moderata"?
 L'opposizione ha tenuto la sua prima riunione nel nostro monastero e vi fece la prima chiamata per il dialogo nazionale. Purtroppo questo appello e molti altri sono stati ignorati dalla opposizione che opera dal di fuori e non ha alcun radicamento reale all’interno del Paese.
6 Nonostante tutte le ambiguità degli Organismi Internazionali, continuano alcuni tentativi di mediazione, anche da parte dei Paesi Non Allineati o dei Paesi Arabi. Ma a questo punto sarà davvero possibile che una delle due parti faccia un passo indietro e scelga di ritirarsi?
Penso che queste mediazioni non hanno futuro perché sono prigioniere di schieramenti politici e quindi  di interessi inconciliabili. Un blocco  respinge  Assad per motivi geostrategici. Un blocco vuole  Assad  per ragioni geostrategiche  contrarie. Questo è lo schema delle grandi potenze. Nessuno è disposto a mollare la presa.
Per noi la sola via d'uscita in questa impasse è l’ uscita dalla contrapposizione di regime -opposizione  per dare voce al popolo della Siria stessa nella sua maggioranza silenziosa.
Sì, ridargli la priorità a decidere del proprio futuro, fornendo le condizioni che permettono ai vari componenti di incontrarsi, dialogare, negoziare,  di scegliere e potersi esprimere tramite referendum ed,infine, libere  elezioni .
7. Cosa possiamo fare noi, cristiani italiani che vi seguiamo con trepidazione e vicinanza appassionata al vostro destino, di voi, i primi fratelli che hanno conosciuto i passi umani di Gesù e dei suoi apostoli?
I cristiani hanno il dovere fondamentale di essere ben informati al fine di prendere una posizione coerente con i fatti reali e non essere manipolati.  Immaginate che, oltre a sopportare il calvario insieme con gli altri loro compatrioti, i cristiani sono accusati di essere "con il regime," ... Essi  non sono per il "regime", ma - come ha detto il Patriarca maronita Beshara Rai- sono con lo Stato. Ora si cerca di distruggere il loro Stato. Semplicemente  essi sono solidali con i loro connazionali nel  lavorare per preservare lo Stato. Questa è la loro casa, questo è il loro paese.
I Cristiani in Occidente sono cittadini a pieno titolo. Essi possono chiedere ai loro rappresentanti eletti di cambiare la politica dei loro paesi, e in particolare di abolire le sanzioni che puniscono la popolazione civile. Non dimentichiamo le centinaia di migliaia di bambini che sono morti in Iraq a causa delle sanzioni dirette a colpire il regime di Saddam Hussein.
Una volta che siamo  bene  informati bisogna pregare, pregare, pregare. L'informazione dà le buone intenzioni di preghiera.
Infine la solidarietà con coloro che soffrono. Dobbiamo  aiutare particolarmente  i cristiani orientali  a non prendere la via dell'esilio. Cosa sarebbe un Medio Oriente senza cristiani???  Cosa sarebbero i luoghi santi senza cristiani? Reperti archeologici? musei?
I cristiani in Siria hanno bisogno per qualche altro mese di assistenza finanziaria per sopravvivere lontano dai loro luoghi di residenza (ci sono 300.000  cristiani sfollati, che hanno perso tutto), senza cedere alla tentazione di andarsene. Hanno bisogno di aiuti alimentari, carburante per l'inverno e di trasporti. Una somma  di $ 300 al mese per famiglia è in grado di migliorare la sua situazione e consentirle di resistere.
Non importa la quantità, ogni donazione è benvenuta e sarà fedelmente trasmessa. Ecco il nostro conto in banca in Libano (non aperto in Siria a causa delle sanzioni).
Notre Compte Bancaire:
Numéro de compte: 4041232351300
Nom complet du titulaire du compte: Monastère Saint Jacques le Mutilé
Pays: Liban
Numéro du registre de banques: 75
Code SWIFT/BIC (indispensable pour les virements en Europe): BABELBBE
IBAN (indispensable pour les virements en Europe): LB91007500000004041232351300

8 Grazie, Madre Marie Agnès, Speriamo di poter dare un contributo alla ricerca della pace e che i cuori di tutti,  cristiani o mussulmani, si aprano a ciò per cui noi tutti siamo fatti e possano vivere in concordia.
Grazie e in unione di preghiera, di speranza e di lotta.

Una voce dalle Chiese dell'apocalisse: ORA PRO SIRIA INTERVISTA MADRE AGNES-MARIAM DE LA CROIX

Il 20 ottobre, promosso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, si è svolto a Roma l’incontro con il Patriarca  Gregorios III Laham:  «Mussalaha. I cristiani siriani e il ministero della riconciliazione». Vi ha partecipato Madre Mariam - Agnès de la Croix, superiora del monastero di Qara e coordinatrice del gruppo di supporto del movimento Mussalaha (in arabo «riconciliazione»), movimento popolare interconfessionale e multietnico.

La Madre ha accettato di rispondere, con grande franchezza, alle domande di ORA PRO SIRIA  in una lunga intervista che pubblichiamo in due parti.



1) Quali sono le motivazioni che hanno spinto Lei, una religiosa, ad impegnarsi in questa campagna di informazione sulla Siria?

Ho dedicato la mia vita a Gesù Cristo e all’instaurarsi del Suo Regno, che è un Regno costruito sull'amore della Verità, e dove la verità  ci rende liberi, se la vogliamo accettare e seguire con tutto il  cuore. Dire la verità di ciò che viviamo in Siria è stato l'inizio del mio viaggio e della mia lotta. Questo approccio non è politico, ma etico. Esso non  risponde al bisogno di affermare un certo modello di società piuttosto che un altro, ma per denunciare  gli abusi che vengono occultati dalla comunità internazionale e dai media.

Ho notato che semplicemente il raccontare i fatti così come li viviamo  ha suscitato inquietudine e  ha causato  reazioni  da parte di  alcuni  per i quali la  promozione  di posizioni ideologiche  passa prima della realtà sul terreno, o di altri per i quali la realtà è a tal punto quella presentata dai media che qualsiasi altra narrazione, anche quella dei testimoni oculari, appare a loro come una menzogna o una cospirazione contro la democrazia.
Sapete bene che la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Un'ideologia è intrinsecamente perversa quando  dimentica la realtà per creare una realtà alternativa plasmata  a misura dei propri  interessi.  Aggirare la realtà con la creazione di una realtà alternativa si chiama "manipolazione delle masse." Chi ne viene interessato  subisce una "alienazione". Ho sperimentato il dolore di tali situazioni e, naturalmente, sono stata sempre più spinta dalla mia coscienza e dal mio impegno religioso a dare la mia testimonianza pacatamente, sapendo che è, in ultima analisi, per difendere gli innocenti e i piccoli, quelli di cui nessuno parla e che non interessano  a nessuno, perché non fanno parte del mercato politico.
Sì, ho accettato di dare la mia testimonianza e continuerò a farlo avendo cura di  non esprimere giudizi affrettati.
Continuo a credere nella buona volontà della comunità internazionale e spero che con una testimonianza credibile i cuori si volgano in favore del Vero e del Bene, e  ricevano  la forza di lavorare per la giustizia, anche a costo di una perdita di alcuni interessi momentanei. E’ un'utopia credere che sia lecito  che gli  interessi delle grandi potenze siano pagati con il sangue degli innocenti. Credo che questa epoca sia finita. Siamo nell'era della globalizzazione e digitale. L’opinione pubblica non si lascia ingannare e non può essere rinchiusa nella propaganda di massa.
2 Perché secondo lei, ogni posizione sugli eventi in Siria viene ricondotta a un PRO o CONTRO Assad?
 E ' interessante notare che anche nell’ agire in modo fraudolento  gli uomini usano i concetti di bene e di male. Infatti, l'inclinazione  al bene è profondamente radicata nel cuore della persona umana. In luogo di proporre esplicitamente un male morale alla gente, si trucca questo male presentandolo come un bene. In ogni guerra mediatica, la strategia è quella di screditare l'avversario da sconfiggere. E così accade che il presidente siriano, un anno prima della rivolta, era considerato dai media come una persona compita , tanto  che la Regina d'Inghilterra lo aveva anche ricevuto a un suo tè  pomeridiano  in compagnia della moglie.
Improvvisamente i media hanno mostrato un ritratto in bianco e nero. Da una parte i "manifestanti pacifici, che - sia detto en-passant-, sono confusi con tutto il popolo siriano"  mentre non sono la maggioranza,  e dall'altra un regime oppressivo  assetato di sangue. Questo ritratto binario, manicheo, è un metodo di manipolazione delle masse. Ricordiamo che i media non sono un pulpito di buona condotta, né una  scuola di valori, tanto meno un riferimento morale. Ma la loro attrazione è tale che molte persone recepiscono l' immagine,  accompagnata da un discorso semplicistico,  come loro Credo perché hanno fame di una Causa. E quale migliore Causa che l’espellere un dittatore  rimanendo comodamente seduti nella propria poltrona?
Abbiamo sperimentato la censura di un sistema che, mentre assicura la promozione della democrazia e della libertà di opinione, diventa totalitario. Questo abuso è in contrasto con i diritti umani e sfigura il volto del mondo occidentale. L'impossibilità di formulare un parere diverso da quello che viene offerto come norma da seguire e da pensare. Ho parlato un giorno di "prêt à penser",  "pronti a pensare."
La situazione in Siria è molto complessa ed è per questo che siamo stati costretti a parlare  a questo proposito: ci sono gruppi  - che sostengono di appartenere all'opposizione - che terrorizzano la popolazione, distruggendo le infrastrutture di Stato, mettendo in pericolo le zone residenziali e saccheggiando il patrimonio culturale. Noi siamo testimoni di questi gruppi che abbiamo nominato nel novembre 2011 "bande armate non identificate".
Oggi tutti hanno riconosciuto questi personaggi. Si tratta di mercenari finanziati da Arabia Saudita e Qatar. Secondo la rivista americana "The Economist" ci sono più di 2000 gruppi che operano in Siria, la maggior parte sono legati ad Al Qaeda, ai Fratelli Musulmani e ai salafiti. Non sono venuti per instaurare  la democrazia, ma la legge coranica in nome di Allah. Essi sfruttano la religione per scopi politici.  Essi danno un'immagine negativa dell'Islam.
E 'un dovere per noi di parlare e di nominare gli aggressori, chiunque siano quelli che  mettono in pericolo la popolazione civile e la vita di innocenti. Oggi gli esperti dicono la rivoluzione è stata deviata  favorendo un conflitto settario e confessionale. E 'un peccato. Ieri il grande  oppositore  Nabil Fayyad ha scritto un tono drammatico  sulla stampa araba: "No, non è la mia rivoluzione".
Cosa dire dopo questo?
3 Nei commenti seguiti all'incontro  di presentazione di Mussalaha, è stato scritto che la posizione  della Chiesa è dettata dalla preoccupazione di non scontentare Assad che altrimenti effettuerebbe ritorsioni sui cristiani.  Noi siamo certi che è semplicemente in nome del Vangelo che voi vi muovete, e che osate gridare quale sia il BENE del Paese. Perché lo sguardo dei Vescovi cristiani, che affermano che non è con la rivoluzione che si libera l'uomo, non viene ascoltato? Quale è l'equivoco di fondo che muove quei cristiani per cui la priorità assoluta, costi quel che costi, è la Democrazia  e la “Lotta di liberazione dalla tirannia”?
Pensate che la gerarchia cattolica in Siria e il suo leader siano dei minorati  o degli ostaggi che hanno bisogno di uno sponsor o un salvatore che parla per loro? Ecco un bel modo per deviare la voce autorevole di un responsabile.
Sua Beatitudine il Patriarca  inizia il suo appello per la Riconciliazione con una citazione di San Paolo per mostrare che si tratta di un messaggio spirituale e Sua Santità Papa Benedetto XVI, in Libano, chiedendo la Riconciliazione come la via di soluzione  in Siria, ha chiamato  i cristiani ad essere ciascuno nel proprio ambiente un "servo della Riconciliazione". I nostri pastori non ci chiamano a una posizione di sottomissione ad un regime, ma ad una posizione di fedeltà al messaggio di Cristo che ci insegna ad amare i nostri nemici e a pregare per coloro che ci perseguitano. La riconciliazione è la via perché essa mette fine all’ odio e  insegna l’amore a colui che si presenta  o che io credo essere il mio nemico.
 E' per la paura del regime di Assad? Questa accusa è ridicola. La Chiesa non ha paura di nessuno ed è indipendente da qualsiasi autorità politica. La Chiesa dice, spesso ad alta voce, quello che crede essere la verità e la giustizia.
D'altra parte, è vero che oggi la Chiesa riceve minacce e che sono spesso attuate, ma provengono dagli insorti. Per non ripetere gli eventi già noti (come ad esempio l'esodo di 150.000 cristiani a Homs e la zona circostante a causa dell'invasione di queste aree da parte dei ribelli e mercenari stranieri) notiamo che sono i quartieri cristiani che sono più spesso oggetto di attacchi armati : ieri un'autobomba a Bab Touma e l’incendio presso la Chiesa dell'Annunciazione a Midane, la settimana scorsa il bombardando delle aree cristiane di Aleppo ha causato undici morti, poi omicidi e sequestri giornalieri dell’ elite cristiana. Nonostante questo i nostri pastori rifiutano di parlare di persecuzione, ma di pressioni per costringere i cristiani ad essere più concilianti con l'opposizione armata.
Conosciamo il regime e il suo aspetto dittatoriale. Le sue azioni non ci sorprendono. Ma che una opposizione ufficialmente presentata come promotrice  dei diritti umani, della democrazia e della libertà, agisca con violenza ancor più sanguinosa rispetto al regime, questo è ciò che sciocca.
L’appello delle Gerarchie della Siria è chiaro.  Si esprimono a partire da un piano spirituale e invitano a  resistere a un messianismo falso. La teologia della liberazione ha degli aspetti  che ogni etica cristiana deve adottare come opzione preferenziale per i poveri e la lotta contro l'ingiustizia. Ma la Chiesa mette in guardia contro l'adozione della lotta politica al posto di combattimento spirituale.  Sono piani diversi, di  dimensioni diverse.
Il cristiano in generale e il clero come gli operatori pastorali in particolare (religiosi, laici impegnati) non sono chiamati a promuovere alcuna  agenda politica come se avesse uno scopo salvifico. Si sta mescolando i generi. Il soprannaturale si occupa di "cose di lassù" e della "conversione dei cuori" che si verifica, naturalmente, negli atti quotidiani di giustizia,  carità,  compassione e con la presa di posizione coraggiosa a favore dei poveri,  dei piccoli, gli oppressi, i diseredati.  E’ la direzione quel che cambia tutto. Lo faccio nel nome di Gesù Cristo? Allora è la Sua Salvezza Eterna ciò che mi interessa ed è da lì che  traggo ispirazione,  dalla Sua Parola scritta e dalle  ispirazioni del suo Spirito Santo per agire in favore della dignità della persona umana, al fine di promuovere la giustizia e la pace. Ciò non ha nulla a che fare con la lotta proletaria, quali che siano le nobili intenzioni di coloro che vi si dedicano .
I diritti umani non si limitano a un sistema politico o economico.
L'uomo non può accedere a tutti i suoi diritti  che se gli si riconosce un destino trascendente che supera il mondo che passa. C'è un modo per decapitare la condizione umana nel non farne altro che una questione politica, economica o sociale. Questo è ridurre la dimensione umana  ad uno dei suoi componenti: ad esempio il consumo, nella prospettiva economica. Ero in un grande congresso europeo. Si parlava solo di prosperità economica, era noioso e utopico, avendo, in filigrana, la terribile crisi dell'euro.
Sursum corda! Come cristiana io sono impegnata nella Città terrena, ma tengo gli occhi in alto, a Gerusalemme, la città che scende dal cielo, che è mia Madre. Questo è il mio progetto di vita, che mi riempie di speranza e di gioia. Il Regno di Dio mi riempie e mi rende felice fino al midollo della mia vita passeggera. Ne sono testimone rispettosamente, senza cercare di imporlo a nessuno. Ma io dico che è un dono da condividere con tutti gli uomini di buona volontà e non posso resistere al desiderio di farlo.
D'altra parte la democrazia sta davvero garantendo nel modo migliore i diritti dell’uomo? Anzitutto: sono stati  capiti ed elencati tutti? Che cosa, per esempio, circa il diritto alla vita fin dal concepimento dell'embrione? E se avessero applicato la legge dell'aborto sulla mia vita? L’avrei vissuto come un omicidio anti-democratico. Ci ho riflettuto, e lo dico ad alta voce che, se mia madre o mio padre o il medico avessero deciso di abortirmi  l’avrei sentito  come un omicidio. Perchè io apprezzo infinitamente la vita che mi è stato dato di vivere. Oppure i bambini senza ragione non hanno diritti?
Parliamo dei diritti di Dio. Se Egli esiste - e ci sono miliardi di persone per cui esiste-  Gli spetteranno bene dei diritti, almeno come a noi??? Tuttavia, i Suoi diritti vengono ignorati dalle nostre società democratiche.
E ' evidente che l’opinione pubblica benpensante  impone dei punti di vista che non sono quelli di tutti. E ciò è anti-democratico.
Noi cristiani, abbiamo una domanda  fondamentale: quando l'uomo usa il suo "diritto" per  espellere Dio dalla vita personale, sociale e politica cosa succede ? Si tratta di una liberazione  evidente? O è una alienazione strisciante?
Possiamo fare un esame di coscienza onesto, una autocritica sana e benefica delle nostre società che hanno deciso di sradicare Dio dalla sfera pubblica? Quali risultati? Non oso, io non sono un esperto. Ma quando vengo in Europa, non posso dire che tutto va per il meglio nel migliore dei mondi. Ma questa è un'altra questione.

Ma di che tipo di democrazia stiamo parlando? E perché, giacchè questa è la democrazia, il mondo intero si immischia di imporre con il ferro e fuoco la sua opinione al popolo siriano, che nella sua maggioranza è messo a tacere da oppressione, isolamento e ostracismo proprio da questi pseudo-combattenti  per la libertà e la democrazia?
Io credo che una vera democrazia inizia con il diritto di autodeterminazione di un popolo. Un referendum è una conditio sine qua non. Elezioni  libere  altrettanto. Chi si preoccupa  di sentire dire dal popolo siriano quello che pensa? La democrazia può anche diventare un cavallo di Troia per far passare progetti che nulla hanno a che fare con l'effettiva liberazione di un popolo. Guardate in Iraq, meditiamo sulla Libia.
il seguito dell'intervista nel prossimo post....

martedì 16 ottobre 2012

Mother Agnes: "ENOUGH WITH THE VIOLENCE, WE WANT PEACE"



About two million Syrians, or ten per cent of the population are Christian. One of the more outspoken members of the Christian community there is a Lebanese-born nun Mother Agnes Mariam of the Cross who lived in Homs for 18-years. She's been travelling the world recently, drawing attention to the civil war in her adopted country and says the Syrian situation is not as simple as it's being reported claiming rebel forces are to blame for attrocities against minority groups including Christians, and for threats which forced her from her own Syrian home.
Mother Agnes says the path to freedom and democracy is through peaceful dialogue not violence.
SBS reporter Luke Waters spoke with Mother Agnes Mariam in Melbourne. 4 October 2012

giovedì 27 settembre 2012

"Riconciliazione con la totalità della Nazione, vivendo piena cittadinanza nel rispetto delle altre religioni, lavorando per costruire una Patria pluralista che rispetti la libertà religiosa, vertice di tutte le libertà"

 
LE PENE  E  LE GIOIE DI  MONS. SAMIR NASSAR
Ecco il messaggio che ci rivolge oggi l'arcivescovo Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco. Condividiamo la sua gioia (ordinazione diaconale in vista del sacerdozio di Maroun, avvenuta a Damasco il 23 settembre) e la sua sofferenza.
Trascriviamo il messaggio così come è giunto.


BENOIT XVI est venu au Liban le 14-16 septembre 2012 pour remettre aux Chrétiens d’Orient l’Exhortation Apostolique : Ecclesia in Medio Oriente, fruit du Synode tenu à Rome « en Octobre 2010…
Cette visite fut une réussite populaire, officielle, médiatique et ecclésiale à tout niveau.. Et ceci malgré le film sur le prophète MOHAMMAD lancé le 11 septembre et qui a embrasé le monde islamique à la veille de la visite papale. Les musulmans libanais ont participé à l’apaisement et au succès de l’accueil du Saint Père.
MESSAGE OU SIMPLE HASARD ?
Le 3 Juin 2010 SS BENOIT XVI remet à Chypre « l’instrument du travail » du Synode aux patriarches et évêques orientaux. La veille Mgr PADOVESE, évêque latin de Turquie eut la tête décapitée.
Clôture du Synode à Rome Dimanche 24 Octobre 2010…Le 31 Octobre la Cathédrale Notre Dame de la Délivrance à Bagdad voit le Sang du Christ pendant la messe épouser le sang des martyrs innocents dont deux jeunes prêtres…
Vendredi 14 Septembre 2012, fête de la Croix Glorieuse, BENOIT XVI signe l’Exhortation Apostolique à St Paul Harissa (LIBAN), pendant que plus d’un tiers des chrétiens de Syrie sont devenus des réfugiés dans leur propre pays, cherchant un visa ou un asile…
UNE FEUILLE DE ROUTE
Depuis les événements de 1860, les Chrétiens d’Orient ont perdu 70% de leur nombre. Hémorragie continuelle et fatale…Devant ces perspectives alarmantes l’Esprit inspire l’Eglise qui invite à un Synode Spécial pour les Eglises du Moyen Orient..
Ce Synode » Communion et Témoignage » de 2010 et son couronnement dans l’Exhortation Apostolique de 2012 viennent proposer à cette situation dramatique, une vision de Renouveau de Réconciliation.
Renouveau des Eglises locales affaiblies les invitant à redécouvrir la splendeur de la première communauté (Ac 4,32) en commençant par se convertir et vivre le pardon.
La Réconciliation avec le milieu national en vivant la pleine citoyenneté dans le respect des autres religions oeuvrant à l’édification d’une patrie plurielle qui respecte la liberté religieuse, sommet de toutes libertés.
L’Exhortation Apostolique accorde une grande place aux jeunes et aux familles, gages d’avenir.
Une feuille de route et une charte pour redécouvrir le renouveau pastoral, ecclésial et social afin de mieux vivre la vocation de communion, de témoignage, de dialogue loin de la violence et du fondamentalisme de tout genre..
VIVRE L’ESPERANCE
En signe de confiance en l’avenir de l’Eglise en Syrie, Maroun fut ordonné diacre en vue du sacerdoce le 23 septembre 2012, premier dimanche après la visite de SS BENOIT XVI.. Maroun fut ordonné en la Cathédrale Maronite à Bab Touma Damas, sous les bombes devant une petite assemblée remplie d’espérance.

Devant le drame syrien qui dure depuis la mi-mars 2011, notre petite Eglise de Damas, fidèle à ses racines et à sa vocation, reçoit dans l’action de grâce l’Exhortation Apostolique confiant la Syrie qui saigne au Cœur Immaculé de Marie selon le souhait du Saint Père qui dit au n’100:
Marie saura une nouvelle fois présenter nos nécessités à son Fils Divin
Ecoutons-la qui nous ouvre à l’espérance « tout ce qu’il vous dira, faites le.. »Jn 2,5
Damas le 27 septembre 2012, en la fête de l’apôtre des pauvres St Vincent de Paul.
+ Samir NASSAR
Archevêque Maronite de Damas

http://www.aed-france.org/actualite/syrie-les-peines-et-les-joies-de-mgr-samir-nassar/#.UGRKWZ82sCk.facebook

SIRIA: NO A UN'ALTRA LIBIA.
Appello di Madre Agnès-Mariam de la Croix


lunedì 17 settembre 2012

"Pourquoi tant d’horreurs ? Pourquoi tant de morts ? J’en appelle à la communauté internationale ! J’en appelle aux pays arabes afin qu’en frères, ils proposent des solutions viables qui respectent la dignité de chaque personne humaine, ses droits et sa religion !": le Pape

 
 Histoire et évolution de la rébellion, le rôle de la presse, les joueurs et les perspectives du conflit, dans l'interview de Mère Agnès-Mariam de la Croix à RADIO NOTRE DAME, le 14 Septembre 2012 


http://radionotredame.net/wp-content/uploads/podcasts/interview-de-soeur-agnes-mariam/interview-de-soeur-agnes-mariam-14-09-2012.mp3




 Le siège de l’archidiocèse syro-catholique d’Hamidiyeh réduit en cendres


 
Maghreb Christians, citant l’Associated Press, nous informe que jeudi dernier l’archidiocèse syro-catholique d’Hamidiyeh, un faubourg chrétiens de la ville d’Homs contrôlé par l’Armée syrienne de libération (ASL), a été détruit par un incendie dont l’origine n’est pas établi. Un prêtre local, parlant sous couvert d’anonymat, a précisé que les habitants du quartier ont tenté de lutter contre l’incendie pendant près de quatorze heures, les camions de pompiers ne pouvant accéder dans cette zone sous occupation rebelle. Ce même prêtre a indiqué que ce quartier qui comptait 80 000 chrétiens avant le déclenchement de la rébellion en Syrie, n’en compterait plus que 85 ! C’est le deuxième bâtiment catholique détruit la semaine dernière en Syrie.

http://www.christianophobie.fr/breves/syrie-le-siege-de-larchidiocese-syro-catholique-dhamidiyeh-reduit-en-cendres




Un Patriarche fustige l'attitude de l'Occident à l'égard de la Syrie
2012-09-15 Radio Vatican
Depuis le début de son voyage, Benoît XVI presse les chrétiens de ne pas fuir la région, berceau du christianisme, en dépit de toutes les difficultés. La présence chrétienne "n'est ni nouvelle, ni accidentelle mais historique" écrit le Pape dans son exhortation post-synodale signée vendredi. « Un Moyen-Orient sans ou avec peu de chrétiens n'est plus le Moyen-Orient » souligne-t-il. Il invite les dirigeants politiques et religieux à éviter une politique ou une stratégie communautariste qui tendrait vers un Moyen-Orient monochrome.
Même si le Pape leur dit de ne pas avoir peur, les chrétiens sont inquiets de la poussée islamiste au Moyen-Orient. En Irak, ils étaient un million à l'époque de Saddam Hussein. Aujourd’hui, ils ne sont plus que 450 000, en raison des violences qui ont ensanglanté leur pays et les ont visés directement. C’est le scénario que tous les chrétiens redoutent.
Interrogé par Olivier Bonnel, Mgr Ignace Youssef Younan, patriarche syrien catholique d’Antioche, salue les encouragements du Pape mais il est pessimiste et accuse, en passant, les Occidentaux de ne pas comprendre la situation dans le monde arabe. Pour lui, ils sont soit naïfs, soit hypocrites : http://www.news.va/fr/news/mgr-younan-les-occidentaux-sont-soit-naifs-soit-hy

lunedì 3 settembre 2012

APPELLI A FERMARE LA VIOLENZA CIECA!

 
Gregorios III
Appello in occasione dei recenti eventi in Daraya – Siria . 27 8 2012

Come Patriarca e figlio della città di Daraya, il mio cuore sanguina per le tante vittime che sono stati uccise proprio lì dove sono nato, cresciuto ed educato in un'atmosfera molto buona di musulmani e cristiani.
Ecco perché sto innalzando il mio forte appello per la realizzazione di condizioni favorevoli a porre fine alla sanguinosa lotta in Daraya e in ogni altra regione della Siria.
Noi affermiamo ancora una volta che il dialogo, l’incontro, il rispetto per la libertà di opinione e la dignità di ogni persona, sono i valori su cui si potrà costruire una Siria rinnovata e grazie ai quali si può ricomporre l'atmosfera di amore e di armonia che abbiamo sperimentato e in cui siamo stati cresciuti, in Siria.
Ho grande speranza che noi siriani, che siamo tutti sotto il peso di questa situazione tragica e sanguinosa che ormai dura da diciotto mesi e più, troveremo e dovremo trovare tutti insieme un altro modo rispetto a quello della violenza, armi, omicidi e distruzione, perché questa è una via dove non ci sono vincitori, ma piuttosto, ognuno è un perdente. E la distruzione continua, l’essere umano è ucciso e aumenta l'entità del disastro, che colpisce tutti i cittadini.
Quindi ripeto il mio appello, con il versetto del Corano Venerabile, "Venite a una parola comune tra noi e voi" (Aal ' Imran 3:64) e il versetto del Santo Vangelo, "Beati i costruttori di pace" (Matteo 5:9). Che Dio Onnipotente voglia proteggere la Siria e far cessare questi disastri!
Ho piena fiducia che tutti i miei fratelli e sorelle, i figli e le figlie di Daraya, così cari al mio cuore, vorranno prestare ascolto a questo appello! È l'appello di un fratello, amico e figlio della nostra cara città! Che questo appello sia ascoltato da tutti i responsabili localmente e ovunque!
Con il mio affetto e la mia preghiera,

Gregorios III, Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente e di  Alessandria e Gerusalemme
http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/Appeal-on-the-occasion-of-recent-events-in-Daraya-Syria


Il Patriarca Gregorio III Laham chiede “una campagna internazionale per la riconciliazione in Siria”
Fides 4/9/2012  “Per la Siria la riconciliazione è l'unica ancora di salvezza”. Per questo urge “una campagna internazionale per la riconciliazione in Siria” condivisa da tutte le Chiese del mondo: è l'accorato appello del Patriarca greco-cattolico melkita di Damasco, Gregorio III Laham, lanciato in una lettera aperta, mentre la situazione in Siria degenera e “il linguaggio della violenza ha travolto tutti gli altri tipi di linguaggi”.
leggi su :
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39762&lan=ita
https://melkite.org/patriarchate/for-syria-reconciliation-is-the-only-lifeline

Mussalaha, la Siria vista dal basso

Radio3Mondo 3 settembre 2012
Dibattito in studio con Madre Agnès-Mariam de la Croix e Faisal al Mohamad
 

Mentre continua la guerra civile in Siria e il bilancio dei morti viene drammaticamente aggiornato giorno dopo giorno, la comunità internazionale studia come uscire dall’impasse e l’Onu programma per il 4 settembre un nuovo summit con Lakdhar Brahimi, che ha preso il posto di Kofi Annan come inviato speciale delle Nazioni Unite per risolvere la crisi. Ma in Siria oltre a morire si resiste e lo si fa “dal basso”. Una rete civile di siriani e non che lavorano per arrivare alla pace, prestando solidarietà alla popolazione civile che vive nel terrore, sotto il fuoco incrociato dei ribelli e delle truppe di Assad. Sono religiosi, laici, premi Nobel, che si organizzano per creare le condizioni del dialogo e, in silenzio, si affiancano all’azione della “grande diplomazia”. Si chiama Mussalaha e significa “riconciliazione dal basso”. Marina Lalovic ne parla in studio con Madre Agnès-Mariam de la Croix, Superiora greco cattolica di Qara, nel governatorato di Homs, che è in Italia per promuovere l’iniziativa della riconciliazione dal basso in Siria e con Faisal al Mohamad, responsabile dell’Unione dei Coordinamenti per il sostegno della rivoluzione siriana in Italia.
Il brano di oggi è la Sinfonia dell’Oratorio per la Santissima Trinità, esecuzione dell’Orchestra Europa Galante diretta da Fabio Biondi

 
 
Bombardamento sul Monastero di St Jacques (Mar Yakub): testimonianza


Noi non sappiamo perché l'armata dell'esercito siriano ci ha bombardati.

Madre Marie Agnes, la nostra Madre Superiora, ha recentemente detto alla televisione irlandese: “La Siria si trovava sotto un regime totalitario repressivo... E questo totalitarismo non è buono. Ma se l'insurrezione armata instaura un altro totalitarismo, è forse ancora peggio”. ( RTE television, 10 agosto 2012).
Noi soffriamo insieme a tutti i siriani, specialmente con quei 2 milioni e mezzo di cristiani che sono in pericolo, e nessuno è dalla loro parte nella “comunità internazionale”. Come la maggior parte dei siriani, i cristiani tentano di restare neutrali - e di sopravvivere- in una guerra tra il governo di Assad e “ l'Armata Libera Siriana”.

L’ASL sono dei “rivoluzionari democratici” come li dichiarano i media? Se essi vogliono una democrazia, perché sono sostenuti dagli jihadisti islamici e dal regno dell'Arabia Saudita? Se essi rispettano le minoranze, perché si inoltrano nei quartieri cristiani per combattere? Se essi hanno cuore la libera espressione della religione, perché più di 100.000 cristiani sono stati espulsi dalle loro case in Homs e in Al Qusayr? E quelli tra di loro che sono troppo poveri per poter fuggire lontano, perché sono rapiti, assassinati, o utilizzati come scudi umani dall'Asl?. Se essi vogliono la libertà, perché hanno minacciato di occupare il nostro monastero, di metterci alla porta, e di rapire Madre Agnese?
Come i rivoluzionari, noi abbiamo gli occhi rivolti fissamente sulla libertà e la giustizia -ma noi sappiamo che la libertà e la giustizia vengono dall'amore divino e dal Vangelo di Gesù, e non sul filo di spada. Gesù era un vero rivoluzionario. In quanto uomo Gesù ha rifiutato il potere e la violenza; Egli non ha combattuto l'occupazione violenta e corrotta dei Romani nella sua patria. Gesù ci ha rivelato che cosa vuol dire “essere Dio”. Noi vediamo in Lui un Dio che si svuota per diventare uomo, per essere un servitore, per essere “ obbediente fino alla morte, e alla morte di croce”. È questo il potere e la sapienza di Gesù. Gesù non ha soltanto detto le dolci parole “ amate i vostri nemici”: Egli è morto per loro.

I cristiani della Siria chiamano Dio “ l'amico degli uomini”. Noi crediamo che Gesù è “ il Salvatore”, non soltanto il Salvatore dei cristiani ma di tutta l'umanità -non perché noi siamo speciali ma perché Dio è buono.
Noi non ci batteremo con le armi, né possiamo dare supporto alla violenza. Ma noi combatteremo i nostri stessi pregiudizi, le nostre paure e il nostro egoismo. Se Dio ci ha scelti, poveri uomini, come possiamo noi rifiutare chicchessia? Noi ringraziamo il Signore che delle famiglie musulmane si sono rifugiate nel nostro monastero. Esse hanno desiderato pregare con noi -proprio come Dio è uno, così noi possiamo essere uno! Noi siamo stupiti che i musulmani credono che Gesù è un profeta che ha detto la verità, che Egli è vivente, che Egli è salito ai cieli, che Egli ritornerà. Una fede simile, la possiamo ritrovare nell'Occidente “cristiano”? Sì, noi amiamo i musulmani: li sentiamo nostri fratelli, i nostri "cugini", figli di Abramo, come noi, e che hanno mantenuto a volte più di noi la fede.
1 Giovanni 4,7-11: “ Carissimi, amiamoci gli uni gli altri; perché l'amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Colui che non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. L'amore di Dio è stato manifestato verso di noi in questo: che Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo, affinché noi viviamo per mezzo di Lui. E questo amore consiste non nel fatto che noi abbiamo amato Dio, ma nel fatto che Egli ci ha amati e ha dato suo Figlio come vittima per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.”

Il popolo siriano soffre attacchi omicidi da parte di islamisti estremisti che non rappresentano in alcun caso la maggioranza della popolazione musulmana siriana.
Ogni giorno vi sono bambini, mamme, papà e nonni di ogni appartenenza religiosa che si fanno uccidere perché non vogliono partecipare alla “ rivoluzione per la democrazia”. Questi terroristi scacciano le persone dalle loro case per fare la guerra all'armata siriana nascondendosi in mezzo ai quartieri residenziali. Questo grida al cielo.
 Non è questa la democrazia che vogliono i siriani.
Noi preghiamo il Signore di illuminare la coscienza umana, così che ognuno di noi possa prendere la posizione giusta che gli consentirà di entrare nel piano di Dio per le Nazioni: perché il Signore ha detto: "I miei pensieri sono pensieri di pace e non di sventura".